Notiziario

LA FABBRICA DEGLI OSTAGGI NEL SAHEL (Mauro Armanino)

4. La fabbrica degli ostaggi nel Sahel3Adesso nel Sahel gli ostaggi sono loro. Usati con perizia e poi immessi sul mercato, i migranti hanno sostituito ostaggi ben più importanti e famosi di loro.

La fabbrica degli ostaggi non è nuova. Nel Sahel aveva funzionato bene per anni. Tecnici di multinazionali, turisti, antropologi, contrabbandieri e passeurs. Ad ognuno il suo ostaggio e per tutti il prezzo del riscatto. Si sono finanziati anche così gruppi armati e assimilate filiere terroriste utili al sistema. Ostaggi pregiati, commerciabili e di matrice occidentale, di gran lunga più redditizi di quella locale. Non è vero che c’è l’uguaglianza: c’è ostaggio e ostaggio.
Quelli occidentali, come per i lavoratori specializzati, i tecnici, gli esperti e i calciatori, sono molto più appetibili. Ora nel Sahel si fabbricano migranti irregolari che poi sono l’ultimo ritrovato della tecnica. Ostaggio si chiama chiunque venga detenuto come pegno o garanzia. Si dice di una persona sequestrata da criminali allo scopo di ricevere denaro o altro in cambio della sua liberazione. Nel Sahel gli ostaggi sono i migranti.     Continua nell’ ALLEGATO

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PERCHÈ TANTO ODIO PER LULA? (Giovanni Baroni)

5. condanna-per-lulaRiportiamo la riflessione/testimonianza del responsabile di un progetto di solidarietà in Pernambuco, sostenuto e finanziato dalla Rete Radié Resch, un’associazione di solidarietà internazionale fondata nel 1964 dal giornalista Ettore Masina e da sua moglie Clotilde.
I progetti di solidarietà della Rete si trovano in Palestina, in America Latina e in Africa.

Mi sono domandato perché l’odio a Lula!
É stata decretata la prigione di Lula!
Una domanda si fa indispensabile: Perché la “élite” brasiliana odia tanto Lula?
Eppure Lula non fu un presidente rivoluzionario, non scalfì il sacro diritto della proprietà privata. La “élite” brasiliana non ha perso denaro nel governo Lula. Al contrario, non ha mai guadagnato tanto.
Da dove viene tutto questo odio?     Continua nell’ ALLEGATO

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COSA SUCCEDE A GAZA? (Gabriele Mombelli)

6. GazaGabriele Mombelli, nato a Crema nel 1986, si è diplomato presso l’Università degli Studi di Firenze. Attualmente si trova a Gerusalemme per completare uno studio indipendente circa l’assistenza al settore sicurezza dell’Autorità Palestinese (Ramallah) fornita dall’Italia. Riportiamo una sua riflessione su quanto sta avvenendo a Gaza e nei Territori Palestinesi.

Non posso non scrivere di quanto recentemente “accaduto” a Gaza. Ho potuto leggere sui media italiani di “scontri”, di “battaglia”, etc. Addirittura alcuni lanci di agenzia (Ansa) riprendevano, praticamente per intero, i comunicati stampa dell’esercito israeliano…
Centinaia di palestinesi hanno marciato per commemorare il “Giorno della Terra” e vengono fatti oggetto di repressione violenta. Non si è trattato ne di scontri, non stiamo parlando di una partita di calcio, ne di battaglia, il che avrebbe implicato l’utilizzo sostenuto e organizzato di armi da parte palestinese. L’utilizzo sistematico della forza è stato unilaterale. Il punto di forza palestinese è stata la massa. Parlare di scontri e battaglia è esercizio di equilibrismo. Copiaincollare un comunicato stampa dell’esercito israeliano non è fare informazione.       Continua nell’ ALLEGATO

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590MILA MICRO-IMPRESE DEGLI STRANIERI IN ITALIA (Cinzia Arena)

8. aziende-immVentimila attività avviate in un anno, con un ritmo di crescita cinque volte superiore alla media. Gli immigrati rappresentano ormai una buona fetta della piccola imprenditoria italiana, il 9,6%. Le loro imprese hanno toccato quota 590mila: nel corso del 2017 il loro numero è cresciuto del 3,4% (il 42% dell’intero saldo annuale delle imprese), contro lo 0,75% fatto registrare dalle realtà italiane.

In alcune regioni – come Toscana, Veneto, Liguria, Marche – senza il contributo di questa componente, il saldo del 2017 sarebbe stato negativo. In Piemonte e in Emilia-Romagna l’apporto dell’imprenditoria straniera ha invece attenuato la forte contrazione di quella autoctona, pur non riuscendo a ribaltare il segno negativo del saldo complessivo.      Continua nell’ ALLEGATO

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NON CREDI CHE LA MIA MISERICORDIA È PIÙ GRANDE DELLA TUA MISERIA? (Papa Francesco – Angelus 08/04/2018)

1. Divina MisericordiaNel Vangelo odierno ritorna più volte il verbo vedere: «I discepoli gioirono al vedere il Signore» (Gv 20,20); poi dissero a Tommaso: «Abbiamo visto il Signore» (v. 25). Ma il Vangelo non descrive come lo videro, non descrive il Risorto, evidenzia solo un particolare: «Mostrò loro le mani e il fianco» (v. 20). Sembra volerci dire che i discepoli hanno riconosciuto Gesù così: attraverso le sue piaghe. La stessa cosa è accaduta a Tommaso: anch’egli voleva vedere «nelle sue mani il segno dei chiodi» (v. 25) e dopo aver veduto credette (v. 27).

 Nonostante la sua incredulità, dobbiamo ringraziare Tommaso, perché non si è accontentato di sentir dire dagli altri che Gesù era vivo, e nemmeno di vederlo in carne e ossa, ma ha voluto vedere dentro, toccare con mano le sue piaghe, i segni del suo amore. Il Vangelo chiama Tommaso «Didimo» (v. 24), cioè gemello, e in questo è veramente nostro fratello gemello. Perché anche a noi non basta sapere che Dio c’è: non ci riempie la vita un Dio risorto ma lontano; non ci attrae un Dio distante, per quanto giusto e santo. No: abbiamo anche noi bisogno di “vedere Dio”, di toccare con mano che è risorto, e risorto per noi.    Continua nell’ ALLEGATO

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OMELIA DEL VESCOVO DANIELE PER IL GIORNO DI PASQUA 2018

2. Gianotti Pasqua«Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Le parole di Maria Maddalena, dopo la scoperta che la tomba di Gesù era aperta, esprimono una preoccupazione, una paura, che è ancora più forte di quella sperimentata con la morte di Gesù. Perché la presenza di un sepolcro, e sapere che esso racchiude il corpo di una persona amata, è in qualche modo rassicurante: c’è il dolore del lutto, ma c’è un segno che ancora ci lega alla persona scomparsa.

Se invece la tomba è profanata, se il corpo del Signore è stato portato via, come Maria sospetta senza darsi neppure la pena di verificare, allora non ci resta davvero nulla. E mi chiedo se le parole di Maria di Magdala non diano voce al timore forse più grande, per un credente che si guarda attorno nel mondo di oggi: e cioè, precisamente, il timore che il Signore, con tutto ciò che la sua persona implica per chi si è affidato a lui, sia stato portato via, sia stato cancellato da questo mondo, in un modo forse più sottile, ma non meno devastante, rispetto a chi duemila anni fa lo ha condotto sulla croce.     Continua nell’ ALLEGATO

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LIBERATE DAI RITI «VOODOO», NIGERIANE ANCORA VITTIME DEI CLIENTI (ITALIANI) (Eugenia Bonetti)

3. Re Ewuare II Oba di BeninLa massima autorità di uno Stato nigeriano ha vietato le pratiche che vincolano le ragazze ai trafficanti. L’Italia avrà coraggio per liberarle davvero, punendo chi le compra per strada?

Il grande ‘Oba’ (‘re’) Ewuare II dell’Edo State, in Nigeria, ha ufficialmente vietato i riti voodoo che vincolano le donne vittime della tratta a pagare il debito contratto con i trafficanti di esseri umani o con le madam che gestiscono il mercato delle ragazze sulle strade italiane. Le ha liberate da un incubo. Questa notizia può sembrare poca cosa, in realtà ha portato un forte vento di speranza, capace di ribaltare in gioia la paura e il terrore dello sfruttamento o la disperazione per le violenze subite da migliaia di giovani nigeriane fatte transitare nel nostro e in altri Paesi del mondo ai fini della prostituzione coatta. La costante richiesta di sesso a pagamento anche sulle strade italiane in questi anni ha fruttato ingenti guadagni a trafficanti e maman. Per questo la notizia ha fatto esultare le vittime portate in Italia con l’inganno e le organizzazioni impegnate nella lotta contro la tratta. Migliaia di giovani donne dopo aver vissuto l’umiliazione e lo sfruttamento del loro giovane corpo ora possono pensare di sentirsi libere di vivere la loro giovinezza e guardare al futuro senza timori di ritorsioni su di loro e sulle famiglie.    Continua nell’ ALLEGATO

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IL CENTRO MISSIONARIO INFORMA…

A – Incontri di Animazione Missionaria
Pubblichiamo un dettagliato resoconto della testimonianza di P. Pino LOCATI, il missionario dei Padri Bianchi che, durante l’ultimo incontro di Animazione Missionaria tenutosi a Madignano, ha parlato della tratta e dello sfruttamento sulle nostre strade delle donne africane. “La tratta delle Nigeriane: una vergogna nazionale” è il titolo dell’intervento di Padre Pino, che rimane sempre disponibile per incontri di sensibilizzazione nelle parrocchie. Basta chiederci il suo numero di telefono.
Cogliamo l’occasione per ricordare che il prossimo incontro si terrà domenica 6 maggio nella Casa del Vescovo, in piazza Duomo a Crema ed avrà come ospite-guida Laura GUSELLA, monaca della Comunità Marana-thà, in Tartiglia di Pratovecchio in provincia di Arezzo.    Continua nell’ ALLEGATO

B – Vanno e vengono…
I missionari sono come le rondini e quando arrivano ci portano la Primavera. In tutti i sensi! Attenzione che già cominciano ad avvicendarsi:
– sono ripartiti:

  • Padre Giuseppe MIZZOTTI, missionario monfortano, per il PERÙ

– sono tra noi:

  • Madre Pasqualina GENNARI, missionaria canossiana, impegnata in INDIA

– sono in arrivo:

  • Padre Francesco VALDAMERI, missionario monfortano, impegnato in ZAMBIA
  • Madre Angela SAMBUSIDA, missionaria canossiana, impegnata in AUSTRALIA

C –  Riparte la Campagna “Abbiamo riso per una cosa seria”
4.4.Abbiamo riso 2018Si tratta della XVI edizione e intende promuovere l’agricoltura familiare in Italia e nel mondo. L’agricoltura familiare è la risposta dei contadini italiani e del mondo alla fame e allo sfruttamento del lavoro, ai cambiamenti climatici e alle multinazionali dell’agroalimentare, ma è anche rispetto delle biodiversità, delle colture e delle culture dei diversi Paesi. Il riso, poi, è l’alimento più consumato in tutto il mondo e quello contenuto nel pacco, 100% italiano, è il simbolo dell’alleanza tra i contadini del Nord e del Sud del mondo.

Oggi vi parliamo di quello che stiamo facendo a Muyanza, in Ruanda.
Augustin era molto preoccupato delle sue condizioni di vita: spesso non poteva avere un pasto nutriente al giorno e non poteva curarsi in modo adeguato. Augustin si sentiva in pericolo! Attraverso l’intervento di MLFM (Movimento di Lotta contro la Fame nel Mondo, organismo non governativo di Lodi) e IMBARAGA (suo partner nelle attività agricole) si è riusciti a dare ad Augustin una speranza in più.
Adesso Augustin è membro di un farmer group di Gatare, zona a sud del Paese a circa 2500 metri di altitudine sulle montagne che confinano con la foresta equatoriale di Nyungwe.
Abbiamo ora la possibilità, la capacità ed il supporto per coltivare un piccolo orto, la coltivazione di patate dolci, che usiamo anche per le pappe dei bambini, e imparare a gestire piccoli allevamenti di capre. Non abbiamo ancora raccolto il nostro mais, ma già possiamo vedere con i nostri occhi che la resa delle nostre colture sarà molto buona.

 Aiutiamo Augustin a mantenere sistemi e tecniche agricole che rispettano l’ambiente e che permettano una produzione varia e abbondante!
Già 107 giovani donne e madri hanno perfezionato la coltivazione con fertilizzanti organici della patata dolce e 90 capre sono state distribuite alle famiglie con bambini affetti da grave malnutrizione.
Basta un pacco di riso e si potrà sostenere l’avvio di piccole attività generatrici di reddito in ambito agricolo o zootecnico a Muyanza in Ruanda e garantire il rispetto e la dignità di chi lavora la terra.
Come avete capito anche per quest’anno, come diocesi di Crema, abbiamo deciso di aderire alla campagna di raccolta fondi FOCSIV a sostegno dell’agricoltura familiare in Italia e nel mondo e difendere chi la lavora la terra.
La campagna è ancora a livello nazionale e la modalità di distribuzione è rimasta invariata rispetto agli anni passati: prevede sempre che le scatole da 1kg di riso, qualità Roma, (prodotto da FdAI – Filiera Agricola Italiana – Firmato dagli Agricoltori Italiani, appartenenti a Coldiretti) vengano distribuite tramite banchetti/stand con un’offerta minima di 5 euro.
Con i fondi che si ricaveranno quest’anno, MLFM di Lodi finanzierà un progetto il cui obiettivo è quello di dare un sostegno sia nutrizionale che sanitario a madri e bambini di Muyanza; in Ruanda, di cui beneficeranno 1500 nuclei familiari.  (http://www.mlfm.it/progetti/rwanda/Buyoga.htm)

La parrocchia di S. Carlo di Crema si è già attivata.
E voi che cosa aspettate?
Chiamateci al più presto!

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L’UFFICIO MIGRANTES INFORMA…

A – Giornata mondiale Rom e Sinto
5.1 .Rom e SintoOgni anno, l’8 aprile, la Giornata internazionale del popolo rom e sinto ci richiama ad una attenzione particolare su questi uomini, donne e bambini spesso ignorati e lontani dai nostri interessi. Si tratta di un popolo che in Europa conta 12 milioni di persone: in
Italia circa 170mila, che ancora oggi non sono riconosciuti nel nostro Paese.
Un mancato riconoscimento, come ha più volte sottolineato la Fondazione Migrantes – l’organismo pastorale della Cei che si occupa del mondo della mobilità umana – che oltre a non aiutare la tutela di alcuni diritti fondamentali, accresce l’apolidia e sempre più, nelle nostre città, produce emarginazione e ghettizzazione.
Da qui la richiesta – dice don Gianni De Robertis, direttore generale della Migrantes – di un maggiore impegno verso questo popolo ricercando strade culturali ed ecclesiali e nuove politiche che evitano l’isolamento e costruiscono una nuova cittadinanza. Strade nuove che aiutano, inoltre, ad abbattere pregiudizi e barriere ideologiche in favore della solidarietà e della misericordia, spiega ancora don De Robertis evidenziando che la giornata dell’8 aprile diventa l’occasione per tutti di un nuovo modo di pensare e di incontrare chi ci sta accanto.
Il direttore della Fondazione Migrantes l’8 aprile è stato in Belgio per l’incontro annuale del CCIT (Comité Catholique International pour les Tsiganes) che ogni anno riunisce circa 150 operatori pastorali, religiosi e laici, che si prendono cura dei Rom e dei Sinti nei loro Paesi.        Migrantes on line – 07.04.18

B – Viminale: calo degli sbarchi nel 2018
Immigrazione: Fregata Euro soccorre due barconi con 956 profughiRoma – Da gennaio a marzo sono arrivate via mare 6.161 persone (di cui 4.399 provenienti dalla Libia), mentre nello stesso periodo dell’anno scorso si contavano 24.278 nuovi arrivi. Un calo pari al 74,62%, fa sapere il Ministro degli Interni italiano. I più numerosi sono gli Eritrei (1.551) e i tunisini (1.187). Seguono nigeriani (363), pakistani (288) e libici (239). Proprio i libici rappresentano una novità tra le nazionalità di chi intraprende i viaggi della speranza. I minori soli arrivati sono 909. Continuano, infine, a migliorare i dati della relocation: i richiedenti asilo trasferiti in altri Paesi europei secondo lo strumento messo in campo dalla Commissione Europea sono saliti a quota 12.354. La Germania è la nazione che ne ha accolti di più (5.221).     Migrantes on line – 03.04.18

C – Ma chi arriva dai barconi?
I dibattiti sui flussi migratori e in particolare sugli sbarchi dei migranti popolano le discussioni pubbliche, ne abbiamo avuto esperienza durante l’ultima campagna elettorale. È facile incontrare slogan rigetto o di accoglienza per attrarre le simpatie di alcuni o di altri. È molto più difficile assistere ad analisi che aiutino a comprendere come si potrebbe agire per governare un processo intenso che non è più tragico come altri periodi, ma rimane continuo.      Continua nell’ ALLEGATO

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DALLE RIFUGIATE FOULARD PER LE MALATE DI CANCRO (Lucia Giallorenzo)

6. FoulardLe donne per le donne. Le richiedenti asilo africane per le malate oncologiche. Perché chi meglio di una donna in difficoltà può aiutare altre donne in difficoltà?

Le donne migranti provenienti dai Paesi dell’Africa sub-sahariana beneficiarie del Progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di Atena Lucana e Padula, in provincia di Salerno, hanno realizzato con le loro mani sessanta foulard per donne che in seguito a una patologia oncologica si ritrovano a dover vivere il trauma della perdita dei capelli. I copricapo sono stati donati all’Associazione ‘Noi per te-Volontariato oncologia e Cure palliative’ di Salerno. Il laboratorio di sartoria è il cuore del progetto ‘For your smile’, inserito nell’ambito delle attività formative dello Sprar nella diocesi di Teggiano-Policastro guidata dal vescovo mons. Antonio De Luca, e attivo negli Sprar di Padula ed Atena Lucana, gestiti dalle Cooperative ‘Il Sentiero’, ‘L’Opera di un Altro’ e ‘Tertium Millennium’.
Un lavoro a più mani, quelle dei migranti e delle operatrici impegnate da mesi a tagliare e cucire scampoli di tessuto, scelti per ogni donna e per i diversi momenti della giornata. Ogni copricapo ha una sua originalità, sia per il colore sia per il tessuto utilizzato: ce ne sono in pizzo e in raso, in seta per le occasioni speciali, in cotone o in lino per le giornata calde, quelli etnici e colorati ma anche altri semplici e sobri. Ognuno diverso dall’altro, cuciti da mani di donne con l’unica finalità di regalare un sorriso alla donna che lo indossa. Un circuito di bene collega così le donne migranti, beneficiarie dell’accoglienza, alle donne che percorrono l’arduo sentiero della sofferenza.        Migrantes on line – 20.03.18

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