Notiziario

LA MUSICA

Microsoft Word - Documento1La musica è davvero il primo linguaggio umano, l’unico in grado di unire i popoli e persone e raggiungere obiettivi che in nessun altro modo possono essere realizzati.
Grazie alla musica non esistono frontiere tra i popoli, soprattutto quando essa è simbolo di una cultura molto forte e radicata. Questo dev’essere anche un segnale per tutte quelle zone del mondo che purtroppo sono ancora in guerra e dove i massacri sono all’ordine del giorno. La musica ha un potere di coesione. Unisce i popoli nel nome dei sentimenti, che non appartengono politicamente a destra, centro o sinistra, ma sono sentimenti umani”.

L’ARRIVO DELLA MARCIA “LA PACE CAMMINA SUL SERIO”

Microsoft Word - Documento1L’iniziativa è nata per localizzare un sogno che c’è già: la Marcia Perugia-Assisi. Tornando dalla marcia dell’ottobre 2014 ci siamo detti: “anche noi potremmo organizzare qualcosa”. E quello che accomuna questa gente di province diverse è il Serio. Dalle nostre parti, per noi cremaschi, va a confluire nell’Adda, mentre a Valbondione nasce dal Barbellino. C’era questa voglia di camminare, affrontare il tema della pace, ma anche dell’ambiente, attraversando posti bellissimi”.

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Ecco l’arrivo, puntualmente alle ore 19, dei marciatori, che partendo da Boccaserio hanno iniziato la prima tappa che si è conclusa poco dopo a Montodine. Sosta d’obbligo per una foto ricordo con la sindaco di Valbondione e il primo cittadino di Montodine, a suggellare idealmente l’inizio e la fine del fiume e della valle e dei suoi abitanti.

LA CENA MULTIETNICA

Microsoft Word - Documento1Se “il corpo ha ragioni che la propria ragione non conosce” (Pascal) significa che il gusto, il sapore e quindi il cibo di cui il corpo si nutre sono portatori di conoscenza. Ma mentre per il filosofo è attraverso gli occhi che l’Essere appare, per la cuoca è nella bocca che l’Essere si rivela. Essa sa che l’amore e la fame sono la stessa cosa; per cui la cosa più importante per quella sacerdotessa del cibo che è la cuoca non è “uccidere la fame”, ma “aprire l’appetito”. Un incontro con il desiderio ben oltre il bisogno.

LO SPETTACOLO

Microsoft Word - Documento1La pace di cui abbiamo bisogno non è solo il contrario della guerra. Quando manca il lavoro, la casa, il cibo, la salute, il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali della persona umana, quando si è vittima della violenza, delle mafie o dello sfruttamento non c’è pace. La sfida della pace è immensa e va presa molto sul serio perché i  problemi sono tanti, complessi e interconnessi, e molte forze potenti operano in senso contrario. Per questo tutti  – cittadini e istituzioni – siamo chiamati a contribuire alla costruzione e alla difesa della pace promuovendo il rispetto della dignità e dei diritti umani di tutti.
Per questo, ogni città che vuole contribuire alla costruzione della pace deve diventare un laboratorio dell’umanità, della società e del mondo nuovo di cui abbiamo  bisogno.

IL PENSIERO DEL PAPA… VICINO A QUANTI SI APRONO SAGGIAMENTE AL COMPLESSO FENOMENO MIGRATORIO

“Sono vicino con l’affetto e l’incoraggiamento a quanti, istituzioni, realtà associative e singoli si aprono saggiamente al complesso fenomeno migratorio con adeguati interventi di sostegno, testimoniando quei valori umani e cristiani che stanno alla base della civiltà europea.
Desidero esprimere il mio sincero apprezzamento per l’importante iniziativa e auspico che da una parte favorisca l’integrazione di queste persone con un doveroso rispetto delle leggi dei Paesi che accolgono, dall’altra susciti nella società un rinnovato impegno per una autentica cultura dell’accoglienza e della solidarietà. La presenza di tanti fratelli e sorelle che vivono la tragedia dell’immigrazione è un’opportunità di crescita umana, di incontro e di dialogo tra le culture, in vista della promozione della pace e della fraternità tra i popoli. Assicuro la mia preghiera, invocando la protezione di Dio, padre di tutti affinché si faccia compagno di strada di quanti sono costretti a lasciare la propria terra a causa di conflitti armati, di attacchi terroristici, di carestie, di regimi oppressivi.
Possano questi migranti incontrare dei fratelli e delle sorelle sotto ogni cielo, che condividano con essi il pane e la speranza nel comune cammino”. Papa FRANCESCO all’ANSA sul portale Infomigrants.net – 04.07.17

 

GRAZIE

Solo poche parole per ringraziare TUTTI per aver partecipato alla FESTA DEI POPOLI 2017.
Spero che di tutto questo lavoro non rimanga solo un buon ricordo, ma ci dia la  consapevolezza che, seppur di un millimetro, abbiamo contribuito a far crescere il dialogo e la conoscenza reciproca tra le persone.
Concludo con una frase di Donnat, uno dei tre percussionisti che ci hanno accompagnato lungo la festa, che nel salutare mi ha detto:“Queste feste sono importanti anche per noi stranieri, perché ci permettono di conoscere ed apprezzare culture e persone che altrimenti non potremmo mai incontrare”.

APPUNTAMENTI… DA APPUNTARE (Redazione)

Microsoft Word - Documento1In occasione del 4° anniversario del rapimento di padre Paolo,scomparso in Siria il 29 luglio 2013, è stato presentato, presso il Centro S. Fedele di Milano il libro curato dal giornalista e scrittore Riccardo CRISTIANO, già vaticanista di radio RAI

PAOLO DALL’OGLIO
La profezia messa a tacere
Edizioni San Paolo

Queste le parole dell’autore che è anche presidente dell’«Associazione giornalisti amici di padre Dall’Oglio».
Stiamo assistendo sgomenti, da settimane, mesi, anni, alla trasformazione del territorio siriano nel teatro di un martirio di     massa. Gli appelli che quattro anni fa, prima di essere rapito, padre Paolo lanciava in favore di un movimento pacifista, che potesse assicurare la protezione dei civili e diventasse parte attiva nell’accompagnare la transizione, sono perciò di un’attualità estrema e impensabile.
Quella di padre Dall’Oglio è una profezia, perché la questione siriana è oggi una questione mediterranea, che ci coinvolge da Lisbona a Teheran. Tragedie che portano il seme inespresso di una volontà di cambiamento e di vivere insieme. Credo che proprio questa fosse la profezia dimenticata di padre Paolo. È vero che in questi nostri tempi e in queste nostre terre è stato iniettato un morbo terrorista, jihadista, esclusivista, apocalittico. Ma è altrettanto vero che milioni di persone avvertono oggi che dobbiamo tornare a vivere insieme, prima che sia troppo tardi.
Lo scopo del libro è dare un ancoraggio accessibile, semplice e leggibile per scoprire la figura di padre Dall’Oglio. E allo stesso tempo un riferimento concreto al suo pensiero, attraverso dei suoi testi che abbiamo ripubblicato grazie alla cortesia della rivista dei gesuiti, Popoli, con cui collaborava. Un modo anche per riflettere sulla profondità del suo messaggio, con l’aiuto di alcuni professori cristiani e musulmani, fra cui Paolo Branca e Adnane Mokrani. Il tentativo di tracciare il profilo di un mistico che ha però un’assoluta urgenza di fare.
Padre Paolo sapeva che non si può dire ‘voglio la pace’ e poi restare spettatori disinteressati degli eventi. Ce l’ha dimostrato lui, attraverso il lavoro per il dialogo interreligioso presso il monastero di Mar Musa: un modo per mettere la prima pietra di un edificio in cui popoli e culture si riconoscano come complementari”. “Uno degli aspetti più forti e attuali del suo messaggio è che dalla Siria, questa terra devastata da una lotta per il potere tra contrapposti imperialismi, arrivano ancora oggi tanti messaggi d’affetto verso padre Dall’Oglio, persone che ci ringraziano per averlo ricordato e ci dicono di sentirlo ancora lì, fra loro. Credo sia il segno vero della sua presenza attiva come operatore di pace. Se possiamo rendergli un servizio non è quello agiografico, non è solo quello di sperare che torni fra di noi, ma di ricordarci che la nostra presenza attiva in quello scenario non può essere quella di tifosi, ma di partigiani della pace.

LA PAURA PER I TROPPI IMMIGRATI E LO SPRECO DI MILIONI DI TONNELLATE DI CIBO (Paolo Bustaffa)

BUSTAFFAE se gli immigrati, giunti da diversi angoli del mondo, improvvisamente sparissero dall’Italia? La domanda non è per nulla nuova. Qualche anno addietro questo interrogativo è diventato un film che ha posto una domanda all’opinione pubblica anche se non ha del tutto colto l’aspetto umano della repentina scomparsa degli immigrati.

Ha lasciato l’impressione che questa eventualità potesse essere letta solo come un venir meno di forze lavoro. Un venir meno di braccia e di corpi ma non di persone. Non c’è bisogno di citare le diverse forme di contributo degli immigrati, comunitari ed extracomunitari, all’economia e alla società italiana.     L’articolo continua nell’ ALLEGATO

28/05/2017. L’ASCENSIONE CI SVELA CHE LA CHIESA ESISTE SOLO PER ANNUNCIARE IL VANGELO (Papa Francesco – Regina coeli)

Papa-Francesco2Oggi, in Italia e in altri Paesi, si celebra l’Ascensione di Gesù al cielo, avvenuta quaranta giorni dopo la Pasqua. La pagina evangelica (cfr Mt 28,16-20), quella che conclude il Vangelo di Matteo, ci presenta il momento del definitivo commiato del Risorto dai suoi discepoli.

 Carissimi Fratelli e Sorelle,

La scena è ambientata in Galilea, il luogo dove Gesù li aveva chiamati a seguirlo e a formare il primo nucleo della sua nuova comunità. Adesso quei discepoli sono passati attraverso il “fuoco” della passione e della risurrezione; alla vista del Signore risorto gli si prostrano davanti, alcuni però sono ancora dubbiosi. A questa comunità spaurita, Gesù lascia il compito immenso di evangelizzare il mondo; e concretizza questo incarico con l’ordine di insegnare e battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (cfr v. 19).                                               Il Regina coeli continua nell’ ALLEGATO

UNITI NELLA DIFFERENZA GRAZIE ALLA FORZA DEL PERDONO (Papa Francesco – Omelia di Pentecoste: 05.06.17)

Si conclude oggi il tempo di Pasqua, cinquanta giorni che, dalla Risurrezione di Gesù alla Pentecoste, sono contrassegnati in modo speciale dalla presenza dello Spirito Santo. È lui infatti il Dono pasquale per eccellenza. È lo Spirito creatore, che realizza sempre cose nuove. Due novità ci vengono mostrate nelle Letture di oggi: nella prima, lo Spirito fa dei discepoli un popolo nuovo; nel Vangelo, crea nei discepoli un cuore nuovo.

Carissimi Fratelli e Sorelle,

Un popolo nuovo. Nel giorno di Pentecoste lo Spirito discese dal cielo, in forma di «lingue come di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno […], e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue» (At 2,3-4). La Parola di Dio così descrive l’azione dello Spirito, che prima si posa su ciascuno e poi mette tutti in comunicazione.                                                                                                                       L’omelia continua nell’ ALLEGATO