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1a. Marcia di protestaAttivisti alla marcia,che si è svolta al confine con Gaza,

per la fine della guerra e per portare aiuti

in occasione della Festa musulmana del Sacrificio.

(foto Ansa)

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EDITORIALE | Perché questa volta è diverso

Negli ultimi mesi Israele ha attaccato l’Iran più volte, ma i bombardamenti condotti nella notte tra giovedì e venerdì sono stati diversi per scala, intensità e soprattutto obiettivi colpiti. Israele ha sempre descritto i propri attacchi con toni trionfalistici, ma finora avevano causato relativamente pochi danni. Anche l’Iran ha attaccato Israele con droni e missili, che sono stati quasi tutti intercettati dai sistemi di difesa aerea israeliani.
Questa mattina invece Israele ha attaccato e colpito diversi siti del programma nucleare e missilistico iraniano, una cosa che il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu minacciava di fare da ottobre dell’anno scorso, senza poi metterlo in pratica. Diversi impianti sono stati danneggiati, anche se non è ancora chiaro come né quanto.        Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
                                non so se perché sono un romantico inguaribile o un illuso, ma non riesco a credere che in questo mondo così segnato da una violenza cieca e disumana non ci possa essere un segno, anche piccolo, anche apparentemente inutile, nel quale prevalga la capacità di vedere nell’altro, benché diverso o lontano o magari anche nemico, prima di tutto un essere umano. Per questo abbiamo dedicato la copertina ad un fatto che non è del tutto insolito in Israele. E questo testimonia le tante anime che convivono in un popolo variegato come quello israeliano. So che questo non cambia il corso della Storia, tuttavia rimane un seme di speranza. La speranza che non tutto è perduto se riusciamo a tenere accesa questa piccola lampada di umanità.        Continua nell’ ALLEGATO

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DONACI SUBITO LA PACE

4a. La-pace-sia-con-voi-webIn occasione della Veglia di Pentecoste, il nostro Vescovo mons. Daniele, ci ha lasciato un’interessante riflessione nella quale si chiede e, soprattutto, ci chiede se sono sempre limpidi i motivi per i quali chiediamo la pace o se non nascondano egoismi, scarsa attenzione ai bisogni degli altri, comodismi, nessun interesse alla fraternità…

L’antico inno Veni Creator Spiritus, che abbiamo cantato all’inizio di questa nostra veglia, contiene questa invocazione: Pacemque dones protinus, che nella parafrasi italiana è resa con: «Reca in dono la pace».
Ma quell’avverbio latino, protinus, contiene in sé l’idea della fretta, dell’urgenza: “donaci presto, donaci subito la pace”, sarebbe una traduzione più precisa.         Continua nell’ ALLEGATO

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«IL CIBO E GLI AIUTI LI PORTIAMO NOI». LA MARCIA DEGLI ISRAELIANI VERSO GAZA (N. Scavo)

5a. marcia-israelo-palestinese-verso-gazaMigliaia di ebrei e arabo-israeliani si sono messi in cammino e hanno raggiunto i valichi di accesso alla Striscia per portare solidarietà e aiuti alla popolazione palestinese affamata.

 Punire i Gazawi
All’alba del primo dei tre giorni del «banchetto del sacrificio», migliaia di sfollati islamici hanno dovuto celebrare l’Eid al-Adha a pancia vuota, mentre fuori dalla muraglia di cemento una folla di israeliani si avvicinava in segno di solidarietà portando in spalla sacchi di farina e altri aiuti umanitari. Nella Striscia, la “Gaza humanitarian foundation” (Ghf) anche ieri ha chiuso anticipatamente i siti di distribuzione: a causa di «eccessivo affollamento che ha reso pericoloso procedere», spiega una nota.        Continua nell’ ALLEGATO

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LA TERRA SANTA SOFFRE E NON CHIAMATELA GUERRA (Ibrahim Faltas)

Ibrahim Faltas
Ibrahim Faltas

Il vicario della Custodia di Terra Santa riflette sul tempo di dolore che si vive a Gaza, dove “tutti sono poveri e bisognosi di tutto” e dove la morte “arriva dal cielo e dalla terra”

Oggi più che mai la Terra Santa ha bisogno di gesti concreti di verità e di parole che si possano tradurre in atti di giustizia.
La parola “guerra” fa pensare ad eserciti che si affrontano, non sempre ad armi pari, e fa pensare a vincitori e vinti. La parola “pace” fa pensare a diritti e doveri reciprocamente riconosciuti dai popoli, non solo all’assenza di guerra.        Continua nell’ ALLEGATO

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LOS ANGELES E IL CANE CHE SCODINZOLA: COME FUNZIONA IL TRUCCO DI TRUMP (G. Ferrari)

Marines in assetto antisommossa
Marines in assetto antisommossa

La decisione di inviare i marine e i blindati in California per sedare le proteste sulle deportazioni è una grande distrazione di massa: vi spieghiamo perché.

 

Wag the dog, ovvero: «Fai scodinzolare il cane», creando l’illusione che sia la coda a far muovere il cane e non viceversa. La metafora si attaglia a meraviglia alla drammatica situazione a Los Angeles e San Francisco (ed altre città americane), dove migliaia di soldati della guardia nazionale, settecento marine in assetto di guerra, blindati per le strade e droni militari nei cieli sono stati chiamati direttamente da Donald Trump per reprimere la «rivolta» esplosa nel cuore della California per difendere gli immigrati dai raid ordinati da Washington. Los Angeles brucia e il ricordo dei disordini per la morte di Rodney King del 1992 non è poi così lontano. Solo che stavolta c’è il trucco di un illusionista.        Continua nell’ ALLEGATO

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PERCHÉ L’INCLUSIONE DEGLI STRANIERI DEVE DIVENTARE LA NORMALITÀ (P. Lambruschi)

8a. inclusione-migrantiIl segnale lanciato da Viminale e Cei sull’integrazione si inserisce nella collaborazione istituzionale tra la Chiesa italiana e governi di ogni colore. Ora si acceleri sull’idea di corridoi umanitari

 

L’intesa appena siglata tra Viminale e Cei per favorire l’integrazione dei migranti che ne hanno diritto con iniziative di accoglienza e inclusione può finalmente favorire una crescita dell’opinione pubblica su un tema decisivo da tempo polarizzato e paralizzato. Oggi fanno paura a molti italiani gli arrivi via mare. Gli sbarchi creano la paura dell’invasione, ovvero la mobilità forzata di chi fugge da guerre, persecuzioni e violenze. Lasciamo da parte le responsabilità dei media e le strumentalizzazioni politiche, parliamo solo di cifre. Come ha ribadito ieri l’Unhcr, il quadro mondiale è tragico con 122 milioni di profughi, raddoppiati in 10 anni, e anche se i tagli apportati dall’amministrazione Trump e dai Paesi del G7 agli aiuti umanitari fanno prevedere una intensificazione della mobilità verso Europa e Italia, non c’è nessuna invasione.       Continua nell’ ALLEGATO

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Germogli di SPERANZA (James Innell Packer)

James INNELL PACKER (Twyning, 22 luglio 1926 – Vancouver, 17 luglio 2020) è stato un teologo canadese, di origine britannica. Il suo pensiero si colloca nella tradizione calvinista e della Low Church (Chiesa bassa più aperta agli influssi protestanti) anglicana. Dagli anni 2000, aderì con rinnovato impegno al movimento ecumenico. La sua opera più rinomata è: Conoscere Dio. Temi cari alla sua ricerca sono stati: l’infallibilità della Bibbia, l’evoluzione teistica, le donne nel ministero, il dialogo ecumenico tra evangelici e cattolici romani.        Continua nell’ ALLEGATO

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MYANMAR, DALLE MACERIE ALLA SPERANZA (A. De Poli)

In coda per il cibo
In coda per il cibo

Dopo il sisma che ha devastato il Paese del sud-est asiatico, già piegato da quasi quattro anni di guerra civile, l’ong New Humanity International, sostenuta da Fondazione PIME, si è attivata per portare aiuti alla popolazione nelle zone più colpite.

Una situazione ancora drammatica
Sono ancora ben visibili ovunque le drammatiche conseguenze del catastrofico terremoto che ha colpito il Myanmar il 28 marzo scorso. Oltre 3 mila morti, più di 5 mila feriti, secondo i dati ufficiali comunicati dalla giunta golpista al potere, ma si presume che la cifra sia molto più alta.        Continua nell’ ALLEGATO

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