Notiziario

NO AL CULTO DELL’APPARENZA (Angelus, 07-11-2021)

2a. AngelusLa scena descritta dal Vangelo della Liturgia odierna si svolge all’interno del Tempio di Gerusalemme. Gesù guarda, guarda ciò che succede in questo luogo, il più sacro di tutti, e vede come gli scribi amino passeggiare per essere notati, salutati, riveriti, e per avere posti d’onore. E Gesù aggiunge che «divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere» (Mc 12,40). Nello stesso tempo, i suoi occhi scorgono un’altra scena: una povera vedova, proprio una di quelle sfruttate dai potenti, getta nel tesoro del Tempio «tutto quanto aveva per vivere» (v. 44). Così dice il Vangelo, getta nel tesoro tutto quanto aveva per vivere. Il Vangelo ci mette davanti questo stridente contrasto: i ricchi, che danno il superfluo per farsi vedere, e una povera donna che, senza apparire, offre tutto il poco che ha. Due simboli di atteggiamenti umani.
Gesù guarda le due scene. Ed è proprio questo verbo – “guardare” – che riassume il suo insegnamento: da chi vive la fede con doppiezza, come quegli scribi, “dobbiamo guardarci” per non diventare come loro; mentre la vedova dobbiamo “guardarla” per prenderla come modello. Soffermiamoci su questo: guardarsi dagli ipocriti e guardare alla povera vedova.          Continua nell’ ALLEGATO

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LO SCHIAFFO DELL’ASEAN AL MYANMAR (Atlante delle guerre – Redazione)

3. Lo schiaffo dell'AseanLa giunta birmana reagisce con rabbia all’esclusione dal prossimo summit ma decide un’amnistia. L’isolamento regionale pesa sui golpisti di febbraio

L’Asean ha battuto un colpo e ha deciso di non invitare al suo prossimo summit di fine ottobre il generale Min Aung Hlaing, leader del governo golpista del Myanmar. La reazione non si è fatta attendere. Il generale ha detto ieri che gli altri nove Paesi, che col Myanmar fanno parte dell’Associazione regionale del Sudest asiatico (Asean), dovrebbero condividere la responsabilità di non aver contribuito a sedare la violenza che ha travolto la sua nazione da quando l’esercito ha preso il potere nel febbraio scorso. In un discorso trasmesso alla televisione ha accusato l’Associazione di non voler riconoscere il carattere violento dell’opposizione e ha aggiunto che il suo governo sta cercando di ripristinare pace e stabilità.
La sua risposta alla mossa è stato il tentativo maldestro di censurare la decisione senza precedenti dell’Asean che ha deciso di evitare la sua imbarazzante presenza na un consesso on invitarlo al prossimo summit in cui parteciperà anche Joe Biden. Cisarà invece un invito per una personalità birmana “non politica” ed è quindi da escludere che si possa trattare di un rappresentante del governo clandestino di unità nazionale. Ma lo schiaffo alla giunta rimane ed è la prima volta che i fautori della “non ingerenza” prendono una decisione tanto grave. Non espelleranno il Myanmar dall’Asean ma non saranno i golpisti in divisa a rappresentarlo.          Continua nell’ ALLEGATO

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UN ANNO DI GUERRA IN ETIOPIA (Lorenzo Noto)

4. Un anno di guerraCon l’inizio dell’occupazione della regione del Tigrè da parte delle Forze armate federali etiopi, coadiuvate con le Forze di difesa eritree e la polizia regionale amara, in Etiopia un anno fa esplodeva la guerra civile. Il 28 novembre successivo, l’esercito etiope occupava la capitale tigrina Macallè ponendo fine alle operazioni. A un anno dall’inizio delle ostilità, l’esito iniziale del conflitto è stato capovolto.

 Martedì 2 novembre il governo del primo ministro Abiy Ahmed ha dichiarato lo stato d’emergenza nel paese. Dopo dodici mesi di scontri il Tigrè è oggi di fatto una regione indipendente. A partire dalla primavera le forze etiopi hanno progressivamente abbandonato la regione a causa delle difficoltà nel garantire gli approvvigionamenti dell’esercito e dell’impossibilità di sostenere un’occupazione militare sul medio-lungo periodo. La progressiva avanzata del Fronte popolare di liberazione del Tigrè (Tplf)  verso sud che ne è seguita, tra le regioni Afar e Amara, ha permesso alle forze tigrine di riversarsi sulle principali arterie che collegano Macallè al resto del paese e conquistare città chiave come Dessiè (principale centro amministrativo della regione amara) e Kombolchà, a meno di 400 km dalla capitale Addis Abeba. Ciò ha indotto l’ambasciata americana a invitare i propri cittadini a lasciare il paese nelle stesse ore in cui il vicino Kenya rafforzava le misure di sicurezza del confine.         Continua nell’ ALLEGATO

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IL FRAGILE TRIONFO DI DANIEL ORTEGA (Redazione Treccani)

5. Il_fragile_trionfo_Daniel_OrtegaQuarto mandato consecutivo per Daniel Ortega, presidente uscente del Nicaragua, che ha vinto le elezioni di domenica 7 novembre e ha maturato la prospettiva di restare in carica fino alla fine del 2026, quando avrà ottantuno anni.

 

In carica dal 2006, Ortega è stato presidente del Nicaragua anche dal 1985 al 1990, pochi anni dopo il trionfo della rivoluzione sandinista e la fine della dittatura di Anastasio Somoza Debayle. Secondo i risultati preliminari, diffusi dal Consiglio supremo elettorale, Daniel Ortega e sua moglie Rosario Murillo, candidati dal Fronte sandinista rispettivamente come presidente e vicepresidente, avrebbero ottenuto addirittura il 74,99% dei voti, con una affluenza del 65,3%. I restanti voti sono stati appannaggio di numerose liste: il Partido liberal constitucionalista (PLC) è al secondo posto con il 14,4%, il Camino cristiano nicaragüense (CCN) ha raggiunto il 3,44%, l’Alianza liberal nicaragüense (ALN) il 3,27%, l’Alianza por la República (APRE) il 2,2% e il Partido liberal independiente (PLI) l’1,70%.          Continua nell’ ALLEGATO

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SUOR GLORIA E P. GIGI SI INCONTRANO A ROMA (P. Antonio Porcellato)

6a. sr-gloria-e-gigi-1Ricordiamo tutti come al termine di ogni testimonianza sulla sua prigionia, p. Gigi ricordasse tutti gli ostaggi ancora nelle mani dei jihadisti africani e l’elenco partiva immancabilmente da suor Gloria Narvaez. Finalmente si sono incontrati…

L’incontro di P. Pier Luigi con Sr Gloria Cecilia Narvaez si è svolto nella casa delle Suore Francescane di Maria Immacolata a Belvedere di Riano. Presente anche Luca Tacchetto.
I tre sono stati rapiti in diverse circostanze tra il 2017 e il 2018. Suor Gloria, colombiana, è stata prelevata dai rapitori nella casa del suo istituto a Karangasso in Mali, mentre p. Gigi Maccalli nella sua missione di Bomoanga in Mali.
Luca Tacchetto invece era in viaggio attraverso il Burkina Faso con la sua amica Edith Blais, canadese, ed è stato rapito mentre si avvicinava alla frontiera con il Benin.
Tutti e tre sono stati poi portati dai jihadisti, loro rapitori, nel nord del Mali, in una regione desertica del Sahara. P. Gigi e Luca hanno condiviso una parte della prigionia, mentre suor Gloria è stata alcuni mesi insieme a Edith.          Continua nell’ ALLEGATO

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IL CENTRO MISSIONARIO INFORMA… (La Redazione)

7a. Un momento della premiazioneCome annunciato la volta scorsa, dedichiamo questo spazio della Comunicazione a raccontare ed illustrare le vostre nuove esperienze di animazione pensate e vissute durante il Mese Missionario. Si sa che le novità, in qualsiasi campo, si propagano per “passaparola” o per imitazione. Qui uniamo i due metodi: a voi la scelta…
Riprendiamo così l’esperienza di Offanengo, della quale la volta scorsa avevamo riportato solo la proposta. Di seguito leggeremo come l’hanno organizzata, sviluppata e portata a termine. 

CONCORSO D’ARTE MISSIONARIA AD OFFANENGO
Nel mese di ottobre, dedicato alle missioni, ha avuto luogo il primo concorso d’arte missionaria di Offanengo.
Il progetto è nato dall’idea di avvicinare al tema delle missioni i più piccoli, che, molto spesso, non conoscono questa realtà. Per questo motivo, il Gruppo missionario ha proposto agli educatori ACR, che con gioia ed entusiasmo hanno accettato l’idea, di far conoscere la realtà del gruppo missionario ed in particolare di portare i bambini ed i ragazzi a riflettere a partire dalla frase di Padre Gigi Maccalli: “Siamo tutti fratelli, lavoriamo per la pace”.          Continua nell’ ALLEGATO

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