Notiziario

IL CORONAVIRUS È DAVVERO UGUALE PER TUTTI? (La Redazione)

3a. Mappa Rep. CentrafricaPrendendo spunto dall’articolo precedente tratto dalla rivista AFRICA, cerchiamo di seguire da vicino una delle realtà più povere del Continente nero: la Repubblica Centrafricana, dove opera con un’equipe di Medici con l’Africa CUAMM, la dottoressa Donata Gallone, originaria di Castelleone.

IL CONTESTO
La Repubblica Centrafricana è grande due volte l’Italia, conta 4,6 milioni di abitanti, di cui il 20% in capitale, solo 400 chilometri di strade “asfaltate” e 4 pediatri locali in tutto il paese.
Al 187° posto su 188, nella graduatoria che mette in fila i paesi in base all’Indice di sviluppo umano, la situazione umanitaria della Repubblica Centrafricana è tra le più drammatiche dell’Africa, aggravata da un’instabilità interna frutto del conflitto tra bande armate da gruppi esterni per la contesa delle enormi ricchezze del paese.
Il tasso di mortalità dei bambini entro l’anno di vita (105 decessi per 1.000 nati vivi) e quello dei bambini al di sotto dei 5 anni (174 decessi ogni 1.000 nati vivi) sono tra i peggiori al mondo. Le cause sono ancora una volta, la povertà, la scarsa disponibilità e qualità dei servizi sanitari essenziali e l’insicurezza generalizzata.     Continua nell’ ALLEGATO

Ecco il cartello che segnala l'ingresso del Complesso Ospedaliero Universitario Pediatrico di Bangui (CHUPB), dove opera Medici con l'Africa CUAMM
Ecco il cartello che segnala l’ingresso del Complesso Ospedaliero Universitario Pediatrico di Bangui (CHUPB), dove opera Medici con l’Africa CUAMM

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Uno dei tanti cartelli che indicano le più semplici norme igieniche da rispettare. Niente di nuovo nemmeno sotto il sole d’Africa

 

 

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È il punto di Dépistage, dove si effettua l’indagine medica per identificare la malattia. È posto appena prima del cancello che fa entrare nell’ospedale.

4. Punto lavaggio mani

 

 

Semplici, ma efficaci sistemi per il lavaggio delle mani. Si sa che la lotta contro il covid-19 inizia proprio dall’igiene personale.

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CORONAVIRUS. «IO, SACERDOTE E MEDICO: COSÌ HO CURATO E AMMINISTRATO I SACRAMENTI» (Maria Teresa ANTOGNAZZA)

4a. stevenazziA Busto Arsizio don Fabio Stevenazzi è ritornato in ospedale all’apice dell’emergenza. «Ho curato gli ammalati e amministrato i Sacramenti ai moribondi».

Per molte settimane ha scelto di rispettare il silenzio, «che mi sono imposto da quando ho firmato il contratto con l’ospedale». Ma alla fine, dopo lunghi e difficili giorni di lavoro nella terapia intensiva dell’ospedale di Busto Arsizio (Varese), don Fabio Stevenazzi, il prete dottore, ha molto da raccontare.

A metà marzo ha dimesso per poco (dopo il permesso dell’arcivescovo Mario Delpini) i paramenti sacri in sacrestia, nella parrocchia di Santa Maria Assunta a Gallarate, ed è sceso in prima linea per rispondere all’emergenza Covid-19, tornando a fare il medico, come prima di entrare in seminario. Un’esperienza che prosegue e che ha inciso molto in lui. «Ho scoperto, con stupore, di essere stato prete, facendo il medico, quando in tanti colleghi, anche non credenti, mi hanno preso da parte per farmi confidenze personali, sul senso della vita o sulla fede. Sono state delle vere e proprie “confessioni laiche”, che custodisco nel mio cuore con emozione». Non sono mancate le occasioni in cui a don Fabio, i medici si sono rivolti per conoscere il suo parere in decisioni difficili, di natura bioetica.      Continua nell’ ALLEGATO 

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CRISTIANI E MUSULMANI: INSIEME PER PROTEGGERE I LUOGHI DI CULTO

In occasione del mese del Ramadan – iniziato quest’anno il 23 aprile – e per la festa di ‘Id al-Fitr 1441 H. / 2020 A.D., ll Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso ha inviato ai Musulmani del mondo intero un messaggio augurale.
Il messaggio di quest’anno, che è stato preparato prima del dilagare della pandemia del COVID 19, riflette sul tema del rispetto e della protezione dei luoghi di culto.
Pertanto desidero, in quanto Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, aggiungere l’augurio che

 

Nuovo Documento di Microsoft Office Word

Cari fratelli e sorelle musulmani,

Il mese di Ramadan è così centrale nella vostra religione e perciò a voi tanto caro a livello personale, familiare e sociale. È un tempo di guarigione spirituale, di crescita e di condivisione con i poveri e di rafforzamento dei legami con parenti ed amici.

Per noi, vostri amici cristiani, è un tempo propizio per consolidare le nostre relazioni con voi, mediante i saluti, gli incontri e, dove è possibile, con la condivisione di un iftar. Il Ramadan e ‘Id al-Fitr sono, dunque, occasioni speciali per far crescere la fraternità tra cristiani e musulmani. È questo lo spirito con cui il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso porge a tutti voi i suoi migliori auguri oranti e cordiali congratulazioni.

Seguendo una tradizione a noi cara, vogliamo condividere con voi alcuni pensieri, che riguardano quest’anno la protezione dei luoghi di culto.     Continua nell’ ALLEGATO

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Il Centro Missionario informa…

 

Nuovo Documento di Microsoft Office Word118° ANNINVERSARIO DI NASCITA DEL
BEATO PADRE ALFREDO CREMONESI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Nuovo Documento di Microsoft Office Word                   VEGLIA DI PREGHIERA PER PADRE GIGI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IL CENTRO MISSIONARIO APRE IL SUO CANALE YOUTUBE

Non avevamo mai dubitato dell’attenzione e della disponibilità dei nostri Missionari e Missionarie quando il 12 marzo scorso chiedemmo di inviarci video e testimonianze che facessero sentire la loro vicinanza alle Comunità di origine martoriate dal Covid-19. Ebbene la risposta è andata oltre leaspettative! Abbiamo ricevuto testimonianze di ogni genere e attestati di solidarietà davvero commoventi. Alcune lettere sono state pubblicate dal Settimanale Diocesano, mentre alcuni video sono stati resi pubblici grazie all’iniziativa diocesana #siamocasasiamochiesa. Tuttavia se le lettere saranno tutte pubblicate sia sul Nuovo Torrazzo sia sulla nostra newsletter, per i video abbiamo pensato di aprire un canale youtube del Centro Missionario dove sia possibile vedere le belle testimonianze dei Missionari.
Non si tratta solo di documenti di solidarietà, ma di veri e propri spaccati di una realtà, la loro, che finalmente possiamo conoscere da vicino.

È sufficiente iscriversi al canale di youtube “Centro Missionario Diocesi di Crema”, al link:
https://www.youtube.com/channel/UCV1dJoWbFRA2sSAwpJTBpxg

Ultimo video pubblicato:
Video messaggio di Giuseppina D’Amico dall’Uganda:
https://www.youtube.com/watch?v=1Tu6KhrjwBE

Già presenti sul canale:
Testimonianza di Padre Alberto SAMBUSITI missionario PIME in Cameroun:
https://www.youtube.com/watch?v=kNTng0cBw4E&t=99s

Saluto di Don Paolo Rocca, missionario Fidei Donum in Uruguay:
https://www.youtube.com/watch?v=Q4zry7HaF5I

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#RESTOINASCOLTO

 

 

 

 

 

 

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                             anche questa volta cedo la parola. Lo faccio volentieri, trattandosi del nostro Vescovo che, in occasione del terzo anniversario della sua ordinazione episcopale, ha deciso di indirizzare alla diocesi una Lettera pastorale con il desiderio soprattutto di offrire una parola di consolazione in questo momento così difficile per tutti noi.

 «Consolate il mio popolo»
Carissimi fratelli e sorelle di questa Chiesa di Crema, mi rivolgo prima di tutto a voi, mentre siamo ancora nel pieno dell’emergenza sanitaria CoViD-19, ma col desiderio di raggiungere con queste mie parole, e anche attraverso di voi, tutti coloro che vivono nel territorio della nostra diocesi, compresi quanti non si riconoscono nella vita della Chiesa.
In questo terzo anniversario dalla mia ordinazione episcopale, vissuto in un momento così difficile per tutti, sento rivolta a me, come compito, la parola di Dio al profeta: «Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio» (Is 40, 1); e anche la parola di Paolo ai suoi cristiani di Corinto: «Dio ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio» (2Cor 1, 4). Sento la responsabilità di offrirvi una parola di consolazione, ma non solo: perché la «consolazione» di cui parlano le Scritture racchiude molte cose.      Continua nell’ ALLEGATO

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LA SOLITUDINE DEI SENZATETTO (Redazione)

3a. La solitudine dei senzatettoIn un lungo articolo pubblicato su INTERNAZIONALE on line del 16 marzo, Giuseppe RIZZO e Stefania MASCETTI indagano sulla situazione che vivono i senzatetto. Già difficile in tempi normali, oggi è ulteriormente aggravata dalla diffusione del coronavirus. Per loro lo slogan #iorestoacasa non ha alcun senso perché la casa proprio non ce l’hanno, eppure, come se non bastasse, per questo  vengono anche multati.

Un dramma quasi sconosciuto
In questi giorni milioni di persone stanno cominciando a fare i conti con esistenze sospese nel tentativo di arginare la diffusione del nuovo coronavirus. In tanti stiamo imparando che ci sono mille modi di stare da soli: alcuni dolorosi, altri nuovi, qualcuno inaspettato. I mezzi di informazione, i social network e i messaggi nelle chat ne registrano le sfumature.
Del tutto diversa, se non unica, è invece la situazione dei senzatetto. Si calcola che siano almeno 50mila sparsi per tutta Italia e nei giorni in cui il paese ha chiuso i battenti, loro sono rimasti chiusi fuori. Le organizzazioni, le associazioni, i volontari e gli operatori del terzo settore si stanno riorganizzando per evitare che molte persone restino da sole, ma non è semplice.     Continua nell’ ALLEGATO

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IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE HA UNA MADRE: TINA ANSELMI (Lina Specola)

4a. Tina AnselmiIn questi giorni difficili per il nostro Paese, il plauso al servizio sanitario nazionale è unanime: nonostante le difficoltà dovute ai continui tagli e alla mancanza di personale, lo sforzo di medici e infermieri per fronteggiare questa crisi è senza precedenti. Se a oggi riusciamo a rispondere a una simile emergenza sanitaria è perché qualcuno credeva che l’accesso alle cure dovesse essere libero e gratuito per tutti. E a farlo è stata una donna: Tina Anselmi.

Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), quello a cui in altri, ma soprattutto in questo momento, stiamo tutti dicendo grazie, quello che sta assicurando salute e coesione nazionale oggi come sempre, ma oggi con maggiori evidenze, nasce nel 1978.
Reca la firma di una donna: la ministra Tina Anselmi.  Fu un dibattito importante, quello per l’istituzione del SSN, seguito da una legge fondamentale per lo sviluppo umano, sociale e civile del nostro Paese. E il perché lo stiamo vedendo in questi giorni. Dobbiamo dire grazie a quanti si stanno adoperando negli ospedali e dobbiamo essere meno grati a coloro che negli ultimi anni hanno messo questa priorità della Repubblica (come anche quella della Scuola) un po’ in ombra, a favore di politiche di basso cabotaggio, inseguendo con quelle politiche un consenso illusorio per pressioni sociali particolari e di breve periodo.      Continua nell’ ALLEGATO

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Papa Francesco

0001Cari fratelli e sorelle,
in questi giorni Piazza San Pietro è chiusa, perciò il mio saluto si rivolge direttamente a voi che siete collegati attraverso i mezzi di comunicazione.
In questa situazione di pandemia, nella quale ci troviamo a vivere più o meno isolati, siamo invitati a riscoprire e approfondire il valore della comunione che unisce tutti i membri della Chiesa. Uniti a Cristo non siamo mai soli, ma formiamo un unico Corpo, di cui Lui è il Capo. È un’unione che si alimenta con la preghiera, e anche con la comunione spirituale all’Eucaristia, una pratica molto raccomandata quando non è possibile ricevere il Sacramento. Questo lo dico per tutti, specialmente per le persone che vivono sole.
Rinnovo la mia vicinanza a tutti i malati e a coloro che li curano. Come pure ai tanti operatori e volontari che aiutano le persone che non possono uscire di casa, e a quanti vanno incontro ai bisogni dei più poveri e dei senza dimora.
Grazie tante per tutto lo sforzo che ognuno di voi fa per aiutare in questo momento tanto duro. Che il Signore vi benedica, la Madonna vi custodisca; e per favore non dimenticatevi di pregare per me. Buona domenica e buon pranzo! Grazie.

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