Notiziario

MIGRANTI COME CARNE DA CANNONE, ARRUOLATI COI RICATTI DALLE MILIZIE LIBICHE (Nello Scavo)

4a. Migranti come carne da cannone...LIBIA

L’Acnur ha le prove di questo traffico vergognoso. E l’Unicef denuncia: vengono arruolati anche i bambini. I mercanti reclutano le loro vittime per entrambe le parti. Se muoiono non risultano perdite
Adulti o mocciosi non fa differenza. L’importante è che siano migranti e che sappiano premere il grilletto.
Perché anche i ragazzini in Libia sono carne da cannone da gettare in battaglia. Lo denuncia Henrietta Fore, direttore esecutivo dell’Unicef che chiede «a tutte le parti in conflitto, e a coloro che hanno influenza su di loro, di proteggere i bambini, di porre fine al loro reclutamento». In una dichiarazione, l’agenzia delle Nazioni Unite per la tutela dei minori menziona alcuni «report su bambini mutilati, uccisi e anche reclutati per combattere».
Dello stesso tenore l’accusa dell’Acnur, preoccupata per l’arruolamento forzato dei prigionieri. «Abbiamo le prove», assicura Vincent Cochetel, inviato dell’alto commissariato per i rifugiati nel Mediterraneo Centrale. Prove ottenute «attraverso migranti che si trovano nei centri di detenzione». Il reclutamento avverrebbe per mano di combattenti sudanesi che stanno offrendo ai migranti reclusi un’alternativa alla detenzione.      Continua nell’ ALLEGATO

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800 MISSILI DA ISRAELE PER ARMARE BLINDATI E CARRI ARMATI (Antonio Mazzeo)

L’Esercito italiano fa incetta di missili in Israele.5a. spike Nell’ambito del programma di ammodernamento ed approvvigionamento di nuovi sistemi d’arma “tecnologicamente  avanzati”, lo Stato maggiore dell’Esercito ha comunicato che acquisterà 126 lanciatori controcarro e 800 missili “Spike” prodotti dalla Rafael Advanced Defense Systems Ltd, società leader del complesso militare-industriale israeliano.

“L’Esercito Italiano compie un importante balzo in avanti capacitivo e tecnologico grazie alla stipula nei giorni scorsi di diversi contratti presso la sede del Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti”, riferisce l’Ufficio stampa dello Stato maggiore. “Nel quadro di un miglioramento tecnologico dello strumento terrestre l’Esercito ha approvvigionato 126 lanciatori controcarro Spike e 800 missili per medie e lunghe gittate di nuova generazione che entreranno in servizio a partire dal 2021”. Impiegabili sia da terra sia da bordo dei veicoli, i sistemi di guerra made in Israele “consentono l’ingaggio di mezzi dotati di corazzature reattive, ovvero di sistemi attivi antimissile”. Il sistema “Spike” è impiegabile in tutto lo spettro delle operazioni militari, in qualunque condizione metereologica, nonché in ambiente contaminato NBC (nucleare, batteriologico e chimico) o in presenza di disturbi elettromagnetici. Il costo totale del programma è stimato in 105 milioni di euro; con gli “Spike” andranno in pensione i sistemi controcarro a gittata media “Milan” e quelli a lunga gittata “TOW”.      Continua nell’ ALLEGATO 

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Lettera (Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes)

Carissime, Carissimi,

                                   sembra di essere tornati ai tempi degli untori di manzoniana memoria e credo che Maurizio Ambrosini, sociologo delle migrazioni, abbia analizzato molto bene, dalle pagine del quotidiano Avvenire, come si stia diffondendo, insieme al coronavirus, anche un altro virus, quello di un razzismo che, abbandonato ogni supporto pseudo scientifico, cerca di volta in volta argomenti apparentemente razionali per i propri capri espiatori.
«Le notizie sulla diffusione del coronavirus stanno scatenando un inquietante effetto collaterale, in Italia e in altri Paesi: la ripulsa nei confronti di persone di origine cinese e a volte di altri asiatici, la sinofobia. La paura che gli stranieri (specie se poveri) diffondano malattie è antica e radicata. Ne abbiamo avuto recenti prove nel caso degli sbarchi di persone di origine africana, da alcuni additate come portatrici di Ebola, da molti altri tenuti alla lontana per presunti “rischi sanitari”. Ma non c’è stata notizia di vere o presunte epidemie che non abbia sollevato la richiesta di chiusura delle frontiere verso rifugiati e immigrati dal Sud del mondo».
Tuttavia «nell’emergenza attuale l’ondata sinofoba è però ancora più incresciosa, perché investe non soltanto le persone in arrivo dal gigante asiatico, ma anche cittadini cinesi e naturalizzati residenti qui da anni, attività commerciali, ristoranti, bambini che frequentano le scuole italiane, piccoli calciatori: tutte persone e famiglie che non hanno nessun rapporto con la città di Wuhan». E prosegue «che non si tratti di un principio di precauzione un po’ dilatato è dimostrato dal fatto che, nel recente passato, l’esplosione di focolai di malattie infettive in alcune città e regioni italiane – a cominciare dalla Lombardia – non ha provocato particolari allarmismi, né cordoni sanitari “spontanei” intorno agli abitanti o alle persone originarie delle zone interessate. Queste reazioni scomposte rivelano dunque alcuni aspetti preoccupanti dell’attuale tessuto sociale».    Continua nell’ ALLEGATO

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IL MONDO HA BISOGNO DI CRISTIANI CHE NON SI STANCANO DI CAMMINARE PER LE STRADE DELLA VITA (Angelus – 02.02.2020)

1a. AngelusOggi celebriamo la festa della Presentazione del Signore: quando Gesù neonato fu presentato al tempio dalla Vergine Maria e da san Giuseppe. In questa data ricorre anche la Giornata della vita consacrata, che richiama il grande tesoro nella Chiesa di quanti seguono il Signore da vicino professando i consigli evangelici.

Il Vangelo (cfr Lc 2,22-40) racconta che, quaranta giorni dopo la nascita, i genitori di Gesù portarono il Bambino a Gerusalemme per consacrarlo a Dio, come prescritto dalla Legge ebraica. E mentre descrive un rito previsto dalla tradizione, questo episodio pone alla nostra attenzione l’esempio di alcuni personaggi. Essi sono colti nel momento in cui fanno esperienza dell’incontro con il Signore nel luogo in cui Egli si fa presente e vicino all’uomo. Si tratta di Maria e Giuseppe, Simeone e Anna, che rappresentano modelli di accoglienza e di donazione della propria vita a Dio. Non erano uguali questi quattro, erano tutti diversi, ma tutti cercavano Dio e si lasciavano guidare dal Signore.     Continua nell’ ALLEGATO

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IL CENTRO MISSIONARIO INFORMA….

A  –  PELLEGRINAGGIO IN GUATEMALA
1-16 agosto 2020

Durante la prossima estate viene proposta ai giovani, in collaborazione con Azione Cattolica, Caritas e Centro Missionario, l’esperienza missionaria in Guatemala dove incontreranno il nostro conterraneo Mons. Rosolino Bianchetti, Vescovo del Quiché. Insieme al Vescovo Daniele i giovani sperimenteranno l’impegno dei laici e dei giovani nelle comunità guatemalteche, il cammino di molti testimoni che hanno dato la loro vita fino al martirio e l’attenzione al creato e a molti temi sociali. Ricordiamo infatti che nel prossimo mese di ottobre 2020 ben dieci martiri saranno beatificati, come riconoscimento del sacrificio di un intero popolo.     Continua nell’ ALLEGATO

B  – MISSIONE ORATORIO ovvero ORATORIO IN MISSIONE

In collaborazione con l’Ufficio Missionario diocesano abbiamo individuato alcuni missionari che per vari motivi possono interagire facilmente e condividere la loro esperienza di vita e di Chiesa. Ad ogni Oratorio della nostra Diocesi è affidato un Missionario o una Missionaria con i quali chiediamo di vivere uno scambio epistolare. All’interno degli Oratori, coinvolgendo i vari gruppi, potranno essere prodotti filmati, book fotografici, lettere, condividere domande e curiosità, per comprendere che in tutte le parti del mondo, donne e uomini, sono al lavoro come buoni seminatori di bene e di pace. I missionari a loro volta potranno condividere la loro vita e la vita della loro gente. Molti sono anche i progetti che nelle missioni si stanno realizzando: nulla vieta che i ragazzi e tutto l’Oratorio possano sostenere alcune di queste opere. Questa proposta dona grande ricchezza alla vita dei ragazzi e non solo, permette di aprire mente e cuore alla vita di altri nostri fratelli e sorelle per condividere gioie e fatiche, sogni e speranze.     Continua nell’ ALLEGATO

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Lettera (Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes)

Carissime, Carissimi,
il Niger è davvero un Paese senza pace! Ecco che cosa ci scrive padre Mauro Armanino, missionario SMA a Niemey.

«Il fatto è accaduto martedì 14 gennaio scorso in un villaggio non lontano da Bomoanga che, da oltre un anno ha assistito impotente al rapimento di Padre Pierluigi Maccalli. Andati per un regolamento di conti con l’infermiere capo che opera in un dispensario della zona, hanno preso, portato poco lontano dalla sua casa e decapitano il nipote, battezzato da bambino.
Le reiterate minacce alle comunità cristiane presenti nella zona frontaliera col Burkina Faso hanno raggiunto lo scopo che si prefiggevano. Decapitare le comunità e farne poi preda della paura di professare la fede nella preghiera della domenica nelle cappelle. A Bomoanga la gente non va più in chiesa la domenica. La ‘basilica’, come lui soleva chiamarla, concepita, edificata e da lui inaugurata, è adesso disertata, così come la scuola, attaccata non troppo tempo addietro.
Durante l’incontro di formazione coi catechisti e gli animatori delle zona Gourmanché, frontaliera col Burkina Faso, organizzato recentemente a Niamey, è emerso lo sconcerto, la sofferenza, il timore, ma soprattutto la loro consapevolezza. Anche laddove esistono persecuzioni, prove e tensioni, è possibile tradurre la fede altrimenti camminando piste pastorali non battute. Ad esempio una maggiore valorizzazione dei laici e del loro apporto, una più grande flessibilità per quanto riguarda i luoghi e i tempi delle celebrazioni e della vita della comunità.    
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DOBBIAMO CUSTODIRE IL DONO DELL’AMICIZIA DI DIO (Angelus – 26.01.20)

1a. AngelusIl Vangelo di oggi (cfr Mt 4,12-23) ci presenta l’inizio della missione pubblica di Gesù. Questo avvenne in Galilea, una terra di periferia rispetto a Gerusalemme, e guardata con sospetto per la mescolanza con i pagani. Da quella regione non ci si aspettava nulla di buono e di nuovo; invece, proprio lì Gesù, che era cresciuto a Nazaret di Galilea, incomincia la sua predicazione.

Egli proclama il nucleo centrale del suo insegnamento sintetizzato nell’appello: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (v. 17). Questo annuncio è come un potente fascio di luce che attraversa le tenebre e fende la nebbia, ed evoca la profezia di Isaia che si legge nella notte di Natale: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che camminavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (9,1). Con la venuta di Gesù, luce del mondo, Dio Padre ha mostrato all’umanità la sua vicinanza e amicizia. Esse ci sono donate gratuitamente al di là dei nostri meriti. La vicinanza di Dio e l’amicizia di Dio non sono un merito nostro: sono un dono gratuito di Dio. Noi dobbiamo custodire questo dono.       Continua nell’ ALLEGATO

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«VA’, E ANCHE TU FA’ COSÌ» (vescovo Daniele)

2a. Veglia OratoriRiportiamo la riflessione del nostro vescovo Daniele in occasione della Veglia degli Oratori, che si è tenuta 17 gennaio scorso, in concomitanza con il ricordo del sedicesimo mese del rapimento di padre Gigi Maccalli.

   Da una meditazione sulla parabola del buon Samaritano, che ho letto più di quarant’anni fa, riprendo tre caratteristiche dell’azione del Samaritano.
La prima: il Samaritano dà prova di un amore che sfida il rischio, il pericolo. Lo sappiamo cosa avviene anche oggi, purtroppo, quando ci sono degli attentati: scoppia una bomba, arrivano i soccorritori e si danno da fare, e allora si fa scoppiare un’altra bomba…
È terribile: e il Samaritano non aveva nessuna garanzia che gli stessi briganti potessero saltare fuori di nuovo, e riempire di botte anche lui. Forse anche per questo gli altri due, il sacerdote e il levita, hanno pensato che fosse più prudente tirar dritto per la loro strada, non attardarsi troppo.
L’amore può essere pericoloso, può far correre rischi non da poco. Ma questo non è stato un ostacolo, per il Samaritano.     Continua nell’  ALLEGATO

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E SE AVESSERO RAGIONE LORO? (Roberto Beretta)

3a E se avessero ragione loroEcumenismo
In concomitanza con la Settimana per l’unità dei cristiani e (anche) in seguito al dibattito sulla possibilità che la Chiesa cattolica apra ai sacerdoti sposati – alla “maniera protestante”, si potrebbe dire – questa è la riflessione ecumenica che mi frulla in testa.

I fratelli delle Chiese riformate fin dalle origini hanno permesso ai loro pastori il matrimonio e, se oggi anche Roma accedesse alla medesima modalità (sia pure in casi specifici e circostanziati: ma per quanto?), qualcuno potrebbe ritenere appunto che «avevano ragione loro» – anzi, il mondo tradizionalista già lo dice, addebitando all’attuale papato un cedimento all’eresia.
Ma quanti sono, del resto, i punti sui quali le Chiese evangeliche hanno insegnato qualcosa ai cattolici, hanno conservato meglio di noi un contenuto prezioso della comune fede cristiana, in una parola «hanno avuto ragione»? Enumeriamo solo per sommi capi: la posizione attribuita alla parola di Dio, i metodi scientifici applicati agli studi sacri, il ruolo dei laici e delle donne, l’enfasi sulla coscienza personale, un più concreto richiamo all’azione dello Spirito, la relativizzazione di certe devozioni e culti, eccetera.
Non si vuol sostenere qui che tali elementi siano stati del tutto assenti nella prassi cattolica, ma che indubbiamente la loro accentuazione tra i cosiddetti “protestanti” è stata più forte e dunque anche la Chiesa romana ha potuto nel tempo giovarsi della riflessione e delle prassi riformate per correggere e migliorare i propri atteggiamenti in merito.     Continua nell’ ALLEGATO

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MISSIONE BIBBIA (Giorgio Bernardelli)

4a. Missione BibbiaUna domenica con al centro la Bibbia per riconsegnarla simbolicamente a tutto il popolo di Dio.Per la prima volta, infatti, il 26 gennaio le diocesi di tutto il mondo saranno invitate a vivere laDomenica della Parola di Dio, un appuntamento che si ripeterà ogni anno per richiamare lacentralità del rapporto con la Scrittura nella vita della Chiesa.
Sarà un’occasione preziosa per riscoprire la Bibbia come primo strumento di evangelizzazione. Unadimensione che conosce molto bene padre Francesco Sorrentino, missionario del Pime originario dell’arcidiocesi di Otranto, che dal 2007 vive il suo ministero in Brasile e ha avuto modo di toccare con mano quanto l’incontro con la Parola di Dio anche in contesti non facili possa letteralmentecambiare la vita delle persone.
«In Brasile – premette padre Sorrentino – l’esperienza dei Circoli biblici ha ormai una lungatradizione, nata nel solco del Concilio Vaticano II. Sono piccoli gruppi di cristiani che si ritrovanonelle case a leggere insieme la Parola di Dio. Non dimentichiamo che è proprio da questa modalitàdi incontro che in quegli stessi anni sono nate le Comunità di Base. Fulcro dell’esperienza è stato ilCentro di studi biblici fondato nel 1979 dal carmelitano frei Carlos Mesters con al centro proprio
l’idea di una lettura popolare ed ecumenica della Scrittura. Dove popolare significava una letturache coinvolgesse tutto il popolo di Dio e tesa a mettere al centro dell’attenzione soprattutto ilrapporto tra la fede e la vita».     Continua nell’ ALLEGATO
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