MYANMAR, IL SILENZIO DEI DIRITTI UMANI (Redazione Atlante delle guerre)

5a. Aung-san-suu-kyiAung San Suu Kyi e l’ex Presidente Win Myint condannati a quattro anni di pena con accuse chiaramente montate, mentre alla Corte Penale Internazionale sono state depositate da una Ong le prove che accusano la giunta di tortura sistematica e programmata. Contemporaneamente uno sciopero nazionale in difesa dei Diritti Umani in occasione della Giornata mondiale per la loro tutela e un Convegno a Roma.
Il 6 dicembre scorso la magistratura della capitale del Myanmar ha condannato a quattro anni di carcere la leader deposta Aung San Suu Kyi agli arresti in luogo ignoto dal golpe del 1 febbraio scorso. Un portavoce dell’esercito birmano ha detto all’agenzia di stampa AFP che Aung San Suu Kyi è stata giudicata colpevole di incitamento e violazione delle regole Covid19 ai sensi di una legge sui disastri naturali. La Nobel, premier de facto che alle elezioni del novembre scorso ha registrato un aumento dei consensi, deve affrontare un totale di 11 accuse, che sono state ampiamente considerate montate e ingiuste. Ha ripetutamente negato ogni addebito.
Anche l’ex Presidente Win Myint è stato condannato alla stessa pena di quattro anni e con le stesse accuse. Non è chiaro però quando e dove i due leader della Lega nazionale per la democrazia saranno imprigionati. Anche il Presidente deposto è rinchiuso in luogo segreto.          Continua nell’ ALLEGATO

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