Notiziario

Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                            anche questa volta lasciamo parlare i protagonisti di questa crisi. Anzi mettiamo a confronto le loro parole per meglio capire i valori (se così possiamo dire) di cui sono portatori. Il primo testo è quanto ha detto papa FRANCESCO, al termine dell’Angelus di domenica scorsa 6 marzo. Il secondo è quanto a 3.000 km di distanza, più o meno nelle stesse ore ha detto KYRILL il patriarca di Mosca e di tutte le Russie.
In Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime. Non si tratta solo di un’operazione militare, ma di guerra, che semina morte, distruzione e miseria. Le vittime sono sempre più numerose, così come le persone in fuga, specialmente mamme e bambini. In quel Paese martoriato cresce drammaticamente di ora in ora la necessità di assistenza umanitaria.          Continua nell’ ALLEGATO

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PARLARE CON MITEZZA PER NON DISTRUGGERE GLI ALTRI (Angelus, 27-02-2022)

1a. angelus-27febNel Vangelo della Liturgia odierna Gesù ci invita a riflettere sul nostro sguardo e sul nostro parlare. Lo sguardo e il parlare.
Anzitutto sul nostro sguardo. Il rischio che corriamo, dice il Signore, è concentrarci a guardare la pagliuzza nell’occhio del fratello senza accorgerci della trave che c’è nel nostro (cfr Lc 6,41). In altre parole, essere attentissimi ai difetti degli altri, anche a quelli piccoli come una pagliuzza, trascurando serenamente i nostri, dandogli poco peso. È vero quanto dice Gesù: troviamo sempre motivi per colpevolizzare gli altri e giustificare noi stessi. E tante volte ci lamentiamo per le cose che non vanno nella società, nella Chiesa, nel mondo, senza metterci prima in discussione e senza impegnarci a cambiare anzitutto noi stessi. Ogni cambiamento fecondo, positivo, deve incominciare da noi stessi. Al contrario, non ci sarà cambiamento. Ma – spiega Gesù – facendo così il nostro sguardo è cieco. E se siamo ciechi non possiamo pretendere di essere guide e maestri per gli altri: un cieco, infatti, non può guidare un altro cieco (cfr v. 39).          Continua nell’ ALLEGATO

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L’OSSESSIONE DEL POTERE RENDE SCHIAVI. Mai fare compromessi con il male (Angelus, 06-03-2022)

Il Vangelo della liturgia di oggi, prima domenica di Quaresima, ci porta nel deserto, dove Gesù è condotto dallo Spirito Santo, per quaranta giorni, per essere tentato dal diavolo (cfr Lc 4,1-13). Anche Gesù è stato tentato dal diavolo, e ci accompagna, ognuno di noi, nelle nostre tentazioni. Il deserto simboleggia la lotta contro le seduzioni del male, per imparare a scegliere la vera libertà. Gesù, infatti, vive l’esperienza del deserto appena prima di iniziare la sua missione pubblica. È proprio attraverso quella lotta spirituale che Egli afferma decisamente quale genere di Messia intende essere. Non un Messia così, ma così: direi che questa è proprio la dichiarazione dell’identità messianica di Gesù, della via messianica di Gesù. “Io sono Messia, ma per questa strada”. Guardiamo allora da vicino le tentazioni contro cui combatte.          Continua nell’ ALLEGATO

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L’ASSURDITÀ DELLA GUERRA (Gilberto Borghi – Sergio Ventura)

3a. L'assurdità della guerraMa non è che l’assurdità del conflitto bellico e il nostro altrettanto assurdo stile di vita, “tutta comunicazione” in tempo reale e nello spazio virtuale, siano collegati?

Putin ha invaso l’Ucraina? O Putin è intervento a difesa delle auto-proclamate repubbliche del Donbass? Putin è simile ad Hitler che invade la Polonia? O Putin è simile alla Nato che nel 1999 intervenne a difesa del Kosovo? Tra questi due estremi si muove un conflitto di interpretazioni che – non nascondiamocelo – contribuisce all’acuirsi del conflitto bellico e alla mancata individuazione di soluzioni pre-belliche. Perché questa guerra, come ogni guerra che si combatte sin dalla fondazione del mondo, non è un atto folle o di un folle, ma è un atto deciso razionalmente, calcolato, organizzato, indubbiamente frutto di un processo da comprendere meglio nella sua complessità storica e geografica.          Continua nell’ ALLEGATO

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TEOLOGIA AD USUM CYRILLI: FORME DEL DISCORSO ECCLESIALE IN TEMPO DI GUERRA (Andrea Grillo)

4a. Patriarca_Kyrill_MoscaPuò essere di qualche utilità esaminare con cura il Sermone di domenica del Patriarca Kyrill, giudicandolo sul piano squisitamente teologico. Questo potrebbe aiutare la valutazione sia delle reazioni scandalizzate che ha suscitato in molti lettori, sia dei presupposti teorici su cui poggia, sia della qualità teologica ed ecclesiale di cui è portatore.

Vorrei distinguere i diversi piani di valutazione, cercando di rispettare la sua collocazione in una tradizione diversa dalla cattolica (quella russo-ortodossa), ma cogliendo anche le affinità profonde con una porzione non marginale della mens cattolica. In fondo, alcuni “luoghi comuni” del discorso teologico sono paralleli alle diverse tradizioni e parimenti apprezzabili o discutibili. Ogni piano che esaminerò corrisponde ad un “uso” della teologia, più o meno infondato o plausibile. E si adatta con un certo margine di approssimazione al discorso che ieri è stato pronunciato a Mosca, nel decimo giorno di guerra, nella Cattedrale della capitale della Russia, paese che sta distruggendo militarmente intere città della Ucraina, con migliaia di militari e di civili che soccombono negli scontri.          Continua nell’ ALLEGATO

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SANZIONI: 4 GRAFICI PER SPIEGARE L’IMPATTO SULLA RUSSIA (Alberto Guidi)

Negli ultimi giorni si è molto discusso del fatto che la Russia si fosse preparata a resistere alle sanzioni economiche che le sarebbero state imposte in seguito all’invasione dell’Ucraina: in effetti, il debito pubblico contenuto e la bilancia dei pagamenti in attivo avevano consentito a Mosca di accumulare riserve monetarie. La risposta di Europa e Stati Uniti è stata però massiccia e compatta: le sanzioni comminate la scorsa settimana hanno avuto un effetto immediato – e forse in parte inatteso dal Cremlino – sull’economia russa. Che cosa è successo esattamente? Per quanto può resistere la Russia sotto il peso delle sanzioni?             Continua nell’ ALLEGATO

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I CALCOLI SBAGLIATI DI CHI FA LA GUERRA Resistiamo al gran gorgo (Leonardo Becchetti)

6a. I calcoli sbagliati«Soldato lascia cadere la tua arma e sarai un eroe». La paziente e dolce tenacia di una minuta vecchina di 80 anni, Yelena Ospinova, che scende in piazza con due enormi cartelli per manifestare a San Pietroburgo per la fine della guerra in Ucraina e viene arrestata è la nuova icona globale di questa guerra.

E si mescola alle tante immagini di eroismo e di speranza che abbiamo visto in questi giorni come l’altra di quell’uomo alto e magro con la barba che abbraccia piangendo un passante e alza un cartello dove prova vergogna per il suo Paese: «Sono russo, scusatemi per questo». O ancora la colonna enorme di civili ucraini che occupa la strada di Energodar e ferma l’avanzata dei carri armati russi verso la centrale nucleare lì ubicata. Le emozioni belle che suscitano esempi come questi si mescolano al dolore e alla rabbia per le scene di violenza e distruzione che vediamo e che rischiano di trascinarci in una trance bellicista.          Continua nell’ ALLEGATO

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IL PIANISTA SUONA PER I PROFUGHI IN UCRAINA: «MUSICA DOPO LE BOMBE» (Redazione Huffingtonpost)

IL BENVENUTO DEL PIANISTA AI PROFUGHI AL CONFINEDavide Martello, nome e origini siciliane, ma 40 anni passati nella foresta nera in Baviera, è arrivato ieri al confine tra la Polonia e l’Ucraina a Medika, portandosi dietro il suo pianoforte.

 Il suono della musica contro il rumore delle bombe. “Ci ho messo 15 ore ad arrivare fin qua, ma ne valeva la pena. I profughi hanno sentito per giorni solo il rumore dei bombardamenti, ora voglio che sentano solo la musica”. Davide Martello, nome e origini siciliane ma 40 anni passati nella foresta nera in Baviera, è arrivato ieri al confine tra la Polonia e l’Ucraina a Medika, potandosi dietro il suo pianoforte su un rimorchio a due ruote con una missione: suonare per tutti i rifugiati della guerra tra Russia e Ucraina che stanno cercando di raggiungere i Paesi dell’Unione Europea.
Una missione che il musicista ha preso a cuore e che in passato lo ha portato anche in altre esibizioni di solidarietà a Istanbul, Parigi e Kiev.          Continua nell’ ALLEGATO

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LA VIA CRUCIS DEI CRISTIANI CHE SI COMBATTONO TRA LORO (Giorgio Bernardelli)

8a. La via crucis...La Passione di Gesù e una guerra nel cuore dell’Europa dove anche molti di coloro che imbracciano le armi si professano cristiani.

“Ma come mai se sono entrambi cristiani si combattono?”. La domanda è dichiaratamente ingenua: sappiamo fin troppo bene che è già accaduto tante volte, anche in anni non poi così lontani. Eppure il dramma dell’invasione dell’Ucraina che si sta consumando sotto i nostri occhi non può non provocarci anche su questo. Non fosse altro che per il fatto che lo scontro armato a Kiev è stato preceduto da fratture e anatemi tra due Chiese, che rendono tuttora difficile una parola comune di pace pronunciata dai cristiani. Per questo all’inizio di questa Quaresima così segnata da questa ecatombe, voglio proporre una Via Crucis che mette a tema le divisioni tra i cristiani. Non solo quelle in Ucraina e in Russia, ma anche quelle a noi molto più vicine. Per toglierle dall’ineluttabilità in cui le abbiamo catalogate e riconoscerle invece come una ferita profonda che chiede oggi in maniera eloquente di essere redenta nel mistero della Pasqua.           Continua nell’ ALLEGATO

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NOTIZIE DAL CENTRO MISSIONARIO e DALL’UFFICIO MIGRANTES (La Redazione)

La terribile guerra che sta insanguinando l’Ucraina e la conseguente crisi umanitaria colpiscono profondamente tutti noi.
Nessuno avrebbe mai pensato che si sarebbe potuto arrivare a questo! Nessuno.
E tuttavia dobbiamo reagire nel modo più razionale, cercando di non sprecare risorse ed energie per stare il più vicino possibile alle nostre sorelle e ai nostri fratelli ucraini e nello stesso tempo essere testimoni di Pace coerenti in un mondo che sembra scivolare verso la barbarie.          Continua nell’ ALLEGATO

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