Notiziario

Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

sinceramente non ce lo aspettavamo! Questo dilagare spaventoso del virus per tutta la Penisola ci ha colto davvero di sorpresa. È vero che qualcuno ci aveva avvertito di una probabile recrudescenza autunnale, ma eravamo troppo intenti a recuperare il tempo perduto.
Così ci siamo dimenticati di tutti i buoni propositi appena formulati, quando dicevamo solennemente che “niente sarà più come prima” o “siamo tutti sulla stessa barca”. Siamo invece tornati a vivere esattamente come vivevamo prima.
Anzi qualcuno ha fatto di peggio…
Qualche illustre virologo ci ha spiegato con naturalezza che il virus era clinicamente morto. Qualche politico, desideroso di mettersi in mostra, si è tolto la mascherina, sostenendo che bisognava pur vivere. Poi è stata la volta delle discoteche. Insomma ci siamo dimenticati che tutto era davvero cambiato e, mentre ancora una volta abbiamo dato prova di non saper imparare dalla Storia, Covid-19 ha proseguito per la sua strada, l’unica che conosce e che sa praticare: riprodursi, riprodursi, riprodursi.
Così il risveglio è stato traumatico e per molti inaccettabile.          Continua nell’ ALLEGATO

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SE SI AMA VERAMENTE DIO SI AMA IL PROSSIMO (Angelus – 25-10-2020)

1a. AngelusNell’odierna pagina evangelica (cfr Mt 22,34-40), un dottore della Legge domanda a Gesù quale sia «il grande comandamento» (v. 36), cioè il comandamento principale di tutta la Legge divina. Gesù risponde semplicemente: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”» (v. 37). E subito aggiunge: «Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”» (v. 39).

La risposta di Gesù riprende e unisce due precetti fondamentali, che Dio ha dato al suo popolo mediante Mosè (cfr Dt 6,5; Lv 19,18). E così supera il trabocchetto che gli è stato teso «per metterlo alla prova» (v. 35). Il suo interlocutore, infatti, cerca di trascinarlo nella disputa tra gli esperti della Legge sulla gerarchia delle prescrizioni. Ma Gesù stabilisce due cardini essenziali per i credenti di tutti i tempi, due cardini essenziali della nostra vita. Il primo è che la vita morale e religiosa non può ridursi a un’obbedienza ansiosa e forzata. C’è gente che cerca di compiere i comandamenti in modo ansioso o forzato, e Gesù ci fa capire che la vita morale e religiosa non può ridursi a un’obbedienza ansiosa e forzata, ma deve avere come principio l’amore. Il secondo cardine è che l’amore deve tendere insieme e inseparabilmente verso Dio e verso il prossimo. Questa è una delle principali novità dell’insegnamento di Gesù e ci fa capire che non è vero amore di Dio quello che non si esprime nell’amore del prossimo; e, allo stesso modo, non è vero amore del prossimo quello che non attinge dalla relazione con Dio.          Continua nell’ ALLEGATO

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CIÒ CHE IMPORTA È RISCOPRIRE L’ESSENZIALE, CIOÈ AMARE (Omelia di Padre Gigi Maccalli)

2a. Padre GigiNella sua prima Messa pubblica celebrata a Madignano domenica scorsa, Padre Gigi Maccalli ha ricordato, in un’omelia densa di significati, gli aspetti salienti della sua prigionia: la preghiera, il deserto, il prossimo, la croce e soprattutto l’amore di Dio.

Con voi stamane porto su questo altare il mio grazie a Dio. Le parole mi mancano, le prendo allora in prestito dal salmo responsoriale che abbiamo appena pregato dopo la prima lettura:
Ti amo, Signore, mia forza, … mio liberatore. Invoco il Signore e sarò salvato dai miei nemici. … tu sei il Dio della mia salvezza. … Ti sei mostrato fedele al tuo consacrato. … Grazie, Signore, mio scudo, mia roccia, mia difesa.
E il mio grazie scende poi a voi, Comunità di Madignano, per aver pregato, creduto, implorato nella fedeltà ogni giorno per la mia liberazione. Don Giovanni mi ha testimoniato della vostra preghiera e io ho pensato che voi avete attualizzato quello che è scritto negli Atti degli Apostoli (12, 5) “Mentre Pietro era tenuto in prigione una preghiera saliva incessantemente a Dio dalla Chiesa per lui”. Per questo figlio di S. Pietro in Vincoli tenuto prigioniero, avete incessantemente implorato, pregato. E oggi sono qui a dirvi: grazie. Quante volte mi veniva in mente quell’affresco che c’è in fondo alla chiesa con Pietro in catene e l’angelo che gli fa visita. La sola differenza è che lui portava le catene alle mani, a me le hanno messe ai piedi. Grazie Madignano per la vostra incessante preghiera.          Continua nell’ ALLEGATO

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PAPA FRANCESCO ED I DIRITTI UMANI (José María Castillo)

3a. Diritti umaniLa decisione di papa Francesco, secondo la quale le persone omosessuali possono contrarre un matrimonio civile, dal momento che il diritto canonico (can. 1055) definisce il suddetto matrimonio come “l’unione di un uomo e una donna per tutta la vita”, è stata una delle grandi notizie del momento, in un mondo così convulso per notizie sensazionali, come stiamo vivendo.

Come è logico, la decisione ha interessato soprattutto le persone omosessuali. Ma, se questa questione viene pensata con più calma, possiamo e dobbiamo dire che stiamo vivendo un evento che trascende il problema dell’omosessualità. Questo certamente. Ma non solo e non principalmente questo. Senza esagerare in alcun modo, possiamo affermare con certezza che stiamo assistendo al superamento della stagnazione che la Chiesa si trascina da quando nel sec. XVIII è stata superata dall’Illuminismo.
Infatti, che si creda o no, la Chiesa è stata emarginata nella società e nella cultura moderna a partire dall’evento della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789-1791). Dichiarazione alla quale papa Pio VI il 29 marzo 1790 si oppose fermamente in un’assemblea di cardinali, nella quale il papa affermò che i diritti umani erano un attacco e una ferita che si facevano alla religione ed ai diritti della Santa Sede. E così il papato restò fermo da Pio VI nel 1790, fino a Pio X nel 1906.            Continua nell’ ALLEGATO

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NON RIDUCIAMO CARLO ACUTIS A UN SANTINO OLEOGRAFICO! (Alessandro Di Medio)

È mol4a. Carlo-Acutisto importante che gli adolescenti e i giovani conoscano questo ragazzo che ora è in Cielo. È altrettanto importante, però, che possano sentirlo vicino, che possano cioè vedere in lui una possibilità di santità per loro. Il che non avverrà, se chi ne parla nella Chiesa lo ridurrà a un santino oleografico da leggenda aurea cinquecentesca.

Ho avuto la fortuna di trovarmi ad Assisi lunedì 12 ottobre, giorno dell’inaugurazione della memoria liturgica del beato Carlo Acutis, giorno corrispondente al suo trapasso da questo mondo al Cielo. Con una manciata di ragazzi domenica pomeriggio abbiamo preso e siamo partiti, per vedere, incontrare, quanto di questo ragazzo santo è ancora qui, mentre lui, la sua persona giunta alla piena fisionomia di figlio di Dio, si trova davanti al Padre.
È molto importante che gli adolescenti e i giovani conoscano questo ragazzo che ora è in Cielo;
è altrettanto importante, però, che possano sentirlo vicino, che possano cioè vedere in lui una possibilità di santità per loro.
Il che non avverrà, se chi ne parla nella Chiesa lo ridurrà a un santino oleografico da leggenda aurea cinquecentesca.
Se tu prendi un quindicenne che ha vinto la paura della morte, e lo riduci alla descrizione delle sue devozioni, in che modo egli potrà essere significativo per i suoi coetanei di oggi? In che modo un adolescente del 2020, la cui anima è perennemente tartassata da violenza, pornografia, assenze parentali, esposizione ai consumi, accelerazione dell’esperienza può ritrovarsi nell’esempio di Carlo Acutis, se di quest’ultimo si insiste solo sul fatto che diceva sempre il rosario?            Continua nell’ ALLEGATO

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Il Centro Missionario informa…

A – LE TESTIMONIANZE DEI MISSIONARI SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

CONSIGLIAMO LA VISIONE
TESSITORI DI FRATERNITÀ
A conclusione del Mese Missionario una breve sintesi del nostro impegno di Tessitori di Fraternità.

https://youtu.be/ykPH-UwTbHE

Iscriviti al canale di youtube del “Centro Missionario Diocesi di Crema”, per essere avvisato ad ogni pubblicazione di un nuovo video. Link: https://www.youtube.com/channel/UCV1dJoWbFRA2sSAwpJTBpxg

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B- GUATEMALA CHIAMA CREMA

Fino ad ora la risposta delle nostre Comunità è stata molto generosa. Infatti al 30 ottobre erano stati raccolti 31.600 euro. Come Centro Missionario abbiamo già provveduto ad inviare a mons. Rosolino Bianchetti 30.000 euro, che sono stati immediatamente impiegati nell’acquisto dei generi alimentari sopra indicati. Inutile dire che mons. Rosolino ringrazia con immenso affetto tanta generosità e ci comunica che, non appena possibile, ci invierà una precisa rendicontazione degli aiuti ricevuti.
GRAZIE A TUTTI!

Nuovo Documento di Microsoft Office Word-1 

LA RACCOLTA CONTINUA ……

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

credo che sia un grande privilegio per tutti noi qui presenti  partecipare a questa Veglia Missionaria che per la nostra Diocesi assume un valore che definirei storico.
Quante volte ci siamo amaramente  dati appuntamento per il 17 del mese successivo per ricordare insieme e pregare per la liberazione di padre Gigi Maccalli ed oggi, vigilia della Giornata missionaria mondiale (la 94a per la precisione) ci ritroviamo a festeggiare e ringraziare il Signore per la sua liberazione e a ricordare il primo anniversario della beatificazione di Padre Alfredo Cremonesi. Se la Giornata missionaria è la festa della missione, non si poteva scegliere giorno migliore per ricordare questi splendidi avvenimenti.
Siamo perfettamente consapevoli che la liberazione di Padre Gigi non è opera nostra, tuttavia un po’ ci appartiene se  non altro per la costanza e la forza con le quali l’abbiamo desiderata. La nostra fede non è mai venuta meno, anche quando la ragione ci era contro, e possiamo dire di aver sperato contro ogni speranza,
Ma ciò che ha caratterizzato questi nostri sentimenti e queste nostre azioni è la coralità. Una coralità che, superando campanilismi e particolarismi atavici, ha saputo costruire una catena di preghiere e di riflessioni davvero profonde e unitarie. Il rapimento di padre Gigi, come gli ho detto scherzosamente al telefono ieri mattina, ha compiuto il miracolo di farci sentire un cuore solo e un’anima sola, recuperando un senso di appartenenza diocesana e territoriale davvero ammirevole ed encomiabile. In questo modo tutta una comunità ha tessuto intorno al nostro missionario una grande coperta di fraternità.          Continua nell’ ALLEGATO

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PAGHIAMO LE TASSE E SIAMO TESTIMONI DEL VANGELO (Angelus – 18-10-2020)

1a. AngelusIl Vangelo di questa domenica (cfr Mt 22,15-21) ci mostra Gesù alle prese con l’ipocrisia dei suoi avversari. Essi gli fanno tanti complimenti – all’inizio, tanti complimenti – ma poi pongono una domanda insidiosa per metterlo in difficoltà e screditarlo davanti al popolo. Gli chiedono: «È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» (v. 17), cioè pagare le tasse a Cesare. A quel tempo, in Palestina, la dominazione dell’impero romano era mal tollerata – e si capisce, erano degli invasori – anche per motivi religiosi. Per la popolazione, il culto dell’imperatore, sottolineato anche dalla sua immagine sulle monete, era un’ingiuria al Dio d’Israele. Gli interlocutori di Gesù sono convinti che non ci sia un’alternativa alla loro interrogazione: o un “sì” o un “no”. Stavano aspettando, proprio perché con questa domanda erano sicuri di mettere Gesù all’angolo e farlo cadere nel tranello. Ma Egli conosce la loro malizia e si svincola dal trabocchetto. Chiede loro di mostrargli la moneta, la moneta delle tasse, del tributo, la prende tra le mani e domanda di chi sia l’immagine impressa. Quelli rispondono che è di Cesare, cioè dell’imperatore. Allora Gesù replica: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (v. 21).
Con questa risposta, Gesù si pone al di sopra della polemica. Gesù, sempre al di sopra. Da una parte, riconosce che il tributo a Cesare va pagato – anche per tutti noi, le tasse vanno pagate – perché l’immagine sulla moneta è la sua; ma soprattutto ricorda che ogni persona porta in sé un’altra immagine – la portiamo nel cuore, nell’anima –: quella di Dio, e pertanto è a Lui, e a Lui solo, che ognuno è debitore della propria esistenza, della propria vita.                                          Continua nell’ ALLEGATO

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CONDIVIDERE PERCHÈ ABBIAMO IMPARATO ANCHE NOI A SOFFRIRE

MIZZOTTIEssere incatenati dal virus e non poter condividere le ansie e le paure della “mia gente” che in Perù sta affrontando le conseguenze di una pandemia che non lascia scampo. E tuttavia si ripete il miracolo dei poveri che aiutano i poveri. Questo il senso dell’intrervento di padre Mizzotti alla Veglia missionaria.

Giona: ascolta la chiamata, la rifiuta e fugge.
Paolo: ascolta la chiamata, l’accoglie, e si rende disponibile per la missione.
Ma c’è anche una terza situazione, la mia: ho ascoltato la chiamata, mi son reso disponibile, ma vivo l’impossibilità della missione…
Domenica scorsa ho avuto la fortuna e la gioia di celebrare nella Messa delle 10 con la comunità di Madignano la liberazione di P. Gigi Maccalli.
Nel collegamento telefonico con lui che salutava la sua comunità riunita, son riuscito a dirgli, cercando di scherzare, ma con il magone in gola: “P. Gigi, abbiamo pregato tanto per la tua liberazione. Adesso ti chiedo di pregare anche tu per la mia liberazione da questa prigionia qui in Italia dove un virus mi tiene incatenato…”.
Un virus esterno, il coronavirus… con tutte le difficoltà e limitazioni,viaggi compresi, che ci impone…
Ma c’è anche un altro virus che mi rode dal di dentro: il desiderio, o meglio il bisogno urgente di ritrovarmi con la mia gente del Perù, il bisogno urgente di rivedermi in mezzo alla mia gente, il bisogno urgente del caldo abbraccio della mia gente (sempre e quando il coronavirus lo permetta)…          Continua nell’ ALLEGATO

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