Notiziario

CONTINUIAMO AD ESSERE L’ALTRA ALA

5a. Sr StefaniaRicordando suor Stefania Carioni, missionaria in Cameroun
(a cura del Gruppo Missionario di Izano)

Quando suor Stefania tornava a Izano per un breve periodo di vacanza, amava ripeterci, citando don Tonino Bello, che “Siamo Angeli con un’ala soltanto: possiamo volare solo rimanendo abbracciati”. E per lei l’altra ala eravamo tutti noi, che l’abbiamo sempre sostenuta nel suo lavoro di missionaria, anche attraverso la Preghiera.

Suor Stefania Carioni, che ci ha lasciato lo scorso anno, era Missionaria dell’Immacolata – PIME e come infermiera professionale ha trascorso 31 anni della sua vita in Cameroun.
Oggi, nonostante non sia più fisicamente tra noi, è rimasta nel cuore di quanti l’hanno conosciuta, sia in missione che nel suo paese di origine, Izano. E così la sua “altra ala” continua a sostenerla e a portare avanti ciò che lei aveva iniziato.
Il Gruppo Missionario di Izano, non avendo potuto organizzare la consueta Mostra Missionaria, si è limitato a una semplice raccolta di offerte presso il Santuario della Pallavicina. Tuttavia i parrocchiani ed i vari benefattori hanno risposto con generosità, continuando a dare il proprio sostegno in favore dei più bisognosi del Cameroun, per proseguire l’opera di suor Stefania e nulla vada perduto.
Le offerte raccolte, come ci testimonia da Yaoundé Sr. Lucia Cavallo, anch’essa Missionaria dell’Immacolata, sono già arrivate a destinazione e verranno utilizzate soprattutto per sostenere la retta scolastica dei bambini più bisognosi e per l’acquisto di medicinali per le famiglie più in difficoltà. Due aspetti sui quali Suor Stefania aveva sempre posto l’attenzione maggiore.          Continua nell’ ALLEGATO

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Il Centro Missionario informa…

 LE TESTIMONIANZE DEI MISSIONARI SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

CONSIGLIAMO LA VISIONE

Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne In occasione della Giornata Internazionale  per l’eliminazione della violenza sulle donne, STAI SUL PEZZO, in collaborazione con l’Assessorato Politiche Giovanili e il Consultorio Insieme di  Crema hanno proposto un sondaggio a 714 studenti tra i 16 e i 20 anni…

youtu.be/gp8hkuU8MRw
 

Iscriviti al canale di youtube del “Centro Missionario Diocesi di Crema”, per essere avvisato ad ogni pubblicazione di un nuovo video. Link: https://www.youtube.com/channel/UCV1dJoWbFRA2sSAwpJTBpxg

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

abbiamo già avuto modo di costatare che una delle figure più ascoltate da sempre, ma in modo particolare in questi ultimi mesi, è, insieme al Papa, il nostro presidente Mattarella. Spesso abbiamo apprezzato il tempismo dei suoi interventi, l’equilibrio delle sue argomentazioni, lo spessore dei contenuti offerti. Ed è stato proprio  uno dei suoi ultimissimi discorsi a suscitare molto interesse nell’opinione pubblica, per aver colto, nel giro di poche frasi, due problemi fondamentali per il nostro benessere se non per la nostra sopravvivenza. Proviamo a rileggerle…

«Questo virus è ancora in parte sconosciuto, ma, tra gli altri aspetti, ci rendiamo conto che tende a dividerci. Tra fasce di età più o meno esposte ai rischi più gravi, tra categorie sociali più o meno colpite dalle conseguenze economiche, tra le stesse istituzioni chiamate a compiere le scelte necessarie – talvolta impopolari – per ridurre il contagio e garantire la doverosa assistenza a chi ne ha bisogno».

Il pluralismo e l’articolazione delle istituzioni repubblicane sono e devono essere moltiplicatori di energie positive, ma questo viene meno se, nell’emergenza, ci si divide.
La libertà rischia di indebolirsi quando si abbassa il grado di coesione, di unità tra le parti. E’ questa la prima responsabilità delle istituzioni democratiche, a tutti i livelli, e questa è la lezione che la pandemia ribadisce con durezza.          Continua nell’ ALLEGATO

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I POVERI SONO AL CENTRO DEL VANGELO, SERVE IL CORAGGIO DELL’AMORE (Omelia del Papa, 15-11-2020)

1a. PapaLa parabola che abbiamo ascoltato ha un inizio, un centro e una fine, che illuminano l’inizio, il centro e la fine della nostra vita.

L’inizio. Tutto comincia da un grande bene: il padrone non tiene per sé le sue ricchezze, ma le dà ai servi; a chi cinque, a chi due, a chi un talento, «secondo la capacità di ciascuno» (Mt 25,15). È stato calcolato che un solo talento corrispondeva al salario di circa vent’anni di lavoro: era un bene sovrabbondante, che allora bastava per tutta la vita. Ecco l’inizio: anche per noi tutto è cominciato con la grazia di Dio – tutto, sempre, incomincia con la grazia, non con le nostre forze – con la grazia di Dio che è Padre e ha messo nelle nostre mani tanto bene, affidando a ciascuno talenti diversi. Siamo portatori di una grande ricchezza, che non dipende da quante cose abbiamo, ma da quello che siamo: dalla vita ricevuta, dal bene che c’è in noi, dalla bellezza insopprimibile di cui Dio ci ha dotati, perché siamo a sua immagine, ognuno di noi è prezioso ai suoi occhi, ognuno di noi è unico e insostituibile nella storia! Così ci guarda Dio, così ci sente Dio.

Quant’è importante ricordare questo: troppe volte, guardando alla nostra vita, vediamo solo quello che ci manca e ci lamentiamo di quello che ci manca. Allora cediamo alla tentazione del “magari!…”: magari avessi quel lavoro, magari avessi quella casa, magari avessi soldi e successo, magari non avessi quel problema, magari avessi persone migliori attorno a me!… Ma l’illusione del “magari” ci impedisce di vedere il bene e ci fa dimenticare i talenti che abbiamo. Sì, tu non hai quello, ma hai questo, e il “magari” fa sì che dimentichiamo questo. Ma Dio ce li ha affidati perché conosce ognuno di noi e sa di cosa siamo capaci; si fida di noi, nonostante le nostre fragilità. Si fida anche di quel servo che nasconderà il talento: Dio spera che, malgrado le sue paure, anche lui utilizzi bene quanto ha ricevuto.           Continua nell’ ALLEGATO

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LA FRATERNITÀ È IL MESSAGGIO PROPRIO DEL VANGELO (P. Gigi Maccalli)

2a. Maccalli-Martedì scorso abbiamo vissuto un giorno 17 diverso dagli altri. In Cattedrale, durante una Messa celebrata dal Vescovo, Padre Gigi Maccalli, per 24 volte oggetto di veglie e preghiere, ha voluto ricordare e pregare per tutti coloro che ancora sono prigionieri e ostaggi di chi li ha rapiti. Ricordiamoli anche noi, sempre!

Per chi ha dimestichezza con la Bibbia, la città di Gerico evoca da subito 2 richiami

  1. Gerico è la porta d’ingresso nella terra promessa. Per il popolo d’Israele che ha camminato a lungo nel deserto, Gerico segna l’entrata nella terra della libertà.
  2. Gerico è anche il luogo più basso della terra perché situato -240 m (sotto il livello del mare), nella depressione del mar Morto. La città più bassa del pianeta Terra.

Queste 2 annotazioni di geografia biblica richiamano a me la mia recente vicissitudine di ostaggio. Al Qaida mi ha portato nel deserto per 2 lunghi anni, ma finalmente il mio esodo dalla schiavitù alla libertà si è concluso l’8 ottobre scorso. Sono arrivato a Gerico/libero! È stata un’esperienza di ‘abbassamento’ umano e spirituale, non ero mai caduto così in basso. Ma grazie a Dio ne sono uscito … certamente diverso, rinato.
Gerico è oggi questa cattedrale di Crema. Qui sono stato prostrato a terra, 35 anni fa, per essere consacrato e mandato come sacerdote per il mondo. Mai avrei pensato che quell’abbassamento sarebbe continuato fino alla condizione di prigioniero in catene. Qui oggi rinnovo idealmente il mio sì (le promesse sacerdotali) e celebro con la diocesi di Crema e il suo pastore, il vescovo Daniele, il mio grazie a Dio per la libertà ritrovata e il mio grazie a ciascuno di voi che mi avete accompagnato fedelmente per 2 anni con Veglie e marce di preghiera.          Continua nell’ ALLEGATO

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IN ETIOPIA UNA GUERRA BRUTALE PER SCORAGGIARE LE SECESSIONI (Pierre Haski)

3a. EtiopiaÈ la guerra che non ci aspettavamo, o comunque non in un paese il cui primo ministro ha ricevuto l’anno scorso il premio Nobel per la pace. Questo paese è l’Etiopia, secondo stato più popoloso dell’Africa con più di cento milioni di abitanti e considerato come un modello di un ritorno alla vita democratica.

Il 4 novembre il primo ministro Abiy Ahmed ha lanciato un’offensiva militare contro le autorità dello stato federale del Tigrai, nel nord del paese. L’11 novembre Abiy ha annunciato che l’esercito nazionale ha riportato una vittoria totale.
Questa rivendicazione è impossibile da verificare, perché la regione del Tigrai è tagliata fuori dal mondo. Le comunicazioni sono interrotte e i giornalisti non sono graditi. Un indizio arriva però dal bilancio pesantissimo, soprattutto tra i civili.
Secondo Amnesty international nella notte tra il 9 e il 10 novembre centinaia di civili sono stati massacrati a colpi di machete nella località di May Kadra, nella regione del Tigrai. Testimonianze raccolte dall’organizzazione riferiscono però che le vittime non apparterrebbero all’etnia locale, ma ad altre etnie etiopi, e sarebbero state uccise dai miliziani tigrini per vendetta.          Continua nell’ ALLEGATO

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COSA STA SUCCEDENDO IN PERÙ? (Elisa Ghidini)

4b. peru-diego-miranda-limaLa risposta non è semplice, visto che poche ore fa è stato eletto il terzo presidente in una settimana. Per capire la situazione politica, le proteste e l’evoluzione della situazione, è necessario fare un grande passo indietro.

In Perù è stato eletto il terzo presidente in una settimana. Si chiama Francisco Sagasti ed è stato il Parlamento a eleggerlo ad interim. Sostituisce il contenstatissimo Manuel Merino, dopo le sue dimissioni, che a sua volta aveva preso il posto di Martìn Vizcarra. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa sta succedendo in Perù da qualche tempo.

L’arrivo di Vizcarra
Il Perù, negli ultimi tempi, oltre a una grave crisi economica e alla pandemia, sta affrontando anche una pesante situazione politica e sociale. Il presidente Martìn Vizcarra, che nel marzo 2018, era subentrato a Kuczynski, accusato di corruzione, è finito a sua volta in mezzo a un’indagine per corruzione. I fatti risalirebbero al suo periodo trascorso nella regione di Moquegua come governatore.

I tentativi di riforma
Il Perù si trova da anni in una posizione piuttosto preoccupante nelle classifiche internazionali relative alla corruzione. Vizcarra, ora indipendente ma in passato affiliato ai Peruviani per il cambiamento, durante il suo mandato ha cercato di fare approvare la proposta di referendum sulle riforme necessarie per debellare la corruzione dal Paese. Si trattava di un progetto piuttosto corposo che riguardava la riforma della Corte Costituzionale, precedentemente nominata solo dal Congresso, la regolamentazione del finanziamento ai partiti e il divieto di rielezione immediata per i parlamentari: le proposte di Vizcarra sono state approvate con una maggioranza altissima da parte degli elettori.          Continua nell’ ALLEGATO

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