VENEZUELA UN PAESE PER DUE (Paolo Moiola)

America Latina – Venezuela

Di Venezuela si parla e si scrive tanto in questi giorni. Per questo vale la pena di riassumere i termini di una questione complicata che non può essere spiegata facendo un semplicistico elenco dei «buoni» e dei «cattivi».

In questo particolare momento storico, il Venezuela ha due Assemblee nazionali: quella legislativa (eletta nel dicembre 2015) in mano all’opposizione e quella costituente (eletta nel luglio 2017) in mano al governo. E ci sono due presidenti: Nicolás Maduro, successore del defunto Hugo Chávez, rieletto nel maggio 2018 e Juan Guaidó, giovane capo dell’Assemblea legislativa, autoproclamatosi presidente (ad interim) lo scorso 23 gennaio. Qualsiasi cosa si pensi di Maduro e del suo operato, Guaidó è un abusivo anche se, poche ore dopo il golpe, Donald Trump si è affrettato a riconoscerlo. Credere che gli Stati Uniti – soprattutto questi Stati Uniti – si siano mossi per il bene dei venezuelani è un’ingenuità. In realtà, gli Usa sono interessati a riprendere il controllo economico su un paese che ha un potenziale petrolifero di prim’ordine. I tempi sono cambiati e molta acqua è passata sotto i ponti, ma gli Stati Uniti non hanno mai realmente mutato il proprio atteggiamento verso l’America Latina considerata come il proprio «cortile di casa». Non possiamo, in queste poche righe, ripercorrere tutta la storia dei rapporti tra Usa e il Sud America, ma possiamo ricordarne alcuni capisaldi teorici: la dottrina Monroe del 1823 per quanto concerne le questioni diplomatiche e militari, il rapporto Rockefeller del 1969 che analizzò il contesto latinoamericano (anche religioso) alla luce degli interessi statunitensi e il Washington Consensus del 1989 che mirava ad affrontare le crisi economiche altrui con gli strumenti del neoliberismo (riduzione della spesa pubblica,liberalizzazioni, privatizzazioni, deregulation).      Continua nell’ ALLEGATO

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