UN ANNO DOPO: IL VIRUS, NOI E IL CAMPO DA SEMINARE (Sergio di Benedetto)

2a. Un anno dopo...Una pandemia lunga un anno ci ha affaticato. Ma ora, cosa provare a fare nelle nostre vite?

E così siamo qui, al giro di boa: il 9 marzo 2020 l’Italia tutta si chiudeva, a causa della pandemia: scuole chiuse, attività sospese, divieto di andare oltre il perimetro della propria casa.
Mascherine e disinfettanti, lunghe code ai supermercati e notizie quotidiane dal paese e dal mondo.
Impreparati e impauriti, ci trovavamo a dover fare i conti con una malattia nuova e con i numeri: quanti contagiati, quanti ricoverati, quanti morti. Anziani che si spegnevano in solitudine, case di riposo sigillate; e insieme a questo, con quell’ebbrezza un po’ incosciente che è reazione al troppo (troppo male, troppo in fretta, troppo imprevedibile), la spinta emotiva, la reazione comunitaria: «Andrà tutto bene». Arcobaleni e canti, solidarietà e coraggio.
Ogni sera, il rito: il bollettino delle informazioni. Ogni sera, esperti e pareri. Ogni sera, silenzio e suono di sirene.
Solitudini, chiusure, ansie, dolori, sofferenze, paure. Per la salute, per la famiglia, per il lavoro.          Continua nell’ ALLEGATO

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