Articles Tagged with Riflessioni

Notiziario – riflessioni

AMAZZONIA, DEVASTATA DAL CORONAVIRUS E DALL’INCURIA DELLO STATO (Laura Vicuña Pereira Manso)

3a. Laura Pereira MansoBrasile, dalla parte degli ultimi

Nelle regioni amazzoniche e nelle periferie delle grandi città brasiliane la pandemia non ha fermato deforestazione e inquinamento. Le politiche di abbandono delle fasce di popolazione più fragili stanno favorendo la crescita di violenza e violazioni dei diritti. A tutto vantaggio delle elite al potere
L’Amazzonia brasiliana sta vivendo un altro momento drammatico della sua storia. Innumerevoli massacri e atrocità sono stati commessi contro i popoli indigeni, così come da sempre è stata assente una vera politica pubblica per i popoli amazzonici: riberinhos, abitanti dei fiumi, seringheiros, raccoglitori di gomma, quilombolos, popoli di origine afro, e i molti migranti che popolavano questa terra.
L’Amazzonia è sempre stata una frontiera economica per i gruppi avidi di denaro e di potere che la sfruttavano, e continuano a sfruttarla, senza alcuna considerazione per le persone che vi abitano e le loro reali necessità.  La situazione è catastrofica per le innumerevoli comunità indigene di tutta la regione che già in passato hanno avuto la loro storia, i loro progetti di vita, interrotti da epidemie che hanno sterminato molti popoli, permettendo così libero accesso a potentati economici e colonizzatori che senza scrupoli hanno promosso una guerra biologica contro questi popoli, con la diffusione del morbillo, dell’influenza e di altre malattie letali per le popolazioni indigene.       Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

se la ricorrenza del 25 aprile ci ha portato a parlare della Libertà, è naturale che, con l’arrivo del 1° maggio, si parli del LAVORO. Ma non  è solo questione di una data, è che il lavoro è diventato l’argomento che, insieme alla salute, ricorre maggiormente in qualunque discussione sia essa in famiglia, con gli amici al telefono o su qualunque piattaforma: cartacea, web, radiofonica e televisiva. E, come spesso succede, tanto più si parla di un argomento quanto meno se ne conoscono non solo i contorni, ma l’essenza stessa. Che cos’è il lavoro se non un oggetto sempre più misterioso?

Se qualcuno infatti ha ripreso il suo lavoro di sempre, altri dovranno ricorrere agli ammortizzatori sociali perché il lavoro è sospeso, altri lo hanno già perso o temono di perderlo con la prospettiva di disagi sociali che fatichiamo ad immaginare. Altri hanno scoperto, anche se da anni se ne conosceva l’esistenza, la possibilità di lavorare da casa, altri ancora lavoreranno a singhiozzo, se non addirittura a rotazione, senza contare che ancora non conosciamo il destino dei lavoratori della scuola…     Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

LA SOLITUDINE DEI SENZATETTO (Redazione)

3a. La solitudine dei senzatettoIn un lungo articolo pubblicato su INTERNAZIONALE on line del 16 marzo, Giuseppe RIZZO e Stefania MASCETTI indagano sulla situazione che vivono i senzatetto. Già difficile in tempi normali, oggi è ulteriormente aggravata dalla diffusione del coronavirus. Per loro lo slogan #iorestoacasa non ha alcun senso perché la casa proprio non ce l’hanno, eppure, come se non bastasse, per questo  vengono anche multati.

Un dramma quasi sconosciuto
In questi giorni milioni di persone stanno cominciando a fare i conti con esistenze sospese nel tentativo di arginare la diffusione del nuovo coronavirus. In tanti stiamo imparando che ci sono mille modi di stare da soli: alcuni dolorosi, altri nuovi, qualcuno inaspettato. I mezzi di informazione, i social network e i messaggi nelle chat ne registrano le sfumature.
Del tutto diversa, se non unica, è invece la situazione dei senzatetto. Si calcola che siano almeno 50mila sparsi per tutta Italia e nei giorni in cui il paese ha chiuso i battenti, loro sono rimasti chiusi fuori. Le organizzazioni, le associazioni, i volontari e gli operatori del terzo settore si stanno riorganizzando per evitare che molte persone restino da sole, ma non è semplice.     Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE HA UNA MADRE: TINA ANSELMI (Lina Specola)

4a. Tina AnselmiIn questi giorni difficili per il nostro Paese, il plauso al servizio sanitario nazionale è unanime: nonostante le difficoltà dovute ai continui tagli e alla mancanza di personale, lo sforzo di medici e infermieri per fronteggiare questa crisi è senza precedenti. Se a oggi riusciamo a rispondere a una simile emergenza sanitaria è perché qualcuno credeva che l’accesso alle cure dovesse essere libero e gratuito per tutti. E a farlo è stata una donna: Tina Anselmi.

Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), quello a cui in altri, ma soprattutto in questo momento, stiamo tutti dicendo grazie, quello che sta assicurando salute e coesione nazionale oggi come sempre, ma oggi con maggiori evidenze, nasce nel 1978.
Reca la firma di una donna: la ministra Tina Anselmi.  Fu un dibattito importante, quello per l’istituzione del SSN, seguito da una legge fondamentale per lo sviluppo umano, sociale e civile del nostro Paese. E il perché lo stiamo vedendo in questi giorni. Dobbiamo dire grazie a quanti si stanno adoperando negli ospedali e dobbiamo essere meno grati a coloro che negli ultimi anni hanno messo questa priorità della Repubblica (come anche quella della Scuola) un po’ in ombra, a favore di politiche di basso cabotaggio, inseguendo con quelle politiche un consenso illusorio per pressioni sociali particolari e di breve periodo.      Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
non posso negarlo: abbiamo bisogno di buone notizie. E in questa ricerca spasmodica ci attacchiamo un po’ a tutto, come testimonia il susseguirsi, spesso frenetico, di notizie, news, ultim’ora, a volte un po’ strambe, sui nostri telefoni.

E allora ci rallegriamo per gli aiuti, in attrezzature e personale medico, che, tramite la Croce Rossa, ci arrivano dalla Cina. Salvo poi chiederci, con un pizzico di cinismo, se non siamo di fronte ad un nuovo modello del conosciuto progetto di espansione economica conosciuto come “Via della seta”. Bisogna però riconoscere che sanno andare oltre tutte le stupide cattiverie che in queste settimane abbiamo detto sui Cinesi…

Poi ci raggiunge improvvisa e insperata la notizia della liberazione della coppia italo- canadese Luca ed Edith, rapiti in Burkina Faso, due mesi dopo il nostro padre Gigi Maccalli. Salvo poi accorgersi, leggendo quanto scrivono i giornali, che la vicenda della loro liberazione rimane alquanto nebulosa. Purtroppo a causa dell’emergenza virus, i giornalisti si sono interessati poco ad una vicenda che ci riguarda molto da vicino, perché

le circostanze del loro rapimento e della loro detenzione sono molto simili a quelle di p. Gigi. Anche questo è un argomento da approfondire.     Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

OGGI VI PARLERÒ DEI PRETI… (Don Fabio Corazzina)

3a. oggi parliamo dei pretiMa che cosa fanno i preti in questo tempo i preti? Probabilmente non è uno dei problemi più importanti di questo tempo. Eppure…

Sono dentro una chiesa completamente vuota senza di voi e vi confesso che non è facile. Non posso neanche venirvi a cercare o a trovare, nemmeno nei momento più delicati e difficili che sono la sofferenza e la morte. Però ci mancate. Ci mancano i ragazzi in oratorio, ci mancano gli anziani al pomeriggio, ci manca l’Eucarestia con voi, la preghiera, poi ci mancano i genitori con le loro passioni, perplessità e gioia, ci mancano i giovani, gli adolescenti con le loro provocazioni e le loro inquietudini… E allora noi preti le proviamo tutte! Avete visto rispolveriamo le radio parrocchiali, distribuiamo i bollettini, tentiamo a volte, maldestramente, delle dirette video e voi sorridete, magari perché non abbiamo acceso l’audio. Le proviamo proprio tutte. So anche che non ci sopportate molto perché in questi giorni, quando voi aprite la pagina facebook vi appariamo noi, qualche altare, qualche Madonna, qualche prete, qualche predica… Sì ditecele, avete ragione.       Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissime,

pur con tutto l’ottimismo che ci contraddistingue, non possiamo negare che la situazione si fa più difficile, pericolosa e dolorosa. E facciamo fatica a trovare le parole giuste per parlare, senza dire banalità, di una realtà, la pandemia, che sta mettendo in crisi tutte le nostre certezze. Allora ci affidiamo alla testimonianza di un prete che ha fatto della sua vita un impegno totale con gli ultimi, nella persona dei migranti. Si tratta di don Fabio Corazzina, bresciano, parroco della ccomunità di S. Maria Nascente.

 «Siamo in zona rossa, chi l’avrebbe mai detto. Sono in zona rossa, imprigionato, separato, confinato. Dentro o fuori non ho capito, però sono responsabile e farò la mia parte perché la situazione non diventi ancora più difficile.
Il teologo Pierangelo Sequeri ha lasciato una traccia stimolante, illuminante per capire. In una delle sue opere, ad un certo punto dice che l’illusione di diventare signori assoluti della vita non significa affatto averne più cura. E ce ne siamo accorti perché ci siamo assuefatti a un dominio tecnico scientifico che ci ha portato nelle condizioni di immaginare che questo dominio potesse controllare la malattia e la morte. E tutto questo ci ha reso ogni giorno più vulnerabili. Non ci siamo più abituati al limite, non ci siamo più abituati alla morte. Vulnerabili dentro, vulnerabili fuori. Abbiamo quasi cancellato e comunque demoralizzato anche il principio solidarietà dentro le nostre comunità. Abbiamo esasperato, e lo abbiamo fatto in tutti i modi, il principio autonomia che ci ha condotto pian piano verso una soglia sottile che separa e ci separa dal passaggio verso l’indifferenza irresponsabile, rappresentata da tutti quelli che dicono, proprio in questi giorni: “tanto non è un mio problema, io faccio come prima”. Oppure ci ha portato alla paura e alle angosce e alle ansie incontrollabili, che ci hanno invitato a urlare: “si salvi chi può, l’importante è che prima mi salvi io”. Evidentemente. Il “prima noi”.     Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

ECCO COSA CI STA SPIEGANDO IL VIRUS (Francesca Morelli)

2a. Ecco cosa ci sta spiegando il virusLa riflessione della psicologa: “Fermi, a casa, giorni e giorni. A fare i conti con un tempo di cui abbiamo perso il valore, se non è misurabile in compenso, in denaro. Sappiamo ancora cosa farcene? Smettiamo di fare la caccia alle streghe, di domandarci di chi è la colpa o perché è accaduto tutto questo, ma ci domandiamo cosa possiamo imparare da questo. Per esempio…

Credo che il cosmo abbia il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi, quando queste vengono stravolte.
Il momento che stiamo vivendo, pieno di anomalie e paradossi, fa pensare…
In una fase in cui il cambiamento climatico causato dai disastri ambientali è arrivato a livelli preoccupanti, la Cina in primis e tanti paesi a seguire, sono costretti al blocco; l’economia collassa, ma l’inquinamento scende in maniera considerevole. L’aria migliora; si usa la mascherina, ma si respira…     Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

VIVERE ISOLATI O MORIRE ASSIEME: IL CORONA VISTO DA NIAMEY (Mauro Armanino)

L’amico K4a. Vivere isolati o morire assiemeaka Daouda di Alternativa Cittadina si trova ancora in stato di arresto presso la polizia giudiziaria della capitale. Aveva fatto circolare un messaggio sui media che si sarebbe trovato un italiano ospite nell’Ospedale di Referenza di Niamey. A causa della temuta infezione, l’Ospedale in questione avrebbe sospeso i servizi. La notizia, subito smentita dall’istituzione, era poi stata fatta circolare dallo stesso Kaka. Troppo tardi, perché nel frattempo la voce era corsa. I primi allarmi avevano lasciato credere il peggio persino nel Niger dove il sole, la sabbia e la giovane età della popolazione tengono a bada il virus. D’altra parte, da questa parte del mondo, la cosa di cui si parla non è l’epidemia del coronavirus quanto l’epidemia da corruzione che non risparmia nessuno e nulla. E’ di questi giorni a Niamey, lo scandalo di false fatturazioni e acquisti di materiale inadatto o scadente per le forze armate che, proprio in questi ultimi mesi, hanno perso decine di militari per attacchi rivendicati dallo Stati Islamico nel Sahel. La contaminazione della società avviene per trasmissione del virus da corruzione che non è altro che il tradimento della democrazia e del bene comune che dovrebbe attraversarla. Qui la morte non ci spaventa perché non abbiamo paura di vivere.      Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

Lettera (Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes)

Carissime, Carissimi,

incomincio questa lettera cedendo la parola ai Vescovi lombardi che oggi, 6 marzo, si sono incontrati ed stilato il seguente messaggio intitolato “Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra”.

I Vescovi della Lombardia, in comunione con i Vescovi del Veneto e dell’Emilia-Romagna, a seguito del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, confermano che nelle loro Diocesi per la domenica 8 marzo e per i giorni feriali successivi e fino a nuova comunicazione è sospesa l’Eucarestia con la presenza dei fedeli, mentre i Vescovi e i sacerdoti celebreranno senza il popolo.
La decisione, assunta in accordo con la Conferenza Episcopale Italiana, si è resa necessaria dopo l’entrata in vigore del nuovo decreto del Consiglio dei Ministri con il quale si vuol definire il quadro degli interventi per arginare il rischio del contagio del “coronavirus” ed evitare il sovraccarico del sistema sanitario.
La situazione di disagio e di sofferenza del Paese è anche la sofferenza di tutta la Chiesa. Per questo motivo, noi Vescovi, invitiamo i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i laici a continuare a tessere con passione i rapporti con la Comunità Civile e ad assicurare la vicinanza nella preghiera a tutti coloro che sono colpiti.      Continua nell’  ALLEGATO

————————————————————