SE TU SQUARCIASSI I CIELI E SCENDESSI!

2a. Sr Luisa CiceriDomenica 29 novembre 2020, prima domenica davvento, si è tenuto il consueto Ritiro spirituale. Questanno, a causa delle ben note restrizioni, si è svolto on line, ma non ha perso nulla né in profondità né in interesse. Relatrice è stata suor Luisa  Ciceri, delle suore adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta dAdda. Ne riportiamo una sintesi, curata dalla Comunità di Montodine, perché alla fine dellAvvento è utile ripensare alle riflessioni che lo hanno aperto e guidato.

Inizia un Nuovo Anno Liturgico, dono di Dio. Celebrare è fare memoria. Che cosa vogliamo e possiamo iniziare in questo tempo di pandemia? Tra l’altro anche Suor Luisa è in quarantena e, dunque, direttamente coinvolta. San Gregorio di Nizza diceva che la vita è fatta continuamente d “inizi”. Il passato è radice per un nuovo inizio.  Il Signore ci rivolge la sua Parola dove siamo e come siamo.
Il tema del ritiro parte da una espressione del Libro del Profeta Isaia: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi”. È Parola che rende la nostra impotenza e incertezza. È anche una delle preghiere più belle di Israele. Nasce nel tempo dell’esilio. Per Israele vengono meno i punti di riferimento essenziali: la terra, il tempio, ecc. C’è il rischio di non riconoscere più sé stessi e il volto di Dio. Anche per noi oggi sono venute meno tutte le nostre certezze. E allora come il popolo può recuperare le sue certezze? Con il ricordo. Voglio ricordare i benefici del Signore. Fondamentale è la scelta di voler ricordare e riportare nel cuore la storia del popolo e ricordare quali benefici il Signore ha fatto per me (Isaia 63,7). E’ la memoria di una relazione vitale con Dio Padre. Qui per la prima volta il Signore si chiama Padre. E Dio pensa che siamo suo popolo e non lo deluderemo perché Lui ci ha plasmato come argilla. Dio ci porta su di sé come su ali d’aquila. Il popolo, però, si è ribellato e si è allontanato. Tuttavia, sperimentando l’assenza di Dio, se ne desidera il ritorno. Sarebbe bello chiederci che nome diamo a Dio. Io so che Dio è presente e posso parlare con Lui, innalzare il mio grido al suo cospetto. Poco prima, al versetto 16, leggiamo che Dio è nostro Padre e non può sforzarsi nell’insensibilità.           Continua nell’ ALLEGATO

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