RIFUGIATI: VITE CHE È GIUSTO CAPIRE (Camillo Ripamonti)

6a. rifugiatiPer dare senso alla Giornata del Rifugiato dobbiamo cominciare ad ascoltare quello che loro, i rifugiati, hanno da dire: le loro storie, le loro ragioni. Meno sappiamo di loro e più facile è lasciarli in un centro di detenzione o addirittura riportarle in Libia.

Paul ha circa 30 anni e viene dal Camerun. Fino a pochi anni fa viveva a Yaoundé con la giovane moglie, era iscritto al terzo anno di economia ed era uno studente eccellente. Per mantenersi agli studi svolgeva consulenze informatiche per piccole aziende. La matematica e i numeri sono sempre stati la sua passione. Ma viene arrestato e imprigionato più volte per aver partecipato a manifestazioni studentesche contro il rincaro delle tasse universitarie. In prigione viene percosso e minacciato di morte. Preso e rilasciato per la terza volta, temendo di essere nuovamente arrestato e forse ucciso, decide di fuggire dal Paese con la moglie. Cominciano un viaggio pieno di pericoli attraverso il deserto fino alla Libia, dove a Tripoli vengono imprigionati in un centro di detenzione “informale” con 200 altre persone, in condizioni disumane. Sarà solo dopo sei mesi di orrore e violenza che riesce a pagare il riscatto e a imbarcarsi su un gommone con più di 150 altre esseri umani. Paul e sua moglie riescono ad arrivare in Italia nel 2018.      Continua nell’ ALLEGATO

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