RAZIA SULTANA, AVVOCATA DELLE DONNE ROHINGYA (Antonella Mariani)

4a. Razia SultanaRazia Sultana è un’avvocata musulmana ed è nata in Myanmar. Appartiene però alla minoranza Rohyngya e per questo ha scelto di vivere in Bangladesh, dove si occupa di aiutare le donne del suo popolo, emarginate, cacciate, violentate.

«Come si può, da donna, raccogliere le testimonianze di bambine e madri stuprate e mutilate per una precisa strategia di guerra, e restare salde? Come si può reggere a tutta quella pena?»

All’avvocata Razia Sultana lo chiedono sempre e lei risponde che «sì, è doloroso, ma qualcuno le deve fare. Devo aiutare il mio popolo, abbiamo bisogno di giustizia». Razia Sultana ha 47 anni, è diventata avvocata da adulta perché studiare per una ragazza musulmana della minoranza Rohingya è un’impresa eroica. Nata nello Stato Rakhine, nel nord di Myanmar (ex Birmania), è tra le poche esuli che gode di cittadinanza bengalese, ereditata dal padre commerciante. Vive a Chittagong, in Bangladesh, e batte palmo a palmo i dedali fangosi di Cox’s Bazar, 150 chilometri più a sud, l’enorme campo profughi affacciato sul Golfo del Bengala, dove un milione di musulmani Rohingya si sono ammassati negli ultimi anni, cacciati dall’esercito birmano dai loro insediamenti nelle zone di confine. Il suo lavoro è aiutare le donne attraverso l’associazione che ha fondato nel 2017, la Rohingya Women Welfare Society: alfabetizzazione, sostegno psicologico, accesso a cure sanitarie, protezione dai matrimoni precoci e dalla tratta.    Continua nell‘ ALLEGATO 

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