“PERDONATECI”

P. Franco Cagnasso
P. Franco Cagnasso

Padre Franco CAGNASSO è un missionario del PIME attualmente operante in Bangladesh. Dal suo blog abbiamo raccolto questa riflessione, profonda e delicata, che ci da l’idea del dramma che stanno vivendo anche gli abitanti del Bangladesh.

C’è tanta polizia, e ci sono capannelli di persone dall’aria mesta nel tratto di strada che conduce al luogo,ormai tristemente famoso, dove il terrorismo di radice islamica ha mas- sacrato nel nome di Allah 22 persone, fra cui 9 italiani e 7 giapponesi. Il locale è devastato, danneggiata è anche la clinica che lo fronteggia nello stesso giardino. Qualcuno ha portato fiori, e fra essi campeggia una corona anonima, con due parole sul nastro: Forgive us” – Perdonateci. Credo che esprima il sentimento dominante, o comunque mol- to intenso, che pervade tanti bengalesi dopo la strage. Stupore, incredulità, paura, preoc- cupazione per sé e per il Paese, e anche la sensazione che quei giovani di buona famiglia, ubriachi di potere e di una fede impazzita, uccidendo stranieri che abitavano e lavoravano qui, discriminando fra musulmani e non, abbiano anche violentato il Bangladesh e l’imma- gine che ha di sé. La percezione della realtà ora è diversa, e piena di disagio: siamo capaci di questo? Si vorrebbe pensare che non è vero, si vorrebbe trovare una causa precisa, ma non la si trova. Ci si vergogna di se stessi, mentre non si sa rispondere alla domanda che è in tutti: e poi?Le stesse sensazioni e domande si trovano fra gli espatriati che si trovano qui; s’è dissolto un clima che, nonostante i recenti attentati mortali a singole persone di svariate minoran- ze, rimaneva ancora fiducioso, convinto che qui in Bangladesh le cose sono diverse, e vanno meglio che altrove.
Passa e ripassa nella mente l’immagine del giovane Faraaz Ayaaz Hossain. Intrappolato dai terroristi insieme agli altri, poi liberato perché aveva saputo recitare parti del Corano. Poteva andarsene, ma è rimasto a condividere la sorte di due amiche, trattenute perché vestite all’occidentale, ed è stato ucciso insieme a loro. La sua mamma ha commentato: “Conosco mio figlio: se non lo avesse fatto, non avrebbe potuto perdonarsi, per tutta la vita”. Anche lui un giovane “di buona famiglia”; anche lui bengalese, anche lui musulmano. E ora, quasi un balsamo che attenua l’angoscia per le atrocità di cui siamo testimoni.

 

  1. Franco Cagnasso – PIME – Pubblicato il 9 luglio 2016