PERCHÉ CON CHARLIE SI SCIVOLA NELL’ACCANIMENTO TERAPEUTICO (Alessandra Rigoli)

1Nata a Milano nel 1987 e con diploma scientifico all’Istituto Sacro Cuore a Milano, si laurea con lode in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano nel 2012. Attualmente al 4 anno di scuola di specialità in Anestesia e Rianimazione presso la stessa università. Riportiamo un post scritto da Alessandra Rigoli su Facebook, nel quale cerca di fare chiarezza sulle tante cose dette su Charlie, tra cui l’accanimento terapeutico. 

Credo sia davvero sbagliata la posizione espressa da alcuni circa la vicenda di Charlie e trovo molto gravi le accuse che vengono rivolte a medici e giudici di essere assassini. Accuse gravi e ingiustificabili. Che mi spaventano molto. Anche perché me le sono sentite rivolgere in una circostanza simile a questa e non è bello quando la tua professionalità, il tuo impegno a servire i pazienti, soprattutto i più piccoli, le scelte durissime che fai in coscienza e per cui non dormi la notte, non solo vengono messi in dubbio – che sarebbe anche utile – ma vengono calpestati con aggressività da persone che non hanno alcuna competenza. Non credo che si tratti di toni degni dello stile cristiano comunque ed è questo mi ha indotto a scrivere qualcosa sull’argomento anche in base a richieste di molti amici. Detto questo voglio provare a chiarire perché penso che medici e giudici abbiano scelto una cosa buona per Charlie. Il mio è solo il parere di un medico cattolico che si pone, senza idee prefissate o preconcetti ma cercando una sguardo di verità e carità, di fronte alle singole e specifiche situazioni che incontra.                                   La riflessione continua nell’ ALLEGATO