HA PRESO L’AVVIO LA CONSULTA INTERCULTURA (La Redazione)

3aFavorire l’incontro ed il dialogo tra cittadini italiani e no, portatori delle differenti culture presenti a Crema, promuovere e sostenere iniziative volte alla conoscenza e al rispetto, educare alla convivenza negli spazi di vita comuni per sviluppare la capacità di avvicinarsi a abitudini diverse. Questi gli obiettivi dichiarati della Consulta Intercultura del Comune di Crema, che alla presenza

Non chiamiamola neonata. Infatti la Consulta Intercultura che ha preso l’avvio venerdì scorso 18 giugno nella sala consiliare del Comune di Crema di strada ne ha già fatta. Una strada lunga, complessa, a volte contorta, ma sempre alla luce della partecipazione. Non a caso il vicesindaco Gennuso, nel suo intervento di apertura, ha parlato di “un momento conclusivo e al tempo stesso di inizio”. Nata Infatti tre anni fa da un’intuizione dello stesso Gennuso che non pensava né ad un organismo “solo” di stranieri nei ad un ente “per” gli stranieri, ma ad un luogo di incontro di culture, col tempo ha raccolto intorno a se sempre più persone convinte forse più dal sogno che dalla sua effettiva realizzazione.           Continua nell’ ALLEGATO

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ANCHE CARITAS CREMA NEL PROGETTO “CORRIDOI UMANITARI” (Crema Oggi)

4a. Corridoi-umanitari-1Anche Caritas Crema tra le 8 realtà diocesane e un centro valdese che hanno accolto i 45 profughi, tra i quali 22 bambini, arrivati mercoledì mattina all’aeroporto di Fiumicino dal Niger, ma di diverse nazionalità africane.

Il loro ingresso in Italia è reso possibile dal Protocollo d’intesa tra lo Stato italiano e la Conferenza Episcopale Italiana, che organizza e finanzia attraverso la Caritas i corridoi umanitari. Progetto che da alcuni anni ha permesso l’arrivo in modo ordinato e sicuro a migliaia di richiedenti asilo in condizioni di vulnerabilità, individuati nei campi profughi di Etiopia, Sudan, Giordania e Niger.
“Ho provato un’emozione fortissima – riferisce Fabrizio Motta, referente dell’area immigrazione di Caritas Crema – vedere, al momento dell’incontro nell’hangar a Fiumicino riservato al loro arrivo, la felicità incontenibile di tutti, adulti e bambini, per essere giunti in un luogo sicuro.”          Continua nell’ ALLEGATO

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NOTIZIE DALL’UFFICIO MIGRANTES (La Redazione)

Da inizio anno sbarcate 19.794 persone migranti

Sono 19.794 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane dall’inizio dell’anno. Di questi 3.144 sono di nazionalità bengalese (16%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (2.910, 15%), Costa d’Avorio (1.581, 8%), Egitto (1.533, 8%), Eritrea (1.195, 6%), Sudan (1.141, 6%), Guinea (1.034, 5%), Marocco (924, 5%), Iran (703, 3%), Mali (647, 3%) a cui si aggiungono 4.982 persone (25%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è aggiornato alle 8 di questa mattina ed è diffuso dal ministero degli Interni nel “cruscotto sbarchi”.          Continua nell’ ALLEGATO

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NOTIZIE FLASH DAL MONDO

a cura del Gruppo di Animazione Missionaria di SCANNABUE

IMPARARE AD ESSERE “MISSIONARI GENEROSI”

Il Pontificio Collegio S. Paolo Apostolo di Roma è un Seminario internazionale che favorisce l’incontro di Chiese vive, ognuna impegnata in contesti differenti. Tre voci raccontano la dimensione di universalità della Chiesa, ovunque missionaria e in uscita.
 Pare Griserio Vargas è un sacerdote del Nicaragua, viene dalla regione più povera del Paese, studia diritto canonico al Pontificio Collegio S.Paolo Apostolo e sa bene che quando tornerà a casa sarà più motivato e  il suo studio sarà prezioso per i fedeli che accompagnerà. Spiega che da loro i laici sono una realtà attiva e di fatto guidano la comunità e tante donne sono ministri del culto.
Padre Prince Franklin, invece, viene dall’India e racconta che a 15 anni è entrato in seminario. A 3 anni dall’ordinazione, il Vescovo lo ha mandato a studiare al Collegio di Roma. Ora, come vicedirettore, fa parte della formazione permanente dei sacerdoti e quando tornerà in India proseguirà il suo lavoro di dialogo interreligioso con fedeli indù e buddisti.          Continua nell’ ALLEGATO

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Il Centro Missionario informa…

 LE TESTIMONIANZE DEI MISSIONARI SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

CONSIGLIAMO LA VISIONE

Kobra inaugura Memoriale della Fede in S. Paulo (Brasile)
Kobra, uno dei maggiori graffitisti del mondo, ha realizzato questa splendida opera in S. Paulo.

Link al video:

https://drive.google.com/file/d/15UFiC5JmzAvqeqkL7G0DeLIM72D3plvQ/view?usp=sharing

Iscriviti al canale di youtube del “Centro Missionario Diocesi di Crema”, per essere avvisato ad ogni pubblicazione di un nuovo video. Link: https://www.youtube.com/channel/UCV1dJoWbFRA2sSAwpJTBpxg

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                               il 12 giugno scorso è stata ricordata la GIORNATA MONDIALE  CONTRO LO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO MINORILE e, al di là dei bei discorsi di principio, è stata l’occasione per fare il punto su una reltà sempre molto scottante che spesso, dall’Africa all’India, dal Bangladesh all’America Latina, passando dall’Europa, occupa le prime pagine dei giornali.
Purtroppo i dati che ci vengono forniti dall’UNICEF e dall’ILO-OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) sono allarmanti. 160 milioni è la cifra assoluta, a livello mondiale, di bambini che lavorano e, per la prima volta, negli ultimi vent’anni, il loro numero torna a crescere, al punto che, dopo 18 mesi di isolamento e di chiusure più o meno totali, il loro numero è aumentato del 10%. Un’altra conseguenza della pandemia?
In primo luogo va chiarito che quando si parla di lavoro minorile non si tratta di far bagnare l’orto o di accudire gli animali domestici che possediamo. Si parla di Minori, spesso con poco più di 6 anni, che svolgono lavori pesanti e logoranti. Si tratta di bambini che saltano tutte le tappe del loro normale sviluppo fisico e psicologico per essere proiettati in un mondo che non è il loro, è popolato da adulti e in più è pericoloso.          Continua nell’ ALLEGATO

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PER USCIRE BENE DALLA PANDEMIA, RICOSTRUIRE CON PAZIENZA E COSTANZA (Angelus, 13-06-2021)

2a. Angelus 13.06.21Le parabole che oggi ci presenta la Liturgia – due parabole – si ispirano proprio alla vita ordinaria e rivelano lo sguardo attento di Gesù, che osserva la realtà e, mediante piccole immagini quotidiane, apre delle finestre sul mistero di Dio e sulla vicenda umana. Gesù parlava in modo facile da capire, parlava con immagini della realtà, della vita quotidiana. Così, ci insegna che anche le cose di ogni giorno, quelle che a volte sembrano tutte uguali e che portiamo avanti con distrazione o fatica, sono abitate dalla presenza nascosta di Dio, cioè hanno un significato. Allora, abbiamo bisogno pure noi di occhi attenti, per saper “cercare e trovare Dio in tutte le cose”.
Gesù oggi paragona il Regno di Dio, cioè la sua presenza che abita il cuore delle cose e del mondo, al granello di senape, cioè al seme più piccolo che ci sia: è piccolissimo. Eppure, gettato in terra, esso cresce fino a diventare l’albero più grande (cfr Mc 4,31-32). Così fa Dio. A volte, il frastuono del mondo, insieme alle tante attività che riempiono le nostre giornate, ci impediscono di fermarci e di scorgere in quale modo il Signore conduce la storia. Eppure – assicura il Vangelo – Dio è all’opera, al modo di un piccolo seme buono, che silenziosamente e lentamente germoglia.           Continua nell’ ALLEGATO

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L’EUCARESTIA È PANE DEI PECCATORI, NON PREMIO DEI SANTI (Angelus, 06-06-2021)

1. Angelus 06.06.21Oggi, in Italia e in altri Paesi, si celebra la Solennità del Corpo e Sangue di Cristo. Il Vangelo ci presenta il racconto dell’Ultima Cena (Mc 14,12-16.22-26). Le parole e i gesti del Signore ci toccano il cuore: Egli prende il pane nelle sue mani, pronuncia la benedizione, lo spezza e lo porge ai discepoli, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo» (v. 22).
È così, con semplicità, che Gesù ci dona il sacramento più grande. Il suo è un gesto umile di dono, un gesto di condivisione. Al culmine della sua vita, non distribuisce pane in abbondanza per sfamare le folle, ma spezza sé stesso nella cena pasquale con i discepoli. In questo modo Gesù ci mostra che il traguardo della vita sta nel donarsi, che la cosa più grande è servire. E noi ritroviamo oggi la grandezza di Dio in un pezzetto di Pane, in una fragilità che trabocca amore, trabocca condivisione. Fragilità è proprio la parola che vorrei sottolineare. Gesù si fa fragile come il pane che si spezza e si sbriciola. Ma proprio lì sta la sua forza, nella sua fragilità. Nell’Eucaristia la fragilità è forza: forza dell’amore che si fa piccolo per poter essere accolto e non temuto; forza dell’amore che si spezza e si divide per nutrire e dare vita; forza dell’amore che si frammenta per riunire tutti noi in unità.          Continua nell’ ALLEGATO

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