Un mondo da ricostruire IL RECOVERY PLAN (Piero Carelli)

6a. economiaCome gestirlo in modo da non lasciare indietro nessun lavoratore nella delicatissima fase della riconversione professionale?

Ha preso il via la nuova edizione della “Scuola di formazione politica ed economica 2022”. Il primo incontro, svoltosi martedì 22 marzo, è stato curato dal Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) e dal Movimento Ecclesiale di Iniziativa Culturale (MEIC) ha visto come protagonisti I professori Antonella Occhino e Giovanni Bombelli dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Moderatore Michele Fusari, presidente dell’M.C.L.

Una svolta epocale
Un mondo da ricostruire: un tema, quello del corso del 2022, quanto mai attuale, reso anzi ancora più attuale a causa delle drammatiche vicende della guerra scoppiata nel cuore dell’Europa.
Un mondo da ricostruire: ma come?             Continua nell’ ALLEGATO

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NOTIZIE FLASH DAL MONDO

a cura del Gruppo di Animazione Missionaria di Scannabue

EGITTO: UNA CHIESA PER OGNI MOSCHEA

È quanto dichiarato dal Presidente egiziano in una riunione di urbanisti del suo Paese.
Il Presidente egiziano Abdel Fattah, in una recente riunione tenuta con i membri del governo competenti i piani di urbanizzazione messi in campo ha sintetizzato: “Dove c’è una moschea deve esserci anche una chiesa. E se la chiesa da costruire verrà frequentata anche soltanto da 100 persone, bisogna costruirla ugualmente. Così nessuno dovrà riunirsi in un appartamento e presentare quell’abitazione come una chiesa”.
Fino al 2016, la costruzione di nuovi luoghi di culto cristiani era ancora condizionata e di fatto ostacolata dalle cosiddette “10 regole” aggiunte nel 1934 che vietavano tra l’altro di costruire nuove chiese vicino alle scuole, ai canali, agli edifici governativi, alle ferrovie e alle aree residenziali. L’applicazione rigida di quelle regole aveva impedito la costruzione di chiese in città e paesi abitati dai cristiani, soprattutto nelle aree rurali dell’Alto Egitto.          Continua nell’ ALLEGATO

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“Ma noi abbiamo smarrito la via della pace.
Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso,
il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali.
Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani.
Ci siamo ammalati di avidità,
ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti,
ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo.
Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità,
alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi,
dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra,
abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre nostro,
che ci vuole fratelli e sorelle.
Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto,
fuorché a noi stessi.
E con vergogna diciamo: perdonaci, Signore!”
Dalla CONSACRAZIONE  AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA DI RUSSIA  E UCRAINA di Papa Francesco – 25.03.22

Non è una formula magica – ha precisato il Papa – ma un atto spirituale. È il gesto del pieno affidamento dei figli che, nella tribolazione di questa guerra crudele e insensata che minaccia il mondo, ricorrono alla Madre – come i bambini quando sono spaventati vanno dalla mamma a cercare protezione – gettando nel suo Cuore paura e dolore, consegnando sé stessi a lei”.

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Enrico e le Commissioni Missioni e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                          Il 24 febbraio la Russia invade l’Ucraina riportando la guerra nel cuore dell’Europa.
La risposta immediata che arriva da chi ci governa è inviare armi all’Ucraina. Noi pensiamo che inviare armi non serva a riportare la pace, ma solo ad aumentare la violenza e il numero delle vittime.
Ancora una volta, chi governa pensa che la guerra sia l’unica soluzione.
Ci dice che la guerra può essere “giusta”, “necessaria”, e “inevitabile”: non è vero, non esistono guerre giuste, la guerra appare inevitabile solo a chi non ha fatto nulla per evitarla con i negoziati e la diplomazia.
Ci dice che la guerra può essere “umanitaria”: non è vero, la guerra porta sempre morte e distruzione, è la negazione dell’umanità.          Continua nell’ ALLEGATO

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IL MALE ESISTE, MA NON PROVIENE DA DIO (Angelus, 20-03-2022)

1a. AngelusSiamo al cuore del cammino quaresimale e oggi il Vangelo inizialmente presenta Gesù che commenta alcuni fatti di cronaca. Mentre era vivo il ricordo di diciotto persone morte sotto il crollo di una torre, gli raccontano di alcuni Galilei che Pilato aveva fatto uccidere (cfr Lc 13,1). E c’è una domanda che sembra accompagnare queste tragiche notizie: di chi è la colpa di questi fatti terribili? Forse quelle persone erano più colpevoli di altre e Dio le ha punite? Questi sono interrogativi che tornano sempre attuali; quando la cronaca nera ci opprime e ci sentiamo impotenti dinanzi al male, spesso viene da chiedersi: si tratta forse di un castigo di Dio? È Lui a mandare una guerra o una pandemia per punirci dei nostri peccati? E perché il Signore non interviene?
Dobbiamo stare attenti: quando il male ci opprime rischiamo di perdere lucidità e, per trovare una risposta facile a quanto non riusciamo a spiegarci, finiamo per incolpare Dio.          Continua nell’ ALLEGATO

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VOCE DEL VERBO (La Redazione)

2a. Missionari martiri_242 anni fa, esattamente il 24 marzo 1980, veniva assassinato a S. Salvador mons. Oscar Romero. Anche la Diocesi di Crema ha voluto ricordare questa memoria, celebrando venerdì sera, all’interno della “24 ore per il Signore”, una Veglia di preghiera presieduta dal vescovo Daniele. Di seguito una breve presentazione  e il commento del Vescovo al Vangelo del Buon Pastore.

L’esempio di Romero, che in questo modo pagava di persona la sua scelta, prettamente evangelica, di star vicino a chi subiva la violenza, è stato seguito da molti altri, uomini e donne, consacrati e laici. Si calcola infatti che solo dal 2000 al 2020 siano stati 536 a subire la stessa sorte.          Continua nell’ ALLEGATO

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DARE LA VITA PER TUTTI, ANCHE PER I NEMICI (Mons. Daniele Gianotti)

3a. TibhirineQuesto il senso della riflessione condotta dal Vescovo, durante la Veglia celebrata nella Chiesa dei Sabbioni, il 25 marzo scorso, commentando il Vangelo di Giovanni sulla figura del Buon Pastore.

I monaci trappisti di Tibhirine, che si erano trovati – anche per la posizione geografica del loro monastero – in mezzo tra gli integralisti islamici e l’esercito algerino, durante la terribile guerra civile che devastò l’Algeria intorno alla metà degli anni ’90, avevano fatto la scelta di chiamare gli uni (gli integralisti islamici) i «fratelli della montagna» e gli altri (l’esercito, il cui comportamento era tutt’altro che ineccepibile) i «fratelli della pianura». E fr. Luc, il monaco che era anche medico, e che curava tutta la popolazione all’intorno, aveva curato feriti degli uni e degli altri.
Era il modo che avevano scelto non per rimanere neutrali, non per nascondersi dietro un «né con gli uni, né con gli altri» (tant’è vero che poi furono rapiti e uccisi, nella primavera del 1996… e a tutt’oggi non è ancora chiaro a chi sia dovuta la loro morte), ma piuttosto per dire che l’atteggiamento del cristiano, quando si tratta delle persone, non può che essere «per» – non può che essere il «dare la vita».          Continua nell’ ALLEGATO

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LA NATO STA GIÀ IN UCRAINA (Domenico Gallo)

4. Situazione-natoIl conflitto ucraino assume ora la veste di un scontro diretto Russia-NATO per interposta Ucraina come dimostra l’attacco contro la base militare di Yavoriv, a 25 km dal confine polacco. Ci vuole una nuova Conferenza di Helsinki che rilanci la cooperazione e la sicurezza comune in Europa.

Siamo arrivati al ventesimo giorno di guerra d’aggressione all’Ucraina e ancora non sappiamo se e quando arriverà il cessate il fuoco. Quello che sappiamo è che ogni giorno, ogni ora di guerra semina fiumi di sangue e di lacrime, provoca morte, distruzioni e miseria. Col passare del tempo il conflitto diventa più feroce e rischia di espandersi.
L’attacco contro la base militare di Yavoriv, situata a 25 km dal confine polacco, ha spinto il conflitto ai confini della NATO ed ha evidenziato la presenza di personale militare straniero che collabora attivamente con le forze armate ucraine. La fornitura di armi da parte di paesi dell’Alleanza atlantica e la presenza di «addestratori», fa crescere il rischio di escalation del conflitto. La richiesta incessante del presidente Zelenski di istituire una no fly zone esprime un chiaro disegno di coinvolgere nel conflitto armato i Paesi europei e gli USA. Dal suo punto di vista è comprensibile perché è l’unica chance che potrebbe consentire all’Ucraina di sconfiggere un esercito invasore molto più potente.          Continua nell’ ALLEGATO

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