GLI STRANIERI IN ITALIA PRODUCONO 127 MILIARDI DI RICCHEZZA.

migrantesGli stranieri che lavorano in Italia producono 127 miliardi di ricchezza. Il dato è contenuto nel Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione redatto dalla Fondazione Moressa e presentato al Viminale a Roma. Secondo i ricercatori – che hanno concentrato la loro attenzione sull’impatto fiscale dell’immigrazione in Italia – il contributo economico degli stranieri nel nostro Paese si traduce in 7 miliardi di Irpef versata, in oltre 550 mila imprese straniere che producono ogni anno 96 miliardi di valore aggiunto. Di contro, la spesa destinata agli immigrati è pari al 2% della spesa pubblica italiana (15 miliardi: molto meno, ad esempio, dei 270 miliardi per le pensioni). Secondo il rapporto nel 2015, gli italiani in età lavorativa rappresentavano il 63,2%, mentre tra gli stranieri la quota raggiungeva il 78,1%. Dal punto di vista economico, la ricchezza prodotta dagli stranieri in termini di valore aggiunto nel 2015 è pari a 127 miliardi (8,8% del valore aggiunto nazionale), di poco inferiore al fatturato del “gruppo Fiat” (Exor, fatturato pari a 136 miliardi).

Migrantes on line – 11 ottobre 2016

VEGLIA MISSIONARIA

Libretto Veglia-1.pdf

 

Chi vorrà partecipare avrà modo di ascoltare alcune significative testimonianze, potrà cantare insieme al Coro Multietnico de Crema in quattro lingue, riceverà, al termine, un piccolo oggetto simbolo della partecipazione, ma soprattutto avrà un’occasione in più per salutare il vescovo Oscar, ormai destinato alla grande diocesi di Como.

I testi della Veglia Missionaria nell’ ALLEGATO

 

 

IL PAPA IN AZERBAIJAN: LA TRAMA DELLA FEDE E L’ORDITO DEL SERVIZIO

La Parola di Dio ci presenta oggi due aspetti essenziali della vita cristiana: la fede e il servizio. A proposito della fede, vengono rivolte al Signore due particolari richieste.

Pope Francis boards an airplane at Leonardo Da Vinci in Rome's Fiumicino international airport, on his way to Tbilisi, Georgia, Friday, 30 September, 2016. The pontiff is traveling to Georgia and Azerbaijan for a three-day visit.  ANSA/Telenews

Carissimi Fratelli e Sorelle,

 La prima è quella del profeta Abacuc, che implora Dio perché intervenga e ristabilisca la giustizia e la pace che gli uomini hanno infranto con violenza, liti e contese: «Fino a quando, Signore, – dice – implorerò aiuto e non ascolti?» (Ab 1,2). Dio, rispondendo, non interviene direttamente, non risolve la situazione in modo brusco, non si rende presente con la forza. Al contrario, invita ad attendere con pazienza, senza mai perdere la speranza; soprattutto, sottolinea l’importanza della fede. Perché per la sua fede l’uomo vivrà (cfr Ab 2,4). Così Dio fa anche con noi: non asseconda i nostri desideri che vorrebbero cambiare il mondo e gli altri subito e continuamente, ma mira anzitutto a guarire il cuore, il mio cuore, il tuo cuore, il cuore di ciascuno; Dio cambia il mondo cambiando i nostri cuori, e questo non può farlo senza di noi.

                                         L’omelia continua nell’  ALLEGATO

A 84 ANNI SUL BARCONE PER RIVEDERE IL FIGLIO

Nessuno era davvero pronto a un’anziana madre venuta dalla parte sbagliata del mare!

Ghebru Mebrat
            Ghebru Mebrat

Da anni accolgono volti di ogni provenienza, ascoltano ogni genere di richiesta, raccolgono storie di drammi e di sogni. Gli operatori del Centro di Accoglienza conoscono a memoria le istanze dei migranti. Ma non erano preparati a lei.
“Vengo dal Sudan. Ho compiuto 84 anni. Sono quasi sorda e cieca. Voglio solo rivedere coi miei occhi mio figlio, almeno un’ultima volta”. Da sola, nessun parente al seguito. Acciaccata da una vita di esilio, la nonna del deserto era sbarcata con decine di altri. Per settimane e mesi in balia dei trafficanti, con un solo, semplice e ultimo desiderio: rivedere suo figlio.
Da giorni gli operatori di Auxilium, la cooperativa sociale a cui è affidato il C.A.R.A. romano di Castelnuovo di Porto, ne hanno fatto una battaglia burocratica perché “questa bellissima donna di 84 anni possa realizzare il suo sogno più grande”. Ma la burocrazia ha i suoi tempi. Che ne sanno le carte bollate del cuore di una madre? Lei eritrea e cristiana, per vent’anni esule in Sudan, deve seguire l’iter: mettersi in coda e attendere. Senza alcun futuro davanti, tre anni fa il figlio si unì a una carovana diretta verso l’Europa. Ora è in Germania, ma non può tornare in Sudan. Angelo Chiorazzo, presidente di Auxilium, riferisce di come l’anziana sia partita da sola, affrontando un’odissea che fa tremare di paura gli uomini più forti. “Su un camion ha attraversato il deserto ed è arrivata in Libia. Dopo molti mesi è stata caricata su un barcone ed è sbarcata in Sicilia”. Non ha mai temuto di morire. E se anche fosse morta, ne sarebbe valsa la pena.
Da quando è arrivata al C.A.R.A. è cominciata la pressante richiesta degli operatori alle autorità perché non si perda altro tempo a concedere il lasciapassare verso la Germania. La speranza è che, per una volta, la burocrazia non sia più spietata dei trafficanti.
Avvenire – 5 ottobre 2016

25/09/2016. IL PAPA AI CATECHISTI: I POVERI NON SONO UN’APPENDICE DEL VANGELO

L’Apostolo Paolo nella seconda lettura rivolge a Timoteo, ma anche a noi, alcune raccomandazioni che gli stanno a cuore. Tra queste, chiede di «conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento» (1 Tm 6,14).

ultimo Carissimi Fratelli e Sorelle,

 L’apostolo Paolo parla semplicemente di un comandamento. Sembra che voglia farci tenere fisso lo sguardo su ciò che è essenziale per la fede. San Paolo, infatti, non raccomanda tanti punti e aspetti, ma sottolinea il centro della fede. Questo centro attorno al quale tutto ruota, questo cuore pulsante che dà vita a tutto è l’annuncio pasquale, il primo annuncio: il Signore Gesù è risorto, il Signore Gesù ti ama, per te ha dato la sua vita; risorto e vivo, ti sta accanto e ti attende ogni giorno. Non dobbiamo mai dimenticarlo.

                                                                                L’omelia continua nell’ALLEGATO

È ARRIVATO IL MESE MISSIONARIO

  1. Presso l’Ufficio del Centro Missionario o presso la Curia sono disponibili le BUSTE MISSIONARIE contenenti tutto il necessario per preparare le attività del Mese. Se ci fossero difficoltà nel venirle a prendere, telefonate e faremo di tutto per recapitarvele nel più breve tempo possibile.
  2. Sabato 15 di ottobre, alle ore 21 in Cattedrale, si svolgerà la VEGLIA MISSIONARIA. La Giornata missionaria è infatti fissata per il 23 ottobre e quindi la data logica della Veglia dovrebbe essere il 22. Tuttavia in quella data è stato stabilito un appuntamento importantissimo per la nostra Diocesi: l’ordinazione di tre nuovi diaconi, che, come sapete, prelude, l’anno venturo, alla loro ordinazione sacerdotale. Ecco spiegato il motivo dell’anticipo.Come avvenuto ,lo scorso anno vi invieremo, tramite la nostra Comunicazione della Domenica, il testo della Veglia.
  3. Contrariamente a quanto avviene di solito, quest’anno abbiamo la fortuna di avere tra noi diversi Missionari:
  • don Federico BRAGONZI fidei donum in Uruguay
  • suor Clara ZANIBONI paolina in Uganda
  • padre Renato RIBONI comboniano in Colombia
  • A questi si aggiungono diversi laici e laiche che, durante l’estate hanno fatto esperienze missionarie.

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“GUARDO ALTO” PER SCRUTARE LONTANO

Che cosa significa “GUARDO ALTO”?  alto

Significa alzare lo sguardo dal nostro quotidiano, dal nostro particolare, dalle nostre piccole cose di tutti i giorni, per scoprire che poco più in là esiste un’altra umanità, un’altra realtà, un altro mondo. Questo non vuol dire svalutare la nostra vita, significa solo confrontarla con altre per darle la giusta dimensione, anche ridimensionandola, se necessario.

È stato alla luce di questo pensiero che le diocesi di Crema e Cremona, insieme all’Associazione “Amici del Brasile” hanno pensato di dar vita a questo progetto formativo. Mai come in questo momento siamo bombardati da informazioni e mai come in questo momento ci sentiamo confusi e senza orientamento. L’obiettivo dei quattro incontri, che si svolgeranno in parte a Caravaggio e in parte a Crema, è semplicemente quello di fare chiarezza su un mondo che sembra avvitarsi su se stesso in una spirale di violenza senza fine.

Ma non basta fare chiarezza, come cristiani e missionari dobbiamo agire. Come? Dove?

Per questo l’ultimo incontro sarà dedicato proprio a questo impegno e verremo aiutati non tanto a trovare soluzioni, quanto a imboccare cammini che ci permettano di vivere con coerenza il nostro impegno di essere “Chiesa in uscita”.

                                              In dettaglio temi e relatori nella locandina nell’ ALLEGATO

INCONTRO DI ANIMAZIONE MISSIONARIA

Domenica scorsa, 25 settembre, si è svolto nostro primo appuntamento presso l’oratorio di S. CARLO – CREMA.

san carloCome abbiamo più volte ripetuto è in atto un profondo ed utile ripensamento della Missione. Papa Francesco, chiedendoci da sempre di essere una “Chiesa in uscita”, ci ricorda che ognuno di noi, in quanto cristiano, è automaticamente missionario e che quindi la missione deve essere totale, a 360°. Questo significa che l’attività missionaria non può essere delegata, ma deve diventare l’attività primaria di tutti noi. Per questo abbiamo deciso di avvalerci, a partire proprio dall’incontro di settembre, dell’aiuto di alcuni Testimoni che ci aiuteranno a capire meglio quello che il Papa ci chiede.
I primi testimoni missionari sono stati i coniugi Chiara e Giovanni BALESTRIERI.
Tornati in Italia nel gennaio 2013, dopo due esperienze in missione nello Sri Lanka e in Perù, vivono, con le loro tre figlie, a Vigano Certosino, tra Gaggiano e Abbiategrasso nella Città Metropolitana di Milano, abitando e lavorando in una parrocchia rimasta senza parroco residente. Chiara e Giovanni non sono gli unici a vivere questa nuova esperienza missionaria. Appartengono infatti al Gruppo Famiglie Missionarie a Km 0, un’esperienza che si sta lentamente diffondendo nella diocesi di Milano e che sta coinvolgendo diverse famiglie inviate come missionarie in luoghi dove, essendo in atto le Unità Pastorali, la presenza del sacerdote è divenuta più saltuaria e tuttavia la parrocchia non chiude, ma rimane il luogo centrale dove si incontra non solo la Comunità cristiana, ma anche tutti coloro che vogliono comunque dare un loro contributo di servizio.
È un’esperienza semplice e ricca nello stesso tempo, che, apprezzata dai presenti, merita col tempo di essere approfondita.
Durante l’incontro, durante il quale ci siamo chiesti se il nostro giorno di incontro (la domenica) e il nostro orario (il pomeriggio) sono utili e permettono la partecipazione di tutti, abbiamo avuto altre importanti presenze:

Sofia MARCONI  del Movimento di Lotta contro la Fame nel Mondo di Lodi, ci ha raccontato la sua esperienza in Ruanda, dove ha assistito alla costruzione dell’acquedotto finanziato con la Campagna ABBIAMO RISO PER UNA COSA SERIA, sostenuta da molte parrocchie.

Don FEDERICO, che, come sempre, ci ha animato e incoraggiato nel nostro impegno missionario.

Un GRAZIE pieno di riconoscenza al parroco don MAURIZIO ed al locale GRUPPO MISSIONARIO, che hanno pensato anche al nostro benessere corporale (oltre naturalmente a quello spirituale).

PERDONACI… COME NOI PERDONIAMO

mons. Agnesi
mons. Agnesi

Questo il titolo del Pellegrinaggio che oggi ha visto coinvolti migliaia di Migranti provenienti da tutta la Lombardia. Tra questi 70 provenivano da Crema.
Quest’anno l’appuntamento al Santuario Mariano, che si ripete ogni due anni, ha avuto come tema la misericordia di Dio che ci avvolge sempre e che, come ha ricordato mons. Franco Agnesi, Vescovo delegato dalla Conferenza episcopale lombarda alla pastorale dei migranti: “ci proietta verso il futuro sempre rinnovati”.
Del resto, come ci ricorda il Papa, “siamo chiamati a vivere di misericordia perché a noi per primi è stata usata misericordia”. Il perdono delle offese diventa davvero l’espressione più evidente dell’amore misericordioso e per noi cristiani è un imperativo.
Per questo il momento più significativo  della giornata è stato quando, al momento dello Scambio della pace, diverse famiglie migranti, abbracciate da mons. Agnesi, a loro volta hanno propagato, a cascata, questo abbraccio a tutti i presenti, che sono stati così  coinvolti in un emozionante gesto di perdono collettivo, veri “pellegrini della
misericordia”.  Vale la pena ricordare che il pellegrinaggio è un segno peculiare dell’Anno Santo, perché icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza.