RIPARTIAMO DALL’OVVIO (Camillo Ripamonti)

25-4Sacerdote, presidente Centro Astalli – Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia – Camillo Ripamonti in questa lettera-articolo, scritto al quotidiano Avvenire, cerca di riportare la riflessione su quei binari di umanità, ragionevolezza e civiltà che anche in Italia sembra si stiano perdendo.

Caro direttore,
ripartiamo da quanto dovrebbe essere ovvio. In quest’estate in cui dibattito politico e mediatico si occupano dei migranti e dei rifugiati senza quasi mai mettere a fuoco chi sono, quali storie hanno, che sogni e aspirazioni li spingono a rischiare   la vita verso un “dove” dove troppi li considerano peso e li rifiutano come pietre di scarto, pare davvero ripartire dall’ovvio, cioè dal riportare al centro i soggetti della migrazione, coloro che migrano. Cosificati da politiche di interesse, è giusto e necessario restituire loro la dignità di persone. Ogni giorno che passa di questa calda estate insieme alle migliaia di ettari di bosco del nostro Paese, sembrano andare in fumo anche i più banali princìpi di umanità e civiltà che ne costituiscono le fondamenta.                                                                                                                                      L’articolo prosegue nell’ ALLEGATO

MIGRANTI, CHI INFLIGGE COLPI MORTALI AL CODICE MORALE (Marco Revelli)

25-3Marco Revelli, storico, sociologo e politologo interviene nel dibattito con questa riflessione. Non era ancora accaduto infatti, nel lungo dopoguerra almeno, in Europa e nel mondo cosiddetto «civile», che la solidarietà, il salvataggio di vite umane, l’«umanità» come pratica individuale e collettiva, fossero stigmatizzati, circondati di diffidenza, scoraggiati e puniti.
Negli ultimi giorni qualcosa di spaventosamente grave è accaduto, nella calura di mezza estate. Senza trovare quasi resistenza, con la forza inerte dell’apparente normalità, la dimensione dell’«inumano» è entrata nel nostro orizzonte, l’ha contaminato e occupato facendosi logica politica e linguaggio mediatico. E per questa via ha inferto un colpo mortale al nostro senso morale.
L’«inumano», è bene chiarirlo, non è la mera dimensione ferina della natura contrapposta all’acculturata condizione umana.
Non è il «mostruoso» che appare a prima vista estraneo all’uomo. Al contrario è un atteggiamento propriamente umano: l’«inumano» – come ha scritto Carlo Galli – «è piuttosto il presentarsi attuale della possibilità che l’uomo sia nulla per l’altro uomo».                                                                                                                                                L’articolo prosegue nell’ ALLEGATO

PADRE GIUSEPPE FORNONI LASCIA LA PARROCCHIA DEI SABBIONI (Redazione)

25-2Lui dice che sono passati ormai 10 anni da quando ha messo piede in territorio cremasco. A noi sembra molto meno o forse molti di più, abituati a vederlo con un improbabile saio addosso (il minimo sindacale, verrebbe da dire), impegnato nelle più disparate attività. Sempre pronto ad ascoltarti, magari a perdere anche un’ora preziosa per rispondere ad un tuo quesito, perché attento all’aspetto umano della relazione, padre Giuseppe è stato un parroco molto attento alla realtà che si muove dentro e intorno alla Parrocchia.
Sicuramente il nuovo incarico significherà per P. Giuseppe un salto qualitativo come impegno e responsabilità di lavoro, anche se sarà vissuto semplicemente come un’altra opportunità di incarnare il Vangelo nella sequela gioiosa e radicale di Francesco d’Assisi.
Un grande augurio di buon lavoro a te, padre Giuseppe con la speranza che chi verrà dopo di te sappia far tesoro della lezione comunitaria fin qui vissuta dalla Parrocchia dei Sabbioni. Ci mancherai. Un abbraccio.

CAMERUN, UN PICCOLO IMPRENDITORE BATTE LA NESTLÉ (Africa)

25-1Davide ha battuto Golia. La storia di è ripetuta in Camerun dove un piccolo imprenditore locale è riuscito portare in Tribunale e a sconfiggere la Nestlé.

La battaglia è durata 15 anni e non tutto è stato semplice per Pio Bissek, 72 anni amministratore delegato della Codilait. Alla fine, però, la multinazionale elvetica, che fattura 82 miliardi di euro, è stata condannata per concorrenza sleale e ha dovuto pagargli 15 milioni di euro di danni.
Ma facciamo un passo indietro. Siamo a metà degli anni Novanta. In Camerun si scatena una guerra commerciale sul latte condensato. La Codilait, azienda che dà lavoro a 200 dipendenti, produce «Super Milk», un latte condensato la cui confezione da 400 g viene venduta a 2,13 euro. È il primo latte condensato interamente camerunese e non importato dall’estero. In quello stesso periodo però la Nestlè lancia un prodotto concorrente, «Gloria», a meno di 2 euro.                                                                                                                                                     L’articolo prosegue nell’ ALLEGATO

GESÙ NON CI LEVA I PESI DALLA VITA, MA L’ANGOSCIA DAL CUORE (Papa Francesco – Angelus 09.07.17)

1Nel Vangelo di oggi Gesù dice: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). Il Signore non riserva questa frase a qualcuno dei suoi amici, no, la rivolge a “tutti” coloro che sono stanchi e oppressi dalla vita.

 Carissimi Fratelli e Sorelle,

E chi può sentirsi escluso da questo invito? Il Signore sa quanto la vita può essere pesante. Sa che molte cose affaticano il cuore: delusioni e ferite del passato, pesi da portare e torti da sopportare nel presente, incertezze e preoccupazioni per il futuro. Di fronte a tutto questo, la prima parola di Gesù è un invito, un invito a muoversi e reagire: “Venite”. Lo sbaglio, quando le cose vanno male, è restare dove si è, coricato lì. Sembra evidente, ma quanto è difficile reagire e aprirsi! Non è facile. Nei momenti bui viene naturale stare con sé stessi, rimuginare su quanto è ingiusta la vita, su quanto sono ingrati gli altri e com’è cattivo il mondo, e così via. Tutti lo sappiamo.                                                                                                                                            L’ Angelus continua nell’ ALLEGATO

TROVIAMO IL CORAGGIO DI FARE UNA BELLA BONIFICA DEL NOSTRO TERRENO, CIOÈ DEL NOSTRO CUORE (Papa Francesco – Angelus: 16.07.17)

Gesù, quando parlava, usava un linguaggio semplice e si serviva anche di immagini, che erano esempi tratti dalla vita quotidiana, in modo da poter essere compreso facilmente da tutti. Per questo lo ascoltavano volentieri e apprezzavano il suo messaggio che arrivava dritto nel loro cuore.

 Carissimi Fratelli e Sorelle,

 Non era quel linguaggio complicato da comprendere, quello che usavano i dottori della Legge del tempo, che non si capiva bene ma che era pieno di rigidità e allontanava la gente. E con questo linguaggio Gesù faceva capire il mistero del Regno di Dio; non era una teologia complicata. E un esempio è quello che oggi porta il Vangelo: la parabola del seminatore.                                                                                                                                                                    L’ Angelus continua nell’ ALLEGATO

LA BREVE VITA DI CHARLIE (Redazione)

1Ripercorriamo rapidamente le principali tappe della vita di Charlie Gard. Una vita segnata fondamentalmente  dalle sentenze dei tribunali.

Charlie era nato il 4 agosto 2016: fra pochi giorni avrebbe compiuto un anno.
All’inizio sembrava del tutto sano, ma   dopo alcune settimane ha manifestato i sintomi di una rarissima malattia degenerativa: la Sindrome da deplezione del Dna mitocondriale, una malattia di cui sono noti    solo altri 16 casi in tutto il mondo e che impedisce al corpo di produrre sufficiente energia per alimentare da solo organi vitali interni come fegato e cervello, che così deperiscono progressivamente ed in modo inarrestabile.
Lunghissima la battaglia legale sostenuta dai genitori che volevano curarlo grazie a terapie sperimentali negli Stati Uniti, nonostante il diniego del Great Ormond Street Hospital di Londra, dove era ricoverato. I medici dell’ospedale avevano infatti dichiarato il bambino incurabile, decretando il distacco della macchina che consentiva al piccolo di respirare.
Per tre volte i genitori si sono visti confermata questa decisione in altrettanti gradi di giudizio dei tribunali di Londra.
Lo stesso è avvenuto il 27 giugno quando la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo si è rifiutata di intervenire.
La coppia alla fine si è arresa, ma denunciando i ritardi burocratici e giuridici, ritenendo che si dovesse intervenire subito per tentare il tutto per tutto per salvare il piccolo. Migliaia le preghiere, le dichiarazioni di affetto che sono arrivate alla famiglia Gard, tra le quali anche quelle di papa Francesco e del presidente Trump.
Il 27 luglio Charlie viene trasferito in una struttura per malati terminali (hospice).
Il 28 luglio Charlie è stato estubato e quindi staccato dalla macchina per la ventilazione che gli consentiva di respirare. La morte è arrivata poco dopo. I genitori avrebbero voluto portarlo a casa per farlo morire nella sua cameretta, ma non è stato possibile perché materialmente le macchine che lo tenevano in vita non passavano attraverso la porta di casa. Questa la reazione della madre: “il Great Ormond Street Hospital ci ha negato il nostro ultimo desiderio”.

PERCHÉ CON CHARLIE SI SCIVOLA NELL’ACCANIMENTO TERAPEUTICO (Alessandra Rigoli)

1Nata a Milano nel 1987 e con diploma scientifico all’Istituto Sacro Cuore a Milano, si laurea con lode in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano nel 2012. Attualmente al 4 anno di scuola di specialità in Anestesia e Rianimazione presso la stessa università. Riportiamo un post scritto da Alessandra Rigoli su Facebook, nel quale cerca di fare chiarezza sulle tante cose dette su Charlie, tra cui l’accanimento terapeutico. 

Credo sia davvero sbagliata la posizione espressa da alcuni circa la vicenda di Charlie e trovo molto gravi le accuse che vengono rivolte a medici e giudici di essere assassini. Accuse gravi e ingiustificabili. Che mi spaventano molto. Anche perché me le sono sentite rivolgere in una circostanza simile a questa e non è bello quando la tua professionalità, il tuo impegno a servire i pazienti, soprattutto i più piccoli, le scelte durissime che fai in coscienza e per cui non dormi la notte, non solo vengono messi in dubbio – che sarebbe anche utile – ma vengono calpestati con aggressività da persone che non hanno alcuna competenza. Non credo che si tratti di toni degni dello stile cristiano comunque ed è questo mi ha indotto a scrivere qualcosa sull’argomento anche in base a richieste di molti amici. Detto questo voglio provare a chiarire perché penso che medici e giudici abbiano scelto una cosa buona per Charlie. Il mio è solo il parere di un medico cattolico che si pone, senza idee prefissate o preconcetti ma cercando una sguardo di verità e carità, di fronte alle singole e specifiche situazioni che incontra.                                   La riflessione continua nell’ ALLEGATO

LA TUA VITA NON ERA SENZA SCOPO (Gilberto Borghi)

20-3Nato a Faenza all’inizio degli anni ’60, è formato in Teologia, Filosofia, Psicopedagogia e Pedagogia clinica. Attualmente insegna Religione, fa il Formatore  e il pedagogista clinico. Non condivide le conclusioni dell’articolo della dott.sa Alessandra Rigoli sulla vicenda di Charlie Gard, pur avendo il pregio di offrire ragionamenti concreti e competenti, che raramente si trovano in giro su questioni così delicate.

Ho letto con grande attenzione l’articolo della dott.sa Alessandra Rigoli sulla triste vicenda di Charlie Gard. Dico subito che non condivido le conclusioni della dott.sa, che ritiene corretta la scelta operata, di lasciarlo morire in quel modo. Forse in un modo diverso, sarebbe stato più umano, e avrei anche potuto accettarlo, ma non in quel modo! L’articolo, però, ha il pregio di offrire, finalmente, ragionamenti concreti e competenti, che raramente ho trovato in giro su questioni così delicate.
“Il mio è solo il parere di un medico cattolico che si pone, senza idee prefissate o preconcetti, ma cercando uno sguardo di verità e carità, di fronte alle singole e specifiche situazioni che incontra” afferma la Rigoli che ritiene, nel caso di Charlie, si siano rispettate le indicazioni cattoliche. Per Charlie, infatti, giustamente non si può parlare di Eutanasia, ma di “interrompere alcuni atti medici, artificiali, che lo tengono in vita, ma senza alcun risultato in termini di autonomizzazione presente e futura”. E questo è ammesso dalla Chiesa. E fino a che punto è giusto mantenere questi atti medici artificiali? Anche qui la Rigoli risponde con chiarezza, secondo quanto la dottrina cattolica ha già deciso da tempo. “Se un atto causa più sofferenza rispetto ai vantaggi terapeutici che arreca è dannoso, inutile, ingiusto”.                                                            La riflessione continua nell’  ALLEGATO

L’EREDITÀ DI CHARLIE (Vino Nuovo)

25-1Proprio per raccogliere fino in fondo ciò che questa storia lascia dietro di sé ci sembra importante rilanciare per intero il comunicato che l’Ospedale Bambino Gesù – l’istituzione che per volontà della Santa Sede ha seguito in prima persona questa vicenda non a parole ma con la disponibilità concreta a farsene carico – ha diffuso da Roma nel pomeriggio del 28 luglio. Un testo che adesso ci invita a guardare avanti…

Abbiamo fatto tutto quello che potevamo per rispondere all’appello della famiglia e cercare di dare un’opportunità ulteriore di cura al piccolo Charlie.

Confermiamo, alla luce delle evidenze scientifiche richiamate nel documento firmato dai ricercatori internazionali, che la terapia sperimentale con deossinucleotidi poteva essere un’opportunità per Charlie e potrà esserlo in futuro per tutti i malati rari con la stessa patologia o patologie simili.

Purtroppo, alla luce della valutazione clinica congiunta effettuata sul posto dal nostro ricercatore e medico – prof. Enrico Silvio Bertini, primario di Malattie Muscolari e Neurodegenerative – insieme con il professore di Neurologia della Columbia University, Michio Hirano, è emersa l’impossibilità di avviare il piano terapeutico sperimentale, a causa delle condizioni gravemente compromesse del tessuto muscolare del piccolo Charlie.                                                   La dichiarazione continua  nell’ ALLEGATO