LA SICUREZZA DEI SACERDOTI: UNA GRANDE SFIDA PER LA CHIESA AFRICANA

Kara (Agenzia Fides) – “Il continente africano sta diventando ostile ai sacerdoti ? Il numero di sequestri e omicidi ai danni di religiosi continua a crescere in modo sproporzionato, andando a turbare l’impegno di tanti operatori pastorali”: lo dice all’Agenzia Fides padre Donald Zagore, missionario SMA in merito alla triste vicenda che vede coinvolto il suo confratello, padre Luigi Maccalli, rapito in Niger.
“I continui sequestri in terra africana, soprattutto nella zona occidentale del Paese, non dovrebbero essere taciuti all’opinione pubblica. La grande mobilitazione dell’intera famiglia di Dio in Africa, religiosi e laici, deve spronare ulteriormente i nostri leader politici, garanti della sicurezza della popolazione, ad assumersi le loro responsabilità. Fino a quando questo non si verificherà, ogni tipo di iniziativa sembrerà superflua e inesistente”, rileva il teologo.
“In momenti di grande sofferenza come questi – prosegue – tutta Chiesa, famiglia di Dio, in Africa deve entrare in gioco. Nessuno escluso. Consapevole del fatto che siamo di fronte ad un fenomeno molto pericoloso, delicato e complesso per la Chiesa africana, la sicurezza dei sacerdoti rimane, oggi, una grande sfida. Quando un membro della famiglia soffre, l’intera famiglia soffre. E’ più che mai fondamentale rompere il silenzio per far sentire la propria voce dove è necessario”.
Secondo p. Zagore, “il problema della sicurezza dei preti nel continente africano deve rientrare tra gli argomenti fondamentali dei prossimi grandi incontri regionali e continentali della Chiesa in Africa. E’ necessario affrontare questo problema per trovare soluzioni adeguate per la protezione degli agenti pastorali”.    (DZ/AP) Agenzia Fides – 28/9/2018

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COSA PREVEDE IL DECRETO SALVINI SU IMMIGRAZIONE E SICUREZZA (da Internazionale)

Palazzo Chigi - Insediamento del Presidente del Consiglio Enrico LettaIl 24 settembre il consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il cosiddetto decreto Salvini su immigrazione e sicurezza. Il decreto si compone di tre titoli: il primo si occupa di riforma del diritto d’asilo e della cittadinanza, il secondo di sicurezza pubblica, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata; e l’ultimo di amministrazione e gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia.

Nei giorni precedenti all’approvazione si erano diffuse delle voci su possibili dissidi tra i due partiti di maggioranza, Lega e Movimento 5 stelle, ma il ministro dell’interno Matteo Salvini durante la conferenza stampa a palazzo Chigi ha voluto sottolineare che i cinquestelle hanno approvato senza riserve il suo progetto di riforma.
All’inizio i decreti avrebbero dovuto essere due: il primo sull’immigrazione e il secondo sulla sicurezza e sui beni confiscati alle mafie, poi nel corso dell’ultima settimana sono state fatte delle “limature” e i due decreti sono stati accorpati in un unico provvedimento. Il decreto dovrà ora essere inviato al presidente della repubblica Sergio Mattarella che a sua volta deve autorizzare che la norma sia presentata alle camere.     Continua nell’ ALLEGATO

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LA PRESENZA MILITARE AMERICANA IN AFRICA (SMA-notizie)

Microsoft Word - 1. Presenza Militare Americana Africa-1Nell’ottobre 2017 l’opinione pubblica americana è rimasta colpita dalla notizia dell’uccisione di 4 suoi soldati durante un’operazione militare di Africom in Niger. Fino ad allora il Pentagono aveva negato la presenza di militari in quel Paese del Sahel.

Alcuni mesi dopo, nel marzo 2018, il responsabile di Africom (Comando degli Stati Uniti in Africa), gen. T. Waldhauser, in una audizione al Congresso Americano ha comunicato parecchi dettagli sulla presenza militare USA nel continente. Creato 10 anni fa, Africom impiega attualmente 7.200 persone, tra civili e militari, nelle varie missioni in Africa.
Waldhauser ha richiamato lo schema che guida il Comando: By, With e Through. Le operazioni che vedono coinvolti gli americani, devono essere dirette da personale africano, con l’assistenza americana, per mezzo di una cooperazione delle due forze.
AFJN ha avuto accesso al testo completo dell’audizione del Generale, e nel suo sito traccia un quadro della presenza militare americana in Africa, aggiornata al 2018. AFJN (Africa Faith and Justice Network, Rete “Fede e Giustizia” per l’Africa) è una organizzazione americana, fondata da alcuni istituti missionari, tra cui la SMA, composta da attivisti ed esperti, che vigila sui rapporti che gli Stati Uniti intrattegono con l’Africa.     Continua nell’ ALLEGATO

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DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE

La fede è una tensione che coinvolge l’essere umano in tutte le sue dimensioni: da quella spirituale a quella culturale e sociale. Cosa accade quando la sua trasmissione ‘di generazione in generazione’ si interseca con l’esperienza della migrazione, che a sua volta comporta profonde e plurime trasformazioni nella vita di chi ne è protagonista e mette in contatto con un contesto in cui anche le strutture dell’appartenenza religiosa devono essere ripensate?

libro-1La ricerca presentata in questo volume, promossa dagli Uffici Migrantes delle dieci diocesi lombarde, con la collaborazione e il sostegno della Fondazione Migrantes, e realizzata dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, affronta questo complesso tema partendo dalla diretta testimonianza di chi, a diverso titolo, ne è coinvolto. Da un lato, coloro che per ruolo istituzionale e tradizione culturale – come i genitori e i leader religiosi – hanno in carico la comunicazione della fede alle nuove generazioni; dall’altro, i giovani stessi, che di questo annuncio e di questa testimonianza sono anzitutto i destinatari. Realizzata mediante 150 interviste (di cui 7 a Crema) semistrutturate ad appartenenti alla religione cattolica, alle altre confessioni cristiane e alle religioni non cristiane delle dieci diocesi lombarde, l’indagine restituisce anzitutto i percorsi, i vissuti, i significati e le criticità della fede entro ciascuna tradizione e nelle comunità che la mantengono viva ‘in terra straniera’. Allo stesso tempo, offre un interessante spaccato della ‘società plurale’, mettendo in luce come i processi sociali complessi della secolarizzazione, della migrazione e della convivenza interetnica trasformino e siano a loro volta trasformati dal rapporto con il trascendente.

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NIGER, PARTE LA MISSIONE ITALIANA, IN COSA CI STIAMO CACCIANDO? (REMOCONTRO)

Microsoft Word - 1. Parte la missione italiana in NigerDopo mesi di incertezze, al via l’operazione italiana in Niger per l’addestramento delle forze impegnate nel contrasto ai trafficanti di uomini. I primi tre team sono già a Niamey, la capitale del paese del Sahel. La missione all’interno della base militare Usa, accanto all’aeroporto e, se il governo nigerino lo riterrà utile, in qualche caserma locale

Missione bilaterale di supporto Repubblica del Niger, ‘MISIN’
Niger, parte la missione italiana. «Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (con area geografica di intervento allargata anche a Mauritania, Nigeria e Benin) per incrementare le capacità di contrasto dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza, in uno sforzo congiunto europeo e statunitense per la stabilizzazione dell’area e il rafforzamento delle capacità di controllo del territorio da parte delle autorità nigerine e dei Paesi del G5 Sahel».
L’operazione, che fa parte del pacchetto di missioni all’estero approvate a gennaio dal vecchio parlamento, si era impantanata per lo stop del governo locale. Dietro a questo dietrofront quando nel paese erano già giunti 42 militari italiani, la Francia di Macron che con il paese del Sahel ha rapporti consolidati, retaggio dell’esperienza coloniale. Tra Parigi e Roma, la questione Libia. E i militari italiani rimasti bloccati per tutto questo periodo nella Air Base 101 americana. Un dettagliato punto della situazione lo fa Francesco Palmas su Analisi Difesa.     Continua nell’ ALLEGATO

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“GLI IMMIGRATI NON CI RUBANO IL LAVORO” SECONDO I MILLENNIALS (Migrantes on line)

Bologna – Gli immigrati non ci “rubano” il lavoro e non vanno necessariamente rimpatriati: ne sono convinti quasi nove millennials su dieci, intervistati da Radioimmaginaria, primo network radiofonico in Europa gestito da ragazzini tra gli 11 e i 17 anni, in occasione della terza edizione di Teen Parade, il festival del lavoro spiegato dagli adolescenti che si è svolto il 5 e 6 settembre a Bologna Fiere. “Da tre anni stiamo costruendo un percorso tematico costruito per invitare i nostri coetanei a superare le incertezze e insicurezze che accompagnano la fase di ingresso nel mondo del lavoro” affermano i ragazzi del network radiofonico che ormai conta 50 redazioni fra Italia e Europa.
I più giovani ritengono che l’occupazione immigrata e quella autoctona in Italia siano prevalentemente complementari: l’88,8% ha dichiarato a Radioimmaginaria che i migranti non rappresentano un ostacolo per l’inserimento nel mercato del lavoro e l’82,5% è contrario alla misura del rimpatrio.
Gli unici che si discostano da questo pensiero sono gli over 26, che si dimostrano più inclini a vedere il diverso come una minaccia e credono “sia più corretto fornire agli immigrati le condizioni più idonee nel loro Paese piuttosto che adattarli al nostro”.
Alla domanda: “Tu che consiglio daresti a chi si occupa della questione migratoria?” gli adolescenti rispondono auspicando l’integrazione. Per i teenager occorre “potenziare le strutture per l’accoglienza, cercare il supporto dell’Unione Europea e invitare i cittadini a proporre soluzioni creative per l’integrazione anche a livello locale”. E molti chiedono di ascoltare il proprio lato umano: “Se fossimo noi gli immigrati, vorremmo o no essere accolti?”.        Migrantes on line –  05.09.2018

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AFRICA/RD CONGO – MASSACRI E RIVOLTE NEL NORDEST: APPELLO DEL VESCOVO DI BUTEMBO-BENI

R.D.-Congo-mons.-SikulKinshasa (Agenzia Fides) – In una incursione di presunti ribelli ugandesi delle Forze Democratiche Alleate (ADF) contro la città congolese di Beni e nel municipio di Rwenzori e Beu, nordest della Repubblica Democratica del Congo (RDC), sono rimasti uccisi almeno 14 civili e 4 militari, mentre altre centinaia di persone sono rimaste ferite. Secondo informazioni pervenute a Fides, i ribelli hanno raggiunto la località, situata al confine con l’Uganda e vicina alla città di Beni, nord Kivu, la notte di sabato 22 settembre.
Mons. Sikuli Paluku Melchisedech, Vescovo della diocesi di Butembo-Beni, ha esortato le forze governative e la Mission de l’Organisation des Nations unies pour la stabilisation en République démocratique du Congo (MONUSCO), a rivedere la loro strategia contro l’ADF a Beni: “Esprimo soprattutto le mie condoglianze alle famiglie colpite che inaspettatamente hanno perso i loro cari in questa tragedia insopportabile e, nella fede in Gesù, che è la risurrezione e la vita, raccomando le anime di questi innocenti alla misericordia di Dio”, ha scritto nel messaggio inviato a Fides.
Il Vescovo ha invitato le autorità governative “ad adempiere meglio alle loro responsabilità per proteggere la popolazione, difendere il territorio e salvaguardare la sovranità nazionale”.
Si calcola che, dal 2014, il gruppo sia responsabile della morte di oltre 1.500 persone e 800 rapimenti. Si tratta di una formazione di matrice islamista che imperversa in una regione a stragrande maggioranza di religione cristiana, dove operano da anni i Missionari d’Africa (Padri Bianchi), impegnati a promuovere la dignità umana e l’apostolato evangelico in mezzo ai musulmani. Beni si trova anche al centro dell’attuale epidemia di Ebola nell’est del Congo, che ha già ucciso 99 persone e lasciato orfani quasi 200 bambini.  (AP) Agenzia Fides – 26/9/2018

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HO VISTO IN CONGO COME SI MUOVONO ACQUIRENTI E “COMPRATI” (p. Eliseo TACCHELLA)

CONGOÈ il Paese più ricco d’Africa ed è anche il più povero. Il Congo è un giacimento di risorse minerarie che fa gola a tutto il mondo. Una terra straordinaria, grande otto volte l’Italia, che però soggiace allo sguardo vorace degli interessi internazionali. Perché qui si trovano – in enormi quantità – i metalli utilizzati per produrre le tecnologie più avanzate: dagli smartphone, i cellulari di ultima generazione, alle batterie per le auto elettriche. Coltan e cobalto sono le ricercatissime materie prime. Il nuovo oro del futuro.

In questi giorni a fare scalpore (ma neanche tanto, visto il tiepido impatto sull’opinione pubblica) è la Cina, scesa ufficialmente in campo per la conquista del continente africano. In Congo, tuttavia, questa presenza non è una novità: da anni i cinesi hanno iniziato a comprare miniere a tutto spiano. Pechino è in prima fila nella battaglia per accaparrarsi le risorse naturali, in una gara che vede coinvolte società minerarie statunitensi, russe e pure europee (con gli svizzeri in testa).      Continua nell’ ALLEGATO

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ABITARE LA TRANSIZIONE SULLE ORME DI PAPA GIOVANNI XXIII (Mons. D. GIANOTTI)

2b. Mons. DanieleSessant’anni or sono – per la precisione il 28 ottobre 1958 – il bergamasco Angelo Giuseppe Roncalli, patriarca di Venezia, veniva eletto vescovo di Roma e prendeva il nome di Giovanni XXIII. Nel ricordo di questo anniversario, la Chiesa di Bergamo ha organizzato tra la fine di maggio e i primi giorni di giugno di quest’anno la Peregrinatio Giovanni XXIII, che ha visto la presenza dell’urna, contenente le spoglie mortali del papa canonizzato il 27 aprile 2014, dapprima a Bergamo e poi nel paese natale del santo, Sotto il Monte Giovanni XXIII. Ai vescovi che nel pomeriggio di domenica 3 giugno – nel cinquantacinquesimo anniversario della morte di san Giovanni XXIII – hanno partecipato all’Eucaristia presieduta dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini, il vescovo di Bergamo Francesco Beschi ha fatto omaggio di una edizione speciale dell’allocuzione Gaudet Mater Ecclesia, il celebre discorso che papa Giovanni pronunciò l’11 ottobre 1962, inaugurando il Concilio Vaticano II. È una bella pubblicazione, che riproduce anche gli appunti manoscritti di quel testo, al quale il papa lavorò molto attentamente per mesi, e riporta la versione italiana che l’allora arcivescovo di Milano, Montini – il futuro papa Paolo VI – commissionò al teologo milanese Luigi Serenthà e fece diffondere nella sua diocesi alla fine del 1962.       Continua nell’ ALLEGATO

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ATTENTI ALL’ANSIA DI ESSERE PRIMI (Papa Francesco – Angelus 23/09/18)

venerdiIl Libro della Sapienza, che abbiamo ascoltato nella prima Lettura, ci parla del giusto perseguitato, di colui la cui sola presenza dà fastidio agli empi. L’empio viene descritto come quello che opprime il povero, non ha compassione della vedova né rispetta l’anziano (cfr 2,17-20).

L’empio ha la pretesa di pensare che la sua forza è la norma della giustizia. Sottomettere i più fragili, usare la forza in una qualsiasi forma, imporre un modo di pensare, un’ideologia, un discorso dominante, usare la violenza o la repressione per piegare quanti semplicemente, con il loro quotidiano agire onesto, semplice, operoso e solidale, manifestano che un altro mondo, un’altra società è possibile. All’empio non basta fare quello che gli pare, lasciarsi guidare dai suoi capricci; non vuole che gli altri, facendo il bene, mettano in risalto questo suo modo di fare. Nell’empio, il male cerca sempre di annientare il bene.      Continua nell’ ALLEGATO

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