INSICUREZZA E CONFUSIONE SULLA SORTE DI PADRE MACCALLI (Agenzia Fides)

imagesNiamey (Agenzia Fides) – “Al momento non sappiamo ancora nulla sulla condizione né sul possibile rilascio di padre Pierluigi Maccalli. Nessuna richiesta è stata fatta”, dichiarato a Fides una fonte della Chiesa locale a Niamey, mentre si attendono con ansia notizie del missionario italiano rapito il 17 settembre. “In questi ultimi giorni – continua la fonte di Fides descrivendo la situazione locale – nella zona Bomoanga Makalondi, vi sono tanti gruppi di giovani armati che continuano a fuggire a bordo di moto dal vicino Burkina Faso, dove subiscono bombardamenti con elicotteri e droni. Alcuni sono scappati in Niger e si stanno sparpagliando in tutta la zona”.
“Ieri mattina, domenica 23 settembre – prosegue la fonte – un sacerdote del Benin si è recato a Makalondi per celebrare la Messa. Al termine della celebrazione è dovuto ritornare a Niamey. La polizia ha detto che c’erano pericoli per la sua sicurezza: quindi la situazione è sempre più confusa. Secondo alcune indiscrezioni p. Maccalli potrebbe essere ancora in Niger, prigioniero e usato come scudo umano per proteggersi da possibili interventi aerei. Ma non abbiamo garanzie sulla veridicità di queste voci. Continuiamo a sperare e pregare e ringraziamo tutti i battezzati che nel mondo si uniscono alla nostra preghiera per la liberazione di p. Pierluigi”.      (AP) Agenzia Fides – 24/9/2018

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NIGER, CORTEO CONTRO LE MISSIONI MILITARI STRANIERE (Agenzia DIRE)

“Non siamo al corrente dell’avvio della missione militare italiana in Niger. Il governo non ha diffuso comunicazioni ufficiali sul tema”. Lo riferiscono all’agenzia ‘Dire’ fonti del Fronte dell’Opposizione Indipendente (FOI), un movimento che si batte contro la presenza di basi militari straniere sul suolo nigerino. Proprio su tale questione il FOI ed altri movimenti politici e della società civile hanno organizzato ieri, domenica 23 settembre, nella capitale Niamey, una manifestazione di protesta. Nei mesi scorsi si sono tenute varie marce di questo genere, spesso culminate – o addirittura precedute – dall’arresto di leader o esponenti dei movimenti che esprimono il loro dissenso alle politiche di governo.
L’altro ieri, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, sul suo account Facebook ha scritto: “Ce l’abbiamo fatta: dopo otto mesi di impasse abbiamo sbloccato la missione in Niger per il controllo dei flussi migratori. L’Italia entrerà in pieno supporto del governo nigerino e assisterà le autorità locali attraverso delle unità di addestratori, uomini e donne delle Forze armate con alte specialità e professionalità, articolati in Mobile Training Teams che formeranno le forze nigerine al fine di rafforzare il controllo sul territorio. Tutto questo, seguendo ovviamente le esigenze, le richieste e le necessità di Niamey”.
Nello specifico, ha scritto ancora il ministro, “l’obiettivo sarà arginare, insieme, la tratta di esseri umani e il traffico di migranti che attraversano il Paese, per poi dirigersi verso la Libia e in definitiva imbarcarsi verso le nostre coste”. La missione militare italiana in Niger era stata proposta dal precedente governo Gentiloni, a gennaio, ma poi era stata di fatto bloccata, anche a causa di polemiche e incomprensioni sull’asse Roma-Niamey.      Agenzia DIRE – 22 settembre 2018

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“LIBERATE PADRE MACCALLI”: APPELLO DEI LEADER MUSULMANI DEL NIGER

Microsoft Word - 4. Appello laeder musulmaniGenova (Agenzia Fides) – I leader musulmani del Niger esprimono ferma condanna del rapimento di p. Pierluigi Maccalli e ne chiedono l’immediata liberazione, come afferma un appello rilanciato dal Comitato interreligioso del Niger in favore del missionario rapito. E’ quanto riferisce all’Agenzia Fides la Curia della Società per le Missioni Africane (SMA) a Genova, parlando di informazioni giunte dai confratelli SMA in Niger.
L’appello pervenuto a Fides riporta quanto segue: “Il Comitato Nazionale del Dialogo Inter- e Intra-religioso (CDIR) del Niger condanna con forza il rapimento ingiusto e criminale del prete italiano di Bomoanga. Questo rapimento barbaro non risponde ad alcuna esigenza della religione musulmana. Non ha altro scopo che quello di offuscare e rovinare il clima di pace e di coesistenza pacifica che ha sempre prevalso tra le religioni nel seno della nostra società nigerina”. Il testo prosegue: “P. Pier Luigi Maccalli è un uomo di pace, un grande uomo di Dio a servizio del Niger da più di 10 anni. È stato rapito nella sua Chiesa da sconosciuti venuti in moto la notte tra lunedi 17 e martedì’ 18 settembre a Bomoanga, vicino alla frontiera tra Niger e Burkina Faso. Che Dio Onnipotente lo assista in questa terribile prova”.      (MP/AP) Agenzia Fides  24/09/2018

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OSTAGGIO DELLA MISSIONE. PIERLUIGI IN MANO AI RAPITORI DI SPERANZA NEL NIGER (Mauro ARMANINO)

Era tornato da una settimana dall’Italia. Pierluigi Maccalli era da tempo ostaggio del popolo gourmanché di questa porzione del Niger. Il villaggio dove operava dal 2007, Bomoanga, non è menzionato dalla cartine geografiche della regione. ‘Case sparse’, così possono essere definiti i pochi cortili di case di terra che osservano la missione dove abitava fino a lunedì scorso, il 17 settembre fino alle 22 ora locale.

Ostaggio della missione  che ha vissuto prima in Costa d’Avorio, in Italia per la ‘ri-animazione’ missionaria e poi nel Niger fino ad oggi. I contadini, invisibili ai più, di origine frontaliera, in parte aperti all’annuncio evangelico, sono i fattori che lo hanno legato a questa terra di sabbia. Lo diceva fin dall’inizio: in questa missione bisogna ‘durare’, se si vogliono cogliere frutti un giorno.     Continua nell’ ALLEGATO

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PERCHÉ IN NIGER CI SONO MILITARI DA TUTTO IL MONDO (Craig BAILIE)

niger2-1Il Niger è uno dei paesi più militarizzati dell’Africa. Nell’ottobre del 2017 questo dato è salito all’attenzione di tutti quando quattro soldati delle forze speciali statunitensi e almeno quattro militari nigerini sono rimasti uccisi in un’imboscata. Da allora la presenza militare straniera non ha fatto che intensificarsi. Cosa fanno in Niger tutte queste forze armate? Che interessi hanno? Stanno raggiungendo i loro obiettivi?

Gli Stati Uniti non sono l’unico paese presente ad avere truppe in Niger: ci sono anche i soldati di Francia, Germania, Canada e Italia.
Nell’aprile di quest’anno il Niger ha ospitato le esercitazioni militari congiunte Flintlock, che hanno coinvolto 1.900 soldati di una ventina di paesi. L’obiettivo delle esercitazioni, patrocinate dagli Stati Uniti, era rafforzare la collaborazione tra le forze di sicurezza africane per proteggere i civili dalle violenze legate all’estremismo religioso.
La presenza militare straniera in Niger viene generalmente motivata in tre modi: lottare contro il terrorismo, prevenire le migrazioni degli africani in Europa e proteggere gli investimenti stranieri.     Continua nell’ ALLEGATO

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IL NIGER NELLA FUMOSA GALASSIA JIHADISTA (Silvia C. Turrin)

NIGER-1Lunedì 17 settembre Pier Luigi Maccalli, prete missionario della SMA, è stato rapito di sera, presso il suo domicilio, a pochi passi dalla chiesa di Bamoanga, villaggio della prefettura di Makalondi nella zona sud-occidentale del Niger. Mentre attendiamo con trepidazione di avere notizie certe e attendibili in merito a dove possa essere stato condotto, cerchiamo di tracciare qui di seguito alcuni punti di natura politico-sociale per comprendere come questa nazione sia diventata territorio di vari gruppi armati.

Osservando la cartina geografica del continente africano si può già capire perché il Niger sia divenuto ormai da anni un territorio instabile. Il Paese confina a est con il Ciad, a sud con Nigeria e Benin, a nord con Algeria e Libia, e a ovest con Burkina Faso e Mali. Il Niger si trova in un’area estremamente complessa, caratterizzata da una serie di problemi a livello ecologico  (desertificazione e carenza d’acqua), economico (alti i tassi di povertà), politico (governi precari e colpi di Stato), demografico (la popolazione con il più alto tasso di fecondità al mondo), strategico e geopolitico (presenza della Francia in tutta la zona del Sahel per difendere i suoi interessi, protrattasi anche dopo la decolonizzazione).     Continua nell’ ALLEGATO

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PREGHIERA PER L’AFRICA

Eccomi, Signore, dinanzi a Te.
Ti prego perché l’Africa
conosca Te e il tuo Vangelo.
Suscita in essa
discepoli secondo il tuo cuore:
uomini di fede e di umiltà,
di ascolto e di dialogo,
i quali vivano per Te,
con Te, in Te.
Accorda ai missionari
la pazienza nelle prove,
la gioia nelle contrarietà,
l’amore per i poveri
e per i sofferenti,
la ricerca della giustizia
e della pace.
Fa’ che vivano
in semplicità di vita
e in comunione fraterna.
Dona loro la felicità
di veder crescere
nuove Chiese
e di morire nel tuo servizio.
Amen

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MISSIONE È FARE ESPERIENZE FORTI DI UMANITÀ (P. Pier Luigi Maccalli)

padre-pierluigi-maccalliUna riflessione in occasione della Pasqua 2018

Durante la lettura del Vangelo della Passione secondo Marco, la domenica delle Palme, eravamo in 3 lettori a raccontare gli ultimi momenti di vita di Gesù. Le mie ultime parole pronunciate, in persona Cristi, sono state: “Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato”. Poi il silenzio.

Mi sono reso conto in quell’istante che queste sono in effetti le ultime parole di Gesù nel Vangelo di Marco. Parole di sconfitta che mi interpellano profondamente in questo tratto di vita missionaria. Per diversi mesi ha sanguinato la ferita del cuore per la dipartita della piccola Dawa Myriam, per la quale avevo tanto sperato e pregato.
Come un padre che ha perso una figlia, condivido da dentro il dolore e il dramma di tante persone che hanno perso un figlio/a. A Bomoanga purtroppo questa è una realtà che molti genitori sperimentano. Quando chiedo a una donna quanti figli ha messo al mondo… (metodo molto empirico per dare l’età approssimativa alle nostre donne, calcolando un figlio ogni due/tre anni, a partire da 16/17 anni) scopro sempre che almeno uno (se non più) sono morti in età relativamente basse.     Continua nell’ ALLEGATO

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MISSIONARIO RAPITO IN UNA ZONA DI GUERRA ( Enrico Casale)

AFRICA-IN-NERO-300x212Per arricchire l’informazione, riportiamo questo articolo tratto dal numero uscito ieri di AFRICA la rivista dei Missionari per l’Africa (Padri Bianchi)

 «Il triangolo tra Niger, Burkina Faso e Mali è una zona off-limits dalla quale non filtrano informazioni ufficiali e dove Stati Uniti e Francia stanno combattendo una guerra silenziosa». Simone Teggi, cooperante dell’ong Cospe, parla con l’agenzia «Dire» dopo il rapimento di padre Pierluigi Maccalli.
Secondo le informazioni disponibili, il religioso sarebbe stato sequestrato la notte scorsa nella località di Gourmancè, non lontano dalla frontiera con il Burkina Faso. «L’ultima volta che sono stato in quella zona, a Tera, ho visto i segni del conflitto che gli eserciti stranieri combattono con i gruppi islamisti – dice Teggi -: in un giorno solo ho incrociato 30 camion e blindati dell’esercito francese in arrivo dalla Costa d’Avorio».     Continua nell’ ALLEGATO

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FIDES 1 – 18.09.2018

immagini.quotidiano.netGenova (Agenzia Fides) – La Società delle Missioni Africane (SMA), confermando all’Agenzia Fides il rapimento di padre Pierluigi Maccalli in Niger, aggiunge alcuni particolari alle prime notizie diffuse questa mattina. Secondo quanto riferiscono a Fides i missionari nella Curia generalizia SMA di Genova, un gruppo di uomini armati si è introdotto nel villaggio alle 21,30 ore locali (23,30 ora italiana) di ieri, ha rapito il sacerdote, rubando il suo computer e il suo telefono. È stato possibile ricostruire i fatti grazie alla testimonianza di un confratello indiano, che vive insieme a padre Pierluigi ma che è riuscito a mettersi in salvo.
Padre Maccalli, originario della diocesi di Crema, già missionario in Costa d’Avorio per vari anni, operava nella parrocchia di Bomoanga, diocesi di Niamey. La sua missione si trova alla frontiera con il Burkina Faso e a circa 125 km dalla capitale Niamey. “Negli ultimi mesi – spiegano a Fides i confratelli – le forze dell’ordine avevano messo in guardia i religiosi. La polizia e le forze dell’ordine avevano infatti registrato movimenti sospetti di miliziani jihadisti proprio al confine con il Burkina Faso”. Per tutelare la propria sicurezza, i missionari avevano così limitato gli spostamenti e non uscivano più dalla missione nel corso della notte.
“Dopo il rapimento – riferiscono dalla Curia della SMA – padre Maccalli è stato probabilmente portato al di là della frontiera. Nella confinante regione del Burkina Faso c’è, infatti, una vasta foresta in cui hanno le proprie basi i miliziani jihadisti. Attualmente la diocesi di Niamey ha inviato un gruppo di sacerdoti nel villaggio di padre Maccalli per verificare i fatti e per prendere contatti con la comunità locale. Un altro religioso italiano di una parrocchia vicina è stato fatto allontanare e ora è al sicuro a Niamey”.

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