RIACE, IL CONSIGLIO DI STATO DÀ RAGIONE A MIMMO LUCANO (Alessia Candito)

5a. Riace, LucanoL’organo amministrativo ha sconfessato la chiusura dei progetti Sprar voluta dall’allora ministro dell’Interno Salvini. La solidarietà all’ex sindaco: “Riconosciuto il valore del suo modello di integrazione”

Un diluvio di messaggi, da tutta Italia e persino dall’estero. Da quando il Consiglio di Stato ha sconfessato la chiusura di tutti i progetti Sprar di Riace ordinata dal Viminale, all’epoca in mano al leader della Lega Matteo Salvini, sulla bacheca dell’ex sindaco Mimmo Lucano è pioggia di solidarietà. Che arrivano da attivisti, simpatizzanti, da chi ha costruito “il paese dell’accoglienza” e da chi l’ha guardato da lontano. Ma Lucano che di quel borgo era sindaco, nonostante la vittoria, da giorni non nasconde l’amarezza e la rabbia. “Volevano distruggere Riace e ci sono riusciti” dice a chiunque gli chieda un commento.
Ed in effetti, dopo il Tar, anche il Consiglio di Stato ha stabilito che il Ministero dell’Interno all’epoca ha deciso di agire quanto meno troppo in fretta, senza dare la possibilità all’amministrazione di sanare eventuali mancanze o irregolarità, per altro neanche puntualmente contestate o segnalate. Anzi – segnalano i giudici – il Viminale non si sarebbe neanche disturbato ad inviare una diffida. Nonostante questo, a pochi giorni dall’arresto dell’allora sindaco Lucano, travolto dall’inchiesta della procura di Locri che ha letto nel borgo dell’accoglienza un sistema criminale, il ministero di Salvini ha disposto il trasferimento dei migranti, posti tutti davanti ad una scelta: ricollocazione o rinuncia al circuito dell’accoglienza. E non poteva farlo.       Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

SETTE IDEE PER LA PRIMA ESTATE POST COVID (Diego Andreatta)

VLUU L100, M100 / Samsung L100, M100Un primissimo elenco di iniziative o modalità che tengono conto di quanto ci siamo lasciati alle spalle.

Questa “maledetta” primavera ci porta a rimodulare uno dei riti estivi d’inizio giugno: calendario alla mano, si fissano definitivamente impegni lavorativi e vacanzieri dei tre mesi caldi, in un puzzle d’incastri (e di spese) che è autentico rompicapo, non solo per le famiglie. Ma quest’anno, nella prima estate post Covid, anche la progettazione – per tanti aspetti entusiasmante, promessa di libertà riconquistata – si presenta a dir poco proibitiva: aperture rinviate, protocolli in continua evoluzione, strutture ricettive in forse e soggiorni organizzati a forte rischio di cancellazione; vale per tanti campeggi parrocchiali e oratoriani o, per restare in ambito ecclesiale, pellegrinaggi e ritiri, campi scuola e route degli scout.
Prendetelo come un gioco di questa prima strana domenica di giugno 2020: stilare un elenco di idee alternative – almeno sette – con cui ridisegnare il nostro quadretto estivo, personale o familiare.
1) Un aiuto a chi lavora. È forse la priorità da metterci in testa, giacché non per tutti quest’estate fa rima con vacanza. Molti genitori sono rimasti senza congedi, dovranno lavorare da giugno ad ottobre; le vacanze… forzate le hanno già esaurite. I piani aziendali rivoluzionati e l’obbligo di una difficile ripresa economica non consentono ulteriori pause.
L’attenzione a conoscenti, familiari, amici o vicini rimasti “senza vacanze” può innescare varie idee solidali. Perché non cominciare dalla giornata domenicale, che sia davvero per loro riposante e non stressante?     Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

Il Centro Missionario informa…

A – VEGLIA DI PREGHIERA PER PADRE GIGI Nuovo Documento di Microsoft Office Word-1

————————————————————

B –   #RESTOINASCOLTO

Nuovo Documento di Microsoft Office Word

————————————————————

C –  Il Centro Missionario ha aperto un canale youtube dove è possibile vedere belle testimonianze dei Missionari. Non si tratta solo di documenti di solidarietà, ma di veri e propri spaccati di una realtà, la loro, che finalmente possiamo conoscere da vicino.

CONSIGLIAMO LA VISIONE  UN SALUTO DALL’URUGUAY
In questo breve video don Paolo, don Federico e il vescovo Arturo ci mandano i loro saluti poco prima di celebrare la Messa Crismale contemporaneamente alla Messa di S. Pantaleone, come segno di fratellanza.
Link:
https://www.youtube.com/watch?v=7WAIL6q0X9U

Iscriviti al canale di youtube del “Centro Missionario Diocesi di Crema”, per essere avvisato ad ogni pubblicazione di un nuovo video. Link: https://www.youtube.com/channel/UCV1dJoWbFRA2sSAwpJTBpxg

————————————————————

Untitled

0001a. Spirito Santo

Lo Spirito Santo,

quando Lo invitiamo nelle nostre ferite,

unge i brutti ricordi

col balsamo della speranza,

perché lo Spirito

è il ricostruttore della speranza.

PAPA FRANCESCO

————————————————————

Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                 ci voleva la morte atroce e violenta di George Floyd, per farci capire che, nonostante la buona volontà di alcuni, le cose non cambieranno da sole e che il RAZZISMO, rimane uno dei grandi nemici con cui dovremo lottare. A costo di sembrare crudeli riportiamo le ultime parole di George, un uomo di 46 anni, ucciso da un agente di polizia statunitense che lo ha bloccato, premendogli il ginocchio sul collo con tutto il suo peso per quasi nove minuti:

«È la mia faccia, amico
non ho fatto nulla di grave, amico
ti prego
ti prego
ti prego non riesco a respirare
ti prego amico
qualcuno mi aiuti
ti prego amico
non riesco a respirare
non riesco a respirare
ti prego    (parte non comprensibile)
amico non respiro, la mia faccia
devi solo alzarti
non riesco a respirare
ti prego, un ginocchio sul mio collo
non riesco a respirare           Continua nell’ ALLEGATO


————————————————————

USCIRE DALLE MURA PROTETTIVE DEI “CENACOLI” (Regina Coeli, 31-05-2020)

1a. regina CoeliOggi che la piazza è aperta, possiamo tornare. È un piacere!
Oggi celebriamo la grande festa di Pentecoste, nel ricordo dell’effusione dello Spirito Santo sulla prima Comunità cristiana. Il Vangelo odierno (cfr Gv 20,19-23) ci riporta alla sera di Pasqua e ci mostra Gesù risorto che appare nel Cenacolo, dove si sono rifugiati i discepoli. Avevano paura. «Stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”» (v. 19). Queste prime parole pronunciate dal Risorto: «Pace a voi», sono da considerare più che un saluto: esprimono il perdono, il perdono accordato ai discepoli che, per dire la verità, lo avevano abbandonato. Sono parole di riconciliazione e di perdono. E anche noi, quando auguriamo pace agli altri, stiamo dando il perdono e chiedendo pure il perdono. Gesù offre la sua pace proprio a questi discepoli che hanno paura, che stentano a credere a ciò che pure hanno veduto, cioè il sepolcro vuoto, e sottovalutano la testimonianza di Maria di Magdala e delle altre donne. Gesù perdona, perdona sempre, e offre la sua pace ai suoi amici. Non dimenticatevi: Gesù non si stanca mai di perdonare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono.
Perdonando e radunando attorno a sé i discepoli, Gesù fa di essi una Chiesa, la sua Chiesa, che è una comunità riconciliata e pronta alla missione. Riconciliata e pronta alla missione. Quando una comunità non è riconciliata, non è pronta alla missione: è pronta a discutere dentro di sé, è pronta alle [discussioni] interne.     Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

PERCHÉ MI È CARA BOSE (Lidia Maggi)

2a. bose-2Cosa vuol dire Bose per me, pastora evangelica? E, insieme a me, per chi vive la fede in una chiesa protestante? Il faticoso momento attuale mi ha sollecitato a pormi queste domande.

La comunità di Bose non ha rappresentato per me l’incontro con l’esotico (con quella dimensione monastica che le chiese della Riforma hanno perlopiù espulso dal loro orizzonte) o con una risorsa utile per coltivare lo spirito ecumenico. Più radicalmente, la forma delle fede vissuta a Bose mi ha interpellata nella mia identità più profonda, a proposito di quel marcatore identitario che caratterizza il cristianesimo riformato, ovvero la centralità della Parola. Su quell’aspetto a proposito del quale ad un protestante verrebbe spontaneo dire: su questo non ho bisogno di sollecitazioni esterne, mi basta la mia tradizione. E invece quante volte ho sperimentato lo stupore di apprendere dalle sorelle e dai fratelli di Bose l’arte dell’ascolto della Parola attestata nelle Scritture. Sono grata a Bose per avermi illuminata ed educata alla ricchezza della Parola. Se c’è un merito che mi sento di riconoscere a questa comunità è quello di aver creato un ambiente che fa da cassa di risonanza alla voce plurale delle Scritture e alla loro infinita interpretazione. A Bose ho sperimentato una buona acustica, in grado di far risuonare la Parola nei tanti linguaggi di cui è capace lo Spirito. Ho udito il suono spesso dimenticato della radice ebraica delle Scritture. Penso con ammirazione e gratitudine al prezioso lavoro di scavo operato da Alberto Mello. Come anche al contributo di Sabino Chialà per la comprensione dell’ebraismo apocalittico. Ho gustato il tono profetico e l’intelligenza spirituale dell’insegnamento di Enzo Bianchi. Mi ha incantata la ricca lettura esistenziale delle Scritture offerta da Luciano Manicardi. Per non parlare della sapienza di Daniel Attinger, capace di ricomporre la comunione infranta tra l’interpretazione biblica protestante e quella cattolica. Parlando della mia esperienza, non posso che ricordare solo alcuni nomi.      Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

Il Centro Missionario informa…

UGANDA: L’EMERGENZA COVID-19 AGUZZA L’INGEGNO

Per chi ha memoria missionaria il nome di Gulu, insieme a quello di Opit, riporta alla memoria uno dei nostri missionari più amati: il comboniano padre Sandro Pizzi. L’anno scorso abbiamo ricordato il decimo anniversario della sua morte, ma lui, padre Sandro o meglio Alex per gli ugandesi, è vivo nel ricordo degli uomini e delle donne che con lui hanno condiviso il Vangelo e il lavoro nei campi. I missionari e le missionarie comboniani sono ancora presenti a Gulu, nel nord dell’Uganda e, per rendere più incisiva e continuativa la loro presenza, hanno costituito un’Associazione alla quale hanno dato un nome molto significativo: COMBONI SAMARITANS. In questo modo, continuando la loro opera di evangelizzazione, i missionari riescono a mantenere alto il livello di aiuto negli ambiti educativo, sanitario e lavorativo. Naturalmente possono e devono contare sull’aiuto di molti amici, tra i quali ci piace ricordare l’associazione GOOD SAMARITAN, partner storico, l’Associazione PADRE SANDRO PIZZI e la più recente Associazione ATIM.

Anche la Diocesi di Crema ha sempre fatto la sua parte, sostenendo da anni diversi progetti e vuole continuare soprattutto adesso, quando la situazione, resa più difficile dall’arrivo del coronavirus, richiede un’attenzione e un impegno maggiori.

Per questo sosteniamo e invitiamo i Gruppi di Animazione Missionaria più sensibili a sostenere le due proposte che ci vengono segnalate dall’Uganda e che in modo pratico e fantasioso vogliono venire incontro alle gravi difficoltà che la gente sta affrontando per mancanza di lavoro.

3.2a. Kit beni primariA – UN KIT DI BENI PRIMARI PER LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ

Con l’avanzare della pandemia da Coronavirus anche l’Uganda ha dovuto alzare al massimo le misure di sicurezza. I Comboni Samaritans of Gulu hanno dovuto sospendere le attività e chiudere gli uffici. Questo fortunatamente non impedisce loro di monitorare sul territorio, seppur in remoto, tramite lo staff e i volontari, i beneficiari dei progetti: quei nuclei famigliari particolarmente vulnerabili e in situazioni di criticità. Queste persone vivono alla giornata, del piccolo guadagno quotidiano e, l’improvviso lockdown, influisce negativamente sulle già precarie condizioni di vita.

In questo momento l’emergenza richiede il sostegno alle famiglie tramite il KIT BENI PRIMARI composto da riso, fagioli, polenta, olio, sale, fiammiferi, sapone e tutti i beni di primaria necessità. I Comboni Samaritans of Gulu si sono già organizzati per l’acquisto di questo materiale che verrà poi distribuito alle famiglie indigenti.

Con:

  • 10 euro si può provvedere a una famiglia per due settimane;
  • 20 euro si prolunga a un mese;
  • 40 euro si soddisfa il fabbisogno per due mesi, quelli necessari per la ripartenza delle famiglie.

Comboni Samaritans of Gulu, ha a cuore la situazione delle famiglie vulnerabili, specialmente quelle in cui i genitori, i nonni o i bambini orfani sono malati (AIDS, cecità, disabilità fisiche e mentali) ed è una delle poche organizzazioni che si occupa anche dell’aspetto sanitario, assistendo e monitorando gli individui più vulnerabili. L’attenzione alla persona, e quindi all’intero nucleo famigliare, è a 360° e include anche il sostegno psicologico, l’avvio di piccoli progetti di microcredito, il pagamento delle rette scolastiche, la distribuzione di cibo e beni primari e il counselling.

Per contribuire ci sono due possibilità:o due possibilità:

  • consegnando a mano la cifra raccolta al Parroco o al Gruppo Missionario, oppure recandosi in Curia o all’Ufficio Missionario, previa telefonata;
  • effettuando un bonifico bancario e utilizzando l’IBAN della Diocesi di Crema:  Iban: IT 58 G030 6909 6061 0000 0128 448

            In entrambi i casi va specificata la causale: PROGETTO COVID UGANDA

3.3a. MascherineBMASCHERINE PRODOTTE CON I TESSUTI PROVENIENTI DA GULU

A causa del lockdown imposto dal governo ugandese, in maniera preventiva, tutti gli uffici dell’ONG Comboni Samaritans of Gulu, hanno dovuto chiudere e, con loro, anche l’adiacente Cooperativa Wawoto Kacel che dà lavoro a circa 60 donne sieropositive, disabili o che sono state rapite durante la guerra civile.

Per loro la Cooperativa non rappresenta solo un posto di lavoro: è un luogo dove poter condividere le loro storie, le loro sofferenze, le loro difficoltà quotidiane e dove c’è sempre accoglienza e comprensione. I ritmi di lavoro sono misurati in base alle loro capacità e le artigiane vengono formate con corsi di aggiornamento e di alfabetizzazione. La Cooperativa garantisce loro uno stipendio mensile, un pasto al giorno, le cure mediche (grazie a un accordo con l’ospedale St. Mary Lacor), un nido aziendale dove lasciare i figli durante l’orario di lavoro e piccoli progetti di microcredito per avviare business o pagare le tasse scolastiche dei figli. L’attenzione verso le donne è a 360° e non riguarda, quindi, solo l’ambito lavorativo.
La chiusura delle attività ha costretto la Cooperativa a lasciare le donne a casa, con tutte le problematicità che seguono al lockdown: niente lavoro, difficoltà di reperire cibo (dovuta anche all’aumento dei prezzi e alla stagione secca), impossibilità di muoversi dalle proprie abitazioni. Nonostante la sospensione delle attività produttive e delle vendite, sia in loco che in Italia, l’amministrazione ha deciso di dare un supporto mensile alle donne anche nei mesi di chiusura (aprile e maggio) e ha rilasciato il consueto documento necessario per recarsi in ospedale per ricevere cure mediche a spese della Cooperativa.
Per sostenere le donne della Cooperativa, l’Associazione Good Samaritan di Castronno Varesino, promuove mascherine in tessuto tinto a mano dalle donne. Sono mascherine a doppio strato di cotone, lavabili in lavatrice, anche se non possono essere utilizzate in ambiente ospedaliero, o assistenziale, in quanto non hanno i requisiti tecnici dei dispositivi medici e dei dispositivi di protezione individuale. Chi la indossa deve comunque rispettare le norme precauzionali sul distanziamento sociale e le altre introdotte per fronteggiare l’emergenza Covid-19 (art. 16, comma 2, D.L.18/2020).
Il costo è di 5,00 euro e il ricavato sarà devoluto al progetto “Wawoto Kacel covid”, in aiuto proprio alle donne vulnerabili che ne fanno parte. 

Per ordinare le mascherine contattare Lauretta: 339 827 0913

————————————————————

I POVERI AUMENTANO E VENGONO A BUSSARE ALLE PORTE (Padre RIBOLI)

Virus Outbreak KenyaLa situazione in Kenya

Nairobi, 26 maggio 2020

Carissimi Amici di Crema,
voi state per uscire dall’esperienza dolorosa della coronavirus, noi siamo appena entrati. Oggi si registrano 1.286 contagiati e 52 decessi.
Qui sta succedendo l’opposto che da voi: la percentuale dei contagiati è relativamente giovane, la ragione è gli anziani hanno più anticorpi che i giovani data la loro storia.
Alle prime manifestazioni il Governo è intervenuto subito chiudendo le scuole di ogni livello, chiudendo le chiese, con il coprifuoco dalle sette di sera alle cinque del mattino del giorno dopo. Obbligando l’uso delle mascherine in pubblico.
La chiusura delle scuole oltre ad essere fonte di istruzione per molti bambini era la possibilità di un pasto assicurato ogni giorno.
Economicamente l’effetto del virus è devastante per la povera gente. È diminuito moltissimo il lavoro a giornata che, anche se remunerato miseramente, assicurava la possibilità di sfamare le varie famiglie.
Le parrocchie sono in grave difficoltà finanziaria, essendo ancora le chiese chiuse non ci sono offerte su cui contare. I poveri aumentano ed ogni giorno vengono a bussare alle porte.
Noi qui in casa e in molte parrocchie affidate ai Missionari della Consolata, per non licenziare i nostri operai, abbiamo mantenuto il lavoro riducendolo dal 50% e garantendo una adeguata remunerazione.
Come poter aiutare la nostra gente? Cercando di non lasciarli soli ed intervenire col cibo dove c’è necessità.
L’Africa non sarà distrutta dal virus, ma dalla fame.
Preghiamo il Signore che ci aiuti ad affrontare con dignità questa epidemia.
Buona Novena allo Spirito Santo.   P. Angelo RIBOLI

————————————————————