LA GIOIA, REGOLA PER I CRISTIANI (Angelus, 13-12-2020)

1a. AngelusL’invito alla gioia è caratteristico del tempo di Avvento: l’attesa della nascita di Gesù, l’attesa che viviamo è gioiosa, un po’ come quando aspettiamo la visita di una persona che amiamo molto, ad esempio un amico che non vediamo da tanto tempo, un parente…

Siamo in attesa gioiosa. E questa dimensione della gioia emerge specialmente oggi, la terza domenica, che si apre con l’esortazione di San Paolo «Rallegratevi sempre nel Signore» (Antifona d’ingresso; cfr Fil 4,4.5). “Rallegratevi!”. La gioia cristiana. E qual è il motivo di questa gioia? Che «il Signore è vicino» (v. 5). Più il Signore è vicino a noi, più siamo nella gioia; più Lui è lontano, più siamo nella tristezza. Questa è una regola per i cristiani. Una volta un filosofo diceva una cosa più o meno così: “Io non capisco come si può credere oggi, perché coloro che dicono di credere hanno una faccia da veglia funebre. Non danno testimonianza della gioia della risurrezione di Gesù Cristo”. Tanti cristiani con quella faccia, sì, faccia da veglia funebre, faccia di tristezza… Ma Cristo è risorto! Cristo ti ama! E tu non hai gioia? Pensiamo un po’ a questo e diciamo: “Io, ho gioia perché il Signore è vicino a me, perché il Signore mi ama, perché il Signore mi ha redento?”.          Continua nell’ ALLEGATO

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SE TU SQUARCIASSI I CIELI E SCENDESSI!

2a. Sr Luisa CiceriDomenica 29 novembre 2020, prima domenica davvento, si è tenuto il consueto Ritiro spirituale. Questanno, a causa delle ben note restrizioni, si è svolto on line, ma non ha perso nulla né in profondità né in interesse. Relatrice è stata suor Luisa  Ciceri, delle suore adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta dAdda. Ne riportiamo una sintesi, curata dalla Comunità di Montodine, perché alla fine dellAvvento è utile ripensare alle riflessioni che lo hanno aperto e guidato.

Inizia un Nuovo Anno Liturgico, dono di Dio. Celebrare è fare memoria. Che cosa vogliamo e possiamo iniziare in questo tempo di pandemia? Tra l’altro anche Suor Luisa è in quarantena e, dunque, direttamente coinvolta. San Gregorio di Nizza diceva che la vita è fatta continuamente d “inizi”. Il passato è radice per un nuovo inizio.  Il Signore ci rivolge la sua Parola dove siamo e come siamo.
Il tema del ritiro parte da una espressione del Libro del Profeta Isaia: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi”. È Parola che rende la nostra impotenza e incertezza. È anche una delle preghiere più belle di Israele. Nasce nel tempo dell’esilio. Per Israele vengono meno i punti di riferimento essenziali: la terra, il tempio, ecc. C’è il rischio di non riconoscere più sé stessi e il volto di Dio. Anche per noi oggi sono venute meno tutte le nostre certezze. E allora come il popolo può recuperare le sue certezze? Con il ricordo. Voglio ricordare i benefici del Signore. Fondamentale è la scelta di voler ricordare e riportare nel cuore la storia del popolo e ricordare quali benefici il Signore ha fatto per me (Isaia 63,7). E’ la memoria di una relazione vitale con Dio Padre. Qui per la prima volta il Signore si chiama Padre. E Dio pensa che siamo suo popolo e non lo deluderemo perché Lui ci ha plasmato come argilla. Dio ci porta su di sé come su ali d’aquila. Il popolo, però, si è ribellato e si è allontanato. Tuttavia, sperimentando l’assenza di Dio, se ne desidera il ritorno. Sarebbe bello chiederci che nome diamo a Dio. Io so che Dio è presente e posso parlare con Lui, innalzare il mio grido al suo cospetto. Poco prima, al versetto 16, leggiamo che Dio è nostro Padre e non può sforzarsi nell’insensibilità.           Continua nell’ ALLEGATO

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THE ECONOMY OF FRANCESCO: PARTE SECONDA (Andrea Mobiglia)

3a. The economy...Dopo aver analizzato, in un primo articolo, alcuni degli aspetti presentati al convegno The economy of Francesco, pare importante procedere nel ragionamento e considerare una delle figure teoriche ipotizzate negli studi economici e da cui nasce anche una mentalità distorta e non veritiera della natura umana: l’homo economicus. Per uno sviluppo umano integrale, occorre andare oltre l’homo economicus,

L’ homo economicus è presentato in sintesi come un individuo che agisce solo per un proprio tornaconto personale, calcolando i benefici e i costi del proprio agire e usando esclusivamente questi come criteri per la sua vita; esso è una caricatura estremamente imperfetta e che non spiega la complessità della natura umana. Per smentire il concetto di homo economicus è sufficiente osservare meglio la realtà e porre ad esempio attenzione sulla famiglia, dove al contrario le scelte non avvengono sulla base dell’efficienza economica o su quella di un proprio tornaconto personale (estremizzando, per rendere più chiaro il concetto, si può concludere che per una coppia sposata la scelta più efficiente di carattere economico non è quella di prendersi cura dei figli ma, al contrario, di non farne[1]).          Continua nell’ ALLEGATO

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CON LA LEGGE SULLA LAICITÀ MACRON CREA NUOVI CONFLITTI (Luana Di Micco)

Europe, Religion, Integration: A Lecture by Olivier RoyIl terrorismo non si ferma così – spiega Olivier ROY, docente all’Istituto universitario europeo di Firenze – . L’Eliseo come Sarkozy fa la corte alla destra e confonde valori e principi: così è ideologia.
Il controverso disegno di legge sul separatismo diventato il cavallo di battaglia di Macron nella lotta al terrorismo, sarà discusso in assemblea da febbraio. Introduce obblighi e divieti, tra cui La neutralità dei servizi pubblici, la fine dei finanziamenti esteri dei culti, Ma l’ha anche l’obbligo scolastico dai tre anni, il divieto ai medici di rilasciare dei certificati di verginità e misure per evitare i matrimoni combinati. Alcuni giorni fa il politologo francese Olivier Roy, docente all’istituto universitario europeo di Firenze ha lanciato un appello, insieme ad altre personalità, perché il testo venga ritirato.

Professore, che cosa la preoccupa di più?
Intanto ritengo che questa legge non avrà nessun impatto nella lotta al terrorismo. Perché tornare a legiferare sulle prediche politiche e i discorsi di odio di certi Imam? La legge sulla laicità del 1905 e le leggi seguenti degli anni 80-90 già li condannano. Che rapporto c’è poi tra terrorismo e istruzione a domicilio? Tutti i terroristi hanno frequentato la scuola pubblica. Che rapporto con i certificati di verginità? Dalle jihadiste ci si aspetta che abbiano uno o più mariti. Perché legiferare sulla poligamia? È già vietata e nessun terrorista proviene da famiglie poligame. Le leggi esistenti sono sufficienti. Ma c’è anche un altro problema: si confondono valori e principi. La laicità è un principio giuridico-costituzionale. Il governo lo vuole trasformare in sistema di valori, in ideologia. Rimproveriamo alla Polonia di fare del cattolicesimo un’ideologia di Stato, ma facciamo lo stesso con la laicità. La legge va ritirata, è la solo opzione possibile.           Continua nell’ ALLEGATO

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PIZZAIOLO DONA PIZZE PER IL SUO COMPLEANNO (ANSA)

5a. Pizzaiolo dona pizzeFesteggia i propri 37 anni donando pizze ai bisognosi del paese.

È il generoso gesto di Gaetano Boccia, pizzaiolo di Somma Vesuviana (Napoli), che ieri sera per festeggiare il proprio compleanno ha indossato il grembiule ed ha informato 70 pizze da mezzo metro da distribuire alle famiglie in stato di bisogno del paese, donando un sorriso a grandi e piccini. Oltre alla pizza Gaetano ha regalato anche crocchè e Pepsi-cola, il tutto consegnato a domicilio dai volontari del nucleo di protezione civile “Cobra 2”.

“Sono fatto così – ha spiegato – non mi andava di festeggiare da solo. Sono dieci anni dall’apertura del mio locale, e pur non navigando nell’oro, non posso girarmi dall’altra parte se c’è qualcuno in difficoltà. Ho solo reso felice qualche bimbo ed arricchito il mio cuore. In questo momento di difficoltà dobbiamo essere tutti uniti”. Le pizze, condite con il pomodorino del piennolo del Vesuvio, sono state fatte da Gaetano, la moglie e la madre, con un occhio particolare per quelle destinate alle famiglie con bimbi piccoli, farcite anche con patatine fritte.
“Un grande cuore quello di Gaetano – ha commentato il sindaco Salvatore Di Sarno, che ha contribuito ad individuare le famiglie destinatarie del generoso gesto – è la testimonianza di ciò che sono i miei concittadini: generosi, genuini, veri. Oggi più di ieri dobbiamo dare sorriso a chi rischia di perderlo”. “Bello avere contribuito alla serenità di bambini, anziani, famiglie – ha detto il presidente del nucleo di protezione civile, Vincenzo Secondulfo – domenica tutte le sezioni territoriali della Protezione Civile saranno a Somma Vesuviana per ricordare anche le vittime del Covid dei vari comuni della zona, e disegneremo con i mezzi un enorme albero di Natale, liberando una luce per ognuno dei morti”.

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COMPRA IL TERRENO PER LIBERARE IL CASTELLO DALL’ECOMOSTRO (Giulio Giallolombardo)

6a. Il-terreno-al-posto-della-villettaUn ex imprenditore in pensione ha fatto demolire a sue spese una villetta che da decenni deturpava la vista della fortezza di Mussomeli

Una guerra lampo nel cuore della Sicilia in difesa della bellezza. Un gesto quasi eroico di resilienza che vale più di mille parole. Quella villetta ecomostro che da quasi cinquant’anni faceva a pugni con la mole del castello manfredonico di Mussomeli, uno dei più belli dell’Isola, da qualche giorno non c’è più. Il merito è di un imprenditore in pensione che ha acquistato il terreno su cui sorgeva la casa e l’ha fatta demolire in mezza giornata. Un esempio virtuoso di amore per la propria terra, tradotto in azione silenziosa, con lucido pragmatismo, senza clamori o vetrine.
Campione di protagonismo civico è Sebastiano Misuraca, 75 anni, mussomelese doc, che non sopportava più la vista di quella villetta davanti alla fortezza chiaramontana fusa con la roccia. Così, decide di avviare una trattativa con i proprietari dell’edificio, solo per far sparire una volta per tutte quella ferita nel paesaggio. Dopo una lunga trafila burocratica, l’ex imprenditore acquista il terreno di oltre tremila metri quadrati alle pendici del castello e ottiene l’autorizzazione a demolire. Detto, fatto. Lunedì scorso è intervenuta un’impresa di Mussomeli e in poche ore della villetta non è rimasto che un cumulo di macerie.
La mia speranza è che questo gesto non resti isolato e possa essere da stimolo anche per gli altri, che possano fare molto più di quello che ho fatto io – dice Misuraca a Le Vie dei Tesori News Era uno scempio che stava sullo stomaco a tanti cittadini e a me in particolare. Da mussomelese mi vergognavo di questo edificio, che restava lì senza che nessuno facesse nulla. Così, mi sono deciso a intervenire nei limiti delle mie possibilità, cercando di dare il buon esempio anche ai miei cinque nipoti”.
Adesso al posto della villetta, che era comunque sanata anche se non abitata, nasceranno probabilmente tanti alberi. “Non so ancora cosa farò del terreno, non mi sono ancora posto il problema – confessa Misuraca – . Penso che pianteremo degli ulivi, ma l’importante è che il danno sia stato riparato e che la vista sul castello adesso sia libera da quella vergogna”.

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Il Centro Missionario informa…

 LE TESTIMONIANZE DEI MISSIONARI SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

CONSIGLIAMO LA VISIONE

Un messaggio di auguri dal Burundi
Siamo a Kayongozi, in Burundi. Fra Giuseppe BRANCHI, originario di Montodine, ci guida nella visita del Villaggio San Francesco, nella missione dei Frati Minori Francescani del Nord Italia e ci augura BUON NATALE!

youtu.be/aPiAQn2YdZw
 

Iscriviti al canale di youtube del “Centro Missionario Diocesi di Crema”, per essere avvisato ad ogni pubblicazione di un nuovo video. Link: https://www.youtube.com/channel/UCV1dJoWbFRA2sSAwpJTBpxg

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

credo che dobbiamo farcene una ragione, ma ancora una volta il papà ci stupisce. Ha appena dato alle stampe un’Enciclica poderosa, ha voluto, e praticamente guidato, un Convegno internazionale per rifondare l’economia, ed ecco che sforna una Lettera Apostolica sulla figura di San Giuseppe. E non una lettera qualsiasi, tipo commemorazione obbligata di un vecchio anniversario… È sufficiente l’inizio per darci il senso di una riflessione che accarezza le corde più profonde e forse più intime della nostra umanità.
“Tale desiderio (di condividere con voi alcune riflessioni personali su questa straordinaria figura) è cresciuto durante questi mesi di pandemia, in cui possiamo sperimentare, in mezzo alla crisi che ci sta colpendo, che «le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo.          Continua nell’ ALLEGATO

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LA CONVERSIONE È APRIRSI ALLA TENEREZZA DI DIO (Angelus, 06-12-2020)

1a. AngelusIl Vangelo di questa domenica (Mc 1,1-8) presenta la figura e l’opera di Giovanni il Battista. Egli indicò ai suoi contemporanei un itinerario di fede simile a quello che l’Avvento propone a noi, che ci prepariamo a ricevere il Signore nel Natale. Questo itinerario di fede è un itinerario di conversione. Che cosa significa la parola “conversione”? Nella Bibbia vuol dire anzitutto cambiare direzione e orientamento; e quindi anche cambiare il modo di pensare. Nella vita morale e spirituale, convertirsi significa rivolgersi dal male al bene, dal peccato all’amore di Dio. E questo è quello che insegnava il Battista, che nel deserto della Giudea «proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati» (v. 4). Ricevere il battesimo era segno esterno e visibile della conversione di coloro che ascoltavano la sua predicazione e si decidevano a fare penitenza. Quel battesimo avveniva con l’immersione nel Giordano, nell’acqua, ma esso risultava inutile, era un segno soltanto e risultava inutile se non c’era la disponibilità a pentirsi e cambiare vita.
La conversione comporta il dolore per i peccati commessi, il desiderio di liberarsene, il proposito di escluderli per sempre dalla propria vita. Per escludere il peccato, bisogna rifiutare anche tutto ciò che è legato ad esso, le cose che sono legate al peccato e cioè bisogna rifiutare la mentalità mondana, la stima eccessiva delle comodità, la stima eccessiva del piacere, del benessere, delle ricchezze.          Continua nell’ ALLEGATO

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