Il Centro Missionario informa…

 LE TESTIMONIANZE DEI MISSIONARI SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

CONSIGLIAMO LA VISIONE

Qui dove il Natale accade

25 dicembre 2020 – 07 gennaio 2021
Un’iniziativa dell’Ufficio Migranti di Bergamo,realizzata nell’Abbazzia di San Paolo d’Argon. Si condividono gli auguri nella propria lingua madre. Il cibo profuma di casa…

https://youtu.be/jUDEdq7yYOQ
(da canale youtube dell’Ufficio Pastorale Migranti Bergamo)

Iscriviti al canale di youtube del “Centro Missionario Diocesi di Crema”, per essere avvisato ad ogni pubblicazione di un nuovo video. Link: https://www.youtube.com/channel/UCV1dJoWbFRA2sSAwpJTBpxg

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

dopo un anno dominato dal Covid-19 e dopo un’enciclica, Fratelli tutti, in molte parti davvero profetica, credo che Papa Francesco non abbia stupito nessuno quando ha proposto per la 54a Giornata Mondiale della Pace 2021, il tema della cura. Infatti il titolo del messaggio È proprio LA CULTURA DELLA CURA COME PERCORSO DI PACE e propone un cammino di riflessione molto ampio.
Si comincia infatti con la creazione dell’uomo, dove Dio stesso è modello e origine della vocazione umana alla cura in quanto non solo crea l’uomo a sua immagine e somiglianza, decretandone la sua dignità inviolabile, ma affida Il Giardino piantato nell’Eden proprio alle cure di Adamo. Dopo un rapido accenno al ministero di Gesù, la cui vita è tutta un esempio di cura verso chi soffre, e all’impegno che i suoi seguaci hanno sempre mantenuto nel corso dei secoli, Francesco si sofferma su quella che egli definisce la bussola dei princìpi sociali, ovvero alcuni princìpi della dottrina sociale della Chiesa dai quali declinare i più importanti aspetti della cura.
Il primo è la Promozione della dignità e dei diritti della persona umana. Ogni persona infatti è un fine in se stessa, mai solo uno strumento da utilizzare. Da qui l’attenzione al nostro prossimo.          Continua nell’ ALLEGATO

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IL FIGLIO DI DIO HA AVUTO BISOGNO DEL CALORE DI UNA FAMIGLIA (Angelus, 27-12-2020)

1a. AngelusA pochi giorni dal Natale, la liturgia ci invita a fissare lo sguardo sulla Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. È bello riflettere sul fatto che il Figlio di Dio ha voluto aver bisogno, come tutti i bambini, del calore di una famiglia. Proprio per questo, perché è la famiglia di Gesù, quella di Nazaret è la famiglia-modello, in cui tutte le famiglie del mondo possono trovare il loro sicuro punto di riferimento e una sicura ispirazione. A Nazaret è germogliata la primavera della vita umana del Figlio di Dio, nel momento in cui Egli è stato concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo verginale di Maria. Tra le mura ospitali della Casa di Nazaret si è svolta nella gioia l’infanzia di Gesù, circondato dalle premure materne di Maria e dalla cura di Giuseppe, nel quale Gesù ha potuto vedere la tenerezza di Dio (cfr Lett. Apost. Patris corde, 2).

Ad imitazione della Sacra Famiglia, siamo chiamati a riscoprire il valore educativo del nucleo familiare: esso richiede di essere fondato sull’amore che sempre rigenera i rapporti aprendo orizzonti di speranza. In famiglia si potrà sperimentare una comunione sincera quando essa è casa di preghiera, quando gli affetti sono seri, profondi e puri, quando il perdono prevale sulle discordie, quando l’asprezza quotidiana del vivere viene addolcita dalla tenerezza reciproca e dalla serena adesione alla volontà di Dio. In questo modo, la famiglia si apre alla gioia che Dio dona a tutti coloro che sanno dare con gioia.            Continua nell’ ALLEGATO

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CELEBREREMO IL NATALE, MA SENZA LA GIOIA E LA SERENITÀ DEGLI ALTRI ANNI

2a. S. Natale P. ZanchiPadre Zanchi ci racconta in questa breve, ma densa lettera, la difficile situazione che stanno vivendo in Bangladesh.                                                                 

Santo Natale 2020 –          

Carissimi Amici di Crema , cordiali saluti dalla missione di Suihari!
Abbiamo cominciato il nuovo anno con tanta buona volontà programmando tante iniziative, che purtroppo sono state bruscamente interrotte e cancellate per l’arrivo e per la diffusione della pandemia di Coronavirus.
Il governo ha dichiarato il lockdown il 18 marzo ’20 chiudendo scuole, università, uffici, industrie tessili, mezzi di trasporto, luoghi di culto…dando obbligatorie disposizioni sanitarie di prevenzione e di difesa dal coronavirus. Mentre alcune attività e ambienti sono stati poi parzialmente aperti, non così per la scuola, con grave danno per gli studenti, soprattutto di quelli che vivono nei villaggi.
Anche i ragazzi/e dei nostri due Ostelli sono tornati a casa. Non sappiamo ancora quando  e come potremo riprendere le nostre attività e la nostra scuola. Il Ministro dell’Istruzione continua a ripetere che non ci sono ancora condizioni favorevoli per una riapertura.          Continua nell’ ALLEGATO

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È NATALE: NASCE GESÙ, CONTINUA A NASCERE ANCHE QUEST’ANNO… (Gianni e Nancy)

3a. E' NataleRiportiamo questa riflessione inviataci da Gianni e Nancy Vaccaro, due volontari che operano in Perù, nell’estrema periferia meridionale di Lima. Hanno fondato   Yachay Wasi de Tablada, un’Associazione educativa senza fine di lucro finalizzata ad uno sviluppo integrale e solidale e che cerca di costruire insieme alla gente dei villaggi spazi di vita dignitosi, umani e di pace.

Gesù nasce, perché “Dio ascolta il grido del Suo Popolo..”.
Gesù nasce in una stalla, povero, debole e vulnerabile.
Però nasce ed attira i milioni di pastori erranti e profughi di oggi, nominati come i veri RE dal Dio della Vita, che non li vuole più esclusi e impauriti, per tutte le minacce di morte degli Erode di sempre.
Emigrante per scappare a tutte le violenze prodotte dagli Erodi di oggi, apparentemente invincibili, ci ricorda che la Vita, in armonia con tutti e con la creazione, vincerà.
E vincerà con l’unica forza della parola, che si trasforma in speranza, comunione e fraternità universale.
Così quest’anno Gesù nasce nelle stalle di tutte le povertà escludenti di oggi.
Nasce nei centri di terapie intensive o nei letti delle nostre case, perché non c’è posto per loro … nei reparti specializzati, agonizzando contro il coronavirus.          Continua nell’ ALLEGATO

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IL SORRISO DI AGITU IDEA GUDETA (Annalisa Camilli)

4a. GudetaAgitu Idea Gudeta era soprattutto il suo sorriso: un’espressione aperta, piena di fiducia che offriva come un sacchetto d’oro a chi la incontrava. Era una donna piena di vita, indipendente, colta, impavida. Per questo non riesco a pensare che sia morta. E la notizia che sia stata uccisa con un martello nella sua casa in Trentino provoca un dolore indicibile.

L’avevo incontrata per la prima volta nel 2016 a Trento e poi, da allora, molte altre volte in occasioni pubbliche in cui era invitata a parlare del suo impegno per i diritti umani e contro il land grabbing in Etiopia, ma anche della possibilità che si era inventata di fare l’allevatrice di capre nelle valli trentine e di mettere in piedi un’azienda casearia in cui riusciva a conciliare la sostenibilità ambientale e la qualità della produzione, recuperando le specie di capre autoctone che faceva pascolare nei terreni demaniali abbandonati. Ne aveva parlato anche nel 2017 al festival di Internazionale a Ferrara con i ragazzi di Occhio ai media.

Come aveva raccontato lei stessa era arrivata in Italia nel 2010 “con duecento euro in tasca”, dopo essere scappata dal suo paese, l’Etiopia, dove era perseguitata per il suo attivismo contro le speculazioni e gli espropri forzati dei latifondisti che costringono i piccoli agricoltori e gli allevatori ad abbandonare i loro terreni. Era venuta prima per studiare sociologia a 18 anni, aveva imparato molto bene l’italiano e per questo nel 2010 aveva chiesto l’asilo in Trentino, quando aveva capito che in Etiopia rischiava di essere uccisa. Invece è stata assassinata a Frassilongo, nel maso e nell’azienda che aveva fondato e che l’aveva fatta conoscere in tutto il paese per la qualità dei suoi formaggi. Avrebbe compiuto 43 anni il 1 gennaio.          Continua nell’ ALLEGATO

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ONLINE IL CIRCO DEI FRATELLI GRIONI (Luciano Zanardini)

5a. On line il circo GrioniUn’ora di circo online. La proposta arriva da Calcinato e precisamente dal Circo Grioni che in questi mesi sta cercando il modo di reggere all’urto della pandemia. Quest’anno, per evidenti motivi, non è possibile assistere agli spettacoli dal vivo, ma sul divano di casa si potranno trascorrere 60 minuti tra divertimento e stupore per la bravura degli artisti. Non mancheranno le più belle attrazioni: giocolieri, lanciatori di coltelli, maghi illusionisti e la sfilata degli animali della fattoria…

 Giorni, anzi anni, di allenamento per esprimere questa forma d’arte viaggiante che è stata codificata alla fine del Settecento. In questo caso parliamo di un’impresa familiare che coinvolge 18 professionisti (attualmente sono 13 perché in cinque hanno raggiunto le loro famiglie) e poggia sulle spalle del direttore artistico Marco Grioni, 39 anni. Figlio di Roberto, un docente di biologia e agente per il settore circense, Marco è sposato con quattro bambini. Il Circo fratelli Grioni ha tra i suoi protagonisti proprio i più piccoli del nucleo familiare: Matteo, 11 anni, clown e acrobata; Luca, 13, recordman nazionale di equilibrista su rullo oscillante (a gennaio lo vedremo anche a Italia’s got talent); Ylenia, 8 anni, più giovane equilibrista sul globo (la palla gigante) e, infine, Giada, quattro anni, truccata da clown. Matteo e Luca si sono formati all’Accademia del circo della famiglia Togni.          Continua nell’ ALLEGATO

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CONSIGLIAMO LA VISIONE

Padre Gigi: condivisione del messaggio di Natale

“Ho avuto la gioia di riabbracciare la mia famiglia, la libertà…” così padre Gigi inizia il suo particolare ‘commento’ al Vangelo, in cui ripercorre quanto ha vissuto nel deserto dal 17 settembre 2018 all’ottobre 2020.
(da canale youtube de “Il Nuovo Torrazzo”)

https://youtu.be/EIBVZgM-hJc

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