LA GUERRA VISTA DAI SOCIAL. E LA SFIDA DI DISARMARCI DAVVERO (Giorgio Bernardelli)

2a. La guerra vista dai ...In questi giorni di violenza ripenso alla testimonianza di pace del cardinale Martini a Gerusalemme. E a quanto scandalo susciterebbe oggi il suo invito a “stare nel mezzo”

Ogni volta che la pentola a pressione (alimentata da tanta indifferenza) esplode in Terra Santa, ogni volta che i nostri animi si infiammano di fronte a “questo conflitto che non finisce mai”, non riesco a non pensare alla profonda (e nascosta) testimonianza di pace vissuta a Gerusalemme dal cardinale Carlo Maria Martini all’inizio degli anni Duemila.
Era il tempo della Seconda intifada, che durò quattro lunghissimi anni tra attentatori suicidi che facevano saltare in aria gli autobus pieni di gente e carri armati che entravano persino nei campi profughi. In quel contesto – non meno doloroso di quello di oggi e sfidando l’incomprensione – Martini a chi gli chiedeva un parere su chi avesse ragione o chi torto tra israeliani e palestinesi, rispondeva sempre di aver scelto di lasciarsi guidare a Gerusalemme dalla massima evangelica “Non giudicate e non sarete giudicati”. Aggiungendo, però, che la vocazione del cristiano nel tempo della guerra è quella dell’intercessore, cioè quella di chi si mette fisicamente nel mezzo tra le parti in conflitto, accettandone tutto il rischio per caricarsi sulle spalle le sofferenze degli uni e degli altri e aprire così davvero una strada alla pace.

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