LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO (Paolo Scquizzato)

6a. La goccia che fa traboccare il vasoUna attenta lettrice ci ha segnalato questo testo curato da Paolo Scquizzato, un prete della diocesi di Pinerolo che, partendo dalla difficile situazione vissuta durante la pandemia, si interroga sul senso della fede e della preghiera. Così ha scritto una lettera a 16 amici, sparsi in tutta Italia, da Bolzano a Palermo, chiedendo  loro un breve contributo sulla preghiera, su come poter concepire la preghiera in epoca di Covid-19 e cosa voglia dire pregare un Dio in un momento buio come questo. Si è formato un mosaico, fatto di piccole tessere, ciascuna con la sua ricchezza e con il suo tratto personale, di autori e autrici profondamente sinceri.

In questi giorni amari, senza essere avari, ho imparato ad amare la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dinanzi a episodi di una tristezza infinita, ho cercato di abbracciarli ed accoglierli consapevole che proprio in questo modo è possibile intraprendere percorsi capaci di traghettarci dalla religione alla fede e maturare in un cammino di adultità nella fede.
Siamo stati spettatori di immagini che non fossero state documentate e rilanciate migliaia di volte sui social, parrebbero episodi provenienti da epoche lontane e oscure, proprie di una religione oscura e lontana. Si è visto preti portare a spasso statue di madonne lacrimogene e santi ritenuti efficaci contro morbi e pestilenze; porporati brandire ostensori come fossero armi benedicendo piazze deserte; e – dall’alto di un elicottero – un prete col Santissimo impartire benedizioni sentendosi come l’arcangelo Raffaele 2.0.
Scene di una religione che interroga, che lascia sgomenti. Che idea di Dio ci portiamo dentro: quale Dio si nasconde dietro queste invocazioni, a questi gesti?            Continua nell’ ALLEGATO

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