INTEGRAZIONE: SINDACO DI RIACE SULLA RIVISTA “FORTUNE”

DOMENICO-LUCANOLa prestigiosa rivista “Fortune” lo ha inserito tra i 50 personaggi più influenti al mondo. Ed il bello è che è l’unico italiano di questa “top 50”. Si chiama Domenico Lucano, e da tre mandati è sindaco di Riace, paesino calabrese di poco più di duemila abitanti che deve la sua notorietà al ritrovamento dei celebri bronzi. È finito fianco a fianco con Angela Merkel, papa Francesco e l’ad di Apple, Tim Cook, ma non per il suo conto in banca o il suo patrimonio immobiliare: il sindaco di Riace s’è aggiudicato la nomination per il suo impegno concreto nel campo dell’immigrazione. Il piccolo comune calabro, 1.820 abitanti, da quando Lucano è primo cittadino ha dato ospitalità ad oltre 6mila immigrati che, tra l’altro, hanno avviato anche una serie di attività artigianali ed imprenditoriali che hanno determinato la rivitalizzazione della cittadina.

Il primo sbarco avvenuto nel 1998 ha avuto un significato profondo per il paese calabrese, situato nella zona meridionale della costa jonica. Fino a quel momento Riace aveva conosciuto soltanto i flussi migratori in uscita, con i paesani che abbandonavano il loro ruolo di braccianti per andare a lavorare nelle industrie del nord. “Quella barca nel 1998 ha incontrato una comunità con un destino segnatoracconta Lucano – le case erano vuote e l’economia locale era paralizzata. Con un gruppo di amici, compagni di molte attività politiche e sociali, abbiamo fondato l’associazione ‘Città Futura’ e formato una giunta per trasformare Riace nella città dell’accoglienza. Sognavamo una cittadina basata sugli stessi valori della cultura locale, incontaminata dal capitalismo e dal consumismo. Una cultura dell’ospitalità, che trova sempre il modo e lo spazio per accogliere dei forestieri. Qui non ci sono centri d’accoglienza, qui ai migranti diamo una casa vera”. Così conclude il sindaco, che nella sua giovinezza ha fatto l’emigrato a Torino, prima di ritornare nei suoi luoghi natii. Hanno riaperto laboratori di ceramica e tessitura, alcuni bar, panetterie e persino la scuola elementare. Ci voleva poco, forse, a ben vedere: quella di ripopolare con immigrati i luoghi da cui sono partiti gli immigrati è l’uovo di Colombo, ma nessuno aveva avuto le sue intuizioni e il suo coraggio. Nessuno, a quanto pare, nel mondo.