INDIA IN GINOCCHIO E MODI È AL BIVIO (Stefano Vecchia)

Migrant workers head home from New Delhi after the national lockdown took effect.

L’India sta eplodendo con un milione di contagiati. E, uno dopo l’altro, gli Stati sono costretti a fare marcia indietro mentre continuano ad emergere nuovi focolai. Giovedì lo Stato settentrionale del Bihar è tornato al lockdown, poi è toccato al confinante Uttar Pradesh – anche se la misura vale solo nei fine settimana – e, infine, al Tamil Nadu, anche se in questo caso si tratta di una chiusura domenicale.

Nonostante il maggior blocco della storia coinvolga circa mezzo miliardo di indiani, le prospettive sono drammatiche. «Mentre l’attenzione mondiale si è concentrata sulle crisi in corso negli Stati Uniti e in Sudamerica, una tragedia umana comparabile va emergendo rapidamente in Asia meridionale », ha indicato John Fleming, direttore della Croce rossa per l’Asia-Pacifico.
Con un balzo di oltre 35mila contagi in un giorno, giovedì l’India ha superato il milione di casi e, con il record di 680 nuovi decessi, ha passato le 25mila vittime. Un chiaro segnale, confermato dai dati di ieri, che il tentativo di arginare l’epidemia è fallito. Anzi, al contrario, la gestione contraddittoria del governo ha finito per alimentarla. Per l’India la Fase 2 non indica tanto una ripresa limitata del contagio, spesso con apporti dall’esterno come in molti altri Paesi, ma piuttosto una irradiazione dai principali centri urbani, maggiori focolai iniziali. L’allentamento del rigido lockdown nazionale – imposto il 24 marzo e conclusosi due mesi dopo per le pressioni del premier Narendra Modi, preoccupato dell’impatto sull’economia –, ha permesso una diffusione su scala territoriale, in parte veicolata dai migranti interni rientrati nelle località di origine (2,5 milioni nel solo Bihar).          Continua nell’ ALLEGATO

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