IL CENTRO MISSIONARIO INFORMA…(Redazione)

A) NOTIZIE DALL’URUGUAY

   ①  Monsignor Arturo a Crema
39-3A un anno di distanza dall’ultima visita, approfittando della visita “ad Limina” a Roma, il vescovo Uruguayano mons. Fajardo sarà nostro ospite dal 25 al 28 di novembre. Sarà accompagnato da un sacerdote P. Andrés e da un giornalista, Igor Alcalde.
 Mons. Arturo Fajardo, vescovo di S.José de Mayo in Uruguay, è un nome e un volto ormai noto ai cremaschi. Dopo il mese trascorso tra di noi l’estate scorsa, mons. Fajardo, alla fine di novembre sarà ancora tra di noi. Un passaggio breve, ma intenso, che concluderà la visita “ad Limina” prevista a Roma dal 14 al 22 novembre. In questi giorni infatti, mons. Arturo, che è anche vicepresidente della Conferenza Episcopale dell’Uruguay, insieme a tutti i vescovi del suo Paese, realizzeranno la loro visita a Papa Francesco e ai suoi collaboratori più vicini nella guida della Chiesa.
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     Don Federico nominato parroco al Delta del Tigre
39-4Il nostro missionario don Federico Bragonzi assume la conduzione pastorale della “quasi parrocchia di Nostra Signora di Lourdes e di Sant’Eugenio al Delta del Tigre. Questo significa un rilancio della nostra missione in Uruguay perché il popoloso quartiere del Delta, che sorge alla periferia di Montevideo, pur essendo ancora diocesi di S. José de Mayo, con i suoi oltre 15.000 abitanti, richiederà l’impiego di un altro missionario di Crema.
Dopo quattro anni di servizio, don Federico lascia la “storica” Parrocchia di Estación Gonzáles, nella quale subentrerà padre Sebastián Pijuán, un sacerdote catalano della diocesi di Solsona. Le nuove responsabilità pastorali diventeranno effettive nei primi mesi del 2018, con l’inizio del nuovo anno pastorale.

   ③ La diocesi di Lodi invia un nuovo missionario in Uruguay.
39-5Si tratta di don Stefano CONCARDI. Dal settembre del 2010 era parroco di S. Michele Arcangelo a Castiraga Vidardo, un paese di quasi  3.000  abitanti situato a pochi chilometri da S.Angelo Lodigiano. Ordinato sacerdote nel 1989 è stato dapprima vicario parrocchiale a S. Rocco in Lodi per poi passare con lo stesso incarico nel 1997 nella parrocchia di di S. Maria della Clemenza e S. Bernardo sempre in Lodi, rimanendovi fino al 2003. Nel frattempo, a partire dal dal 1992 era divenuto collaboratore della Caritas Lodigiana.
Da tempo però stava maturando la scelta di partire missionario fidei donum. Il sogno si concretizza proprio alla fine del 2003, quando parte alla volta dell’Ecuador, dove la diocesi di Lodi da tempo garantisce una presenza pastorale. Così dal settembre del 2003 al gennaio del 2010 don Stefano è parroco di Puerto Lopez nella diocesi di Portoviejo.
Al suo rientro è per qualche mese Collaboratore pastorale a Mignete, una frazione di Zelo Buon Persico, per poi diventare parroco a Castirago Vidardo.
Evidentemente i sette anni d’Italia non sono riusciti ad estirpare quel “tarlo missionario” che continuava a rodere. Così ha rispoto con gioia alla richiesta del suo Vescovo di mettersi di nuovo in gioco per un’altra esperienza, questa volta in Uruguay.
Don Concardi prende il posto di don Giancarlo Malcontenti, rientrato dopo 11 anni di America Latina, e lavorerà nella parrocchia di Cardona. A lui i più sinceri AUGURI di una Missione ricca e condivisa con la gente da parte della Chiesa sorella di Crema.

B) NOTIZIE DALLE MISSIONI
   ① Dal Niger don Gigi Maccalli
Due brevi pensieri… uno spaccato di una giornata missionaria.

Ciao a tutti,
oggi mi trovo a Niamey per le dimissioni dall’ospedale di Monica. Le hanno asportato una massa tumorale palpebro-orbitale inferiore dell’occhio sinistro. Ho portato al laboratorio il campione per la biopsia, il risultato sarà pronto tra una quindicina di giorni. Monica con la mamma sono partite stasera con Jean Baptiste (catechista di Bomoanga) per il rientro al villaggio. Abbiamo appuntamento col professore per il 9 ottobre prossimo. Si vedrà allora se iniziare una terapia di chemio di 6 sedute come si era prospettato.
Monica sta bene è gioiosa e sempre positiva. Le ho regalato un paio di sandali che ha voluto col tacco… da portare domenica alla messa. Speriamo e pensiamo positivo.
Grazie a tutti e continuiamo a intercedere per una sua completa guarigione.
Aspettando esiti sul caso Monica, mi sto muovendo per un altro caso di bimba DAWA di 12 anni affetta di un problema alla valvola mitralica del cuore. Sto aspettando l’ok dell’ospedale del Bambin Gesù di Roma. Ho avuto un contatto tramite Mauro Armanino e qualcosa si sta muovendo. Speriamo … è una operazione che non si fa in Niger e il suo caso è anche complicato dal problema della drepanocytose detta anche anemia mediterranea. Vi saprò dare ulteriori dettagli …
Pregate per lei e fate pregare per una possibile soluzione, grazie.               Fraternamente gg

   ② Un’oasi di tranquillità in confronto al caos indiano
39-6Ospite della Parrocchia del Duomo, suor Ambika, fedele collaboratrice prima e oggi continuatrice dell’opera dell’indimenticabile Padre Luigi Pezzoni, ha tracciato, durante l’omelia la situazione del Lebbrosario di Nalgonda.

Carissimi amici di padre Pezzoni, Pace e bene.
Buongiorno a tutti e bentrovati. Per me è una grande gioia essere presente tra di voi e conoscervi di persona. Vi spero tutti in buona salute e che il cielo e padre Luigi da lassù vi benedica tutti. Ci rendiamo sempre più conto che il proseguo della nostra attività a Nalgonda dipende in modo particolare dal contributo e dalla vicinanza di voi italiani. Le necessità in questo campo sono sempre numerose in tutto il mondo, ognuno cerca di sostenere la propria. Sono ormai 4 anni che padre Luigi ci ha lasciato, penso sia tempo di fare un bilancio. Sempre vivo è il suo ricordo tra di noi. Tante volte ci sembra di vederlo ancora con il suo bastone e il suo sorriso aggirarsi per le vie del centro o in mezzo ai lebbrosi e ai suoi bambini che amava tanto.                                                                                                                                                               Continua nell’ ALLEGATO

C) RICORDANDO LA VEGLIA MISSIONARIA.
35-2È passato esattamente un mese da quando si è svolta in Cattedrale la Veglia di preghiera che,  guidata dal nostro vescovo  mons. Daniele, ha animato il Mese Missionario e dato il via alle attività missionarie del nuovo anno liturgico che con l’Avvento inizierà tra poco. Vogliamo ricordare quel momento importante per tutti Noi cominciando a riportare alcune delle testimonianze che hanno costellato la serata. Questa volta riportiamo l’omelia del Vescovo, le riflessioni dei Gruppi Missionari e il pensiero finale di padre Walter Maccalli.

   ① Se la “messe è molta” vuol dire anzitutto che c’è molto da raccogliere
39-7Omelia pronunciata dal vescovo Daniele durante la Veglia Missionaria.
 Alle molte voci che abbiamo già ascoltato in questa veglia aggiungo brevemente anche la mia, per lasciar risuonare un momento la pagina del Vangelo che abbiamo appena ascoltato, che costituisce la conclusione del Vangelo di Matteo.
Tra le molte cose che stupiscono, in questi pochi versetti, sottolineo soprattutto la sproporzione, così evidente sul piano umano, tra la missione che Gesù affida ai discepoli, e quella «risorsa», che sono loro stessi.
Da una parte, il comando: «Fate discepoli tutti i popoli», dunque una missione che ha le dimensioni del mondo intero, che si estende a tutta l’umanità, a tutte le genti, niente di meno.                                         Continua nell’ ALLEGATO

 Il nostro impegno
39-8 I rappresentanti di alcuni Gruppi Missionari, in processione verso l’altare, hanno portato tra le mani una ciotola piena di semi, segno del loro impegno missionario, che hanno consegnato nelle mani del Vescovo. Durante la processione è stato reso noto ai presenti quali frutti ha dato la semina di quei semi all’interno della Comunità, cioè quali ricadute ha avuto l’impegno missionario. Ecco i Gruppi Missionari che hanno portato semi e  raccontato i frutti:
1 – Associazione Amici delle missioni
2 – Camisano
3 – Chieve
4 – Izano
5 – Madignano
6 – Offanengo
7 – Ripalta Cremasca
8 – San Carlo
9 – Santa Maria della Croce
10 – Scannabue
11 – Sergnano
12 – Unità pastor. Sacro Cuore – Santa Maria dei Mosi
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   ③ Padre Walter Maccalli: Se cercate Gesù povero l’Africa, il Mondo ha    bisogno di voi
39-9Sono Padre Walter Maccalli, originario di Madignano, Missionario della S.M.A. la società delle missioni Africane. Attualmente in Angola. Sono già passati 26 anni in Africa, 13 in Costa d’Avorio e 13 in Angola, di cui 3 in Italia per l’Animazione missionaria.
 La parrocchia di Nambuangongo è nata nel 1958 e poi abbandonata nel 1961 con l’inizio della guerra. Sapete che l’Angola a sofferto una lunga guerra, durata circa 40 anni. Dal 61 al 74 con i coloni portoghesi, nel 75 un anno di indipendenza, e dal 76 una guerra civile interna, che terminò nel 2002. La Missione si trova a 170 kilometri dalla capitale Luanda. È la più grande parrocchia della diocesi, situata su un territorio grande come la Liguria di (5.604 Kilometri quadrati), con 62.000 abitanti sparsi in 74 villaggi. Molte comunità sono sperdute tra le montagne. Strade impraticabili nel periodo delle piogge. L’ultimo villaggio si trova a 105 kilometri dalla missione di cui 20 kilometri raggiungibile solo a piedi. L’equipe pastorale è formata di un Padre due suore messicane e una laica missionaria portoghese…                                                                                                                  Continua nell’ ALLEGATO

D) GUARDO ALTO: LE MIGRAZIONI DALL’AFRICA
39-10Una storia che si ripete all’infinito e continuerà all’infinito finché  non cambieremo i rapporti con quel continente. Questa la sintesi di un intervento, quello di Raffaele Masto, appassionato quanto lucido. Vivace la partecipazione del pubblico.
Luoghi comuni da sfatare
Le migrazioni? Sono la storia dell’umanità. Ci sono sempre state perché hanno indicato la via che portava dalla povertà alla ricchezza.
I numeri? Niente di clamoroso. Sono 181.000 nel 2016 e pochi meno, 176.000 nel 2015. Su una popolazione di 60 milioni e più di abitanti risulta una percentuale bassissima: lo 0,3%.
Stanno per invaderci? Stando a certa politica sembra di sì, anzi è certo. Eppure non vogliono fermarsi in Italia. Se l’Europa li lasciasse passare, invece di creare muri, questi numeri non si vedrebbero in Italia. Eppure dobbiamo dire grazie ai migranti, perché grazie al loro arrivo abbiamo chiuso il bilancio della popolazione con un leggero attivo di 20.000 unità.                                                                                                                                                                                        L’articolo continua nell’ ALLEGATO