IL CENTRO MISSIONARIO INFORMA… (Redazione)

Don Francesco
Don Francesco

Sospendiamo per questa settimana la pubblicazione delle lettere dei nostri missionari, per darvi alcune notizie urgenti. Riprenderemo con quelle al più presto. Alla vigilia del viaggio in Uruguay, proponiamo alla vostra attenzione la testimonianza di don Francesco Ruini, missionario nel paese sudamericano.
Anche se durata poco tempo, nelle parole di don Francesco si coglie lo sforzo essenziale di vuole uscire dalla comodità della propria cultura per provare a entrare, anche se con fatica, in un’altra cultura.

A. VIVERE IL VANGELO PER POTERLO ANNUNCIARE
Nel primo incontro di animazione missionaria, svoltosi il 1 ottobre 2017, abbiamo dato spazio alla testimonianza di don Francesco RUINI, il sacerdote “fidei donum” della nostra diocesi rientrato dopo quasi un anno di missione per gravi motivi di salute. Finalmente curato e guarito, lo abbiamo ascoltato raccontare la sua esperienza.
I dieci mesi che ho trascorso in Uruguay, tanto è durata la mia missione, si è svolta essenzialmente in tre luoghi:
CARDONA, dove abitano i sacerdoti di Lodi e dove, domenica sera e lunedì converge anche don Federico. Lì ho trascorso la maggior parte del mio tempo e lì studiavo.
DELTA EL TIGRE, un agglomerato di case, a circa 30 km da Montevideo, lungo circa 3 km e con circa 20.000 abitanti. E’ la futura parrocchia dei cremaschi.
HOGAR SACERDOTAL, la casa di accoglienza per preti malati e anziani, circa 25. Lì ho abitato dalla fine di dicembre fino a marzo, cioè al mio ritorno in Italia.                                                   Continua nell ALLEGATO

B. “LA MESSE È MOLTA…” Il prossimo incontro di Animazione Missionaria.
Con la seconda domenica di febbraio, esattamente domenica 11 febbraio alle ore 15, riprendono gli incontri di Animazione Missionaria per i Gruppi e le persone interessate alle tematiche Missionarie.
La scelta di questa data è motivata dal fatto che avremo come ospite-guida il vescovo mons. Daniele. La presenza del nostro Vescovo non sarà un semplice gesto di cortesia, ma sarà un’occasione importante per riflettere e di confrontarci con il nostro Pastore sui temi della Missione e del senso del nostro impegno in quella direzione. Un incontro che acquista un valore particolare perché mons. Gianotti sarà appena ritornato dal viaggio in Uruguay, previsto dal 28 gennaio al 6 febbraio 2018. Partendo dal testo di Luca (10, 2 e seguenti) “La messe è molta …” il Vescovo ci aiuterà non solo a leggere e a comprendere la situazione attuale e futura della Missione Cremasca al Delta del Tigre a sostegno della diocesi sorella di san Josè de Mayo, ma anche a individuare i punti chiave per un’azione missionaria anche all’interno della nostra diocesi di Crema.
Durante l’incontro verranno presentate anche le esperienze di chi si è messo in gioco ed ha vissuto un’esperienza in una delle tante missioni sparse nel mondo e animate dai nostri missionari e dalle nostre missionarie.
Data l’importanza dell’incontro e contando su una buona partecipazione, abbiamo pensato di organizzare l’incontro presso il Salone del Centro Giovanile S. Luigi.
L’incontro è aperto a tutti e raccomandato soprattutto per coloro che sono interessati ai temi della Missione.

C. VIAGGIARE PER ANDARE OLTRE NOI STESSI.
Un Corso di preparazione per una breve esperienza in missione offerto dal Centro Missionario Diocesano per permettere a giovani e adulti di conoscere e lasciarsi evangelizzare dalle giovani Chiese.
1“I giovani sono la speranza della missione. La persona di Gesù e la Buona Notizia da Lui proclamata continuano ad affascinare molti giovani. Essi cercano percorsi in cui realizzare il coraggio e gli slanci del cuore a servizio dell’umanità”. Guidati da queste parole del Papa contenute nel recente messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, inizieremo sabato 17 febbraio il 18° Corso DARE IL SENSO AL VIAGGIO. Si tratta di una serie di incontri pensati per chi si prepara per una breve esperienza in missione ed organizzati dal Centro Missionario Diocesano di Crema.

Articolato in sei incontri con cadenza quindicinale (con l’aggiunta di un settimo per il racconto delle esperienze vissute), il Corso propone un percorso formativo per conoscere i temi legati alla diversità delle culture, alla missionarietà, ai problemi del Sud del mondo.
Attraverso una metodologia partecipativa si darà ampio spazio sia alla relazione di gruppo che all’esperienza personale, in modo che ciascuno possa riflettere sugli atteggiamenti che caratterizzano la propria capacità di relazione, di dialogo e di spiritualità. Nel corso degli incontri sono previsti anche interventi di esperti e testimonianze di persone che hanno già vissuto esperienze di missione.

Il Corso è aperto a tutti coloro che vogliono visitare una missione per scelta personale, per amicizia con missionari o anche per iniziativa della loro parrocchia. Sono benvenuti anche coloro che hanno già fatto un viaggio nel Sud del mondo e vogliono ripensare la propria esperienza attraverso il confronto con gli altri.

L’importante è acquisire quegli strumenti culturali che permettano di non partire allo sbaraglio, di non giudicare affrettatamente, di non sprecare il tempo, di non rimanere delusi. Al contrario si tratta di conquistare la consapevolezza che viaggiare significa guardare oltre: conoscere altre culture e anche qualcosa di più di noi stessi, significa saper condividere l’esperienza con altri e soprattutto rafforzare l’impegno per un mondo più solidale attraverso l’incontro con i missionari e le loro comunità. In fondo, come dice ancora il Papa, “il testimone è colui che vive per primo il cammino che propone”.   Il Programma del Corso nell’ ALLEGATO

a cura del Centro Missionario Diocesano

D.  MAI PIÙ INGIUSTIZIE, DISCRIMINAZIONI, LEBBRE NEL MONDO
1Domenica 28 gennaio sarà celebrata in tutta Italia la 65° Giornata Mondiale di Malati di Lebbra. Un’occasione per riflettere, come diceva Raoul Follereau che dedicò la vita a combattere questa malattia, che “perché il malato di lebbra cessi di essere lebbroso, bisogna guarire quelli che stanno bene dalla paura e dall’indifferenza”.
La lebbra oggi è una malattia facilmente curabile, ma è ancora presente nelle aree più povere del mondo, con oltre 210.000 nuovi casi ogni anno. Un nuovo caso ogni due minuti! Il 9% ha meno di 15 anni e milioni di persone riportano disabilità permanenti e vengono emarginate a causa della lebbra. Le cause principali della malattia continuano ad essere l’assenza di servizi sanitari, di igiene e di alimentazione. Inoltre i pregiudizi culturali, per i segni che la malattia lascia sul corpo, sono ancora molto presenti, causando emarginazione ed esclusione sociale.

Per questo è indispensabile non abbassare la guardia. L’obiettivo è quello di debellare la malattia e favorire il reinserimento sociale di persone che, seppur guarite, riportano delle disabilità. Per questo, come Centro Missionario, incoraggiamo e ringraziamo tutti coloro che si impegnano a sostenere l’azione di chi, Associazioni, Missionari, Volontari dedicano le loro energie per la liberazione dei malati di lebbra e dedichiamo a tutti questa breve, ma intensa poesia dell’indimenticabile Raoul Follereau. formativo per conoscere i temi legati alla diversità delle culture, alla missionarietà, ai problemi del Sud del mondo.

DONA LA LUCE AI NOSTRI OCCHI INDIGENTI
Dona luce ai nostri occhi indigenti,
la Luce,
che era prima che nascessero i soli
e l’accordo sublime delle tue galassie.
Mai più carestie, mai più guerre.
No, Signore, mai più mai più
carestie o guerre,
affinché mai, mai più
abbiamo a vergognarci di ciò che siamo;
affinché sempre,
per sempre diventiamo uomini.
Nel disordine ottuso, nella violenza triste
di tutti gli istinti scatenati,
aiutaci a salvare noi stessi
da noi stessi;
risuoni per noi senza fine
l’eco miracolosa delle Beatitudini.

D. UN SANTO PER TUTTE LE STAGIONI
4-4Ricorrono quest’anno 65 anni dal martirio di padre Alfredo Cremonesi, missionario del Pime in Birmania (Myanmar), ucciso il 7 febbraio 1953 nel suo villaggio di Donokù. È stato subito invocato come “martire”, perché ha dato la vita per il suo gregge. Era stato invitato a ritirarsi da un posto molto pericoloso: è rimasto con la sua gente pagando con la vita. “Martire del nostro tempo” perché? Tre i motivi. In primo luogo padre Cremonesi era un missionario santo. Il martirio è stato il dono di Dio a un uomo che era già tutto suo: preghiera, mortificazioni, donazione totale al prossimo più povero e abbandonato. I santi non invecchiano mai. In secondo luogo Padre Alfredo era un missionario moderno. Aveva un concetto avanzato della missione (per quei tempi): ci dice che dobbiamo sempre guardare avanti, essere aperti alle novità che lo Spirito suscita nella Chiesa, anche se disturbano la nostra pigrizia.
Infine, era un missionario autentico, proiettato verso le tribù non cristiane per annunziare Cristo. Grande viaggiatore, percorreva lunghe distanze quasi sempre a piedi o in bicicletta fra guerriglieri e briganti, e si adattava a vivere come i locali, con grande spirito di sacrificio. Ricordarlo significa riconoscere che tutti noi siamo debitori a lui e a tutti coloro che incarnano la missione come donazione quotidiana verso i fratelli che camminano al nostro fianco.

Nel 65° anniversario del martirio
di Padre Alfredo Cremonesi
Celebrazione della S. Messa
Mercoledì 7 febbraio – ore 21 Cattedrale di Crema
Al termine della celebrazione la dott.ssa CONSOLINI, postulatrice della Causa di Padre Alfredo Cremonesi,
ci aggiornerà sulla “positio” del Servo di Dio e sui possibili esiti del processo di beatificazione

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