Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                             il Giorno della Memoria è troppo importante e coinvolgente per essere lasciato solo agli specialisti. Ci tocca tutti da vicino dopo che la senatrice Liliana SEGRE ha evocato la parola INDIFFERENZA come chiave per interpretare un avvenimento, quale è la Shoah, che ancora ci sconvolge. Per questo riportiamo di seguito due documenti che ci possono aiutare a comprendere qualche cosa di più.
Il primo è la parte conclusiva di un’intervista, curata da Lia Tagliacozzo, a Simonetta DELLA SETA, collaboratrice dell’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme, e comparsa sul MANIFESTO del 27 gennaio scorso, mentre il secondo è un comunicato stampa della Fondazione Migrantes.                            
Sono vent’anni che con la legge 211 del 2000 è stato istituito il «Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti». Venti anni sono un traguardo importante e questo va sottolineato con forza: è la legge che ha permesso una nuova consapevolezza ed ha rappresentato una presa di coscienza, un modo di fare i conti con la storia d’Italia relativamente a quella vicenda specifica.
Sorprende però che, dopo venti anni di celebrazioni del «Giorno della memoria» nelle istituzioni e nelle scuole di ogni ordine e grado – e spesso il lavoro inizia con i bambini delle primarie – si registri un aumento di episodi legasti all’antisemitismo.          Continua nell’ ALLEGATO

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