DJ FABO E IL CORPO DA RITROVARE DAVVERO (Gilberto Borghi)

La drammatica decisione presa da Fabiano Antoniani, in arte dj Fabo, di porre fine alla sua vita, divenuta intollerabile per le conseguenze di un gravissimo incidente stradale, ci interpella. Se c’è una cosa di cui la logica e la razionalità faticano a “scolpire” la verità è proprio la morte, e ciò che abita nei suoi dintorni.

Dj Fabo è morto. Rispetto, preghiera e compassione. In queste parole si condensa la mia prima reazione a caldo. Rispetto perché il dolore e la morte contengono sempre, in ogni forma, un rimando al mistero che non può essere negato mai. Preghiera perché proprio questo mistero, se non lo vogliamo tradire né violare, può solo essere rimesso nella mani di Dio. Compassione perché la nostra comune condizione di uomini non può esimerci dall’unica azione umana sensata: la condivisione del dolore.
Non è perciò mia intenzione entrare nel merito del valore della scelta di Fabiano, né trarne motivo per accodarmi a battaglie ideologiche sul pro o contro l’eutanasia.
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