Notiziario

SMETTI DI FARTI LUPO (Maurizio Patriciello)

7a. don-maurizio-patriciello-conferenza-ambienteLettera di un parroco a un fratello camorrista: ti aspetto

Un botto forte alle quattro meno dieci della mattina di venerdì 11 marzo. Una bomba carta è stata fatta saltare sotto il cancello esterno della chiesa di San Paolo Apostolo, il cui parroco è don Maurizio Patriciello, prete simbolo della “Terra dei fuochi”. Di seguito la lettera aperta che don Maurizio ha scritto all’attentatore.

Chi è un camorrista? Un fratello. Una persona che, purtroppo, si fa lupo di altre persone. E le umilia, le opprime, le fagocita, le uccide. Il motivo che sta alla base del suo illogico e sciocco comportamento è la bramosia di denaro e di potere. Ne vuole tanto. E per ottenerlo, è disposto a tutto, anche a tradire la parola data, i vecchi amici, la propria terra, i propri figli. Che cos’è la camorra? Una consorteria del male, una sorta di sottobosco, un mondo nel mondo.          Continua nell’ ALLEGATO

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NOTIZIE FLASH DAL MONDO

a cura del Gruppo di Animazione Missionaria di Scannabue

UN DISPENSARIO PER I MALATI NELLA DIOCESI DI ALMATY

Le Missionarie della Consolata hanno raggiunto il Kazakistan nel febbraio 2020, stabilendosi nella diocesi di Almaty, un piccolo villaggio di circa 4.000 abitanti a 40 chilometri dalla capitale.
Hanno iniziato ad imparare la lingua locale e ad entrare nel tessuto sociale, culturale e religioso del popolo, per conoscere la realtà e i bisogni della gente mediante la vicinanza, il dialogo e l’amicizia.
La situazione sanitaria è molto precaria, i medicinali sono molto cari e non esiste nessun dispensario medico, con grave danno per la salute delle persone che vivono inverni molto lunghi e freddi. Per  stare accanto, curare e consolare chi soffre, hanno deciso di costruire un dispensario.         Continua nell’ ALLEGATO

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Untitled

0001a. 8 MARZO IN UCRAINA8 MARZO IN UCRAINA

 

DONNA IN GUERRA

Donna senza casa e giaciglio,
che allatti in terra tuo figlio,
che temi la notte che incombe,
che preghi tra gli spari e le bombe,
che tremi al freddo e al gelo,
che piangi i tuoi angeli in cielo,
che speri in una guerra che tace,
che sogni ancora la pace…

Angela Rosa NIGRO

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Sono certo di interpretare il sentimento di tutte le italiane e di tutti gli italiani
rivolgendo il primo pensiero di questo 8 marzo alle donne ucraine.
Madri, lavoratrici, giovani, colpite da una violenza inattesa, crudele, assurda.
Donne che partecipano coraggiosamente alla difesa della loro comunità,
donne costrette a ripararsi nei rifugi d’emergenza,
che lasciano le loro case e il loro Paese,
che hanno paura per i loro figli,
che prestano cura ai più deboli,
che piangono morti innocenti.

Sergio MATTARELLA

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                            anche questa volta lasciamo parlare i protagonisti di questa crisi. Anzi mettiamo a confronto le loro parole per meglio capire i valori (se così possiamo dire) di cui sono portatori. Il primo testo è quanto ha detto papa FRANCESCO, al termine dell’Angelus di domenica scorsa 6 marzo. Il secondo è quanto a 3.000 km di distanza, più o meno nelle stesse ore ha detto KYRILL il patriarca di Mosca e di tutte le Russie.
In Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime. Non si tratta solo di un’operazione militare, ma di guerra, che semina morte, distruzione e miseria. Le vittime sono sempre più numerose, così come le persone in fuga, specialmente mamme e bambini. In quel Paese martoriato cresce drammaticamente di ora in ora la necessità di assistenza umanitaria.          Continua nell’ ALLEGATO

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PARLARE CON MITEZZA PER NON DISTRUGGERE GLI ALTRI (Angelus, 27-02-2022)

1a. angelus-27febNel Vangelo della Liturgia odierna Gesù ci invita a riflettere sul nostro sguardo e sul nostro parlare. Lo sguardo e il parlare.
Anzitutto sul nostro sguardo. Il rischio che corriamo, dice il Signore, è concentrarci a guardare la pagliuzza nell’occhio del fratello senza accorgerci della trave che c’è nel nostro (cfr Lc 6,41). In altre parole, essere attentissimi ai difetti degli altri, anche a quelli piccoli come una pagliuzza, trascurando serenamente i nostri, dandogli poco peso. È vero quanto dice Gesù: troviamo sempre motivi per colpevolizzare gli altri e giustificare noi stessi. E tante volte ci lamentiamo per le cose che non vanno nella società, nella Chiesa, nel mondo, senza metterci prima in discussione e senza impegnarci a cambiare anzitutto noi stessi. Ogni cambiamento fecondo, positivo, deve incominciare da noi stessi. Al contrario, non ci sarà cambiamento. Ma – spiega Gesù – facendo così il nostro sguardo è cieco. E se siamo ciechi non possiamo pretendere di essere guide e maestri per gli altri: un cieco, infatti, non può guidare un altro cieco (cfr v. 39).          Continua nell’ ALLEGATO

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L’OSSESSIONE DEL POTERE RENDE SCHIAVI. Mai fare compromessi con il male (Angelus, 06-03-2022)

Il Vangelo della liturgia di oggi, prima domenica di Quaresima, ci porta nel deserto, dove Gesù è condotto dallo Spirito Santo, per quaranta giorni, per essere tentato dal diavolo (cfr Lc 4,1-13). Anche Gesù è stato tentato dal diavolo, e ci accompagna, ognuno di noi, nelle nostre tentazioni. Il deserto simboleggia la lotta contro le seduzioni del male, per imparare a scegliere la vera libertà. Gesù, infatti, vive l’esperienza del deserto appena prima di iniziare la sua missione pubblica. È proprio attraverso quella lotta spirituale che Egli afferma decisamente quale genere di Messia intende essere. Non un Messia così, ma così: direi che questa è proprio la dichiarazione dell’identità messianica di Gesù, della via messianica di Gesù. “Io sono Messia, ma per questa strada”. Guardiamo allora da vicino le tentazioni contro cui combatte.          Continua nell’ ALLEGATO

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L’ASSURDITÀ DELLA GUERRA (Gilberto Borghi – Sergio Ventura)

3a. L'assurdità della guerraMa non è che l’assurdità del conflitto bellico e il nostro altrettanto assurdo stile di vita, “tutta comunicazione” in tempo reale e nello spazio virtuale, siano collegati?

Putin ha invaso l’Ucraina? O Putin è intervento a difesa delle auto-proclamate repubbliche del Donbass? Putin è simile ad Hitler che invade la Polonia? O Putin è simile alla Nato che nel 1999 intervenne a difesa del Kosovo? Tra questi due estremi si muove un conflitto di interpretazioni che – non nascondiamocelo – contribuisce all’acuirsi del conflitto bellico e alla mancata individuazione di soluzioni pre-belliche. Perché questa guerra, come ogni guerra che si combatte sin dalla fondazione del mondo, non è un atto folle o di un folle, ma è un atto deciso razionalmente, calcolato, organizzato, indubbiamente frutto di un processo da comprendere meglio nella sua complessità storica e geografica.          Continua nell’ ALLEGATO

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TEOLOGIA AD USUM CYRILLI: FORME DEL DISCORSO ECCLESIALE IN TEMPO DI GUERRA (Andrea Grillo)

4a. Patriarca_Kyrill_MoscaPuò essere di qualche utilità esaminare con cura il Sermone di domenica del Patriarca Kyrill, giudicandolo sul piano squisitamente teologico. Questo potrebbe aiutare la valutazione sia delle reazioni scandalizzate che ha suscitato in molti lettori, sia dei presupposti teorici su cui poggia, sia della qualità teologica ed ecclesiale di cui è portatore.

Vorrei distinguere i diversi piani di valutazione, cercando di rispettare la sua collocazione in una tradizione diversa dalla cattolica (quella russo-ortodossa), ma cogliendo anche le affinità profonde con una porzione non marginale della mens cattolica. In fondo, alcuni “luoghi comuni” del discorso teologico sono paralleli alle diverse tradizioni e parimenti apprezzabili o discutibili. Ogni piano che esaminerò corrisponde ad un “uso” della teologia, più o meno infondato o plausibile. E si adatta con un certo margine di approssimazione al discorso che ieri è stato pronunciato a Mosca, nel decimo giorno di guerra, nella Cattedrale della capitale della Russia, paese che sta distruggendo militarmente intere città della Ucraina, con migliaia di militari e di civili che soccombono negli scontri.          Continua nell’ ALLEGATO

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