Notiziario

MA SENZA UNA LINEA COMUNE SI PERDE LA GUERRA AL TERRORISMO

F.SCAGLIONE
F.SCAGLIONE

Un filo rosso lega le stragi di Dacca e Baghdad, finché la comunità internazionale non trova la compattezza e la volontà di intervenire contro chi si fa sponsor del terrorismo il contrasto non funzionerà. È quanto sostiene Fulvio SCAGLIONE, giornalista di Famiglia Cristiana e di Avvenire.
“L’aspetto più evidente è questo: quanto più perde terreno negli scontri campali, tanto più l’Isis sfrutta l’arma crudele degli attentati per segnalare di essere ancora forte e vitale. Un messaggio interno, per i militanti che hanno bisogno di essere galvanizzati, e anche esterno, per intimorire i nemici colpendoli, per così dire, alle spalle. Ma questa è la tattica del terrorismo”.

         Nell’  ALLEGATO  l’intervento completo

RAGAZZI IN VIAGGIO…continua

Chios
Chios

È stata Alice CAMPARI, la giovane ostetrica partita il 6 luglio alla volta dell’isola greca di Chios (Kios), la prima ad inviarci notizie sue e dei profughi che sta assistendo. Sono brevi ritratti, semplici abbozzi, che tuttavia ci danno l’idea della varia e ricca umanità nella quale si è imbattuta. Ancora una volta ci rendiamo conto che il problema non sono i profughi, ma  gli occhi con cui li guardiamo e il cuore con cui gli accogliamo.

UN DOMANI DA CONDIVIDERE

“Viaggiare significa mettersi in strada, in cammino; significa lasciare casa per raggiungere un luogo che chiamerai casa. Solo così, ovunque si poggeranno i tuoi piedi, non ti sentirai fuori posto.”
Domani si parte, destinazione: Chios.
Grecia, confine estremo tra la nostra europa e il mondo la fuori.
Confine, area di incontro, punto di contatto.
Mani tese capaci di accogliere.
Occhi vivi capaci di incontrare.
Gente diversa, gente uguale.

Mondi diversi, mondi uguali.
Religioni, colori, suoni, profumi.
Accogliere, il nuovo significato della parola difesa.

Difendere, nell’accoglienza, nella pace, nella condivisione.
Condividere, o forse meglio CondiVivere.
Lasciarsi vivere, vivere con gli altri.
Vivere.
Insieme.
Domani si parte, e chissà quanto più ricchi si potrà tornare.

(05.07.16)                                                                   Nell’ ALLEGATO  le altre riflessioni

03/07/2016. ANGELUS DI PAPA FRANCESCO

L’odierna pagina evangelica, tratta dal capitolo decimo del Vangelo di Luca (vv. 1-12.17-20), ci fa capire quanto è necessario invocare Dio, «il signore della messe, perché mandi operai per la sua messe» (v. 2).

                                                      Cari fratelli e sorelle,

papa francesco 3 LUGLIOGli “operai” di cui parla Gesù sono i missionari del Regno di Dio, che Egli stesso chiamava e inviava «a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi (v. 1). Loro compito è annunciare un messaggio di salvezza rivolto a tutti. I missionari annunziano sempre un messaggio di salvezza a tutti; non solo i missionari che vanno lontano, anche noi, missionari cristiani che diciamo una buona parola di salvezza. E questo è il dono che ci dà Gesù con lo Spirito Santo. Questo annuncio è dire: «E’ vicino a voi il Regno di Dio» (v. 9), perché Gesù ha “avvicinato” Dio a noi; Dio si è fatto uno di noi; in Gesù, Dio regna in mezzo a noi, il suo amore misericordioso vince il peccato e la miseria umana.

E questa è la Buona Notizia che gli “operai” devono portare a tutti: un messaggio di speranza e di consolazione, di pace e di carità. Gesù, quando manda i discepoli davanti a sé nei villaggi, raccomanda loro: «Prima dite: “Pace a questa casa!”. […] Guarite i malati che vi si trovano» (vv. 5.9). Tutto questo significa che il Regno di Dio si costruisce giorno per giorno e offre già su questa terra i suoi frutti di conversione, di purificazione, di amore e di consolazione tra gli uomini. È una cosa bella! Costruire giorno per giorno questo Regno di Dio che si va facendo. Non distruggere, costruire!

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LA STRAGE DI DHAKA E LA LEZIONE DI REGENSBURG CAPITA SOLO A METÀ

vittime italiane a Dhaka
vittime italiane a Dhaka

Gli autori del massacro, “giovani fuori controllo”, dopo anni di agi e benessere si sono convertiti all’islam radicale.
L’islam moderato deve condannare l’islam fondamentalista.
I Musulmani puntano il dito contro gli imam senza cultura che seminano odio e disprezzo. Ricomprendere il discorso di Benedetto XVI per un esame di coscienza dell’occidente, che ha emarginato la religione come “irrazionale”.
Islam fondamentalista e occidente senza Dio si richiamano a vicenda.
Questi i punti trattati da P. Bernardo Cervellera in un ampio articolo del 5 luglio per l’Agenzia di stampa Asia news.
      L’articolo completo nell’ALLEGATO

LA CELEBRAZIONE DELL’ID AL-FITR

Rappresentanti 1Si è svolta mercoledì mattina, 6 luglio, presso la palestra della Colonia Seriana, la Festa conclusiva del Ramadan: Id al-Fitr.
Si è trattato di una cerimonia molto sobria ed essenziale, perché mancando fonti iconografiche, sonore e abiti da cerimonia particolari, tutto si risolve nella preghiera corale ripetuta infinite volte, nella gestualità reverenziale e nell’ascolto del sermone dell’Imam.
Era presente anche una piccola delegazione di Cremaschi, non musulmani, ma invitati appositamente a presenziare ed accolti con molta simpatia e in uno spirito di amicizia. Tra gli altri il Vicario episcopale, don Maurizio Vailati, in rappresentanza del Vescovo assente per impegni, e la Sindaco Stefania Bonaldi.
Dopo il momento di preghiera recitato all’unisono dai fedeli musulmani, l’Imam Hassan Ismail, di Casalpusterlengo, ha tenuto il tradizionale discorso prima in arabo poi in italiano. Al termine ha invitato gli ospiti che lo volessero a rivolgere alcune parole di saluto. Sono così intervenuti il Vicario e la Sindaco.
Terminato il momento ufficiale è stato un susseguirsi di strette di mano, di abbracci, di fotografie: amici vecchi e nuovi ci hanno ringraziato per la presenza. Ci hanno poi offerto dolci, tè alla menta, datteri e riso dolce come segno di festa condivisa.
Prima di lasciarci ci siamo ripromessi di mantenere i contatti per favorire incontri di conoscenza reciproca e provare a iniziare un dialogo interreligioso.   

   Negli Allegati ( 2   )  (  3  )  (  4  ) tutti gli interventi della mattina

RAGAZZI IN VIAGGIO

Il primo pensiero che richiama la parola viaggio è la vacanza. Ma i viaggi di cui stiamo per parlare hanno poco a che fare con le vacanze. Giudicate voi…

planisferoSharon DOLDI di Offanengo è laureanda in Scienze dell’Educazione all’Università di Bergamo. Lo scorso anno ha trascorso il mese di agosto a Piabetá, lontana periferia della megalopoli Rio de Janeiro, impegnata, con altri volontari brasiliani e italiani, in un’attività educativa con i bambini del quartiere predisposta da madre Amelia Marchesini e dalle altre suore canossiane. Un’esperienza talmente interessante che ha deciso di dedicarci la tesi. Detto. Fatto. Perfezionata la convenzione con l’Università, Sharon è partita il 30 giugno alla volta di Piabetá, per un tirocinio di tre mesi durante il quale raccoglierà il materiale necessario per stendere la sua tesi magistrale sull’educazione a partire dalla strada.  Buon lavoro Sharon!

Alice CAMPARI di Crema, dopo aver frequentato il Corso di preparazione diocesano, è stata tre volte in Uganda. L’ultima per la sua tesi, con la quale si è laureata in ostetricia. Curiosa per natura e per scelta, ha deciso di approfondire il tema dei profughi. Così, forte delle sue competenze ostetriche, ha prima partecipato, per due settimane, all’attività di pattugliamento del Mediterraneo su una nave della Marina Militare, poi il 6 luglio, è partita alla volta dell’isola greca di KIOS, dove arrivano i barconi carichi di migranti provenienti dalla costa turca. Si fermerà fino al 5 agosto. Buon lavoro Alice!

Luca ROSSETTI laureato in legge di Bagnolo Cremasco. Dopo il Corso “Dare senso al viaggio” è partito con una ONG romana per Israele, dove per un anno ha svolto un servizio in un Istituto che ospitava disabili sia israeliani che palestinesi. Terminato il praticantato, ha frequentato un master con l’Associazione AVSI (Hope) che lo ha abilitato come operatore umanitario nella prima emergenza. Contattato dall’ONG inglese OXFAM, partirà il 10 luglio per Israele dove per 6 mesi attuerà in assistenza a figure vulnerabili: donne, bambini, disabili nei territori compresi tra Gerusalemme Est e Ramallah, capitale della Palestina. Buon lavoro Luca!

Non appena avremo loro notizie ve le comunicheremo con piacere.

VANNO E VENGONO

È tempo di ferie anche per i missionari e diversi sono già a casa, mentre altri stanno per arrivare

  • Sono già a casa:

                   Don Apollinaire KOUAKOU, dalla Costa d’Avorio (Sergnano)
Madre Felicita RIBOLI, dall’Argentina (Campagnola)
                   Padre Gianni ZANCHI, dal Bangladesh (Montodine)
                   Padre Francesco VALDAMERI, dallo Zambia (Pieranica)

  • Sono in arrivo:

Don Federico BRAGONZI, dall’Uruguay. Atterrerà il 19 luglio a Malpensa. Ma non sarà solo. Lo accompagnerà il suo vescovo di S. José de Mayo: Mons Arturo FAJARDO. Benvenuti!
Per qualunque contatto basta telefonare all’Ufficio Missionario

FORMAZIONE MISSIONARIA

Mons. N.GalantinoAnche quest’anno sono previste ad Assisi le Giornate Nazionali di formazione e spiritualità missionaria. E’ la 14ª edizione ed ha un titolo molto accattivante: NEL NOME DELLA MISERICORDIA… PER LA RIFORMA DELLA CHIESA. Tra i numerosi invitati anche mons. Nunzio GALANTINO, segretario della Conferenza Episcopale italiana.
“Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti” dice il papa a Firenze, durante il Convegno Ecclesiale della Chiesa italiana. Consapevoli che si tratta di avviare processi, non crediamo di portare a compimento un disegno, quanto di dare un contributo a un inizio che già vede all’opera molti.
Per questo invitiamo tutti coloro che si mettono in discussione e vogliono trovare nuove strade a una Chiesa che vuole davvero uscire incontro agli altri a leggere attentamente il dépliant allegato.
Per l’iscrizione si può fare riferimento al CMD e al sottoscritto. Ma fate in fretta perché il tempo stringe, anche se una settimana di proroga viene concessa volentieri.          ( Vedere locandina ALLEGATA )

“HANNO AMMAZZATO EMANUEL, EMANUEL È VIVO!”

fermoAlla notizia del brutale gesto, trasformato in omicidio di Emanuel, giovane sposo nigeriano, richiedente asilo, cristiano, da parte di un coetaneo italiano, nelle strade di Fermo, ho ripensato e parafrasato le parole di una famosa canzone di Francesco De Gregori. Le parole condannano un omicidio, frutto certamente di un clima intollerante, purtroppo diffuso non solo nelle Marche, ma anche in altre regioni d’Italia e d’Europa, che sta trasformando le discriminazioni e le conflittualità addirittura in atti di morte. Una morte assurda, ma preparata da questo clima sociale e politico che si nasconde dietro la mano omicida. Al tempo stesso, “Emanuel è vivo”, nella sua famiglia, in sua moglie e nella sua figlia morta in grembo, negli altri giovani richiedenti asilo accolti nel seminario vescovile di Fermo, nei tanti giovani che sono arrivati o stanno arrivando in Italia e in fuga soprattutto dall’Africa violentata e offesa da terrorismo, guerre, sfruttamento. Tocca a noi ora responsabilmente aiutare a guardare a questi volti e a queste storie con occhi diversi, con parole diverse, con una cura diversa. E’ paradossale che questa morte avvenga proprio nelle Marche, la regione italiana che insieme al Veneto e all’Umbria sta segnando per la prima volta nel 2015 il calo del numero degli immigrati: rifiutare fino ad uccidere i migranti significa anche preparare la morte delle nostre città, significa non guardare al futuro.             Mons. Giancarlo Perego – Direttore Generale Fondazione Migrantes – 08.07.16

 

OMELIA DEL PAPA ALLA DIVINA LITURGIA NELLA CATTEDRALE ARMENO-APOSTOLICA

                                     Santità, carissimi Vescovi,       cari fratelli e sorelle,

SS. Papa Francesco - Viaggio Apostolico in Armenia - Incontro personale con il Catholicos 24-06-2016 @Servizio Fotografico - L'Osservatore Romanoal culmine di questa visita tanto desiderata e per me già indimenticabile, desidero elevare al Signore la mia gratitudine, che unisco al grande inno di lode e di ringraziamento salito da questo altare. Vostra Santità, in questi giorni, mi ha aperto le porte della Sua casa e abbiamo sperimentato «come è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme» (Sal 133,1). Ci siamo incontrati, ci siamo abbracciati fraternamente, abbiamo pregato insieme, abbiamo condiviso i doni, le speranze e le preoccupazioni della Chiesa di Cristo, di cui avvertiamo all’unisono i battiti del cuore, e che crediamo e sentiamo una. «Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza […]; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti» (Ef 4,4-6): possiamo davvero fare nostre con gioia queste parole dell’apostolo Paolo!

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