Notiziario

QUELLA MACCHINA IN NIGER CHE VA SENZA AUTISTA (Mauro Armanino)

117824908_3213235098795171_4693305295747637561_oLunedì scorso è stato ricordato, con una marcia e una veglia nella chiesa parrocchiale di Capergnanica, che 23 mesi sono passati da quando è stato rapito P. Gigi Maccalli. P. Armanino, anch’egli missionario SMA in Niger, ci ricorda in modo delicato, come anche la sua auto partecipasse attivamente alla Missione.

Per oltre un anno è rimasta ferma nel cortile interno della Cattedrale di Niamey. Sembrava che usarla fosse una mancanza di rispetto per padre Pierluigi Maccalli che l’aveva lasciata accanto alla sua camera. La camionetta era parcheggiata giusto accanto alla porta. Era la ‘sua’ bianca Toyota 4Wd-AD 9627, Repubblica del Niger (RN) e, naturalmente Niamey (NY). Si pensava dovesse tornare da un giorno all’altro, da una settimana all’altra, da un mese all’altro.
Passato l’anno di prigionia, la comunità missionaria Sma ha scelto di rimettere in funzione la sua macchina e di cominciare a prepararla per l’eventuale ritorno.
All’inizio non è stato facile guidarla. Padre Gigi aveva l’abitudine di passare alla Casa Sma di Niamey ogni due settimane, di media, per acquisti e altre commissioni. Soprattutto tornava in città con l’auto riempita di malati: bambini, anziani, giovani e accompagnatori. Li portava in ospedale e poi dalla Sorelle della Carità che accoglievano gli ammalati nel loro dispensario, dalle porte sempre aperte. Non è stato facile guidare l’auto sapendo dei suoi viaggi per visitare i villaggi, ricevere e portare una bella notizia di pace e di feriale utopia. La macchina dava l’impressione di conoscere la strada e soprattutto le piste dei villaggi. Gigi aveva reso la Toyota quasi come un pulmino, con due ruote di ricambio e i sedili imbottiti: c’era posto per tutto e per tutti. In alto, sul tetto dell’auto, aveva fatto apporre un ferro saldato a misura per ordinare i ‘bagagli’.        Continua nell’ ALLEGATO

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L’ARRIVO INASPETTATO DI CIBO HA APERTO IL LORO CUORE ALLA LODE A DIO PADRE DEI POVERI (s. Maria MARRONE)

4a. Una bella immagine di suor MariaAncora suor Maria Marrone, comboniana che lavora in Uganda, ci scrive raccontando come ha usato il denaro che ha ricevuto da Crema. Un dono inaspettato trasformato in vera e propria manna per i tanti diseredati che popolano la savana africana.

Lira, Aboke, agosto 2020

Carissimi Amici di Crema,
le famiglie sono tante e questi mesi sono difficili per loro. Molti non si aspettavano il nostro arrivo col cibo, per cui hanno visto davvero il Segno della Provvidenza di Dio in mezzo a loro.
Il nostro visitarli nei loro villaggi è stato anche un momento di incontro e di ascolto dei loro disagi e sofferenze. Molte donne lasciate sole con tanti bambini fanno fatica a perdonare chi le ha abbandonate. La legge del clan spesso si dimentica degli insegnamenti di Gesù, con atteggiamenti fondamentalmente pagani. Troppi orfani soffrono l’abbandono, la solitudine nonostante la tenera età. Cerchiamo di infondere coraggio e speranza perchè sappiamo che la loro vita vale di più di molti passeri…( Mt, 10,31)
Mamma Rose, vedova da qualche anno, non è di qui, viene dal Congo. La famiglia si è stabilita qualche anno fa, sulla terra del marito, ma la donna non è ufficialmente sposata, per cui I bambini risultano di nessuno.            Continua nell’  ALLEGATO

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NONOSTANTE IL CORONAVIRUS, CONTINUIAMO A CREDERE, SPERARE, LAVORARE (P. Anthony Thota)

4a. Nonostante il coronavirus...Padre Anthony Thota ci scrive un’altra lettera dalla sua parrocchia in India, dove nonostante tutto fervono i lavori e la gente affronta con coraggio una situazione davvero difficile.

Srungavruksham, 13 agosto 2020

Care amiche e cari amici,
con questa lettera vorrei informarvi dell’attuale situazione in India e nella mia parrocchia di Srungavruksham.
In questo ultimo periodo la pandemia di Coronavirus si sta diffondendo in India e ogni giorno si contano circa 50.000 in India e nel mio stato  10.000 nuovi casi. La situazione è particolarmente seria nelle zone rurali, come ad esempio nella mia parrocchia, dove non ci sono ospedali che possono assistere in tempi rapidi i contagiati e per avere assistenza medica le persone devono fare molti chilometri per arrivare alle città vicine. Vi do testimonianza di tre eventi accaduti nella mia missione in questa settimana: 1. una donna incinta positiva al Coronavirus ha avuto un bambino; 2. una donna incinta positiva al Covid ha avuto una bambina; 3. una donna di nome Marta di 25 anni di età e incinta di due gemelli proprio questa notte, a mezzanotte del 13 agosto 2020, era in grande difficoltà perché gli ospedali non l’hanno accettata e, sotto la pioggia, è andata con la famiglia e il marito a Eluru per 100 chilometri per partorire. Come sempre e in particolar modo nei mesi scorsi, quando l’epidemia era particolarmente grave in Italia, preghiamo per voi e per i vostri cari. Vi chiediamo di pregare per noi e per queste mamme in questo periodo così difficile.        Continua nell’ ALLEGATO

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DAL PANE ALIMENTO AL PANE PAROLA DI DIO (M. Amelia MARCHESINI)

5a.M. AmeliaMadre Amelia Marchesini ci coinvolge in una interessantissima iniziativa: dopo aver procurato per mesi cibo alle famiglie povere, sente il bisogno di fornire loro anche un altro cibo: la Parola di Dio. Ecco allora la richiesta di aiuto per l’acquisto di 50 Bibbie. Tutto per meno di 500 euro. Ce la faremo?

Imperatriz – Maranhão, 12 agosto 20

Carissimi Amici,
“la pace di Gesù sia con noi”. È un po’ di tempo che non ci sentiamo, ma sono sempre in contatto con il grande e bellissimo lavoro che state realizzando per il bene dell’umanità, qualunque esso sia. Noi possiamo fare il bene perché ci sostenete con la preghiera, la preoccupazione e specialmente con il vostro impegno e amore.
Sto bene, anche se devo prendermi cura della mia salute perché sono a rischio sia per l’età, sia perché sono diabetica. Ma grazie a Dio sto bene.
In questi giorni abbiamo distribuito in vari quartieri più di 200 ceste-base. Si è trattato di un’offerta che abbiamo raccolto e in questo modo siamo riuscite a realizzare questo. Tuttavia ci stiamo accorgendo che, oltre alle ceste si fa urgente una PASTORALE DELL’ASCOLTO. La gente sta soffrendo ed ha bisogno di essere ascoltata e consolata. Anche se ho un’età…a rischio, è in questo che mi sto impegnando.         Continua nell’ ALLEGATO

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Il Centro Missionario informa…

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A – GUATEMALA CHIAMA CREMA

Fino ad ora la risposta delle nostre Comunità è stata molto generosa. Infatti al 7 agosto erano stati raccolti 30.000 euro. Come Centro Missionario abbiamo già provveduto ad inviare a mons. Rosolino Bianchetti, suddivisi in cinque rate, 25.000 euro, che sono stati immediatamente impiegati nell’acquisto dei generi alimentari sopra indicati. Inutile dire che mons. Rosolino ringrazia con immenso affetto tanta generosità e ci comunica che, non appena possibile, ci invierà una precisa rendicontazione degli aiuti ricevuti. GRAZIE A TUTTI!

LA RACCOLTA CONTINUA…

 

 

 

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B-  Il Centro Missionario ha aperto un canale youtube dove è possibile vedere belle testimonianze dei Missionari. Non si tratta solo di documenti di solidarietà, ma di veri e propri spaccati di una realtà, la loro, che finalmente possiamo conoscere da vicino.

CONSIGLIAMO LA VISIONE: PADRE GIGI A 23 MESI DAL RAPIMENTO.
In occasione del 23° mese dal rapimento, ecco il punto sulla situazione della SMA, l’Istituto Missionario di P. Gigi.           https://youtu.be/jJiPa93eEgE

Iscriviti al canale di youtube del “Centro Missionario Diocesi di Crema”, per essere avvisato ad ogni pubblicazione di un nuovo video. Link: https://www.youtube.com/channel/UCV1dJoWbFRA2sSAwpJTBpxg

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C – UVA SOLIDALEdoc1-1

 

 

 

 

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0001a. Marcinelle

8 agosto 1956 – Miniera di MARCINELLE (Belgio)

Nel giorno che sessantaquattro anni fa a Marcinelle vide scomparire 262 minatori, tra cui 136 italiani, facciamo memoria del sacrificio sul lavoro di tanti nostri connazionali emigrati.
La giornata a loro dedicata acquista un altissimo valore:
innumerevoli cittadini italiani – in circostanze spesso eccezionalmente complesse e rischiose – hanno dato prova di abnegazione e di impegno nell’adempimento dei propri compiti professionali, in Patria e all’estero.
La ricerca di un futuro migliore è il messaggio che la tragedia di Marcinelle incarna.
Una ricerca che non può prescindere dalla piena realizzazione del diritto al lavoro in ogni sua sfaccettatura:
dalle possibilità di studio e di formazione alle pari opportunità;
dalla salvaguardia della salute all’accesso ad ammortizzatori sociali sempre più efficaci, al livello nazionale ed europeo.
Accanto ai minatori scomparsi 64 anni or sono, mi si consenta di dedicare un pensiero particolare ai moltissimi operatori sanitari deceduti negli ultimi mesi mentre prestavano cure mediche e assistenza ai contagiati dal Covid-19.
Oggi, come allora, il sacrificio di questi lavoratori merita il profondo rispetto dell’Italia intera.
Sergio Mattarella
(dal messaggio in occasione del 64° anniversario della tragedia di Marcinelle)

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

in occasione della Festa dell’Assunta, che vede come protagonista assoluta una donna, mi viene spontaneo dedicare questo spazio di riflessione alla DONNA.
Lo spunto viene da una riflessione di Paola SPRINGHETTI, giornalista e direttrice della rivista online Retisolidali.it, per la nomina da parte del Papa di sette laici, tra cui sei donne,   tra i nuovi membri del Consiglio per l’Economia. Essendo 15 i membri, le donne sono ora il 40%.
«È una notizia ? – si chiede la Springhetti – Purtroppo sì, in un Paese dove le donne competenti e professionali non solo faticano a fare carriera, ma non hanno visibilità.
E allora mi viene voglia di mettere un po’ di puntini sulle i.
Punto primo. Fino ad ora nel Consiglio per l’Economia non c’erano donne. Che ce ne siamo addirittura sei è una notizia.
Punto secondo. Queste donne – Charlotte Kreuter-Kirchhof, Eva Castillo Sanz, Leslie Jane Ferrar, Marija Kolak, María Concepción Osákar Garaicoechea e Ruth Maria Kelly – sono docenti universitarie, esperte di finanza, manager. Hanno competenze riconosciute ed esperienza internazionale.
Punto terzo. Il Consiglio per l’Economia è un organismo importante, che ha il compito di “sorvegliare la gestione economica e di vigilare sulle strutture e sulle attività amministrative e finanziarie dei dicasteri della Curia romana, delle istituzioni collegate con la Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”. Dunque le sei donne sono state chiamate ad una responsabilità forte e centrale nel processo di riforma della Chiesa, che papa Francesco sta portando avanti.         Continua nell’ ALLEGATO

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GESÙ È LA MANO DEL PADRE CHE MAI CI ABBANDONA (Angelus, 09-08-2020)

1a. AngelusIl brano evangelico di questa domenica (cfr Mt 14,22-33) narra di Gesù che cammina sulle acque del lago in tempesta. Dopo aver sfamato le folle con cinque pani e due pesci – come abbiamo visto domenica scorsa –, Gesù ordina ai discepoli di salire sulla barca e ritornare all’altra riva. Lui congeda la gente e poi sale sulla collina, da solo, a pregare. Si immerge nella comunione con il Padre.
Durante la traversata notturna del lago, la barca dei discepoli rimane bloccata da un’improvvisa tempesta di vento. Questo è abituale, sul lago. A un certo punto, essi vedono qualcuno che cammina sulle acque venendo verso di loro. Sconvolti pensano sia un fantasma e gridano per la paura. Gesù li rassicura: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora – Pietro, che era così deciso – risponde: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Una sfida. E Gesù gli dice: «Vieni!». Pietro scende dalla barca e fa alcuni passi; poi il vento e le onde lo spaventano e comincia ad affondare. «Signore, salvami!», grida, e Gesù lo afferra per la mano e gli dice: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Questo racconto è un invito ad abbandonarci con fiducia a Dio in ogni momento della nostra vita, specialmente nel momento della prova e del turbamento. Quando sentiamo forte il dubbio e la paura ci sembra di affondare, nei momenti difficili della vita, dove tutto diventa buio, non dobbiamo vergognarci di gridare, come Pietro: «Signore, salvami!» (v. 30). Bussare al cuore di Dio, al cuore di Gesù: «Signore, salvami!». È una bella preghiera. Possiamo ripeterla tante volte: «Signore, salvami!».           Continua nellALLEGATO

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È MORTO PEDRO CASALDÁLIGA, VESCOVO DEI POVERI (Claudia FANTI)

2a. E' morto Pedro CasaldaligaBrasile. A São Félix do Araguaia don Pedro era arrivato alla fine nel 1968, dopo 7 giorni di viaggio, quando era solo un piccolo villaggio di 600 abitanti, ai margini del Rio Araguaia. E lì avrebbe combattuto fino alla fine la sua battaglia al lato di indigeni, contadini, senza terra, lavoratori ridotti in schiavitù, immigrati poveri del Sud.

Una ventina di anni fa il vescovo Pedro Casaldáliga – catalano di nascita, brasiliano di adozione e «patrimonio di tutta l’umanità» – celebrava una messa nel giorno dei defunti nel “Cimitero dei karajás”, a São Félix do Araguaia, in Mato Grosso. Il cimitero della gente più povera della regione, quello in cui hanno trovato sepoltura tanti indigeni e tanti senza terra sfruttati nelle fazendas dedite all’allevamento del bestiame. Alla fine della messa, il vescovo disse: «Voglio che tutti voi ascoltiate attentamente, perché intendo parlare di qualcosa di molto serio: è qui che io voglio essere sepolto».
Ed è lì che ieri sono stati portati i suoi resti mortali, dopo la messa funebre nella cappella dei clarettiani di Batatais, dove sabato don Pedro si è spento all’età di 92 anni per una grave infezione respiratoria, e dopo quella nel Santuario dei Martiri della Caminhada (parola bella ed efficace che in Brasile si usa spesso per indicare l’impegno del popolo per la liberazione), nella località di Ribeirão Cascalheira, in Mato Grosso, dove il feretro è arrivato dopo un viaggio di oltre 1.100 chilometri.          Continua nell’ ALLEGATO

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LONTANI FISICAMENTE, MA UNITI E VICINI ALLA STESSA MENSA EUCARISTICA

3a. Ismael Cortinas - Arturo MONDODon Federico in apertura e don Paolo in chiusura ci lasciano una toccante testimonianza di come il vescovo Arturo Fajardo, con la sua vita semplice, vicina alla gente, abbia lasciato un ricordo profondo e pieno di gratitudine nel cuore di tutti.

Carissime/i,

un forte abbraccio e buon ferragosto. Con il mio saluto introduco la lettera di don Paolo che parla del vescovo Arturo, grande amico e fratello che, come sapete, è stato destinato ad un’altra diocesi.
Penso che molti di voi abbiano avuto la possibilità di conoscerlo e di apprezzarlo nelle due visite che fece alla nostra diocesi (2016 e 2017). Uomo intelligente e acuto, prete e pastore sincero, umile, davvero “gaucho”, figlio della gente lavoratrice del campo. La sua partenza ci lascia sicuramente un po’ orfani, anche se cerchiamo di farcene una ragione. Dopo 13 anni di servizio episcopale, ancora giovane (59 anni), è bene per lui fare un’altra esperienza pastorale. Gli sradicamenti, anche se sono dolorosi, son un’ottima occasione per ripensarsi, scuotono dalla routine e stimolano la creatività. Per cui, accompagnato dalla preghiera di tutte le comunità, lo “inviamo”, come missionario della gioia del Vangelo, ad un’altra porzione del “santo e fedele Popolo di Dio”, in Uruguay. Grazie della vostra amicizia e della vostra preghiera. Abbiate
cura di voi, occhio al virus (qui la situazione è sotto controllo!), e di nuovo, buone vacanze se potete.         Continua nell’ ALLEGATO

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