ANCHE NOI SIAMO PRIGIONIERI, MENTRE CI CREDIAMO LIBERI…(Vescovo Daniele

5. Fedeli presentiOmelia del vescovo Daniele per la Veglia di preghiera per padre Gigi Maccalli

Da qualche parte, nella notte che avvolge la sorte di tanti nostri fratelli e sorelle prigionieri, sequestrati, ridotti al silenzio perché la loro parola non disturbi, o usati come scudi umani o come strumenti di pressione o di ricatto, da qualche parte, dicevo, qualcuno di loro canta inni a Dio: come Paolo e Sila in prigione a Filippi, secondo il racconto degli Atti che abbiamo ascoltato all’inizio di questo momento di preghiera (At 16,22-34).
Da qualche parte, nella notte, qualcuno di questi sequestrati canta, e tutti gli altri prigionieri stanno ad ascoltarli. Quelli che riescono a cantare – non necessariamente con la voce, il più delle volte, anzi, e probabilmente, solo nel cuore, e anche riuscendo, chissà come, a dormire… – lo fanno anche per tutti gli altri: per quelli che non ci riescono, che si sentono muti, angosciati non tanto per sé, quanto per le loro comunità, le loro famiglie, le Chiese e la gente che vorrebbero servire e aiutare, mentre sono ridotti all’impotenza…    Continua nell’ ALLEGATO

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