ANCHE I RIFUGIATI POSSONO FARE SQUADRA

calcioDa alcuni decenni nell’unità pastorale delle tre parrocchie di Villacidro (diocesi di Ales-Terralba – Medio Campidano in Sardegna) opera una  frequentata quotidianamente da una quarantina tra bambini e ragazzini impegnati in diverse discipline sportive. Sotto la guida di Mario Sardu, pensionato 67enne, chi non può permettersi di pagare la quota delle società sportive presenti in paese trova spazio e tempo per giocare a costo zero a pallamano, basket e calcetto.

Da qualche mese si è aggiunto anche un gruppo di rifugiati destinati alla zona del Medio Campidano, con i quali è stata formata una squadra inserita nel campionato Open del Csi. Prima di poterli iscrivere sono state fatte tutte le visite del caso, grazie alla disponibilità dei medici e, come sempre accade, la generosità delle persone e il sostegno della parrocchia hanno permesso di portare avanti l’attività, anche se per accompagnare i ragazzi dall’oratorio ai campi di gioco sarebbe urgente riuscire ad avere un minibus. La pratica sportiva ha così permesso di aiutare i rifugiati a trascorrere il tempo in maniera diversa, anche se la loro fuga verso l’Italia in condizioni tutt’altro che favorevoli ha indebolito alcune parti del corpo come le ginocchia, zona spesso interessata da infortuni. L’attività di questi anni ha consentito a molti di praticare una disciplina sportiva e ad alcuni anche di accedere a società locali blasonate. Il fine resta però quello aggregativo per tutti, anche per chi è in attesa di lasciare l’Italia verso altre mete in cerca di un futuro meno precario.        Migrantes on line – 14.04.2016