Articles Tagged with Riflessioni

Notiziario – riflessioni

IMMIGRATI IMPRENDITORI: È BOOM (Alessia De Luca)

A. De Luca
A. De Luca

In quattro anni il numero delle imprese condotte da immigrati è cresciuto del 21%, il che significa che, in pratica, un’impresa su dieci è guidata da uno “straniero”. Queste realtà producono il 6,7% del prodotto interno lordo nazionale.

È a guida di immigrati quasi un’impresa su dieci di quelle registrate in Italia. Lo rileva il terzo Rapporto Immigrazione e Imprenditoria, a cura del Centro studi e ricerche Idos, in collaborazione con la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (Cna) e con MoneyGram, presentato il mese scorso a Roma. Lo studio certifica che quella delle imprese immigrate nel nostro paese è una crescita impetuosa che conta ormai 550.000 aziende che producono 96 miliardi di valore aggiunto, il 6,7% della ricchezza nazionale.       L’Articolo di De Luca continua nell’ ALLEGATO

IL CASO DI ANIS AMRI: PIÙ FRONTIERE PIÙ SICUREZZA. MA È PROPRIO VERO?

STRAGELa vicenda del terrorista tunisino che ha travolto con un Tir il mercatino di Berlino facendo dodici morti rischia di diventare controproducente per tutte le vicende legate alla questione immigrazione.

Media, politici, analisti adesso criticano, protestano, si indignano per il fatto che Amis Amri abbia potuto colpire Berlino, fuggire per tutta la Germania, attraversare il confine con la Francia e poi quello con l’Italia senza essere riconosciuto e catturato.
C’è già chi strilla per chiedere maggiori controlli, chiusura delle frontiere, abolizione o sospensione di Shengen. Se costoro verranno ascoltati l’Europa di fatto farà un passo indietro e la vita dei migranti si farà più difficile. Si sa che molti di loro, costretti a restare in Italia dopo il loro arrivo, vorrebbero raggiungere altri paesi europei, cioè vorrebbero muoversi. Non potranno. Inoltre quei paesi, come l’Ungheria e l’Austria, che hanno adottato politiche di chiusura totale delle loro frontiere con barriere, muri e reticolati finiranno per vedere tollerate o addirittura approvate le loro decisioni.   L’Articolo di Masto continua nell’ ALLEGATO

RWANDA: GENOCIDIO DEL 1994: LA CHIESA CHIEDE PERDONO

(Matteo Fraschini Koffi)                                         
46-1 Lettera dei vescovi per la chiusura del Giubileo della Misericordia: non abbiamo mostrato di essere una unica famiglia. In questo modo la Chiesa cattolica ruandese ha chiesto  ufficialmente scusa per il «ruolo svolto da molti fedeli» durante il genocidi.

Oltre 800mila civili furono brutalmente massacrati nel 1994 in poco più di tre mesi, spesso bruciati vivi nelle chiese del Paese. «Ci scusiamo in nome di tutti i cristiani per tutti gli errori commessi», recita una lettera letta domenica scorsa in varie parrocchie nella lingua locale, kinyaruanda.
L’articolo di Fraschini Koffi continua nell’ ALLEGATO

80 ANNI: I DUE FRONTI DI FRANCESCO

(Christian Albini)

45-5Il raggiungimento da parte di papa Francesco di un traguardo importante come gli ottanta anni compiuti oggi ben si presta a riflessioni e bilanci, anche perché il pontefice, secondo il suo stile, non ha voluto celebrazioni in forma ufficiale che troppo si prestano all’adulazione e all’apologia. La sua festa è stata insieme ai poveri. Semplicemente

Altri hanno scritto in dettaglio sulla statura e le caratteristiche di questa figura e del suo modo d’interpretare il ministero petrino. Volevo qui soffermarmi brevemente su due fronti in cui la sua azione e il suo insegnamento lo hanno impegnato e che corrispondono ad altrettante vie decisive per il presente e il futuro della chiesa cattolica.

La riflessione di Christian Albini continua nell’ALLEGATO

IL POPOLO E LA DEMOCRAZIA. SERVE UNA RIFLESSIONE

Microsoft Word - 44All’indomani del risultato del referendum rilanciamo un passaggio del discorso di papa FRANCESCO al III Incontro dei movimenti popolari. Per una riflessione vera su rischi e possibilità della fase che si apre per l’Italia.
Parlando infatti ai movimenti popolari il 5 novembre scorso Bergoglio si soffermava sulla crisi del rapporto tra il popolo e la democrazia, indicando ai movimenti popolari una prospettiva precisa: quella della rivitalizzare le democrazie a partire dalla voce degli esclusi; insieme, però, metteva anche in guardia da alcuni rischi dai quali guardarsi. Forse è da qui che – smaltita (secondo i punti vista) l’euforia della vittoria o la delusione per la sconfitta – varrebbe la pena di provare a ripartire.
La riflessione di Vino Nuovo continua nell’  ALLEGATO

ITALIA – AIUTIAMO I COSTRUTTORI DI MURI E BARRICATE

Mi commuove quella notiziola secondaria relegata in un trafiletto scarno di un solo organo d’informazione che racconta della colletta dei cristiani di Erbil in Iraq per i terremotati italiani. Sono riusciti a raccogliere ventimila dollari e li hanno consegnati al Nunzio Apostolico perché li invii alla Caritas Italiana. Perché alla fine resta vero che il dovere della solidarietà viene compreso soprattutto da chi ha sperimentato la precarietà sulla propria pelle. Chi invece erge muri e barricate, di fatto si costruisce una prigione, si chiude dentro un presunto paradiso artificiale separandosi dal mondo. Si condanna a una solitudine collettiva o a un egoismo sterile. È urgente fare qualcosa per loro, tendergli la mano per salvarli da una morte certa, da asfissia dell’anima. Giudicarli è operazione superficiale quanto sterile. Più faticoso (ma forse più responsabile e fecondo) sarebbe accoglierli, ascoltare attentamente le loro ragioni, conoscere le loro storie e le loro fatiche. Esattamente come chiederei di fare a tutti i costruttori di muri verso gli stranieri che respingono. Resto ancora convinto che se solo i barricatori di Goro e di Gorino avessero permesso almeno a una delle donne che hanno respinto di raccontare le condizioni da cui sono state costrette a scappare, cosa hanno dovuto affrontare per giungere da noi, quali progetti, affetti, tradizioni si sono lasciati alle spalle, non esiterebbero a rimuovere i pancali e a far loro spazio nella propria casa.           Tonio DALL’OLIO – Mosaico di pace – ottobre 2016

“GUARDO ALTO”: LE DINAMICHE CHE ATTRAVERSANO IL MONDO ATTUALE

padre Albanese-2Si è svolto il 15 novembre a Crema il terzo incontro nell’ambito del progetto “Guardo alto”. Ospite e relatore Padre Giulio ALBANESE, missionario e giornalista, direttore delle testate missionarie della Fondazione MISSIO. Il tema trattato è stato molto ampio e anche la sintesi che riportiamo (ricordiamo che anche l’intervento di padre Albanese è stato registrato) è lunga e la rimandiamo tra gli allegati.

  Dobbiamo dare ragione alla speranza che è nei nostri cuori, ci chiede l’apostolo Pietro e per fare questo dobbiamo essere molto chiari sia verso noi stessi che verso la realtà.
Cominciamo dalla realtà, che è caratterizzata da due fenomeni molto importanti.
In primo luogo viviamo in un’epoca molto particolare, segnata dal pensiero debole, in- capace di fare discernimento, di incarnare spirito e vita.
Continua nell’ ALLEGATO  la riflessione di p. Giulio Albanese

Per saperne di più vi segnaliamo l’ultimo libro scritto da padre Albanese :

  • VITTIME E CARNEFICI nel nome di Dio – Einaudi – 2016

Il prossimo appuntamento sarà martedì 22 novembre a CREMA presso il Centro S. Luigi, via Bottesini, 4, con Maria Soave BUSCEMI, laica fidei donum, teologa in Brasile e presso il CUM di Verona. Ragionerà con noi su un tema molto importante: … E NOI DOVE CI COLLOCHIAMO?

Ricordiamo che GUARDO ALTO è un’iniziativa promossa dalle diocesi di Crema, Cremona e dall’Associazione Amici del Brasile Onlus per aiutare tutte le persone di buona volontà a leggere una realtà sempre più sfuggente e a operarvi in modo costruttivo.

I TRE ECUMENISMI DI PAPA FRANCESCO

M.Faggioli
M.Faggioli

Il viaggio di papa Francesco in Svezia segna una tappa importante nel cammino ecumenico della chiesa iniziato al Concilio Vaticano II poco più di cinquanta anni fa. Una riflessione di Massimo FAGGIOLI vaticanista dell’Huffington Post.

Francesco è un figlio del Vaticano II anche e soprattutto per la sua visione ecumenica. La dichiarazione congiunta firmata dal papa e dal vescovo Munib Yunan, Presidente della Lutheran World Federation, cade nel diciassettesimo anniversario della Dichiarazione congiunta sulla giustificazione, fermata ad Augsburg in Germania il 31 ottobre 1999. Solo diciassette anni fa, ma un mondo in parte diverso da oggi: nel mondo post-11 settembre 2001 il cristianesimo è tentato di farsi colonna della civiltà occidentale. Ma era anche una chiesa cattolica in parte diversa da oggi, in cui la questione ecumenica è diventata anche una questione interna e non solo di rapporti con le altre chiese.
Continua nell’  ALLEGATO  la riflessione di Massimo Faggioli

LA VITTORIA DI TRUMP.

TRUMP-1La vittoria di Trump ha generato non poco  sconcerto sia dentro che fuori gli Stati Uniti.  Un fatto che non si era mai verificato e che  denota il livello di tensione che ha generato  una Campagna elettorale condotta senza  esclusione di colpi. Per capire dove effettiva mente stiamo andando presentiamo due articoli che pur diversi tra loro, ci invitano entrambi a guardare la realtà con serietà, ma al tempo stesso con l’ottimismo della speranza.

Il primo articolo è firmato da Christian ALBINI, cremasco, teologo, docente e direttore del Centro di Spiritualità.

a) NON LASCIAMO IL POPOLO AI POPULISTI
Sappiamo bene che gli uomini forti, i Nabucodonosor di turno, prima o poi cadono perché i loro piedi sono di argilla. Non è tanto di loro che bisogna preoccuparsi, ma di costruire e di farlo sulla roccia

Donald Trump presidente: quello che un tempo era impensabile diventa realtà!
Voto del popolo colpito dalla crisi economica? In parte è vero, ma non del tutto. Chi conosce gli USA dall’interno, come il teologo italiano Massimo Faggioli che insegna alla Villanova University, invita a dare il giusto peso anche a una questione razziale a cui da noi non siamo abituati.   L’articolo continua nell’ ALLEGATO

b) TRUMP È IL MURO, FRANCESCO IL PONTE
Francesco ha già ripetuto varie volte che ci troviamo in una  3ª Guerra Mondiale. La sua opinione fantasiosa o irresponsabile. Egli è l’unico leader mondiale che abbia una lettura del momento attuale dell’umanità.
Francesco parla a partire dalla guerra in Siria, in Afghanistan, in altre parti del mondo e, soprattutto, a partire dalle vittime delle guerre, dagli immigrati e rifugiati a causa delle catastrofi socio ambientali. Parla a partire dai senza tetto, senza terra e senza lavoro. Si ricorda anche degli anziani, dei malati, dei bambini, degli scarti della società contemporanea.
L’articolo continua nell’ ALLEGATO

IL PAPA E LA CULTURA DELL’INCONTRO

Enzo Bianchi
Enzo Bianchi

In questa riflessione, comparsa sul quotidiano la Repubblica, il priore di Bose, Enzo Bianchi, traccia una valutazione generale, sul prima e sul dopo, di un incontro davvero inaspettato quanto salutare e positivo.

Cinque secoli sono passati da quel giorno in cui un monaco agostiniano affisse sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg il suo “manifesto” che chiedeva una riforma della vita e della dottrina allora dominante nella chiesa cattolica. Iniziava in quel giorno una “protesta” che aveva come fine il ritorno al vangelo: Martin Lutero – un uomo “morsicato” da Dio e assetato di una salvezza misericordiosa – scoperto che l’amore di Dio non deve mai essere meritato, diventò la voce possente, tesa a ridare il primato alla Scrittura, alla grazia-amore gratuito di Dio e a Cristo, Signore della sua chiesa.
Continua nell’  ALLEGATO  la riflessione di Enzo Bianchi