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Notiziario – riflessioni

ECCO ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE! (Mario Delpini)

2a. delpini2A Milano la Quaresima inizia senza l’Eucarestia e il rito delle Ceneri. Ma l’arcivescovo Mario Delpini, nell’omelia pronunciata durante la Messa su Rai3, invita a vedere in questi giorni di disorientamento “il momento favorevole” per cercare Dio e ricostruire legami buoni.

1. La parola inopportuna.
Ci viene rivolta oggi una parola che suona inopportuna. Risuona una di quelle parole che possono mettere di malumore, come un intervento maldestro, come di un richiamo che sconcerta. Una parola inopportuna mette a disagio, sembra venire da chi non comprende la situazione. E la parola inopportuna è quella di Paolo: ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!
È inopportuna questa parola, ma non possiamo tacerla. Suona come maldestra e sconcertante, ma non possiamo rifiutarla.
Questo inizio di Quaresima, così strano, senza messa, senza ceneri, senza prediche, questo è il momento favorevole.
Questo momento di allarme e di malumore, di strade quasi deserte e di attività rallentate proprio nella città frenetica, questo è il momento favorevole.
È una parola inopportuna, ma è stata proclamata. Non possiamo lasciarla cadere come un seme che vada perduto. Risuoni dunque ancora, illumini questo nostro momento, chiami a conversione, se è una parola che viene da Dio.     Continua nell’ ALLEGATO

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IL GIORNO CHE L’EUROPA CONTAMINÒ L’AFRICA (Mauro Armanino)

3a. Africa“Benvenuto in Niger. Chiamare l’Italia costa 1 euro/min, ricevere chiamate costa 0,1 euro/min. Navigare costa 0,1 euro/mega. Per ulteriori informazioni chiama gratuitamente il +39…” La compagnia telefonica ho. invia questo tipo di messaggi nel Niger, dopo il cambiamento di cellulare e di alleanza telefonica.

Messaggi che non contaminano più di tanto, se non l’etere attraversato da milioni di inutilità di questo genere, non pericolosi come il virus che invece esportiamo, nostro malgrado, in quell’Africa ritenuta la patria delle grandi malattie infettive contemporanee. Finora relativamente risparmiata dall’ormai temuto e giudicato inesorabile, ‘coronavirus’, l’Africa è stata toccata, alla data del presente scritto, da tre persone infette. La prima, di cui il nome del portatore non è stato rivelato, si trova in Egitto, la seconda, di origine e nazionalità italiana, in Algeria e la più recente, ancora italiana, in Nigeria. Contaminazioni ‘occidentali’ che toccano il nostro continente che i più considerano alla deriva, da parte di persone tornate in Africa per motivi di lavoro. Una prova in più che la storia del mondo non è solo nella lotta di classe, come recitava il ‘Manifesto’ di Marx e Engels, è soprattutto una storia di contaminazioni.      Continua nell’ ALLEGATO

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Lettera (Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes)

Coronavirus: street art fuori il mercato di piazza Vittorio a RomaCarissime, Carissimi,

avrei preferito parlare d’altro, ma lo svolgersi, anzi il travolgerci degli avvenimenti mi porta inevitabilmente a scrivere di quello che stiamo vivendo: l’epiodemia del cosiddetto Coronavirus con le sue conseguenze.

Per la rapidità e la tragicità con cui l’epidemia si è presentata prima sulla scena mondiale poi su quella nazionale ed europea, si sono evocati i ricordi delle più spaventose epidemie che hanno decimato la popolazione: dalle pesti ricorrenti, al colera, fino alla più recente, ma non meno funesta, “spagnola”. La cosa che più impressiona è che i meccanismi sociali e le reazioni emotive innescate sono sempre gli stessi: morbo invisibile, contagio che si diffonde inarrestabile, paure e comportamenti irrazionali, caccia all’untore.

Modello di questa tragica progressione rimane la descrizione della peste di Atene fatta dallo storico Tucidide. Benché avvenuta 2450 anni fa, essa mantiene una attualità impressionante grazie al concreto realismo con cui viene raccontata.    Continua nell’ ALLEGATO 

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AGLI STUDENTI DEL “VOLTA” (Domenico Squillace)

2a. liceo volta - foto mianews-2Questa è la lettera che il preside del liceo “A. Volta” di Milano,, ha scritto a tutti gli studenti della scuola e pubblicato sul sito.

“La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c’era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia…”

Le parole appena citate sono quelle che aprono il capitolo 31 dei Promessi sposi, capitolo che insieme al successivo è interamente dedicato all’epidemia di peste che si abbatté su Milano nel 1630. Si tratta di un testo illuminante e di straordinaria modernità che vi consiglio di leggere con attenzione, specie in questi giorni così confusi. Dentro quelle pagine c’è già tutto, la certezza della pericolosità degli stranieri, lo scontro violento tra le autorità, la ricerca spasmodica del cosiddetto paziente zero, il disprezzo per gli esperti, la caccia agli untori, le voci incontrollate, i rimedi più assurdi, la razzia dei beni di prima necessità, l’emergenza sanitaria…. In quelle pagine vi imbatterete fra l’altro in nomi che sicuramente conoscete frequentando le strade intorno al nostro Liceo che, non dimentichiamolo, sorge al centro di quello che era il lazzaretto di Milano: Ludovico Settala, Alessandro Tadino, Felice Casati per citarne alcuni. Insomma più che dal romanzo del Manzoni quelle parole sembrano sbucate fuori dalle pagine di un giornale di oggi.     Continua nell’ ALLEGATO

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ELOGIO DELLA NORMALITÀ

4a. normalitaÈ di un anonimo abitante della zona rossa la breve riflessione che segue. Tanto semplice quanto profonda.

 A tutti noi che abitiamo al limite della zona rossa, quella della quarantena, oggi la situazione ci sembra davvero surreale. Esiste una linea Maginot che non possiamo oltrepassare, valichi che fino a sabato erano quotidiani passaggi. Anche qua, nella zona gialla, ci hanno imposto divieti, limitazioni. Ascolto la scienza, e mi fido degli scienziati. Ascolto i tecnici e mi affido a loro. Quindi, tutto questo è giusto.
Tuttavia, credo che questa esperienza rimarrà segnante, non tanto per le conseguenze del virus, ma perché, anche a quelli della mia generazione – non propriamente degli adolescenti – ci ha restituito una diversa prospettiva di mondo. Quello che ti sembrava lontano, dall’altra parte degli oceani, in un attimo te lo trovi in casa. Quello che in maniera spesso qualunquistica credi che sia altro e per altri, nel volgere di mezza giornata diventa tuo.
Ma io sono un inguaribile ottimista, uno che vede sempre il bicchiere mezzo pieno anche quando è vuoto per tre quarti. E c’è una cosa che ho imparato ad apprezzare ancora di più di quanto – e tanto – non abbia fatto fino ad oggi: la normalità. La splendida normalità, le cose che ti sembrano scontate, routinanti, declinate alla ridondanza del quotidiano. Spesso ti accorgi di quanto valore ci sia nella normalità, di quanta libertà stia dentro il quotidiano, solo nel momento in cui essa vira a divieto, limite, confine invalicabile.
La noia, lo stress, l’uniformità, in fondo non sono che consumati sinonimi della ridondanza del normale. E pensandoci bene invece, lì dentro c’è tutta la libertà del mondo. Se riusciremo a capirlo, una parte della battaglia contro il coronavirus, l’avremo già vinta.

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LA FANTASIA DELLO SPIRITO CI FACCIA ATTENTI A CHI È PIÙ POVERO E BISOGNOSO (+Daniele Gianotti, vescovo)

5a. La fantasia dello SpiritoMessaggio del vescovo Daniele per la Quaresima 2020

Carissimi fratelli e sorelle di questa diocesi di Crema,  saluto tutti voi con affetto mentre, con tutta la Chiesa, ci disponiamo a iniziare il «tempo favorevole» della Quaresima.

  1. Avevo incominciato a scrivere giorni fa questo Messaggio guardando anzitutto alla Pasqua, perché è ad essa che questo tempo di grazia vuole condurci; eguardando poi al dono dell’incontro con papa Francesco, in programma per lanostra Chiesa cremasca nei giorni che seguiranno la celebrazione pasquale, sabato18 aprile.
    Lo sguardo resta ancora orientato là. In qualunque circostanza, la Pasqua del nostro Signore Gesù Cristo, crocifisso e risorto, rimane il cuore della storia secondo il disegno di Dio. E da oltre venti secoli Pietro continua a proclamare che Gesù, il crocifisso che Dio ha risuscitato da morti, «è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza…     Continua nell’ ALLEGATO

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Lettera (Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes)

Carissime, Carissimi,

riportiamo più sotto la Comunicazione del Vescovo in merito alla situazione creatasi per l’emergenza sanitaria del cosiddetto Coronavirus.

Ora ci preme non perdere di vista due realtà apparentemente distanti, eppure strettamente collegate: il nostro padre Gigi Maccalli, appena ricordato per la diciassettesima volta o Patrick Zaky, il ricercatore egiziano che studia a Bologna e che rischia di fare la stessa fine di Giulio Regeni. 01a. Zaki

Nel corso della Veglia che si è svolta lunedì 17 febbraio tra S. Angela Merici e S.ta Maria della Croce, padre Cainelli, nuovo provinciale della SMA, ha ricordato come, tra le tante spine che questo rapimento ha generato, sono germogliati anche “dei bei fiori di solidarietà e di speranza, di condivisione e di crescita nella fede. Uno di questi ce lo offre la Diocesi di Crema che, dopo il rapimento di padre Pier Luigi si riunisce ogni mese per manifestare nella fede la sua «paziente e insistente speranza», fiore di luce e di fede, di perseveranza nella preghiera, di comunione profetica, di Chiesa in cammino. Noi missionari della SMA ci sentiamo in profonda comunione con questa diocesi di cui è originario il nostro confratello. Ringraziamo di cuore il suo Vescovo, Mons. Daniele Gianotti, l’Ufficio Missionario e tutta la comunità Diocesana, per averci coinvolti ogni volta in questi momenti di preghiera, che ci incoraggiano e ci consolano nella sofferenza, che ci fanno crescere come Chiesa, e che ci fanno condividere la stessa missione e la stessa speranza”.      Continua nell’ ALLEGATO

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Lettera (Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes)

Carissime, Carissimi,
nel giro di pochi giorni, all’inizio di febbraio, abbiamo ricordato tre Giornate molto importanti: la GIORNATA PER LA VITA, la GIORNATA CONTRO LA TRATTA DELLE PERSONE, la GIORNATA PER IL MALATO. Giornate che hanno avuto il loro momento culminante sabato sera con la Veglia per la vita che si è svolta nel Santuario della Pallavicina.

Ascoltiamo che cosa ci dice il Papa a questo proposito: «Oggi si celebra in Italia la Giornata per la Vita, che ha come tema Aprite le porte alla vita. Mi associo al Messaggio dei Vescovi ed auspico che questa Giornata sia un’occasione per rinnovare l’impegno di custodire e proteggere la vita umana dall’inizio fino al suo naturale termine. È necessario, altresì, contrastare ogni forma di violazione della dignità, anche quando è in gioco la tecnologia o l’economia, spalancando le porte a nuove forme di fraternità solidale».      Continua nell’ ALLEGATO

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«VA’, E ANCHE TU FA’ COSÌ» (vescovo Daniele)

2a. Veglia OratoriRiportiamo la riflessione del nostro vescovo Daniele in occasione della Veglia degli Oratori, che si è tenuta 17 gennaio scorso, in concomitanza con il ricordo del sedicesimo mese del rapimento di padre Gigi Maccalli.

   Da una meditazione sulla parabola del buon Samaritano, che ho letto più di quarant’anni fa, riprendo tre caratteristiche dell’azione del Samaritano.
La prima: il Samaritano dà prova di un amore che sfida il rischio, il pericolo. Lo sappiamo cosa avviene anche oggi, purtroppo, quando ci sono degli attentati: scoppia una bomba, arrivano i soccorritori e si danno da fare, e allora si fa scoppiare un’altra bomba…
È terribile: e il Samaritano non aveva nessuna garanzia che gli stessi briganti potessero saltare fuori di nuovo, e riempire di botte anche lui. Forse anche per questo gli altri due, il sacerdote e il levita, hanno pensato che fosse più prudente tirar dritto per la loro strada, non attardarsi troppo.
L’amore può essere pericoloso, può far correre rischi non da poco. Ma questo non è stato un ostacolo, per il Samaritano.     Continua nell’  ALLEGATO

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E SE AVESSERO RAGIONE LORO? (Roberto Beretta)

3a E se avessero ragione loroEcumenismo
In concomitanza con la Settimana per l’unità dei cristiani e (anche) in seguito al dibattito sulla possibilità che la Chiesa cattolica apra ai sacerdoti sposati – alla “maniera protestante”, si potrebbe dire – questa è la riflessione ecumenica che mi frulla in testa.

I fratelli delle Chiese riformate fin dalle origini hanno permesso ai loro pastori il matrimonio e, se oggi anche Roma accedesse alla medesima modalità (sia pure in casi specifici e circostanziati: ma per quanto?), qualcuno potrebbe ritenere appunto che «avevano ragione loro» – anzi, il mondo tradizionalista già lo dice, addebitando all’attuale papato un cedimento all’eresia.
Ma quanti sono, del resto, i punti sui quali le Chiese evangeliche hanno insegnato qualcosa ai cattolici, hanno conservato meglio di noi un contenuto prezioso della comune fede cristiana, in una parola «hanno avuto ragione»? Enumeriamo solo per sommi capi: la posizione attribuita alla parola di Dio, i metodi scientifici applicati agli studi sacri, il ruolo dei laici e delle donne, l’enfasi sulla coscienza personale, un più concreto richiamo all’azione dello Spirito, la relativizzazione di certe devozioni e culti, eccetera.
Non si vuol sostenere qui che tali elementi siano stati del tutto assenti nella prassi cattolica, ma che indubbiamente la loro accentuazione tra i cosiddetti “protestanti” è stata più forte e dunque anche la Chiesa romana ha potuto nel tempo giovarsi della riflessione e delle prassi riformate per correggere e migliorare i propri atteggiamenti in merito.     Continua nell’ ALLEGATO

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