Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime. Carissimi,

al termine dell’omelia di Pasqua in Papa ci invita “a superare le barriere, vincere i pregiudizi, avvicinare chi ci sta accanto ogni giorno, per riscoprire la grazia della quotidianità”. Questo significa rivolgere la nostra attenzione anche ad altri vicini, con i quali probabilmente condividiamo momenti di lavoro od occasioni di incontro, per fermarci un momento a riflettere che anche loro vivono, come abbiamo fatto e stiamo facendo anche noi, intensi momenti di preghiera. Mi riferisco alla Comunità Musulmana.
È interessante notare come quella stessa luna che, prima piena dopo l’equinozio di primavera, ci ha portato la Pasqua, ora, terminato il suo ciclo, riparte nuova per avviare il mese di RAMADAN martedì prossimo 13 aprile. Il Ramadan è un tempo fondamentale per i fedeli musulmani. Infatti
secondo i cinque pilastri dell’Islam, durante il Ramadan i musulmani devono rispettare il digiuno (nella loro lingua Sawm) dall’alba al tramonto, per ricordare quando Maometto ha rivelato per la prima volta il Corano. Oltre ad acqua e cibo, i fedeli devono privarsi nell’arco della giornata anche del sesso, del fumo e di tutti i loro vizi.           Continua nell’ ALLEGATO

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GESÙ, IL RISORTO, CI AMA SENZA CONFINI E VISITA OGNI NOSTRA SITUAZIONE DI VITA (Omelia del Papa alla Veglia di Pasqua)

1a. Papa Veglia pasqualeLe donne pensavano di trovare la salma da ungere, invece hanno trovato una tomba vuota. Erano andate a piangere un morto, invece hanno ascoltato un annuncio di vita. Per questo, dice il Vangelo, quelle donne «erano piene di spavento e di stupore» (Mc 16,8), piene di spavento, timorose e piene di stupore. Stupore: in questo caso è un timore misto a gioia, che sorprende il loro cuore nel vedere la grande pietra del sepolcro rotolata via e dentro un giovane con una veste bianca. È la meraviglia di ascoltare quelle parole: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto» (v. 6). E poi quell’invito: «Egli vi precede in Galilea, là lo vedrete» (v. 7). Accogliamo anche noi questo invito, l’invito di Pasqua: andiamo in Galilea dove il Signore Risorto ci precede. Ma cosa significa “andare in Galilea”?

Andare in Galilea significa, anzitutto, ricominciare. Per i discepoli è ritornare nel luogo dove per la prima volta il Signore li ha cercati e li ha chiamati a seguirlo.          Continua nell’ ALLEGATO

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L’ANNUNCIO DI PASQUA AIUTI A VINCERE LA MENTALITÀ DELLA GUERRA (Messaggio Urbi et Orbi, 04.04.21)

2a. Urbi et orbiCari fratelli e sorelle, buona Pasqua! Buona, Santa e serena Pasqua!

Oggi riecheggia in ogni parte del mondo l’annuncio della Chiesa: “Gesù, il crocifisso, è risorto, come aveva detto. Alleluia”.
L’annuncio di Pasqua non mostra un miraggio, non rivela una formula magica, non indica una via di fuga di fronte alla difficile situazione che stiamo attraversando. La pandemia è ancora in pieno corso; la crisi sociale ed economica è molto pesante, specialmente per i più poveri; malgrado questo – ed è scandaloso – non cessano i conflitti armati e si rafforzano gli arsenali militari. E questo è lo scandalo di oggi.
Di fronte, o meglio, in mezzo a questa realtà complessa, l’annuncio di Pasqua racchiude in poche parole un avvenimento che dona la speranza che non delude: “Gesù, il crocifisso, è risorto”. Non ci parla di angeli o di fantasmi, ma di un uomo, un uomo in carne e ossa, con un volto e un nome: Gesù. Il Vangelo attesta che questo Gesù, crocifisso sotto Ponzio Pilato per aver detto di essere il Cristo, il Figlio di Dio, il terzo giorno è risorto, secondo le Scritture e come Egli stesso aveva predetto ai suoi discepoli.          Continua nell’ ALLEGATO

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NON STUPITEVI! VOI CERCATE GESÙ DI NAZARET, IL CROCIFISSO. EGLI È RISORTO. CANTIAMO ALLELUIA

MYANMAR –  Messaggio dell’Arcivescovo di Yangon

3a. Messaggio Arcivescovo BoIn Myanmar la repressione si fa sempre più pesante: 82 morti in un solo giorno nella città di Bago per mano della polizia, mentre i caduti durante le proteste superano quota 700. di seguito la parte conclusiva dell’omelia tenuta dal Cardinale Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon, il giorno di Pasqua. Avremmo lo stesso coraggio?

Qual è il messaggio della Pasqua per il Myanmar di oggi?
Mi prendo il rischio di contestualizzare il messaggio pasquale a tutti: ai giovani, all’esercito,
alla società civile, ai gruppi etnici e a tutti i gruppi religiosi.
La Resurrezione ha due simboli potenti:
– Una tomba vuota aperta.
– Un Gesù torturato e crocifisso risuscitato nella gloria: che sconfigge le tenebre.
Questi due sono i messaggi pasquali per il mio caro popolo del Myanmar.          Continua nell’ ALLEGATO

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NOTIZIE FLASH DAL MONDO (Gruppo di Animazione Missionaria di Scannabue)

ERITREA: “A  LEI  DOBBIAMO  LA  NOSTRA  CIVILTÀ“

4a. Suor_Giannantonia_ComenciniL’Eritrea vive una crisi umanitaria ormai cronica. La dittatura di Isaias Afewerki soffoca la società civile e la stessa Chiesa. Lo scorso anno il governo ha chiuso numerose scuole cattoliche. Centinaia di migliaia di giovani cercano di lasciare il Paese per sfuggire al servizio militare che dura un tempo indefinito.
Ma è la testimonianza di Giovanna Comencini, nota come suor Giannantonia, che con il suo esemplare impegno ha dato speranza e stimolo a tante persone di ogni età.
Religiosa comboniana veronese di 101 anni, di cui 73 trascorsi in Eritrea, ha dedicato la vita alla promozione degli ultimi, insegnando la sera agli operai analfabeti, alle ragazze escluse dalla scuola e assistendo gli anziani malati.
Facendosi apprezzare e amare come insegnante ed educatrice religiosa da intere generazioni di giovani, ha contribuito a rafforzare i legami di amicizia tra il popolo italiano e quello eritreo.
Per questa ragione, l’Ambasciata italiana dell’Asmara ha voluto renderle omaggio con una targa a lei dedicata.          Continua nell’ ALLEGATO

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NOTIZIE DAL CENTRO MISSIONARIO (La Redazione)

LETTERE DI AUGURI

Ecco alcune lettere che ci sono arrivate graditissime. A volte sono davvero sorprendenti. Basta solo leggerle…

Talasari, 01.04.21

Carissimi Amici,
gradite il mio sentito Augurio Pasquale… Augurio di pace, gioia e serenità.
Gesù risorto riempia il suo cuore di: coraggio, gioia e sostegno in questo tempo non certo piacevole.
Da parte nostra continuiamo a: pregare, offrire, sperare affinché il buon Dio abbia Misericordia del suo popolo e metta un FERMO a questo terribile VIRUS.
Carissimi Amici, il mondo ha bisogno di tornare a Dio, di riscoprire sempre più Cristo Gesù, questa PERLA preziosa, farla nostra e gustare così la sua RICCHEZZA e il suo valore, onde rendere così la nostra vita piacevole e serena. Una vita che TESTIMONIA il suo AMORE.              Continua nell’ ALLEGATO

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NOTIZIE DALL’UFFICIO MIGRANTES (La Redazione)

Come annunciato nella Lettera d’inizio pubblichiamo la Lettera di Auguri che la diocesi di Crema, attraverso l’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, ha preparato in occasione dell’inizio del mese sacro del Ramadan.

Nuovo Documento di Microsoft Word

Crema, 12 aprile 2021 / 29 Sha`ban 1442

A tutte le persone di fede musulmana  presenti nel territorio cremasco

Cara Sorella, Caro Fratello,  con questo messaggio desideriamo porgerVi gli auguri per una celebrazione piena e feconda del Ramadan.   Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

da qualche tempo a questa parte il nostro Vescovo Daniele ci ha abituati a riflettere su alcune parole chiave che hanno a che fare con la nostra fede. Così dopo aver trattato della paura a Natale, dell’ascolto in Quaresima, oggi è la volta della PAZIENZA per aiutarci ad intendere meglio la Pasqua.
Una riflessione profonda che non solo ci porta a cogliere la comune radice della parola passione, ma anche a considerare la sua estensione temporale, l’abbinamento strutturale con il concetto di amore e il valore esclusivamente positivo che la pazienza deve avere se vogliamo che qualunque nostra azione sia costruttiva.
Così al termine della lettura del Messaggio mi è venuto naturale associare la parola pazienza a tutta la vicenda dei Martiri del Quiché, alla quale dedichiamo l’apertura della Comunicazione ed il biglietto augurale di questa Pasqua,
Una pazienza connaturata alle popolazioni indigene che per oltre il 90% abitano la regione del Quiché da sempre discriminate sia socialmente che economicamente. Socialmente in quanto discendenti dalle antiche popolazioni Maya e quindi disprezzate dall’élite di origine europea. Economicamente in quanto considerate manodopera a buon mercato, quindi sfruttata e mal pagata.          Continua nell’ ALLEGATO

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