Non era retorico o estemporaneo l’impegno per la pace di Francesco, ma fondato e specifico, fino a demolire la teoria della “guerra giusta” e dei suoi cantori contemporanei
Segno di contraddizione
C’erano stati segni premonitori che l’elezione di papa Francesco a capo della Chiesa Cattolica sarebbe stato un elemento di contraddizione con il mondo. Il nome scelto: nessun altro papa aveva osato chiamarsi Francesco, come il povero nonviolento di Assisi; la dichiarazione di venire “quasi dalla fine del mondo”, interpretata in senso geografico mentre assumerà sempre di più una dimensione storica; la definizione fin dal 2014 dell’impegno contro la “terza guerra mondiale a pezzi”: espressione allora non compresa dai più, oggi tragicamente realtà per tutti; la consegna agli increduli giornalisti che lo accompagnavano sul volo per il Cile, nel gennaio del 2018, della fotografia del bambino di Nagasaki che portava sulle spalle il fratellino morto a causa dalla bomba atomica, mentre diceva loro “Ho davvero paura. Continua nell’ ALLEGATO
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