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Notiziario – riflessioni

Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
al termine dell’Assemblea pastorale che giovedì sera, 26 gennaio 2023 ha visto riunite al Centro S. Luigi un’ampia rappresentanza di tutte le Parrocchie e le Unità Pastorali presenti nella città di Crema, è stato votato all’unanimità un documento che non si limita ad auspicare, ma chiede con forza ai credenti un maggior impegno per la pace, in particolare nella guerra russo-ucraina. Eccolo di seguito.

“Convocati per costruire una Chiesa più vera e capace di dire il sogno di Dio anche domani, non possiamo non vedere oggi una crisi militare in Europa sempre più portatrice di morte e distruzione.
Questa Assemblea della Chiesa cittadina di Crema raccoglie l’ansia e la paura delle persone comuni, invoca la misericordia dello stesso Dio, comune a tutti i cristiani dell’Europa, affinché illumini le scelte dei decisori e apra a tutti gli occhi sulle conseguenze ancora più terribili che potrebbero derivare.
La chiesa cattolica di Crema, parte di quella universale, non può pregare per una parte contro l’altra, non benedice i missili, ma grida la necessità di una tregua immediata, motivata dal fatto che realisticamente nessuna delle parti in lotta potrà vincere, ma tutte certamente solamente perdere.
Madre della Pace prega per noi.”                Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

è proprio vero che la Storia è fatta di corsi e ricorsi e che sono proprio questi ritorni, a volte sistematici, a volte occasionali, a farci capire la gravità di una situazione, a tastarne il polso. È il caso appunto della DEMOCRAZIA, che in questi anni sta subendo diversi attacchi. Vediamoli insieme.
6 gennaio 2021, Washington: attacco a Capitol Hill,
9 ottobre 2021, Roma: assalto alla sede della CGIL (ma il vero obiettivo erano Palazzo Chigi e Palazzo Madama):
8 gennaio 2023, Brasilia: assalto ai Palazzi dei Tre poteri.
Sono sicuramente i fatti più eclatanti che nell’arco degli ultimi due anni hanno scosso non solo l’opinione pubblica mondiale, ma le fondamenta stesse del nostro vivere civile che, tradotto in altre parole, significa la vita comune che condividiamo con altre persone.       Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

credo che il Massaggio per la Pace che il Papa ha scritto per questo 2023 si possa condensare in una sola parola: INSIEME. Un richiamo non nuovo, tanto più che il titolo riprende un tema molto cara a Francesco: Nessuno si salva da solo. Tuttavia questa volta viene declinato in modo diverso. Se ci aspettavamo un discorso esclusivamente di condanna della guerra, rischiamo di andare fuori strada. Un riferimento alla guerra c’è, e anche importante, ma non si limita solo a quello. Quello che ci chiede di fare il Papa è molto di più, vuole che riprendiamo in mano gli ultimi tre anni di storia perché li mettiamo a confronto con la nostra vita e trarne così alcune conseguenze.
«Oggi siamo chiamati a chiederci: che cosa abbiamo imparato da questa situazione di pandemia? Quali nuovi cammini dovremo intraprendere per abbandonare le catene delle nostre vecchie abitudini, per essere meglio preparati, per osare la novità? Quali segni di vita e di speranza possiamo cogliere per andare avanti e cercare di rendere migliore il nostro mondo?»       Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
è appena stata ricordata la Giornata internazionale del Migrante e, in perfetta sintonia, è stato presentato a Roma, curato dalla Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei, l’ultimo Rapporto sul Diritto d’asilo. Bene, sono 103 milioni i rifugiati nel mondo, un numero più che doppio rispetto solo a dieci anni fa. Anche l’Europa viene toccata profondamente da questo fenomeno, anche se in modo meno drammatico di come certa propaganda voglia farci credere. L’Italia, tanto per cominciare non è il Paese che accoglie di più, nel 2021, infatti, sono state oltre 45mila le richieste d’asilo registrate in Italia, nello stesso periodo in Germania se ne contano quasi il triplo, ovvero 148.200 domande. La Francia ne ha registrate 103.800, e anche la Spagna ha fatto di più, ricevendone 62mila. Quanto all’incidenza sulla popolazione, la Grecia già sosteneva un carico multiplo rispetto a quello italiano.        Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
                                      devo constatare con piacere che abbiamo dei lettori piuttosto esigenti. Così appena inviato l’ultimo numero della Comunicazione, ecco arrivarmi un messaggio a metà strada tra la lode e la critica. Questo il succo: va bene parlare delle donne e delle loro lotte, va bene ricordare il sacrificio delle donne iraniane, ma perché non ricordare anche Hebe de Bonafini? Si tratta di una delle figure di maggior spicco delle Madres de Plaza de Mayo, scomparsa domenica 20 novembre all’ospedale italiano di La Plata.
Aveva quasi 94 anni questa donna davvero fuori dal comune che, da quando nel 1977 la dittatura argentina le fece scomparire i suoi due figli, Jorge e Raúl, dedicò tutta se stessa prima alla ricerca dei suoi figli, poi anche a quella di tutti i figli e le figlie desaparecidos, in una rivendicazione di maternità collettiva.         Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                         ci siamo lasciati la settimana scorsa nel pieno delle manifestazioni in difesa della vita delle donne e contro la piaga dilagante dei femminicidi che hanno visto il loro culmine nella data simbolo del 25 novembre. Tuttavia non ci sembra giusto chiudere quella pagina senza dedicare un pensiero alle donne iraniane  alla protesta che hanno saputo suscitare e che, nonostante i pronostici iniziali del tutto negativi, non solo non si è spenta, ma al contrario si è diffusa rapidamente coinvolgendo prima tutti i giovani per poi allargarsi a strati sempre più ampi degli opinione pubblica iraniana. Il brutale omicidio di Mahsa Amini colpevole, secondo la Polizia morale, di non portare il velo in modo dignitoso e il successivo maldestro tentativo di liquidare la sua morte come dovuta a cause naturali pregresse, ha scatenato una protesta che ha sorpreso tutti gli osservatori per il numero sempre maggiore di partecipanti al punto da trasformarsi in una vera e propria mobilitazione generale.        Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
credo che valga la pena dedicare qualche riga alla Cop 27, la Conferenza sul clima che si è conclusa esattamente una settimana fa, nella nota località turistica egiziana di Sharm el-Sheikh. 197 le delegazioni presenti, segno che il tema dell’ambiente, con le preoccupazioni crescenti per i cambiamenti climatici sempre più evidenti, è ormai all’ordine del giorno della maggior parte dei governi del mondo. A queste preoccupazioni però non sono seguite quelle decisioni coraggiose che ci saremmo aspettate.
Il fatto stesso che, invece del 18 pomeriggio, Cop 27 sia terminata alle 4 di domenica 20 novembre, evidenzia quali grandi contrasti abbiano investito l’intero dibattito.
Due in particolare i punti di scontro: il primo è stato la richiesta di fondi specifici per riparare i danni e le perdite che il cambiamento climatico, avanzata dai Paesi a basso reddito, in particolare quelli africani. Il secondo invece riguarda il problema della riduzione del danno cioè un graduale, ma veloce impegno a dismettere l’uso dei combustibili fossili.        Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, carissimi,

                      le vicende di questi giorni che hanno visto coinvolti e contrapposti il nostro Governo e le ONG proprietarie di navi che portano in salvo bambini, donne e uomini altrimenti condannati al naufragio e quindi ad una morte sicura, non sono certamente nuove. L’amarezza, lo sconcerto e la sofferenza che ci colpiscono nascono dal fatto che si tratta di fatti che ci coinvolgono ormai da trent’anni e, nonostante questo, ci sono ancora persone e politici che hanno il coraggio di considerarli fatti eccezionali: una vera e propria un’emergenza. Riportiamo di seguito questa dichiarazione di Mani Tese che ci aiuta a fare chiarezza su alcuni punti fondamentali.        Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e Le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
ancora la PACE! Non possiamo stancarci di chiederla. È un diritto di tutti e continueremo ad esigerla. Questa volta ne parliamo partendo da un punto di vista molto vicino a noi: la Festa del 4 Novembre, fine dalla I Guerra mondiale. Ci aiuta in questa riflessione Raffaele CROCCO autore di questo editoriale tratto dall’ultimo numero di ATLANTE DELLE GUERRE.
C’è stato un giorno in cui un esercito, l’esercito di uno Stato sovrano, ha varcato un fiume, occupando la terra di un altro Stato sovrano. Quell’esercito era in quella terra di altri, in nome della “liberazione dei propri fratelli e delle proprie terre”. Era lì cioè per riportare a casa – questo diceva – chi apparteneva alla stessa storia, alla medesima lingua, all’uguale cultura. E la guerra fu lunga e aspra, perché chi si difendeva non voleva cedere pezzi di quello che considerava legittimamente il proprio Paese, non voleva rinunciare a quella che riteneva la propria storia.        Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

abbiamo dedicato la copertina di questo numero alla grande Manifestazione per la Pace che si è tenuta a Roma dal 23 al 25 ottobre scorsi sotto l’egida della Comunità di Sant’Egidio e nobilitata dalla presenza anche di papa Francesco. Sono passati pochi giorni, ma è come se fosse passato un secolo. Delle parole dette, dei pensieri espressi da capi di stato e da leader religiosi di primo piano non è rimasta traccia: come se il vento dell’ignoranza, della sordità, dell’ignavia si fosse messo accuratamente d’impegno per cancellare tutto e non lasciare alcuna traccia nella coscienza di chi potrebbe fare e non fa.

A noi piace pensare che nulla di quello che si è detto e fatto per la Pace possa andare perduto e crediamo fermamente che non solo non possiamo fermarci di fronte alle sconfitte, ma dobbiamo cercare e sfruttare ogni occasione che si offrirà per continuare ad esprimere la nostra fede per la Pace. Sempre!       Continua nell’ ALLEGATO

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