REATO CONSEGNARE MIGRANTI AI LIBICI ALLA GUARDIA COSTIERA LIBICA (Nello Scavo)

5a. Reato... Asso28La Asso28 dopo avere soccorso 101 migranti, tra cui doversi minori, accettò di consegnarli a una motovedetta nordafricana. Il Tribunale di Napoli Affidare i migranti alla cosiddetta guardia costiera libica è reato

Affidare i migranti alla cosiddetta guardia costiera libica è reato. Lo ha stabilito con una sentenza che farà da apripista, il Tribunale di Napoli che ha condannato il comandante della nave Asso28 a un anno di reclusione perché dopo avere soccorso 101 migranti, tra cui diversi minori e alcune donne incinte, accettò di consegnarli a Tripoli.
È la prima volta che in Europa si arriva a un verdetto di questa portata e che, di fatto, conferma come la Libia non possa essere riconosciuta come luogo sicuro di sbarco. D’ora in avanti qualsiasi nave civile coinvolta nei respingimenti rischia un processo e una condanna.         Continua nell’ ALLEGATO

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NOTIZIE FLASH DAL MONDO

a cura del Gruppo di Animazione Missionaria di SCANNABUE

DAL COTONE BIOLOGICO UN’OPPORTUNITÀ PER 300 RAGAZZE INDIANE

E’ il 1994 quando alcune suore francescane presenti  in India, nello Stato meridionale del Tamil Nadu, decidono di avviare un’attività per aiutare le giovani senza lavoro, con una particolare attenzione a quelle colpite da varie disabilità, soprattutto sordomute.
E cosa c’è di meglio in India  che lavorare il cotone per dare lavoro? Detto e fatto, le suore aprono un’azienda che oggi dà lavoro a circa 300 ragazze, il cui nome è legato all’origine francescana: “ Assisi Garments”, specializzata in capi di cotone fatti a mano.
Questi prodotti, tutti di ottima fattura, pian piano riescono a ritagliarsi uno spazio sempre più ampio nel commercio equo e solidale delle  botteghe italiane, grazie in particolare ad “Altromercato” e “AltraQualità”. Le religiose francescane forniscono vitto e alloggio, oltre ovviamente ad una giusta paga mensile, alla copertura previdenziale e a corsi di formazione.          Continua nell’ ALLEGATO

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IL CENTRO MISSIONARIO INFORMA… (La Redazione)

UN’OSSERVAZIONE POSITIVA

Riprendiamo questa benemerita rubrica con una nota decisamente positiva che questo mese missionario ci ha riservato: i Gruppi di Animazione Missionaria hanno ritrovato la FANTASIA!
Davvero la creatività è stata la nota che ha accomunato l’impegno di tutti i Gruppi: non gesti ripetitivi, né noiose litanie “continuiamo a fare sempre così”… Al contrario si è constatato un fiorire di iniziative, alcune nuove, altre che sono il risultato di un intelligente adattamento di vecchie, ormai fuori uso, altre che sono veri e propri esperimenti.
Ecco allora la proposta: vorremmo dedicare questo spazio delle prossime Comunicazioni a raccontare queste vostre esperienze. Sapete che le novità, in qualsiasi campo del vissuto umano, si propagano per “passaparola” o per imitazione. Bene! Vogliamo unire i due metodi e raccogliere in queste righe le vostre esperienze missionarie di questo Mese.
Incominciamo subito con l’esperienza di Offanengo. Adesso riportiamo la loro proposta, nel prossimo numero gli amici del quel Gruppo di Animazione Missionaria ci racconteranno come è riuscito il Concorso. Ero presente alla premiazione e vi assicuro che è stato un successo!          Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, carissimi,
                              so che a molti non è piaciuto che la Veglia missionaria, così come da anni siamo abituati a viverla, sia stata “annacquata” in un’altra Veglia, quella che ha dato il via a un Sinodo che ha e avrà risonanza mondiale. Spesso abbiamo l’impressione che tutto quanto viene da Roma sia per forza un’imposizione, una fatica in più che mette scompiglio nei nostri programmi, fin troppo precisi ed articolati.

No, non credo che sia così! Non credo che il Papa sia così crudele da caricare di un altro fardello le nostre spalle già affaticate… Credo che Francesco abbia scelto questo momento storico, contrassegnato da una profonda crisi umana, politica e religiosa per spingerci a fare tesoro delle tante riflessioni che sono fiorite all’interno delle nostre comunità e che non devono andare perdute, sotto la spinta di una malintesa ripresa che vuole riportare tutto a com’era prima della pandemia. Non si tratta di fare un lavoro in più, quanto di rileggere quanto già stiamo facendo alla luce di un cammino comune, cioè sinodale, che deve contraddistinguere la vita delle nostre Chiese in tutte le suddivisioni: Diocesi, Unità Pastorali, Parrocchie, piccole Comunità.         Continua nell’ ALLEGATO

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FARE SINODO SIGNIFICA CAMMINARE INSIEME PER INCONTRARE, ASCOLTARE, DISCERNERE

Omelia di papa Francesco durante la Messa per l’apertura del Sinodo dei Vescovi il 10 ottobre 2021

1a. Omelia-per-apertura-del-Sinodo-sulla-famiglia_articleimageUn tale, un uomo ricco, va incontro a Gesù mentre Egli «andava per la strada» (Mc 10,17). Molte volte i Vangeli ci presentano Gesù “sulla strada”, mentre si affianca al cammino dell’uomo e si pone in ascolto delle domande che abitano e agitano il suo cuore. Così, Egli ci svela che Dio non alberga in luoghi asettici, in luoghi tranquilli, distanti dalla realtà, ma cammina con noi e ci raggiunge là dove siamo, sulle strade a volte dissestate 21 della vita. E oggi, aprendo questo percorso sinodale, iniziamo con il chiederci tutti – Papa, vescovi, sacerdoti, religiose e religiosi, sorelle e fratelli laici –: noi, comunità cristiana, incarniamo lo stile di Dio, che cammina nella storia e condivide le vicende dell’umanità? Siamo disposti all’avventura del cammino o, timorosi delle incognite, preferiamo rifugiarci nelle scuse del “non serve” o del “si è sempre fatto così”?
Fare Sinodo significa camminare sulla stessa strada, camminare insieme. Guardiamo a Gesù, che sulla strada dapprima incontra l’uomo ricco, poi ascolta le sue domande e infine lo aiuta a discernere che cosa fare per avere la vita eterna. Incontrare, ascoltare, discernere: tre verbi del Sinodo su cui vorrei soffermarmi.          Continua nell’ ALLEGATO

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DALL’AMBIZIONE ALLA COMPASSIONE (Angelus, 17-10-2021)

2a. AngelusIl Vangelo della Liturgia odierna (Mc 10,35-45) racconta che due discepoli, Giacomo e Giovanni, chiedono al Signore di sedere un giorno accanto a Lui nella gloria, come se fossero “primi ministri”, una cosa del genere. Ma gli altri discepoli li sentono e si indignano. A questo punto Gesù, con pazienza, offre loro un grande insegnamento: la vera gloria non si ottiene elevandosi sopra gli altri, ma vivendo lo stesso battesimo che Egli riceverà, di lì a poco, a Gerusalemme, cioè la croce. Che cosa vuol dire questo? La parola “battesimo” significa “immersione”: con la sua Passione, Gesù si è immerso nella morte, offrendo la sua vita per salvarci. La sua gloria, la gloria di Dio, è dunque amore che si fa servizio, non potere che ambisce al dominio. Non potere che ambisce al dominio, no! È amore che si fa servizio. Perciò Gesù conclude dicendo ai suoi e anche a noi: «Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore» (Mc 10,43). Per diventare grandi, dovrete andare sulla strada del servizio, servire gli altri.         Continua nell’ ALLEGATO

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LAVORIAMO INSIEME PER UNA CHIESA DIVERSA

3a. La candela, simbolo del Sinodo, consegnata a tutte le parrocchie della DiocesiDue domeniche fa, 10 ottobre, il Papa ha aperto solennemente, con la celebrazione della Messa in S. Pietro, il Sinodo che, per i prossimi due anni fino al 2023, coinvolgerà tutte le Chiese del mondo. Un Sinodo particolare che ha come tema proprio la sinodalità, cioè la capacità di camminare insieme verso obiettivi comuni. Il titolo infatti è proprio Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione.
Domenica 17 ottobre, è stata celebrata in tutte le Chiese locali l’apertura del Sinodo, ma è stata preceduta, almeno nella nostra diocesi, da una solenne Veglia che si ha avuto luogo, sabato 16, in Cattedrale. Si è svolta in concomitanza con la Veglia Missionaria, e ha dato inizio ad un tempo di approfondimento e di riflessione per prepararci ad un momento ecclesiale che coinvolgerà profondamente le nostre Chiese. Un momento che, come ha tenuto a sottolineare lo stesso Papa, dovrà partire dal basso.          Continua nell’ ALLEGATO

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SINODO OVVERO UN’ESPERIENZA DI CHIESA MISSIONARIA CAPACE DI COINVOLGERE TUTTI (don Federico Bragonzi)

Riportiamo il testo della comunicazione di don Federico Bragonzi dall’Uruguay. Una esemplare esperienza di sinodalità che ci arriva da una Missione

4a. Don FedericoUn saluto a tutti voi da parte di don Paolo e mia. Ci sentiamo in comunione con la nostra diocesi, in questa veglia di preghiera per la missione della Chiesa e per l’inizio del cammino sinodale.
Anche noi questa mattina abbiamo vissuto una intensa assemblea per dare inizio alla fase parrocchiale e diocesana del Sinodo. Ci siamo trovati con i rappresentanti delle comunità, i religiosi e le religiose, i tre seminaristi, noi preti e il vescovo Fabián. Fino all’ora della messa, verso mezzogiorno, abbiamo riflettuto sul senso della sinodalità e in piccoli gruppi abbiamo fatto degli esercizi di sinodalità, su temi diversi, per avere una indicazione di metodo e per continuare nelle parrocchie l’esperienza del Camminare insieme.       Continua nell’ ALLEGATO

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