MIGRANTI: IL 3 OTTOBRE LA GIORNATA IN MEMORIA DEI MORTI IN MARE

3 ottobreIn Italia il 3 ottobre sarà la Giornata della memoria, in ricordo di tutte le vittime dell’immigrazione. Ieri è arrivato il voto definitivo del Senato. Soddisfazione è stata espressa dal presidente del Senato Grasso e dalla presidente della Camera Boldrini oltre che dal Comitato 3 ottobre, promotore della proposta di legge. La Giornata sarà celebrata in tutta Italia nell’anniversario della tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, quando a causa del naufragio di una imbarcazione libica usata per il trasporto di migranti vi furono 366 morti accertati e circa 20 dispersi. Da quel giorno ad oggi l’ACNUR stima che oltre 8 mila persone abbiano perso la vita in mare, di cui circa 450 solo nei primi mesi del 2016.

3ottobreFinora quest’anno oltre 153 mila persone, di cui un terzo bambini, hanno attraversato il Mediterraneo. L’Alto commissariato auspica che la Giornata della memoria e dell’accoglienza “promuova una profonda riflessione sulla istituzione di vie legali che consentano alle persone in fuga di arrivare in Europa senza rischiare la vita nel Mediterraneo”.

Migrantes on line – 17.03.2016

RIBONI SR. ELISABETTA – Paolina

STORIA mappa-pakistan
– Nata ad Offanengo nel 1931.
– 1954 entra nella Congregazione delle “Figlie di S. Paolo”, che si è assunta il compito di diffondere con tutti i mezzi di comunicazione la Parola di Gesù.
– 1965 parte per il Pakistan, dopo una breve permanenza nelle Filippine (6 mesi) perché non le concedevano il visto di entrata.
– E’ vissuta molti anni a Karachi e attualmente risiede a Lahore, lavorando in una libreria che pubblica testi in lingua Urdu e in lingua inglese. Il terzo centro in cui sono presenti le Paoline è Rawalpindi.

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PADRE FRANCESCO VALDAMERI

STORIA
Nato a Pieranica nel 1932. Fratello di ANTONIO, comboniano, deceduto nell’anno 2012.
1957 anno della prima Messa a Loreto dove ha frequentato teologia, presso l’Istituto del Monfortani.
1958 prima missione in Africa nel Malawi (Niassaland) dove rimane 20 anni. questo
1978 espulso, insieme ad altri missionari, in quanto considerati spie al sevizio dell’Occidente.
1978 entra nello Zambia (col quale il Malawi confina a sud), primo di tanti monfortani. Da allora è sempre rimasto nella diocesi di Chipata, estesa per 600 Km da Lusaka (capitale) fino alla frontiera co la Tanzania. L’ultima parrocchia è stata Calichero, dove è rimasto 27 anni. I cattolici sono circa il 25% della popolazione, ma sono molto sparpagliati sul territorio e quindi difficilmente raggiungibili dai sacerdoti locali e dai missionari. Per questo il vescovo chiede di aprire nuove Missioni=Parrocchie, per ridurre le distanze tra chiesa e fedeli. In particolare a p. Valdameri è stato chiesto più volte di aprire nuove Missioni, in quanto straniero e in grado di raccogliere i soldi sufficienti per la costruzione delle molte strutture di cui si dota una Missione: chiesa capiente, salone per le riunioni, case per le suore, case per i catechisti, dormitori.

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PADRE GIUSEPPE MIZZOTTI

STORIA
1950 nasce a Crema il 19 luglio.
1977 ordinato sacerdote della Compagnia di Maria (Monfortano).
1977-79 lavora nel seminario di Bergamo.
1979-83 vive a Badalasco di Fara d’Adda, svolgendo l’attività di prete operaio in una fabbrica di materassi a molle.
1983 parte missionario per il Perù. Si stabilisce a Lima, da dove non si muoverà più se non per visitare i dintorni.comedor

 

 

 

Padre Giuseppe

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PADRE ALBERTO SAMBUSITI- P.I.M.E.

STORIA
– Originario della parrocchia di S. Maria della Croce (1947).
– 1991-1997 in Italia per animazione missionaria a Treviso.
– 1997-2003 in Camerun: Zouzoui e Salak.
– 2003-2006 in Italia per servizi c/o il PIME a Roma.
– 2006 missionario in Costa d’Avorio.
– 2013 viene destinato in ALGERIA, diocesi di Lagout. Ghardaia, oasi di Hassimessaoud, dove si estrae il petrolio e risiedono 3000 dipendenti e alcune centinaia di europei.

La comunità di Padre Alberto in Costa d'Avorio
La comunità di Padre Alberto in Costa d’Avorio

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FATE IMPRESA PER L’UOMO NON PER I MERCATI

“La bussola della vostra attività produttiva sia sempre il bene comune, cioè la creazione di lavoro e benessere secondo criteri di giustizia che rispettino la dignità umana, evitando i facili compromessi”. È la sostanza del discorso che Papa Francesco ha rivolto ai parteci- panti al Giubileo degli industriali in Aula Paolo VI, dove, per la prima volta in 106 anni di vita, la Confindustria italiana ha incontrato un Pontefice.

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Saluto tutti voi, rappresentanti del mondo dell’impresa, che siete venuti così numerosi. Ringrazio il Presidente Signor Squinzi, come pure il Signor Ghizzoni e la Signora Marcegaglia, per le parole che mi hanno rivolto. Con questo incontro, che costituisce una novità nella storia della vostra Associazione, vi siete proposti di confermare un impegno: quello di contribuire con il vostro lavoro a una società più giusta e vicina ai bisogni dell’uomo.

Volete riflettere insieme sull’etica del fare impresa; insieme avete deciso di rafforzare l’attenzione ai valori, che sono la “spina dorsale” dei progetti di formazione, di valorizzazione del territorio e di promozione delle relazioni sociali, e che permettono una concreta alternativa al modello consumistico del profitto a tutti i costi.

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