È ARRIVATO IL MESE MISSIONARIO

Pubblichiamo il Messaggio che papa Francesco ha scritto in occasione della 90a Giornata Mondiale Missionaria. Chiesa missionaria, testimone di misericordia è il titolo e, riprendendo l’Evangelii Gaudium, ci sprona ad «accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo».

BRAZIL-POPE-WYD-VARGINHA “Cari fratelli e sorelle,
il Giubileo Straordinario della Misericordia, che la Chiesa sta vivendo, offre una luce particolare anche alla Giornata Missionaria Mondiale del 2016: ci invita a guardare alla missione ad gentes come una grande, immensa opera di misericordia sia spirituale che materiale. In effetti, in questa Giornata Missionaria Mondiale, siamo tutti invitati ad “uscire”, come discepoli missionari, ciascuno mettendo a servizio i propri talenti, la propria creatività, la propria saggezza ed esperienza nel portare il messaggio della tenerezza e della compassione di Dio all’intera famiglia umana. In forza del mandato missionario, la Chiesa si prende cura di quanti non conoscono il Vangelo, perché desidera che tutti siano salvi e giungano a fare esperienza dell’amore del Signore. Essa «ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo» (Bolla Misericordiae Vultus, 12) e di proclamarla in ogni angolo della terra, fino a raggiungere ogni donna, uomo, anziano, giovane e bambino”.
Nell’  ALLEGATO  il testo completo del Messaggio.

LA VEGLIA MISSIONARIA.

vegliaPur essendosi svolta con una settimana di anticipo sulla data canonica, la Veglia è stata molto partecipata ed è risultata un momento importante nel ripensamento della Missione.
Se da un lato si è voluto sottolineare la mondialità dell’annuncio, con la processione del mappamondo e delle bandiere, dall’altro lo spazio maggiore è stato dedicato alla scelta e alla formazione personale. Le riflessioni di don Tonino Bello hanno scandito la raccolta di oggetti simbolici: il bastone, un sasso del lago, un ciuffo d’erba del monte, la Bibbia, una scheggia della croce, un pane, un calcinaccio del sepolcro che hanno concorso sia concreta- mente alla formazione della bisaccia del missionario, sia metaforicamente alla formazione del missionario stesso, convinto che l’evangelizzazione è fatta sì di dolore e sofferenza, ma ha come obiettivo la resurrezione e la vita in abbondanza.
Significative le riflessioni che i testimoni, Lorenzo, un laico reduce da un’esperienza missionaria di sei mesi, don Federico, un sacerdote da quattro anni fidei donum in Uruguay e Giovanni un seminarista che si appresta, con altri due amici Francesco e Nicholas, a ricevere il diaconato.
Anche il Vescovo, al quale è stato riconosciuto un impegno missionario davvero speciale, meritandosi l’applauso commosso e riconoscente dei partecipanti, ha voluto offrire un pensiero lungo e articolato. Al termine di tutto, come sempre, è stato lasciato un simbolo della Veglia: una matita colorata ricoperta di corteccia (Thailandia) per ridisegnare e colorare l’impegno missionario di ciascuno.
La Veglia, come sappiamo, è solo un punto di partenza: impegno missionario vero viene adesso, con le nostre scelte, le nostre decisioni, la nostra capacità di stare in mezzo alla gente, coltivando relazioni, sapendo ascoltare, tendendo mani.

Riportiamo negli allegati  il pensiero di don Federico e del futuro diacono Giovanni. (don Federico) –   ( Giovanni)

VANNO E VENGONO

Che Giornata Missionaria sarebbe senza la loro presenza? Stiamo parlando dei Missionari e delle Missionarie che ci onorano della loro presenza. Quest’anno infatti contrariamente a quanto avviene di solito, quest’anno abbiamo la fortuna di averne tra noi alcuni:

  • don Federico BRAGONZI fidei donum in Uruguay
  • suor Clara ZANIBONI paolina in Kenya e Sudan
  • padre Renato RIBONI consolata in Colombia
  • A questi si aggiungono diversi laici e laiche che, durante l’estate hanno fatto esperienze missionarie.

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“GUARDO ALTO” PER SCRUTARE LONTANO

altoDopo essere stato annunciato da tempo eccoci finalmente al primo incontro.

Martedì 25 ottobre: Il caso del Brasile nel contesto dell’America latina. Interverrà don Paolo CUGINI sacerdote della diocesi di Reggio Emilia, fidei donum in Brasile per 14 anni nella diocesi di Feira de Santana, nello stato nordestino di Bahia.   L’incontro avrà luogo nella Sala del Santuario di Caravaggio, alle ore 21.

 Clicca QUI per  un’ampia   presentazione dell’iniziativa promossa dalle diocesi di Crema, Cremona e dall’Associazione Amici del Brasile.

Nell’’ ALLEGATO  il manifesto dell’iniziativa con le date degli incontri.

EMERGENZA FREDDO: RIAPRE IL RIFUGIO S. MARTINO.

Inaugurazione
Inaugurazione

Sono passati ormai 4 anni dalla prima apertura del “Rifugio San Martino“, dormitorio per l’emergenza freddo della diocesi di Crema, ma questo bisogno non accenna ad arrestarsi, anzi…sempre più persone si trovano in assenza di lavoro e casa, senza strumenti e capacità per uscire da questa difficile situazione.

La comunità cristiana non può assistere passivamente a questa situazione né considerare “naturale” un certo tasso di povertà estrema e la diocesi di Crema sceglie di proseguire l’opera nata dalla volontà e dal desiderio del Vescovo Oscar Cantoni, il “Rifugio San Martino“. La Diocesi di Crema ha scelto di mettere a disposizione, per un altro anno, un grande appartamento in via Civerchi 7 a Crema per ospitare il dormitorio invernale.

Il “Rifugio San Martino”, gestito direttamente dalla Caritas diocesana senza alcuna convenzione, offrirà un posto letto (ad un massimo di 20 persone), una doccia, la prima colazione ed un pasto caldo a chi è rimasto senza un tetto. Tale servizio sarà solamente notturno e l’accesso al dormitorio avverrà al mattino attraverso il Centro di Ascolto diocesano (c/o la Casa della Carità – viale Europa, 2 a Crema) e la Casa Accoglienza “Giovanni Paolo II” (via Toffetti, 2 a Crema), oppure ci si potrà recare direttamente in via Civerchi durante l’apertura serale dalle 20.00 alle 22.00. Il rifugio vedrà la presenza di due operatori per il momento di apertura (20.00 – 22.00) e chiusura (7.00 – 9.00) e di due volontari per ogni notte.

In questa opera i volontari svolgono un servizio molto importante ed hanno l’occasione di donare il proprio tempo agli ultimi e ai sofferenti cogliendo l’opportunità di incontrare nel- l’altro il volto di Cristo. Chi ha conosciuto da vicino queste situazioni ha scoperto che i sen za fissa dimora (intesi letteralmente, come persone che non hanno più un alloggio) non vengono da un altro pianeta. La povertà non è una predestinazione. Al contrario, sono figli del nostro mondo, della nostra società, di questa città, di questa crisi economica, del dissolversi della famiglia, del diffondersi del disagio. Quale miglior modo, nel Giubileo della Misericordia, per vivere la concretezza delle opere di misericordia corporali e spirituali.

Il rifugio riaprirà lunedì 24 ottobre 2016.   Per chi fosse interessato a prestare questo servizio, contatti la Caritas Diocesana – viale Europa, 2 Crema – tel. 0373/286.175.

CREMONA: APRE LO SPORTELLO ANTIDISCRIMINAZIONI.

antidA partire da giovedì 6 ottobre 2016 ha preso avvio lo Sportello Antidiscriminazioni del Comune di Cremona presso i locali di SpazioComune, in Piazza Stradivari 7.

Lo sportello, aperto al pubblico il giovedì dalle ore 15 alle ore 18, si configura come un servizio di primo livello a disposizio- ne del pubblico ed opera per la prevenzione e il contrasto di razzismo, xenofobia, omofobia e di tutte le forme di molestia e discrimina- zione basate su genere, disabi- lità, età, nazionalità, orientamento sessua le, identità di genere e ogni altro fattore.
Presso lo sportello il cittadino/a può:
– ricevere informazioni sul tema del contrasto alle discriminazioni;
– ricevere orientamento ai servizi e strumenti per la tutela del proprio diritto a non essere  discriminato;
segnalare episodi di molestie o discriminazione di cui è vittima o testimone, anche in   forma anonima;
– richiedere un colloquio di approfondimento riservato.

GLI STRANIERI IN ITALIA PRODUCONO 127 MILIARDI DI RICCHEZZA.

migrantesGli stranieri che lavorano in Italia producono 127 miliardi di ricchezza. Il dato è contenuto nel Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione redatto dalla Fondazione Moressa e presentato al Viminale a Roma. Secondo i ricercatori – che hanno concentrato la loro attenzione sull’impatto fiscale dell’immigrazione in Italia – il contributo economico degli stranieri nel nostro Paese si traduce in 7 miliardi di Irpef versata, in oltre 550 mila imprese straniere che producono ogni anno 96 miliardi di valore aggiunto. Di contro, la spesa destinata agli immigrati è pari al 2% della spesa pubblica italiana (15 miliardi: molto meno, ad esempio, dei 270 miliardi per le pensioni). Secondo il rapporto nel 2015, gli italiani in età lavorativa rappresentavano il 63,2%, mentre tra gli stranieri la quota raggiungeva il 78,1%. Dal punto di vista economico, la ricchezza prodotta dagli stranieri in termini di valore aggiunto nel 2015 è pari a 127 miliardi (8,8% del valore aggiunto nazionale), di poco inferiore al fatturato del “gruppo Fiat” (Exor, fatturato pari a 136 miliardi).

Migrantes on line – 11 ottobre 2016

VEGLIA MISSIONARIA

Libretto Veglia-1.pdf

 

Chi vorrà partecipare avrà modo di ascoltare alcune significative testimonianze, potrà cantare insieme al Coro Multietnico de Crema in quattro lingue, riceverà, al termine, un piccolo oggetto simbolo della partecipazione, ma soprattutto avrà un’occasione in più per salutare il vescovo Oscar, ormai destinato alla grande diocesi di Como.

I testi della Veglia Missionaria nell’ ALLEGATO

 

 

IL PAPA IN AZERBAIJAN: LA TRAMA DELLA FEDE E L’ORDITO DEL SERVIZIO

La Parola di Dio ci presenta oggi due aspetti essenziali della vita cristiana: la fede e il servizio. A proposito della fede, vengono rivolte al Signore due particolari richieste.

Pope Francis boards an airplane at Leonardo Da Vinci in Rome's Fiumicino international airport, on his way to Tbilisi, Georgia, Friday, 30 September, 2016. The pontiff is traveling to Georgia and Azerbaijan for a three-day visit.  ANSA/Telenews

Carissimi Fratelli e Sorelle,

 La prima è quella del profeta Abacuc, che implora Dio perché intervenga e ristabilisca la giustizia e la pace che gli uomini hanno infranto con violenza, liti e contese: «Fino a quando, Signore, – dice – implorerò aiuto e non ascolti?» (Ab 1,2). Dio, rispondendo, non interviene direttamente, non risolve la situazione in modo brusco, non si rende presente con la forza. Al contrario, invita ad attendere con pazienza, senza mai perdere la speranza; soprattutto, sottolinea l’importanza della fede. Perché per la sua fede l’uomo vivrà (cfr Ab 2,4). Così Dio fa anche con noi: non asseconda i nostri desideri che vorrebbero cambiare il mondo e gli altri subito e continuamente, ma mira anzitutto a guarire il cuore, il mio cuore, il tuo cuore, il cuore di ciascuno; Dio cambia il mondo cambiando i nostri cuori, e questo non può farlo senza di noi.

                                         L’omelia continua nell’  ALLEGATO