QUEL RAZZISMO SUBDOLO CHE NON È MAI SCOMPARSO…(Raffaele Masto)

fermoVi ricordate Emmanuel, migrante fuggito con la moglie dalla Nigeria di Boko Haram, e ucciso a pugni e a calci per averla difesa dagli insulti da un italiano?

Quattro anni ottenuti con il patteggiamento davanti al giudice, arresti domiciliari, ma con il permesso di andare al lavoro tutti i giorni. È tutta qui la condanna per avere ucciso a pugni e calci un immigrato africano colpevole di avere difeso la sua compagna dagli insulti dello stesso assassino. E’ quanto è stato stabilito dalla sentenza che ha chiuso la vicenda riguardante l’uccisione di Emmanuel Chidi Nnamdi, l’immigrato nigeriano morto a Fermo il 5 luglio 2016 in seguito al pestaggio subito da Amedeo Mancini, ultrà della squadra locale di calcio, finito in carcere subito dopo l’episodio.      L’articolo continua nell’ ALLEGATO

IL CENTRO MISSIONARIO INFORMA… (Redazione)

4-4Padre Cremonesi: un martire del nostro tempo

Seguita ed affollata la S. Messa, concelebrata nella Cattedrale dall’Amministratore diocesano don Maurizio Vailati insieme ad un nutrito gruppo di sacerdoti e dei tre diaconi, martedì 7 febbraio alle ore 21, ricordando il 64° anniversario del martirio di Padre Alfredo Cremonesi. Molto apprezzata la presenza di Padre Giovanni MUSI, postulatore delle Cause dei Santi per il PIME, che ha tenuto un’omelia molto vivace e ricca di spunti sulla figura e l’opera di Padre Alfredo.

L’omelia è integralmente riportata nell’ ALLEGATO

L’UFFICIO MIGRANTES INFORMA…(Redazione)

 Sono bambini, non schiavi!

domenica5Si è svolta anche a Crema l’8 febbraio, presso la Chiesa della Suore del Buon Pastore in occasione della 3a Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, una Veglia di preghiera. Era la prima volta che veniva organizzata ed il risultato, viste le presen ze è stato incoraggiante. Un grazie di cuore, oltre alle Suore del Buon Pastore, che hanno ospitato, anche agli altri ordini religiosi, che hanno partecipato numerosi, l’Associazione Papa Giovanni XXIII e la Pastorale della Salute, che con don Simone VALERANI, è stata l’anima dell’iniziativa. Come testimonianza riportiamo la storia di BLESSING, una giovane nigeriana che, come altre 5.000 donne nel solo 2016, è stata vittima inconsapevole della tratta. Per lei fortunatamente la tragica avventura ha avuto un epilogo positivo, grazie anche all’impegno disinteressato di Associazioni e Religiose.            La tragica storia di Blessing nell’ ALLEGATO

MAROCCO: LIBERTÀ DI LASCIARE L’ISLAM. (Roberta Gisotti)

domenica5Il Consiglio Superiore degli Ulema, massima autorità religiosa del Marocco, ha eliminato la pena di morte per il reato di apostasia dall’Islam.  Ha così ribaltato una sentenza di contenuto opposto decretata nel 2012. Il commento di Paolo BRANCA, docente di Islamistica e di Storia dei Paesi arabi all’Università cattolica di Milano.

Si tratta di una svolta storica, perché per la prima volta questa cosa viene riconosciuta come principio. In pratica, già la pena di morte per apostasia non veniva applicata nella maggior parte dei casi, con soluzioni – diciamo così – di comodo. La testimonianza di Branca continua nell’ ALLEGATO

MOBILITAZIONE PERMANENTE FINO AD APPROVARELA LEGGE SULLA CITTADINANZA

litalia-sono-anchioQuanto sono belli quei ragazzi africani che incontriamo in metropolitana e sentiamo che parlano un autentico romanesco. Perché non devono appartenere a noi? Non si può non far leggi su queste cose. Se eravamo un popolo monocolore ora siamo multicolore”.

 Con questa parole si è espresso mons. Nunzio Galantino, Segretario della CEI, presentando, il comunicato finale del Consiglio Episcopale Permanente della CEI. “Ius soli e ius culturae”, sono due concetti che dovrebbero ispirare una legge sulla cittadinanza, ricordando che tra le proposte dei vescovi in questi giorni figurano anche quelle di affidare a case famiglia i minori non accompagnati e riconoscere la cittadinanza per quanti hanno conseguito nel nostro Paese il primo ciclo scolastico. Riconoscere la cittadinanza ai ragazzi immigrati che frequentano le nostre scuole “vuol dire cominciare a ridurre la platea dei cosiddetti irregolari: gli immigrati non sono tutti irregolari o clandestini, non è il colore della pelle a fare ‘un irregolare’ e dell’irregolare un delinquente”. Parole in perfetta sintonia con il progetto sostenuto dalla campagna “L’Italia sono anch’io”.       L’articolo sulla cittadinanza continua nell’ ALLEGATO

29/01/2017. ANGELUS: LA “MAGNA CHARTA” DEL NUOVO TESTAMENTO

29 gennaioLa liturgia di questa domenica ci fa meditare sulle Beatitudini (cfr Mt 5,1-12a), che aprono il grande discorso detto “della montagna”, la “magna charta” del Nuovo Testamento. Gesù manifesta la volontà di Dio di condurre gli uomini alla felicità.

Carissimi Fratelli e Sorelle,

Questo messaggio era già presente nella predicazione dei profeti: Dio è vicino ai poveri e agli oppressi e li libera da quanti li maltrattano. Ma in questa sua predicazione Gesù segue una strada particolare: comincia con il termine «beati», cioè felici; prosegue con l’indicazione della condizione per essere tali; e conclude facendo una promessa. Il motivo della beatitudine, cioè della felicità, non sta nella condizione richiesta – per esempio, «poveri in spirito», «afflitti», «affamati di giustizia», «perseguitati»… – ma nella successiva promessa, da accogliere con fede come dono di Dio. Si parte dalla condizione di disagio per aprirsi al dono di Dio e accedere al mondo nuovo, il «regno» annunciato da Gesù. Non è un meccanismo automatico, questo, ma un cammino di vita al seguito del Signore, per cui la realtà di disagio e di afflizione viene vista in una prospettiva nuova e sperimentata secondo la conversione che si attua. Non si è beati se non si è convertiti, in grado di apprezzare e vivere i doni di Dio.
L’Angelus continua nell’ ALLEGATO

SONO BAMBINI, NON SCHIAVI! (Redazione)

4-5Si terrà il prossimo 8 febbraio e sarà dedicata al tema: “Sono bambini! Non schiavi”. È la 3a Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, iniziativa fortemente voluta da Papa Francesco.

 Anche a Crema si svolgerà una Veglia di preghiera presso la Chiesa della Suore del Buon Pastore in via Carlo Urbino, 23. Chiediamo inoltre, come gesto di solidarietà di tutta la Comunità cremasca, che sia letta la Preghiera dei fedeli  appositamente preparata per l’occasione e che verrà letta durante la Veglia. Si trova nell’ALLEGATO

Ogni due minuti, una bambina o bambino è vittima dello sfruttamento sessuale. Nel mondo, più di 200 milioni di minori lavorano, di cui 73 milioni hanno meno di 10 anni. Di questi piccoli, ogni anno ne muoiono 22mila a causa di incidenti di lavoro. Negli ultimi trent’anni, si calcola che sono stati circa 30 milioni i bambini coinvolti nella tratta. Parte da questi drammatici dati, la terza Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone (Gmpt), che sarà celebrata il prossimo 8 febbraio 2017, e che avrà come filo conduttore proprio il tema: “Sono bambini! Non schiavi!”. Ma i numeri sono in crescita, con un giro d’affari illecito che movimenta 150 miliardi di dollari l’anno.

L’articolo sulla tratta continua nell’ALLEGATO 

L’UFFICIO MIGRANTES INFORMA… (Redazione)

❶ Messe in lingua spagnola
  Per la numerosa Comunità Ispano-americana è prevista la celebrazione di due messe  nel mese di febbraio:
+ la prima avrà luogo domenica 12  alle ore 15;
+ la seconda avrà luogo domenica 26 alle ore 15.
Le Messe saranno celebrate nella chiesa di S. Giacomo a Crema con l’intervento di don Roberto o di don Erminio.

Messe in lingua portoghese
Per la Comunità Brasiliana, recentemente formatasi, la Messa viene celebrata una  volta al mese, la seconda domenica. Nel mese di febbraio sarà dunque il 12, alle ore 17 nella chiesa di S. Michele, appena dopo l’ospedale, con l’intervento di don Vito Groppelli.
Sia le messe in lingua spagnola che quelle in lingua portoghese sono aperte a tutti.

IL CENTRO MISSIONARIO INFORMA… (Redazione)

❶ Vanno e vengono…
È sempre tra noi padre Renato RIBONI missionario della Consolata impegnato in   Colombia. Se qualcuno volesse organizzare un incontro per conoscere la sua esperienza, può contattare L’Ufficio Missionario o il sottoscritto. Ricordo comunque che, quando necessario, possiamo avvalerci del contributo di diversi laici e laiche che, durante l’estate hanno fatto esperienze missionarie.  CONTATTATECI!

Padre Cremonesi: un martire del nostro tempo
4-4Ricorrono quest’anno 64 anni dal martirio di padre Alfredo Cremonesi, missionario del Pime in Birmania (Myanmar), ucciso il 7 febbraio 1953 nel suo villaggio di Donokù. È stato subito invocato come “martire”, perché ha dato la vita per il suo gregge.
Nel 64° anniversario del martirio di Padre Alfredo Cremonesi Celebrazione della S. Messa
Martedì  7 febbraio – ore 21 Cattedrale di Crema
Sarà presente P. Giovanni MUSI
postulatore delle Cause dei Santi per il PIME che terrà l’omelia sulla figura e l’opera di Padre Alfredo Cremonesi

Il viaggio come segno della nostra ricerca
Domenica 12 febbraio partirà il 17° Corso di preparazione per una breve esperienza in missione. Organizzato dal Centro Missionario Diocesano   permetterà a giovani e adulti di conoscere ed apprezzare il lavoro di tante Chiese sparse nel mondo.   
Segue articolo di presentazione del Corso nell’ ALLEGATO
Le date e gli argomenti del Corso sono nell’ ALLEGATO

Incontri di Animazione Missionaria
È fissato per il sabato 18 febbraio il prossimo Incontro di ANIMAZIONE  MISSIONARIA per Gruppi Missionari e per tutti coloro che simpatizzano per le Missioni. Toccherà a Monica SEVERGNINI, cremasca dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, da molti anni impegnata in una Casa Famiglia vicino ad Assisi, raccontarci la sua esperienza missionaria. A presto nuove informazioni. L’incontro si svolgerà nella sala dell’Oratorio della chiesa di S. Michele a partire dalle ore 15.                S. Michele è una frazione del comune di Crema che si trova dietro l’ospedale maggiore.

TURCHIA: ERDOGAN, L’AMBIZIONE CHE UCCIDE (Fulvio Scaglione)

4-3La strage di Capodanno nella discoteca di Istanbul, arrivata pochi giorni dopo l’assassinio dell’ambasciatore russo ad Ankara, dimostra, con la brutale efficacia del sangue, che certe partite è assai più facile aprirle che chiuderle. E Recep Erdogan, giunto all’apice della parabola politica, leader di una Turchia che peraltro aveva tratto enormi benefici di suoi primi dieci anni di governo, di partite ne aveva aperte molte.

Oltre che nell’eterno braccio di ferro con i curdi, si era impegnato in uno scontro con Israele, nel testa e testa con l’Arabia Saudita per il predominio nel Medio Oriente sunnita, nella liquidazione dell’ex amico siriano Bashar al-Assad. Decisione, quest’ultima, a sua volta gravida di conseguenze: l’impegno militare, l’urto con la Russia (fino a quel momento partner privilegiato e fruttuoso per gli scambi economici), la scomoda alleanza di fatto con i jihadisti, da Erdogan coccolati e riforniti. Per non parlare, infine, del fronte interno, di quella Turchia di cui Erdogan non voleva più esser solo la guida ma il padrone, forse il sovrano.
L’articolo sulla Turchia continua all’ ALLEGATO