19/03/2017. ANGELUS: ANCHE NOI ANDIAMO IN CERCA DI POZZI…

angelusIl Vangelo di questa domenica, terza di Quaresima, ci presenta il dialogo di Gesù con la Samaritana (cfr Gv 4,5-42). L’incontro avvenne mentre Gesù attraversava la Samaria, regione tra la Giudea e la Galilea, abitata da gente che i Giudei disprezzavano, ritenendola scismatica ed eretica. Ma proprio questa popolazione sarà una delle prime ad aderire alla predicazione cristiana degli Apostoli.

Carissimi Fratelli e Sorelle,

mentre i discepoli vanno nel villaggio a procurarsi da mangiare, Gesù rimane presso un pozzo e chiede da bere a una donna, venuta lì ad attingere l’acqua. E da questa richiesta comincia un dialogo. “Come mai un giudeo si degna di chiedere qualcosa a una samaritana?”. Gesù risponde: se tu sapessi chi sono io, e il dono che ho per te, saresti tu a chiedere e io ti darei “acqua viva”, un’acqua che sazia ogni sete e diventa sorgente inesauribile nel cuore di chi la beve (vv. 10-14).                                          L’Angelus continua nell’ ALLEGATO

GIORNATA DELL’ACQUA: IN AFRICA È ANCORA EMERGENZA IDRICA (Redazione Africa)

11-3Nel mondo 923 milioni di persone non hanno accesso a fonti di acqua potabile sicura: 319 milioni di abitanti dell’Africa Sub-Sahariana (il 32% della popolazione), 554 milioni di asiatici (il 12,5% della   popolazione), e 50 milioni di sudamericani (l’8% della popolazione).

Sono le statistiche fornite dal Consiglio mondiale dell’acqua (World Water Council), in occasione della Giornata mondiale dell’acqua che si è celebrata il 22 marzo.
L’Africa è quindi il continente maggiormente colpito dalla carenza di acqua potabile sicura. A testimoniarlo è anche la classifica dei Paesi più colpiti dalle carenze idriche. Se è vero, infatti, che è la Papua Nuova Guinea, in cui solo il 40% degli abitanti ha accesso a fonti di acqua pulita, la nazione che vive la maggiore carenza idrica, è anche vero che a seguirla sono Stati africani: Guinea Equatoriale (48%), Angola (49%), Ciad e Mozambico (51%), Repubblica Democratica del Congo e Madagascar (52%).
Una testimonianza di questa emergenza è la siccità che attualmente sta colpendo duramente l’Africa orientale e, in particolare, Etiopia, Eritrea, Kenya, Somalia e Sud Sudan. Migliaia di persone sono costrette a lasciare le proprie case per cercare fonti di approvvigionamento. Profughi che si vanno ad aggiungere alle migliaia di persone che fuggono dai conflitti che insanguinano la regione.
Secondo il Consiglio mondiale dell’acqua, nel mondo, il costo totale dell’insicurezza delle risorse idriche sull’economia globale è stimato in 500 miliardi di dollari all’anno. Se a questo dato si aggiunge l’impatto ambientale, la cifra cresce ulteriormente fino ad arrivare all’1% del prodotto interno lordo globale. Per questo motivo, l’organizzazione internazionale chiede a tutti i Governi di focalizzarsi sui problemi legati alle risorse idriche e di stanziare una parte cospicua della loro spesa per garantire al pianeta l’accesso a fonti di acqua sicura, dal momento che attualmente il 12% della popolazione mondiale non ha accesso a fonti di acqua pulita e che 3,5 milioni di decessi all’anno sono imputabili a malattie legate all’acqua.     Africa – 22.03.17

STARE IN MEZZO A VOI COME ‘COLUI CHE SERVE’ (Daniele Gianotti)

11-2Proponiamo le poche e toccanti espressioni che mons. Gianotti ha voluto riservare, al termine della celebrazione, ai presenti, sottolineando tre parole chiave: pace, speranza e amore.

 Poiché lo Spirito della Pentecoste  è già stato invocato, vorrei chiedergli di venire ancora ,   in questo momento, nel suo compito di     primo e grande traduttore.  Perché avrei bisogno di tradurre le cose che vorrei dire nella diversità delle vicende, delle relazioni, dei legami che voi rappresentate per me. Tante persone e tanti gruppi, ciascuno dei quali meriterebbe una parola specifica … E poi ci siete voi, carissimi membri della Chiesa di Dio che è in Crema: se vi lascio per ultimi, è perché le cose funzionano così, evangelicamente: gli ultimi saranno i primi!                 Il testo completo nell’ ALLEGATO

IL CENTRO MISSIONARIO INFORMA… (Redazione)

❶ Vanno e vengono…
+ È sempre tra noi padre Renato RIBONI missionario della Consolata         impegnato in Colombia.
+ È arrivato a Crema di Fr. Ivan CREMONESI, comboniano, originario della parrocchia di Crema Nuova, attualmente in servizio nella Repubblica Democratica del Congo.
+ Un ricordo e una preghiera speciali per don Francesco RUINI che sta proseguendo a pieno ritmo il percorso di riabilitazione cardiaca,  presso l’ospedale di   Rivolta d’Adda.
+ È previsto infine per il 1 di aprile il rientro, per ferie, di madre Amelia MARCHESINI, missionaria canossiana, attualmente impegnata in Brasile, ad   Imperatriz (Maranhão).
+ È ripartito per l’Africa Giulio CARDISPERI, da anni impegnato nel Gruppo di S. Carlo e nella Commissione missionaria diocesana. Destinazione Rep. Dem. Del Congo, dove dirigerà, nella zona del lago Kivu, le attività di assistenza sanitaria alle migliaia di sfollati che anni di “guerra a bassa intensità” (come viene definita in gergo tecnico) hanno causato e raccolto in appositi campi. È una zona e una situazione che Giulio conosce bene, per esserci stato per un anno e mezzo tra il 2013 e il 2015. Per adesso l’impegno richiesto è di 4 mesi, ma il “mal d’Africa” è sempre in agguato! Ci uniamo alla moglie Gianna e alla sua Famiglia, nel fargli i nostri più cari Auguri! E  ricordiamolo nelle nostre preghiere!

❷ I missionari ci scrivono…
Abbiamo ricevuto due lettere molto significative, anche se di tenore completamente opposto, come spesso accade in missione.
La prima, come accennavamo all’inizio della Comunicazione, tratteggia il drammatico  quadro nel quale è venuto a trovarsi il Perù a causa delle improvvise quanto   disastrose inondazioni.

  • Padre Giuseppe MIZZOTTI – Monfortano – Perù  ( ALLEGATO )

La seconda viene dall’Africa e descrive la gioia per il termine dei lavori di costruzione   della chiesa parrocchiale di Bomoanga (Niger). Una costruzione ricca di simbologie    che richiamano la tradizione sia cristiana che locale.

  • Padre Gigi MACCALLI – SMA – Niger ( ALLEGATO )

L’UFFICIO MIGRANTES INFORMA…(Redazione)

 Tanti modi per far festa

11-1Dalla convinzione che il dialogo interreligioso e il rispetto delle diverse tradizioni possa nascere solo attraverso la conoscenza, questo evento propone un percorso in cui alcune delle religioni e culture rappresentate all’interno della scuola Secondaria di Primo Grado  “G. Vailati” si presentano in modo semplice, stimolando la curiosità verso ciò che è diverso.
I flussi migratori di questi ultimi anni stanno   trasformando la nostra società in una realtà  multiculturale e questo ci obbliga a misurarci con il problema della diversità.
La scuola è profondamente coinvolta nei  processi migratori che portano nelle classi alunni di nazionalità, culture, lingue e religioni molto diverse. Ne deriva l’esigenza di un’educazione interculturale e interreligiosa come valenza formativa indispensabile per sviluppare curiosità e rispetto per la diversità, per superare stereotipi e pregiudizi al fine di favorire un dialogo basato sul rispetto reciproco. Solo la conoscenza può portare ad un approccio rispettoso e sereno con la diversità ed alla scoperta che ogni diverso è anche un simile.

                                                                                                         L’articolo sull’evento multiculturale prosegue all’ ALLEGATO

❷ Messe in lingua spagnola
Per la numerosa Comunità Ispano-americana è prevista la celebrazione di due messe nel mese di APRILE:
+ la prima avrà luogo domenica 9  alle ore 15;
+ la seconda avrà luogo domenica 16 – Pasqua – sempre alle ore 15.
Le Messe saranno celebrate nella chiesa di S. Giacomo a Crema con l’intervento di don Roberto o di don Erminio, per molti anni missionari in Guatemala.

❸ Messe in lingua portoghese
Per la Comunità Brasiliana, recentemente formatasi, la Messa viene celebrata una volta al mese, la seconda domenica. Nel mese di MARZO è stata celebrata il 12,  alle ore 17 nella chiesa di S. Michele (appena dopo l’ospedale) con l’intervento di don Vito Groppelli, per molti anni missionario in Brasile. Il prossimo appuntamento sarà per domenica 9 aprile, Messa delle Palme (Domingo de Ramos), alla stessa ora.  Sia le messe in lingua spagnola che quelle in lingua portoghese sono aperte a tutti.

LA VIA CRUCIS DELLA SETTIMANA

10-1La Via Crucis è meditazione e preghiera sulla Passione di Gesù ma anche cammino di conversione per ciascuno di noi e per il mondo. Per questo vogliamo viverla facendo dialogare a Sua salita al Calvario con alcune storie che la cronaca in questi giorni ci ha posto davanti agli occhi.

 IV SETTIMANA (a cura di Chiara Bertoglio)

L’attentato di Londra, il calo delle adozioni, la Giornata della memoria delle vittime delle mafie, l’aborto per le diagnosi di disabilità: le notizie della settimana in dialogo con la Passione di Gesù.                                                La Via Crucis completa nell’ ALLEGATO

AULE SEPARATE: NO DEGLI STUDENTI (Danilo Poggio)

A partire da oggi con effetto immediato, gli alunni con entrambi o anche solo un genitore di origine non italiana seguiranno le lezioni scolastiche in un’aula diversa rispetto a quella del resto della classe”.

Dopo la lettura della circolare firmata dalla dirigente scolastica e distribuita a tutti gli alunni, in una mattina qualsiasi, delle classi terze della Scuola Media Pertini dell’Istituto comprensivo Lanino di Vercelli, i ragazzi di origine straniera si sono alzati in piedi per uscire e dirigersi verso l’aula d’arte, una sorta di “aula ghetto”. Sono stati i loro compagni di classe ad impedirlo, decidendo all’istante e in modo collettivo di non piegarsi a una tale vergognosa direttiva. In realtà, la circolare era del tutto fasulla, scritta appositamente dagli insegnanti per mostrare, attraverso una sorta di simulazione (un “compito di realtà”, in gergo didattico), che cosa era accaduto quando furono introdotte le Leggi razziali in Italia nel 1938.                                                                                            L’articolo completo nell’  ALLEGATO

12/03/2017. ANGELUS: TRASFIGURARSI PER INDICARE DOVE PORTA LA CROCE

12 marzoIl Vangelo di questa seconda domenica di Quaresima, ci presenta il racconto della Trasfigurazione di Gesù (cfr Mt 17,1-9). Presi in disparte tre degli apostoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, Egli salì con loro su un monte alto, e là avvenne questo singolare fenomeno: il volto di Gesù «brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce» (v. 2).
In tal modo il Signore fece risplendere nella sua stessa persona quella gloria divina che si poteva cogliere con la fede nella sua predicazione e nei suoi gesti miracolosi. E alla trasfigurazione si accompagna, sul monte, l’apparizione di Mosè e di Elia, «che conversavano con lui» (v. 3).

Carissimi Fratelli e Sorelle,

La “luminosità” che caratterizza questo evento straordinario ne simboleggia lo scopo: illuminare le menti e i cuori dei discepoli affinché possano comprendere chiaramente chi sia il loro Maestro. È uno sprazzo di luce che si apre improvviso sul mistero di Gesù e illumina tutta la sua persona e tutta la sua vicenda.             L’Angelus continua nell’ALLEGATO

LE DISCARICHE CHE FANNO ECONOMIA (Raffaele Masto)

10-4La notizia che in una discarica di Addis Abeba sono morte cinquanta  persone non può non fare riflettere… In Europa una discarica può far scoppiare la guerra civile. Nessuno la vuole vicino alla propria residenza. In Africa, o meglio nelle periferie delle grandi megalopoli, una discarica è  una opportunità economica.

Vi lavorano letteralmente centinaia di persone, spesso inquadrate da imprenditori – tra virgolette – che forniscono strumenti per scavare tra le montagne di immondizia, che forniscono cibo per nutrire i lavoratori, che forniscono trasporti e contatti con intermediari che acquistano ferro, plastica e tutto ciò che si ricava dai rifiuti.
Rifiuti che provengono dalla parte ricca delle città: hotel di lusso, ristoranti per turisti o imprenditori, magari resort sulla spiaggia o semplicemente da quella parte di città che può permettersi di vivere in abitazioni di cemento. Ogni megalopoli africana ha la sua – o addirittura le sue – discariche: Nairobi, Maputo, Kinshasa, Lagos, Addis Abeba. Montagne di spazzatura con centinaia di puntini che vi si muovono sopra: scavano, spostano, estraggono, esaminano e infilano nel sacco di tela che portano sulla schiena, fornito dall’investitore di cui sopra.
Si può pensare che i lavoratori delle discariche siano giovani, ragazzini.
No, è un campione completo della popolazione, magari intere famiglie che con l’immondizia mettono insieme un pasto quotidiano per tutti. Montagne di spazzatura, vere e proprie colline che ridisegnano il panorama del territorio. Colline che vengono impastate, plasmate, rimosse come fossero dune nel deserto ogni volta che piove e poi solidificate dal caldo torrido di alcune latitudini africane. Per rendere il lavoro produttivo intorno a queste colline i lavoratori costruiscono le loro città… città di baracche attaccate al posti di lavoro, per risparmiare… i trasporti costano. Così quando piove ci sono smottamenti, crolli, sprofondamenti… e morti. Come quelli di Addis Abeba che, per una volta, hanno perforato il muro dei media.
Quelle che avete sentito sembrano storie lontane. Ma per avere la dimensione del fenomeno bisogna pensare che le megalopoli africane, quelle di cui sopra, fanno svariati milioni di abitanti: sette, otto, dieci, quindici. Il novanta per cento di questi vivono in baraccopoli dove le discariche sono una opportunità economica. Insomma non stiamo parlando di un fenomeno limitato alle pieghe della società. No, si tratta di un fenomeno che interessa milioni di persone.                         Raffaele MASTO – Buongiornoafrica – 13.03.17

CHIESA IN USCITA: APPUNTI PER UNA RIFLESSIONE (Daniele Gianotti)

vescovoProponiamo alla lettura e soprattutto alla riflessione il testo  dell’intervento che l’allora don Daniele, oggi monsignore, ha svolto in occasione del Convegno Missionario che ha avuto luogo a Reggio Emili lo scorso 5 marzo.

Vorrei incominciare con una piccola nota introduttiva che chiamerei «di metodo». Il tema della «Chiesa in uscita» è diventato un po’ «di moda», a livello di parole. Come accade di frequente con le espressioni efficaci – e papa Francesco ha una straordinaria capacità di escogitare formule pregnanti e incisive, che soddisfano molto la comunicazione e ottengono vasta risonanza – c’è il rischio che diventino formule ripetute molto di frequente, fino a logorarsi.
Soprattutto, però, c’è il rischio di accontentarsi della ripetizione: la formula c’è, è efficace, ha dietro di sé la popolarità e la credibilità di un papa come Francesco, dunque siamo a posto. Pensate, per richiamare un’altra felice espressione ridotta a piatto slogan usato persino nelle intenzioni della «preghiera universale» dei foglietti domenicali della Messa, alle «periferie esistenziali»! Il problema non è soltanto quello di cercare di contenere, per quanto possibile, la facile retorica: dopo tutto, con un po’ di cristiana pazienza, la si può anche sopportare.
Ma la questione è che l’abuso della formula facile, a effetto, diventa poi un alibi per non mettersi a pensare, e tanto meno ad agire. Del resto, è lo stesso papa Francesco a invitarci a non fermarci allo slogan facile: nel discorso fatto a Firenze,…                                     Il testo completo nell’ ALLEGATO