L’UFFICIO MIGRANTES INFORMA…

A.  Messa Internazionale
IMG_4211_modDomenica 20 maggio, Festa di Pentecoste, è stata celebrata nella chiesa di S. Giacomo, la seconda Messa Internazionale di questo 2018, animata dalla comunità Latinoamericana. Riportiamo il saluto iniziale che la Comunità latinoamericana ha rivolto in lingua spagnola ai fedeli convenuti.

 

 

B. In famiglia per la famiglia. 10A edizione della Festa dei Popoli
Per la decima volta la Diocesi di Crema, attraverso l’Ufficio Migrantes, e in collaborazione con il Centro Missionario, la Caritas e la Cooperativa Koala, si fa promotrice della Festa dei popoli. Prima al Centro Giovanile S. Luigi, poi presso l’Oratorio della Parrocchia di Castelnuovo due occasioni preziose per conoscere, condividere e apprezzare espressioni culturali diverse dalla nostra, ma che da tempo vivono tra noi. La famiglia è il tema scelto per quest’anno, perché si tratta di una realtà in continuo divenire.

Una realtà consolidata

La Festa dei Popoli è ormai un consolidato appuntamento che la Diocesi di Crema organizza da dieci anni a questa parte. Una festa che di anno in anno si presenta sempre nuova perché è essa stessa una realtà “migrante” sia per il luogo che per la data. Per il luogo in quanto cerchiamo di coinvolgere una comunità Parrocchiale sempre diversa e che abbia come unico requisito la disponibilità a mettersi in discussione aprendo i propri spazi in nome di un’ospitalità che non ha confini e paure.   Continua nell’ ALLEGATO

C.  Ricominciamo dalla scuola

«I nostri studenti sono tutti quasi italiani e nessuno è disabile», si vantava un liceo classico romano. «I nostri hanno per tradizione una provenienza sociale più elevata rispetto alla media», rispondeva un ginnasio milanese.
Così, pochi mesi fa, due istituti scolastici pubblici si autopromuovevano sul portale Scuola in Chiaro (uno strumento creato dal ministero dell’Istruzione per aiutare nella scelta della scuola confrontando le diverse opzioni).
Altri presidi si vantavano di «non avere nomadi (zingari) nelle classi», altri ancora si compiacevano dell’«assenza di stranieri o di studenti con condizione socio-economica e culturale non elevata».
Le frasi shock hanno suscitato indignazione, solo l’intervento di censura della ministra ha placato le polemiche. La scuola dovrebbe preoccuparsi di promuovere l’inclusione dei soggetti svantaggiati, di favorire l’integrazione. Non possiamo permettere che razzismo e intolleranza si insinuino tra i banchi, e a partire “dall’alto”.
Nelle settimane scorse la nostra rivista (Africa n.d.r.) è entrata nel mondo della scuola italiana. Lo ha fatto su invito di insegnanti che hanno aderito a un progetto interdisciplinare, reso possibile dal sostegno di Brussels Airlines, volto a promuovere la conoscenza del continente africano. Un tentativo di decostruire i pregiudizi, un invito a guardare all’Africa con occhi nuovi. Abbiamo già tenuto un buon numero di incontri: in “blasonati” licei, in istituti professionali delle periferie più problematiche, in scuole di provincia occupate o autogestite. Dappertutto abbiamo trovato platee interessate e curiose. Ci siamo confrontati sui temi di attualità che scuotono e disorientano l’opinione pubblica: il fenomeno migratorio e il terrorismo di matrice jihadista (temi non collegati tra loro). Ma abbiamo conversato anche di musica rap, startup, moda, campioni di atletica… storie di riscatto, creatività, imprenditorialità. Lezioni interessanti, credo, per tutti. Sicuramente per me. Un’iniziativa da riprendere, e coinvolgendo intellettuali, artisti, attivisti africani.
Perché l’Africa (quasi ignorata dai programmi) ha bisogno di una nuova narrazione. Il grado di maturità di una società si misura dalla sua capacità di rapportarsi a ciò che è diverso per origine, cultura, religione. Noi continueremo a dare il nostro piccolo contributo nel cercare di decifrare le notizie che provengono dall’altra sponda del Mediterraneo. Ma il lavoro più importante, la responsabilità più grossa, grava sulle spalle dei docenti. Avrebbero bisogno di sostegno e stimoli da parte delle istituzioni, di maggiori opportunità di formazione, di corsi di aggiornamento. C’è bisogno, soprattutto, che sia rinsaldato il patto di corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia. «Sa com’è complicato parlare in classe di accoglienza, dialogo, ius soli, società multiculturale, quando ogni giorno nelle case si alimentano paure e pregiudizi verso gli immigrati», mi ha confessato un’insegnante affranta. Ai suoi occhi l’Africa non è più un continente lontano ma la sua classe, composta per metà da alunni dalla pelle scura.   Marco TROVATO – AFRICA – n.3

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IL MISTERO DI DIO CHE INCESSANTEMENTE CREA, REDIME E SANTIFICA (Papa Francesco – Angelus – 27/05/2018)

2. Angelus papaOggi, domenica dopo Pentecoste, celebriamo la festa della Santissima Trinità. Una festa per contemplare e lodare il mistero del Dio di Gesù Cristo, che è Uno nella comunione di tre Persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Per celebrare con stupore sempre nuovo Dio-Amore, che ci offre gratuitamente la sua vita e ci chiede di diffonderla nel mondo.

Le Letture bibliche di oggi ci fanno capire come Dio non voglia tanto rivelarci che Lui esiste, quanto piuttosto che è il “Dio con noi”, vicino a noi, che ci ama, che cammina con noi, è interessato alla nostra storia personale e si prende cura di ognuno, a partire dai più piccoli e bisognosi. Egli «è Dio lassù nei cieli» ma anche «quaggiù sulla terra» (cfr Dt 4,39). Pertanto, noi non crediamo in una entità lontana, no! In un’entità indifferente, no! Ma, al contrario, nell’Amore che ha creato l’universo e ha generato un popolo, si è fatto carne, è morto e risorto per noi, e come Spirito Santo tutto trasforma e porta a pienezza.    Continua nell’ ALLEGATO

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LO SPIRITO SBLOCCA GLI ANIMI SIGILLATI DALLA PAURA (Papa Francesco -Pentecoste – 20/05/2018)

1. Lo Spirito sblocca gli animiNella prima Lettura della liturgia di oggi, la venuta dello Spirito Santo a Pentecoste è paragonata a «un vento che si abbatte impetuoso» (At 2,2). Che cosa ci dice questa immagine? Il vento impetuoso fa pensare a una forza grande, ma non fine a sé stessa: è una forza che cambia la realtà.

Il vento infatti porta cambiamento: correnti calde quando fa freddo, fresche quando fa caldo, pioggia quand’è secco… così fa. Anche lo Spirito Santo, a ben altro livello, fa così: Egli è la forza divina che cambia, che cambia il mondo. La Sequenza ce l’ha ricordato: lo Spirito è «nella fatica, riposo; nel pianto, conforto»; e così lo supplichiamo: «Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina». Egli entra nelle situazioni e le trasforma; cambia i cuori e cambia le vicende.    Continua nell’ ALLEGATO

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QUELLO CHE LA RELIGIONE PUÒ OFFRIRE ALLA POLITICA (Adnane Mokrani)

3. Adnane-MokraniUn teologo musulmano ci spiega perché non si può identificare una religione con un sistema politico, economico o giuridico.

Riproponiamo la trascrizione integrale dell’intervento di Adnane Mokrani alla presentazione del numero 26 di Oasis a Tempo di Libri, il 10 marzo 2018 a FieraMilanoCity.

Nella mia comprensione, da teologo musulmano, la natura e la missione della religione sono prima di tutto educative: aiutare l’uomo a raggiungere una maturità umana e spirituale, realizzando e attualizzando il potenziale innato di umanità e di santità.   Continua nell’ ALLEGATO

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EBOLA IN CONGO: VACCINAZIONI A RISCHIO IN UN PAESE SENZA ELETTRICITÀ (Raffaele Masto)

Per fermare l’epidemia di Ebola, che ha già fatto registrare almeno 25 casi nella Repubblica Democratica del Congo, è partita la campagna di vaccinazione sperimentale lanciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

4. EbolaVa detto subito che per ora ci sono solo quattromila vaccini. Una disponibilità esigua rispetto alle necessità. L’OMS ha deciso di dare la priorità ad operatori sanitari e addetti alle pompe funebri, ma pare che già alcuni politici della provincia interessata abbiano cercato di ottenere delle dosi per se stessi e per le loro famiglie.
Il vaccino è prodotto da Merck e non è ancora stato autorizzato, ma è stato testato tra il 2014 e il 2016 in Guinea e pare che nessuno dei vaccinati si sia poi ammalato.
Ci sono due punti critici.
Il primo è che il vaccino va conservato ad una temperatura tra -40 e -80 gradi e nella regione di Mbandaka sono frequentissimi i black out che durano a volte intere giornate. Inoltre la regione colpita è veramente remota, non ci sono strade e vi si arriva solo con le moto. Il vaccino dunque inevitabilmente va conservato in loco e trasportato.
Il secondo punto critico è che l’utilizzo del vaccino, non essendo ancora approvato, dipende dal consenso informato che deve essere firmato da tutti i pazienti. Quindi dovranno essere coinvolti dei traduttori per facilitare la comunicazione tra operatori sanitari e comunità locali, un aspetto questo che rischia di allungare le operazioni e necessità di molto personale sanitario e sociale.
Intanto cresce la paura nelle aree colpite dal virus. Secondo alcune testimonianze, le persone hanno persino smesso di stringersi la mano. Bar, ristoranti e uffici a Mbandaka hanno iniziato a fornire sapone e bacinelle d’acqua per far sì che le persone si lavino le mani come mezzo per prevenire la diffusione della malattia.
Infine c’è la preoccupazione che Ebola possa arrivare ad assediare la capitale Kinshasa e i centri vicini. Sarebbe un disastro. Mbandaka, la città colpita, è un grande centro, ha oltre un milione di abitanti ed è un importante snodo sul fiume Congo sul quale, diversi chilometri a valle c’è anche Kinshasa. Ma non essendoci strade in tutto il paese il fiume è una sorta di autostrada che collega le due città. Ebola potrebbe arrivare attraverso il Grande fiume Congo.

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IL NICARAGUA SI INFIAMMA (Piero Confalonieri)

5. Nicaragua_nel_cuoreDalla metà di aprile il Nicaragua è scosso da una serie di manifestazioni, espressioni di dissenso, aggressioni e interventi delle forze dell’ordine, che hanno prodotto almeno 76 vittime mortali (casi documentati e presentati alla Commissione interamericana dei diritti umani a oggi 19 maggio 2018), centinaia di feriti, arresti e detenzioni illegali (una decina le ‘sparizioni’ denunciate).

La protesta si è diffusa in tutto il Paese dopo la dura repressione delle forze dell’ordine contro gli studenti universitari, inizialmente scesi in piazza per questioni puntuali ma poi come reazione – appunto – all’uso di armi da fuoco contro i manifestanti da parte della polizia e alle violenze di gruppi filo-governativi (le ‘turbas’, da anni usate dal governo per smembrare le concentrazioni e manifestazioni di forze non affini al partito al potere). Gli eventi si sono sviluppati in modo molto accelerato, in larga misura spontaneo.   Continua nell’ ALLEGATO

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COX’S BAZAR: NEI CAMPI DEI ROHINGYA, I PIÙ PERSEGUITATI DELLA TERRA (Sumon Corraya)

Rohingya Flee Into Bangladesh As Crisis DeepensNegli accampamenti manca acqua potabile, gas e legna per cucinare. I profughi si arrangiano come possono, e spesso rimangono coinvolti in attività illegali. I crimini proliferano dopo le 4 del pomeriggio, quando i campi vengono chiusi ai visitatori esterni. Il reportage dell’inviato.

Nel distretto bengalese di Cox’s Bazar, una stretta lingua di terra al confine con il Myanmar, l’esistenza dei rifugiati Rohingya continua ad essere penosa: manca acqua potabile pulita, cibo e medicinali. I profughi hanno trovato rifugio sulle colline del distretto, ma temono le alluvioni e le valanghe tipiche della stagione dei monsoni. . L’inviato di AsiaNews ha visitato gli accampamenti e raccolto testimonianze della difficile vita di tutti i giorni. Intanto il Myanmar si è detto di nuovo pronto a rimpatriare i profughi musulmani Rohingya “dopo le verifiche”. Lo ha ribadito ieri Aung San Suu Kyi durante un incontro di un’ora con una delegazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.    Continua nell’ ALLEGATO

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MORTE DI P. SALVATORE FORNER (Redazione)

7. FornerCome annunciato la scorsa settimana, il giorno 26 maggio 2018 ci ha lasciato Padre SALVATORE FORNER Missionario della Consolata. Era nato ad Offanengo quasi 82 anni fa. Ha voluto essere sepolto in Mozambico, in mezzo a quella gente alla quale ha voluto dedicare tutta la sua vita

Imploriamo per lui dalla misericordia di Dio
la luce della Risurrezione.

A – LA FEDELTÀ INNANZI TUTTO

Padre Salvatore Forner non ha lasciato strutture né progetti. Ci ha lasciato invece un bellissimo esempio di vita consacrata, spesa al servizio del suo Istituto, la Consolata, della sua Chiesa, quella del Mozambico, della sua gente, i Mozambicani, e della Missione, sempre e ovunque. Senza dimenticare il suo paese d’origine al quale rimase sempre affezionato: Offanengo.   Continua nell’ ALLEGATO

B – IL GRUPPO DI OFFANENGO RICORDA PADRE SALVATORE

Cerco di riassumere in poche parole, anche a nome del Gruppo missionario di Offanengo, la figura ed il messaggio di padre Salvatore, Missionario della Consolata.
Per questo mi avvalgo di alcuni pensieri che padre Salvatore ci ha trasmesso nei suoi scritti, che purtroppo non sono stati tantissimi.     Continua nell’ ALLEGATO

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L’AMORE SI REALIZZA NELLA VITA DI OGNI GIORNO, NEGLI ATTEGGIAMENTI, NELLE AZIONI (Papa Francesco, Regina Coeli 6/05/18

1. Papa Regina CoeliIn questo tempo pasquale la Parola di Dio continua a indicarci stili di vita coerenti per essere la comunità del Risorto. Tra questi, il Vangelo di oggi presenta la consegna di Gesù: «Rimanete nel mio amore» (Gv 15,9): rimanere nell’amore di Gesù.

Abitare nella corrente dell’amore di Dio, prendervi stabile dimora, è la condizione per far sì che il nostro amore non perda per strada il suo ardore e la sua audacia. Anche noi, come Gesù e in Lui, dobbiamo accogliere con gratitudine l’amore che viene dal Padre e rimanere in questo amore, cercando di non separarcene con l’egoismo e con il peccato. È un programma impegnativo ma non impossibile.   Continua nell’ ALLEGATO

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